Disturbi alimentari e terapie
Buonasera dottori, vi scrivo perché ho finalmente ammesso a me stessa di soffrire di un disturbo alimentare e ho capito che non posso più vivere così, schiava di qualcosa molto più grande di me ed ingestibile. Vorrei convivere con il cibo, apprezzarlo come qualcosa da condividere, un piacere, un amico e non come un nemico, un alieno, un vero e proprio diavolo. Ho avuto il coraggio di chiamare uno psicologo della mia zona e prendere appuntamento e ancora non mi capacito davvero di come io possa avercela fatta. Sono andata per la prima volta ed ho speso gli unici soldi che avevo (caso vuole che mi siano stati dati per Natale con anticipo). Sono una studentessa e non lavoro, ho pensato più volte di parlarne con mia madre per implorare aiuto e per ricevere un sostenimento economico per una terapia ma non ce la posso proprio fare, la farei soffrire troppo, sarei una grande delusione per lei o un grande dispiacere e non penso si meriti questo. Ma sento proprio il bisogno di uscire da questo schifo, con la buona volontà ce la potrò mai fare da sola? O sapete se nella mia città ci sono servizi gratuiti / agevolazioni per questo tipo di problema?
Grazie anticipatamente, un saluto.
Grazie anticipatamente, un saluto.
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Gentile ragazza, nella sua zona ci sono sicuramente molti servizi pubblici a cui rivolgersi, il Consultorio Famliare , tanto per cominciare, che potrà fornirle indicazioni preziose, molte sono le ragazze che hanno di questi problemi col cibo, non è il caso di vergognarsi, fa bene a farsi aiutare facendo questo primo passo per interrompere il ripetersi di giornate difficili che è possibile superare..Con un Collega de visu potrà chiarire la su storia e il suo sentire , sentirsi appoggiata e compresa..Si faccia aiutare, da sola tutto è più duro, lento e faticoso.. Restiamo in ascolto e auguri per tutto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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"ho pensato più volte di parlarne con mia madre per implorare aiuto e per ricevere un sostenimento economico per una terapia ma non ce la posso proprio fare, la farei soffrire troppo, sarei una grande delusione per lei"
Cara Utente,
da quello che scrive sembra che sua madre sia completamente ignara di quello che lei sta passando.
Com'è possibile?
Vivete assieme?
Che tipo di sintomatologia presenta?
Cara Utente,
da quello che scrive sembra che sua madre sia completamente ignara di quello che lei sta passando.
Com'è possibile?
Vivete assieme?
Che tipo di sintomatologia presenta?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
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Gentile Ragazza,
per questo tipo di sofferenza legata al cibo, il coinvolgimento di sua mamma e del suo nucleo familiare risulta necessario e utile in alcuni percorsi di psicoterapia in quanto i genitori (o chi vive accanto a lei) vengono coinvolti direttamente nel percorso di cura.
Credo quindi che oltre al passo importantissimo che ha fatto, quello successivo sia quello di aprirsi con sua mamma, senza farsi frenare da un' eventuale delusione che pensa di poter dare, e poi perchè?
Credo non debba sentirsi in "colpa" di deludere o far soffrire qualcuno perchè chiede aiuto, tutt'altro.
Un caro saluto
per questo tipo di sofferenza legata al cibo, il coinvolgimento di sua mamma e del suo nucleo familiare risulta necessario e utile in alcuni percorsi di psicoterapia in quanto i genitori (o chi vive accanto a lei) vengono coinvolti direttamente nel percorso di cura.
Credo quindi che oltre al passo importantissimo che ha fatto, quello successivo sia quello di aprirsi con sua mamma, senza farsi frenare da un' eventuale delusione che pensa di poter dare, e poi perchè?
Credo non debba sentirsi in "colpa" di deludere o far soffrire qualcuno perchè chiede aiuto, tutt'altro.
Un caro saluto
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
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Sarebbe bene che sua madre fosse informata dei suoi problemi, anche perchè - come le ha spiegato la mia Collega - quando un soggetto sviluppa un disturbo del comportamento alimentare è solitamente coinvolta la famiglia nel generarlo e per questo è utile e necessario che la famiglia stessa sia coinvolta nel trattamento.
Perchè pensa che deluderebbe sua madre se la informasse della sua situazione? E perchè proprio lei e non ad esempio suo padre o qualcun altro?
Pensa che abbia un'immagine idealizzata di lei e che dicendole la verità la scalfirebbe?
Perchè pensa che deluderebbe sua madre se la informasse della sua situazione? E perchè proprio lei e non ad esempio suo padre o qualcun altro?
Pensa che abbia un'immagine idealizzata di lei e che dicendole la verità la scalfirebbe?
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Utente
Non so perché ma mi sto sentendo un po aggredita. Parlerei con mia madre perché è la persona in famiglia con cui parlo di più, quando ho qualche difficoltà parlo con lei piuttosto che con chiunque altro, spesso preferisco lei ad un amica. Con mio padre ho sempre fatto più fatica ad aprirmi, forse per l idea generale dell autorità del padre. Ho paura di ferirla perché in primis nel mio periodo di anoressia l ho vista molto preoccupata ed ora sembra risollevata, poi perché ha passato periodi difficili di recente e non vorrei darle un peso ulteriore.
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Probabilmente gli spunti emersi rappresentano per lei nodi particolarmente critici, ai quali è ipersensibile.
Il suo desiderio di non dare altri pensieri a sua madre (oltre che di non deluderla) se in questo periodo ha avuto altri problemi è comprensibile, ma quando la situazione si sarà tranquillizzata le suggerisco di ripensarci perchè, come le abbiamo detto, i disturbi del comportamento alimentare non riguardano solo il soggetto che ne è portatore, ma tutto il sistema-famiglia.
In ogni caso sua madre sa già che lei ha avuto questi problemi, quanto meno in passato, e lei non ha nessuna colpa se non sta ancora bene e quindi non può essere fonte di delusione per lei.
Il suo desiderio di non dare altri pensieri a sua madre (oltre che di non deluderla) se in questo periodo ha avuto altri problemi è comprensibile, ma quando la situazione si sarà tranquillizzata le suggerisco di ripensarci perchè, come le abbiamo detto, i disturbi del comportamento alimentare non riguardano solo il soggetto che ne è portatore, ma tutto il sistema-famiglia.
In ogni caso sua madre sa già che lei ha avuto questi problemi, quanto meno in passato, e lei non ha nessuna colpa se non sta ancora bene e quindi non può essere fonte di delusione per lei.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.7k visite dal 22/12/2015.
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