Depressione a 19 anni voglio morire

Salve a tutti,
vi scrivo con non poco imbarazzo, penso sia giunto il momento di parlare con qualche medico del mio problema.
Prima di tutto voglio presentarmi, Ho 19 anni, sono un ragazzo da sempre isolato, cresciuto in una famiglia che mi ha sempre tenuto chiuso in casa, anzi in camera visto che a 19 anni sono ancora in camera con i miei genitori.
Vado a scuola, faccio l'ultimo anno di liceo poi voglio laurearmi, non sono bravo a scuola, ma questo penso sia un altro discorso.
Da due anni a questa parte soffro di attacchi di panico, ipocondria e una forte ansia, poi sfociata penso in depressione.
Ho qualche amico a scuola, vado molto d'accordo con i miei compagni di classe, non ho mai avuto una ragazza a parte una quando avevo 13 anni, una storiella più di amicizia.
Il problema è che da sempre la mia famiglia mi considera inferiore agli altri membri, non mi lascia manco scaldare un panino al pomeriggio e in più i miei nonni mi trattano veramente male a me e a mia madre, la quale e segregata quasi come me in casa, va solo a lavorare e torna a casa, in uno stato non proprio ottimale, ha ammesso di far uso di cannabis occasionalmente.
Io sono l'opposto, non fumo, non bevo e non faccio uso di droghe.
Qualche mese fa ho incominciato a non voler più mangiare, ero 88 kg ora ne peso 67, sono 183 cm, sono andato da una nutrizionista che mi ha dato una dieta che ora seguo e ne sono cintento.
Negli ultimi mesi però qualche cosa a livello di psiche non quadra, non so cosa, sto sempre male, mi sento stanco, non ho più voglia di andare a scuola, non ho più voglia di giocare ai videogiochi e guardare film, era il mio hobby, non ho più voglia di parlare e sto diventato molto insensibile, non mi sembra di provare più sentimenti, solo odio, mi sento sempre inadeguato, a volte credo di non essere normale, di impazzire, penso che potrei far male a qualche persona a me cara.
Ho cominciato a tagliarmi, sui polsi principalmente, non perchè mi piace il dolore, ma da qualche mese ho una passione strana per il sangue, non so il motivo ma mi piace vederlo, tutto questo ki fa star male credo di impazzire.
Mi fermo a riflettere e penso se sia il caso di farla finita, ma non ho mai il coraggio di farlo.
Ne ho parlato leggermente con il medico curante, praticamente di notte mi sveglio sudato e mi sento nel corpo dei cerchi di calore, questo da 6 mesi e ho frequentissime paralisi notturne.
Mi ha prescritto delle gocce, mi lare si chiami xanav o xanax non ricordo, non le ho prese ho paura di peggiorare la situazione.
Vi prego ditemi cosa può essere, a chi mi posso rivolgere per stare meglio, sto veramente male, ne parlo con i miei ma dicono che è solo colpa mia che sono matto.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
A chi rivolgersi? Al medico di base che sarà il coordinatore di interventi specialistici per affrontare questa sofferenza che pare devastante sia sul piano psicologico, sia sul piano fisico per il notevole dimagrimento sia per la modalità disfunzionale con la quale cerchi di placare il dolore.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Caro ragazzo, il medico che ti ha dato lo xanax ha ragione , c'è bisogno di aiuto, ma meglio ancora andare al Consultorio Familiare che si occupa appunto dei problemi della famiglia e cercare aiuto li', certamente ci vuole un aiuto farmacologico insieme all'aiuto che un percorso con un Collega de visu potrà fornire,sei maggiorenne e puoi farlo da solo , ma penso che anche la mamma vada aiutata, ci sono molte cose poco chiare nel tuo racconto , mi sembra che siate immersi in una situazione difficile, davvero..
Come sono i tuoi rapporti con la mamma? Dovete parlarvi voi due e fare sinergia, per uscirne da questo tunnel..
Mi sembra che tu sia in una situazione reattiva ben comprensibile , non badare a chi ti dice che sei matto, invece reagisci e datti aiuto , i Consultori sono là per questo e sono pubblici , cioè gratuiti..
Spero che tu mi ascolti e prenda in mano la tua vita , sei intelligente , giovane, vedrai che troverai professionisti che ti faranno sentire compreso e accolto .. Coraggio , si può fare.. tienici informati , se vuoi..
Con molti auguri per una vita nuova..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
quanta sofferenza e solitudine nel suo racconto di se e quanta dolcezza e note di introspezione; tutti elementi utilissimi per un possibile percorso di cura.

Il rapporto con i genitori va modificato e deve venir fuori dalla loro camera da letto, lei è adulto e tale deve sentirsi e comportarsi come tale, se persevera lo rinforza e la sua autostima precipiterà...


