Gelosia, ansia, malessere interiore
Gentili dottori, vi scrivo per parlare di un problema che mi condiziona ormai da molti anni.
Data la mia grande insicurezza, dovuta da una scarsissima autostima, non riesco a vivere nulla con serenità, soprattutto l'ambito amoroso. Tendo a pensare che tutti siano migliori di me, che abbiano qualcosa in più, credo di non avere potenzialità, di valere molto poco. E questo crea in me un grandissimo malessere.
Ora il mio ragazzo, di cui sono molto innamorata, è via con un'orchestra per dei concerti. Da quando è partito non faccio che stare male: la mia paura è che in orchestra incontri una ragazza con cui possa tradirmi, che si dimentichi di me, che possa innamorarsi di qualcun'altra. Gli unici momenti tranquilli della giornata sono quando mi telefona; momenti che però sono piuttosto rari, visti i suoi numerosi impegni. Ovviamente ogni minuto in cui tarda a telefonarmi io penso alle cose più assurde, e ogni giorno lo vivo con tachicardia, nervosismo, inappetenza. Per questo motivo abbiamo litigato tante volte, fino a portarlo all'esasperazione, tant'è vero che ho deciso di smetterla, di non manifestare più questo malessere con lui per il bene della nostra coppia. Tengo tutto il male per me, e mi sta quasi logorando.
Se penso con lucidità so di poter essere tranquilla, che lui mi ama e non mi tradirebbe mai, e che non mi ha mai dato motivo di pensare una cosa del genere, è un ragazzo di cui ci si può fidare. Ma la paura in me è talmente grande da sovrastare qualsiasi pensiero di questo tipo.
Passo le giornate a contare i giorni che mancano al suo ritorno, che mi sembrano infiniti.
Non mi sembra veramente giusto da parte mia comportarmi in questo modo, mi vergogno di me stessa: non mi sembra giusto desiderare che il mio ragazzo si privi di queste esperienze, della sua indipendenza, della sua libertà, eppure è quello che faccio! Se avessi un qualsiasi modo per evitare che lui sia lontano da me, dal mio controllo, senza dubbio farei in modo che sia così. E ogni volta che lo penso sono delusa di me stessa. Dovrei desiderare la sua felicità, lasciarlo libero, eppure preferirei tenerlo "incatenato" per il mio benessere psicofisico.
Ovviamente non gli ho mai vietato di fare qualcosa per questi motivi...ma ogni volta in cui si manifestano queste situazioni viviamo una situazione di forte tensione.
Sono consapevole che tutto questo sia dovuto a una mancanza di fiducia in me stessa, che non mi permette di fidarmi degli altri. Non posso permettermi delle sedute da uno specialista per cui confido in una vostra risposta, un semplice consiglio che, saggiamente, cercherò di mettere in atto nei miei comportamenti.
Un caro saluto
Data la mia grande insicurezza, dovuta da una scarsissima autostima, non riesco a vivere nulla con serenità, soprattutto l'ambito amoroso. Tendo a pensare che tutti siano migliori di me, che abbiano qualcosa in più, credo di non avere potenzialità, di valere molto poco. E questo crea in me un grandissimo malessere.
Ora il mio ragazzo, di cui sono molto innamorata, è via con un'orchestra per dei concerti. Da quando è partito non faccio che stare male: la mia paura è che in orchestra incontri una ragazza con cui possa tradirmi, che si dimentichi di me, che possa innamorarsi di qualcun'altra. Gli unici momenti tranquilli della giornata sono quando mi telefona; momenti che però sono piuttosto rari, visti i suoi numerosi impegni. Ovviamente ogni minuto in cui tarda a telefonarmi io penso alle cose più assurde, e ogni giorno lo vivo con tachicardia, nervosismo, inappetenza. Per questo motivo abbiamo litigato tante volte, fino a portarlo all'esasperazione, tant'è vero che ho deciso di smetterla, di non manifestare più questo malessere con lui per il bene della nostra coppia. Tengo tutto il male per me, e mi sta quasi logorando.
Se penso con lucidità so di poter essere tranquilla, che lui mi ama e non mi tradirebbe mai, e che non mi ha mai dato motivo di pensare una cosa del genere, è un ragazzo di cui ci si può fidare. Ma la paura in me è talmente grande da sovrastare qualsiasi pensiero di questo tipo.
Passo le giornate a contare i giorni che mancano al suo ritorno, che mi sembrano infiniti.
Non mi sembra veramente giusto da parte mia comportarmi in questo modo, mi vergogno di me stessa: non mi sembra giusto desiderare che il mio ragazzo si privi di queste esperienze, della sua indipendenza, della sua libertà, eppure è quello che faccio! Se avessi un qualsiasi modo per evitare che lui sia lontano da me, dal mio controllo, senza dubbio farei in modo che sia così. E ogni volta che lo penso sono delusa di me stessa. Dovrei desiderare la sua felicità, lasciarlo libero, eppure preferirei tenerlo "incatenato" per il mio benessere psicofisico.
