Quando finisce una psicoterapia?
riscrivo in questa sezione dopo un po' di tempo da quando ho iniziato un percorso di psicoterapia al quale solo da poco (due mesi scarsi) ho affiancato una cura prescrittami dallo psichiatra, sulla quale ho però delle riserve. Vorrei comunque sapere: quand'è che una psicoterapia può dirsi conclusa? Quella che seguo io è ad indirizzo cognitivo-comportamentale, ed ho intrapreso tale percorso per guarire da un disturbo d'ansia ed agorafobia. Già prima di prendere i farmaci, avevo notato sensibili miglioramenti (ho ripreso a guidare, ad osare, a gestire i sintomi psicosomatici, a volte più a volte meno), ora sto continuando in tal senso. Tuttavia non mi sento ancora totalmente "libero" dalla prigione che mi sono costruito da solo. Anche perché ho ancora problemi quando sto male di pancia (a causa dell'ansia, molto probabilmente) nel senso che se sto male tendo ancora ad isolarmi e a non farmi vedere (nonostante anche la paura del giudizio altrui sia diminuita); inoltre questi giorni di festa (pranzi, cene, parenti a casa) non mi aiutano, ma passeranno. In definitiva, io mi sento meglio, ma quand'è che si arriverà alla fine? In che cosa consisterà la fine?
Buone feste a tutti voi!
per prima cosa ricambio gli auguri di buone feste.
In secondo luogo le domando un chiarimento: non mi è chiaro infatti se Lei desidera oppure teme la conclusione del percorso terapeutico che sta effettuando.
Ha già parlato con chi la segue di queste sue curiosità?
La invito a leggere questo articolo di approfondimento, che potrà almeno in parte rispondere ai suoi quesiti:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
felice che Lei stia meglio, dopo poco più di due mesi.
Tuttavia Lei ha riserve sui farmaci. Chiede quando si "arriverà alla fine".
Frequentemente quando si INIZIA a sentirsi meglio ronza in testa l'idea di interrompere. Nulla di più errato.
Ci rassicuri in tal senso.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Dottoressa Scalco, sa che non ci avevo pensato a fondo? Credo però che io desideri arrivare alla fine, e tuttavia non riesco a immaginarmela come sarà questa fine. Si è creato un rapporto tra me e la mia psicoterapeuta perché so che con lei posso essere me stesso (so anche che posso esserlo anche con i miei, ma il fatto di saperlo non riesce ad annullare la componente irrazionale che ancora c'è e che mi fa temere il giudizio altrui), però ora si sta insinuando il desiderio di proseguire da solo: non so se ho ancora gli strumenti per farlo, però ogni tanto mi dico: "da solo, senza più la dottoressa, che cosa faresti tu?"
Non vi nascondo anche che la componente economica gioca il suo peso, però ho una minima entrata e tento di vederla non tanto come una spesa, quanto come un investimento nel futuro.
Quanto ai farmaci, sì, ho dei dubbi: oltre a dei prodotti a base di erbe, lo psichiatra della ASL mi ha prescritto un antidepressivo (che io già presi anni fa più o meno per gli stessi problemi, col risultato che i sintomi mi sono ritornati più forti una volta scalato ed eliminato)...Sono perfettamente consapevole che è il pensiero a determinare le reazione fisiche dell'ansia, è che mi sto interstardendo a voler fare tutto senza aiuti "chimici", perché è una cosa talmente "banale" a livello teorico, che il dover ricorrere a farmaci comunque pesanti mi dà un po' fastidio (oltre che ansia per i possibili effetti collaterali)...Ne parlerò anche con lo psichiatra quando lo rivedrò tra 3 settimane, intanto vado avanti ad esplorare e riscoprire quello che mi sono negato negli ultimi mesi.
non ho capito da quanto ha iniziato la Terapia Cognitivo-Comportamentale, ma solo che da due mesi assume anche un antidepressivo: può essere più preciso?
Come mai è stata presa la decisione di ricorrere anche a psicofarmaci, se stava migliorando con la sola psicoterapia?
Sa per quale motivo le è stato prescritto lo stesso farmaco che in precedenza aveva tamponato temporaneamente il suo malessere, lasciandola in una situazione peggiore di prima quando lo ha sospeso?
Ha parlato di questo con lo psichiatra? Tanto per avere il quadro completo, di che farmaco stiamo parlando?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
E' importante soprattutto affrontare il nodo dei dubbi sull'effetto dell'Entact, dal momento che in precedenza le è stato utile, ma poi si è ritrovato ad avere un forte peggioramento dell'ansia e sintomi inediti (agorafobia) quando l'ha sospeso: è comprensibile che l'esperienza passata le faccia temere che si possa verificare una situazione analoga ed è fondamentale che ne parli con un medico.
Per tornare alla sua domanda iniziale, e cioè "quando finirà la psicoterapia", deve parlarne con la sua terapeuta perchè la durata di ogni singolo percorso è legata a tanti fattori:
http://www.serviziodipsicologia.it/quanto-dura-una-psicoterapia-la-sua-durata-e-prevedibile/
Visto che ha riferito di avere ancora alcuni problemi da risolvere il lavoro non è terminato, ma non possiamo dirle quanto durerà ancora la sua TCC perchè non è possibile farsi un'idea precisa della situazione da qui e senza conoscere nè lei nè le cause della sua ansia.
Tanti auguri di buon anno,
immagino abbiate fissato, Lei e la terapeuta, degli obiettivi terapeutici ben precisi sui quali state lavorando. Fermo restando che anche a me la Sua richiesta ha fatto venire in mente le stesse domande che Le ha posto la dott.ssa Scalco nella prima replica, un criterio per terminare la psicoterapia potrebbe essere il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.
Lei apprezza numerosi miglioramenti con la terapia cognitivo-comportamentale già nel giro di poche settimane, ma il punto della situazione lo si fa in terapia con chi La conosce e La segue e non c'è mai un paziente uguale all'altro, quindi non possiamo sapere se Lei per terminare la Sua terapia.
Vero è che si è generato un cambiamento in Lei, tant'è che Lei ha ricominciato a FARE proprio ciò che prima non riusciva più a fare né ad affrontare, ma è anche importante, soprattutto in questa prima fase, monitorare questi cambiamenti. Immagino che stiate facendo anche questo in terapia.
Allora, adesso è il momento di perfezionarsi in tutto ciò, continuando a fare proprio come sta facendo, seguendo le prescrizioni della terapeuta, ed apprezzandone i miglioramenti. I cambiamenti che Lei sta portando nella Sua vita devono dunque diventare una sorta di abitudine, in modo da promuovere un nuovo e più funzionale apprendimento: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Potrebbe provare a parlare di queste titubanze (anche per le questioni economiche che aveva sollevato) direttamente con la terapeuta: potrebbe essere adeguato iniziare a diluire nel tempo le sedute, in modo da lasciarLe più tempo e spazio per sperimentare tra una seduta e l'altra e per apprezzare i progressi.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Gent.le Ragazzo,
il desiderio di portare a termine un percorso terapeutico è legittimo e comprensibile, tuttavia quando affiora contestualmente ai primi segnali di miglioramento è possibile che sia un'espressione mascherata di un'ansia anticipatoria che deriva dalle tue riflessioni/rimuginazioni finalizzate a prevedere:
"In che cosa consisterà la fine?"
Tuttavia, questi aspetti della tua esperienza attuale possono essere affrontati all'interno delle sedute di psicoterapia, in modo da offrirti nuove opportunità di sviluppare quel potere personale, che ti consentirà di individuare insieme al terapeuta quale fase del percorso stai attraversando.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.