Il dolore fisico, rappresenta una strategia malsana della psiche per non sentire il dolore fisico...
Ripristinare il dialogo- smarrito - tra psiche e soma , e la strategia da attuare con l'aiuto di un clinico competente

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Utente
Utente
Grazie veramente a tutti per le risposte, volevo rispondere alla dottoressa che mi ha chiesto com'è il rapporto con mia madre.
Diciamo non buono, quando le racconto qualche cosa non mi ascolta, sembra sempre assente, non svolge manco più le faccende di casa, nulla, noi abitiamo con i nonni e lei non parla con loro, si odiano profondamente.
A volte però, come quando il dottore mi ha prescritto le gocce, piange e dice che non devo prenderle perchè a 19 anni peggiorerebbero la mia situazione, io voglio precisare però che non è per colpa sua che non le prendo, ma per una scelta personale che forse è ora di rivalutare.
Il problema è che non ho una camera mia, non vogliono andare via da dove abitiamo, mia madre si, mio padre non se ne parla, è sempre nervoso, molto nervoso, basta aprir bocca che nella maggior parte dei casi risponde male brontolando.
Io a volte vorrei uscire, andarmene anche solo a fare un giro, ho la patente, ma qualche cosa mi blocca, non so cosa, come se avessi paura di guidare o di fare dei casini, mi sento non in grado di fare nulla, non so il perchè, una volta non ero così giuro.
Prenderò in considerazione i consultori visto che ci posso andare da solo, ma poi cosa risolverei?
Sarei sempre in questa situazione, sempre in casa segregato con loro, senza una vita sociale vera.
Vi giuro che mi sembra di non avere speranze, non lavoro quindi non posso mantenermi da solo, ho pensato anche di abbandonare gli studi per andare a lavorare, quante volte vorrei abbandonare la scuola, ma poi penso che voglio diplomarmi e laurearmi e quindi continuo su quella strada.
[#5]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Carissimo, mi permetto di insistere, vai al Consultorio , sono lì specializzati in dinamiche familiari , ti ascoltano e decidono, non sentirti sleale verso tua madre,.. loro.. mi sembrano troppo presi dalle loro .. perverse dinamiche familiari e non .. vedono il tuo dolore e lo liquidano con una battuta , torna a parlare col medico di base ,non leggermente come l'altra volta , ma seriamente.. hai bisogno di alleati, credimi , a breve dopo la maturità potresti iscriverti ad una Università fuori e .. tagliare l'angolo.. Facciamo il tifo per te , sai ..
[#6]
Utente
Utente
Grazie per le belle parole e il tempo speso per ascoltarmi, vedrò dopo le feste di andare dal medico a raccontare tutto, senza dire nulla ai miei genitori, probabilmente saltando una giornata di scuola che tanto non succede nulla, una mattina vado a parlare perchè effettivamente ha ragione, non posso continuare a stare così male a causa dei miei.
Tuttavia ho poche speranze in merito alla riuscita, penso veramente di non avere altra via se non la morte a volte, può dipendere dalla depressione questa sensazione di non poterne uscire?
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14

>>Prenderò in considerazione i consultori visto che ci posso andare da solo, ma poi cosa risolverei?>>

Succederebbe che ci sarebbero professionisti in grado di farti vedere quali sono le tue risorse e il modo di metterle in campo per il tuo bene (bene che deciderai tu per la tua vita). Ti permetterebbero di vedere altre possibilità e vie di uscita che ora non sospetti neanche perché la sofferenza ti ha fatto chiudere più di quanto le dinamiche familiari non abbiano già fatto di per sé.

<<una volta non ero così giuro.<<
E' successo qualche evento in particolare che ha modificato la tua vita e l'assetto familiare?

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

[#8]
Utente
Utente
In realtà pur vergonandomi di questa cosa non ricordo molto della mia infanzia e anche adolescenza, diciamo che ricordo bene da quando avevo 16-17 anni, per esempio i primi anni di superiori e medie non mi ricordo praticamente nulla, solo ovviamente fatti legati alla mia prima ragazza e qualche cosa di quando ero in prima superiore, fatti scolastici, dico 1 o 2 episodi che mi ricordo perchè mi raccontano spesso i miei amici quando parliamo del + e del - in classe.
Ma il problema è che non ricordo quasi nulla non so se è normale cosa può essere?
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14
Si vergogna che ha pochi ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza? E perchè? Siamo tutti diversi, ognuno memorizza e ricorda come può e come crede, non c'è una regola o una presunta normalità in questo.
Io le ho chiesto se è successo qualche evento in particolare perchè ci riferisce che in passato lei era diverso da ora. A volte accadono fatti ben definiti, altre volte no. Non c'è una regola, ogni storia di vita è diversa dall'altra.

Oppure ipotizzo che ci abbia scritto questo perchè immagina che dallo psicologo si parli solo dell'infanzia...

L'unica cosa che dovrebbe fare è raccontare e parlare così come ha fatto qui con noi. E il professionista procederà come abbiamo fatto noi qui, ma in modo più approfondito poichè vi troverete faccia a faccia.

Poi lavorerete con il materiale a disposizione. L'obiettivo generale da raggiungere è che lei stia meglio e sia più sereno, gli obiettivi specifici li stabilirete insieme.

Mi auguro di averle chiarito delle cose.
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