Ovviamente non gli ho mai vietato di fare qualcosa per questi motivi...ma ogni volta in cui si manifestano queste situazioni viviamo una situazione di forte tensione.
Sono consapevole che tutto questo sia dovuto a una mancanza di fiducia in me stessa, che non mi permette di fidarmi degli altri. Non posso permettermi delle sedute da uno specialista per cui confido in una vostra risposta, un semplice consiglio che, saggiamente, cercherò di mettere in atto nei miei comportamenti.
Un caro saluto
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
Il fatto che Lei si renda conto della causa della Sua esasperata ed esasperante gelosia e della necessità di contattare.un professionista è certamente un buon punto di partenza.
Può rivolgersi al Consultorio del Suo paese e giovare della consulenza gratuita dello psicoterapeuta.
Buona fortuna!
Saluti,
Il fatto che Lei si renda conto della causa della Sua esasperata ed esasperante gelosia e della necessità di contattare.un professionista è certamente un buon punto di partenza.
Può rivolgersi al Consultorio del Suo paese e giovare della consulenza gratuita dello psicoterapeuta.
Buona fortuna!
Saluti,
[#2]
"Se avessi un qualsiasi modo per evitare che lui sia lontano da me, dal mio controllo, senza dubbio farei in modo che sia così."
Gent.le Ragazza,
intanto direi che sei riuscita ad individuare l'aspetto del tuo modo di essere che ti rende così vulnerabile, tuttavia questa consapevolezza non può essere valorizzata fino a quando continua ad offrirti il pretesto per giudicarti negativamente, bloccando così sul nascere qualsiasi tentativo di avviare un processo di cambiamento.
La propensione al controllo probabilmente interferisce anche in altri ambiti della tua vita condizionando scelte e comportamenti, ma se fosse sufficiente dare delle "indicazioni/consigli" per affrontare ansia e altri disagi non ci sarebbe alcun bisogno del contatto diretto con lo specialista.
Se a causa di difficoltà economiche non puoi rivolgerti ad uno specialista privato, resta sempre l'alternativa del Consultorio Familiare come riferimento per un primo colloquio con lo psicologo, sarà lui poi ad indicarti la tipologia d'intervento più adeguata.
Come si evince dai tuoi precedenti consulti e come riconosci tu stessa, questo disagio si "trascina"da molto tempo nella tua vita condizionando la possibilità di vivere relazioni interpersonali gratificanti.
Non esistono "scorciatoie" per affrontare la propria sofferenza, ma un percorso di crescita personale se è efficace non ha bisogno di tempi "biblici" per rivelarsi tale.
A tal proposito ti consiglio di vedere questo video che illustra in modo metaforico ed efficace il percorso terapeutico
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6235-un-cortometraggio-sulla-psicoterapia.html
è doveroso aggiungere che oltre alla psicoterapia ci sono altre tipologie d'intervento di competenza dello psicologo che vanno prese in considerazione e valutate con l'aiuto dello specialista al fine di individuare il percorso più aderente alle esigenze di chi è portatore di una richiesta di aiuto.
Gent.le Ragazza,
intanto direi che sei riuscita ad individuare l'aspetto del tuo modo di essere che ti rende così vulnerabile, tuttavia questa consapevolezza non può essere valorizzata fino a quando continua ad offrirti il pretesto per giudicarti negativamente, bloccando così sul nascere qualsiasi tentativo di avviare un processo di cambiamento.
La propensione al controllo probabilmente interferisce anche in altri ambiti della tua vita condizionando scelte e comportamenti, ma se fosse sufficiente dare delle "indicazioni/consigli" per affrontare ansia e altri disagi non ci sarebbe alcun bisogno del contatto diretto con lo specialista.
Se a causa di difficoltà economiche non puoi rivolgerti ad uno specialista privato, resta sempre l'alternativa del Consultorio Familiare come riferimento per un primo colloquio con lo psicologo, sarà lui poi ad indicarti la tipologia d'intervento più adeguata.
Come si evince dai tuoi precedenti consulti e come riconosci tu stessa, questo disagio si "trascina"da molto tempo nella tua vita condizionando la possibilità di vivere relazioni interpersonali gratificanti.
Non esistono "scorciatoie" per affrontare la propria sofferenza, ma un percorso di crescita personale se è efficace non ha bisogno di tempi "biblici" per rivelarsi tale.
A tal proposito ti consiglio di vedere questo video che illustra in modo metaforico ed efficace il percorso terapeutico
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6235-un-cortometraggio-sulla-psicoterapia.html
è doveroso aggiungere che oltre alla psicoterapia ci sono altre tipologie d'intervento di competenza dello psicologo che vanno prese in considerazione e valutate con l'aiuto dello specialista al fine di individuare il percorso più aderente alle esigenze di chi è portatore di una richiesta di aiuto.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.3k visite dal 28/12/2015.
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