Pensieri ossessivi
Gentili Dottori, volevo un vostro parere circa un problema che mi attanaglia praticamente da sempre: i sensi di colpa. Giusto per farvi un paio di esempi, quando avevo circa 8-9 andai ad una festa di compleanno e mi innamorai di un giochino del festeggiato, lo misi in tasca e me lo portai a casa me era contro le regole morali insegnatemi dai miei genitori e così iniziai a soffrire per la prima volta di sensi di colpa, mi veniva da piangere per quello che avevo fatto e alla fine confessai il tutto a mio padre, gli diedi il giochino e gli chiesi di riportarlo al bambino. un annetto dopo giocando nell'atrio della scuola scaraventai per sbaglio un compagno di classe contro il termosifone ed andò in ospedale, la maestra mi disse che se gli fosse successo qualcosa i miei genitori sarebbero potuti andare in galera e io ne rimasi sconvolto, per un anno circa mi tenni tutto dentro e il solo pensiero mi faceva rabbrividire, poi un anno dopo raccontai la storia ai miei genitori che si sorpresero sia per il gesto sia per la reazione della maestra. Alle medie avevo una quasi doppia personalità: quando ero in gruppo ero un bulletto e quando ero solo ero preso di mira per via del mio carattere e del mio aspetto fisico, un giorno, all'epoca avevo 12 anni, una ragazzina mi incolpò di aver lasciato scritte razziste nei confronti di un'altra ragazzina, il che non era vero ma non avevo prove a mio favore, il vero colpevole non uscì mai e per molti rimasi io: per mesi ovunque andavo venivo insultato per quel gesto non fatto e finii col sentirmi in colpa per non essere riuscito a difendermi e caddi in depressione. Negli anni seguenti questo episodio ebbe molte ripercussioni sul mio carattere: mi chiusi completamente in me e questo mi portò all'essere preso di mira senza pietà dalla gran parte dei miei coetanei, non riuscivo più a fidarmi di nessuno, ma ancora peggio iniziai a soffrire di pensieri ossessivi: avevo il terrore che la ragazzina vittima di quelle scritte razziste avrebbe potuto suicidarsi e io incolpato della sua morte, entrai in un circolo vizioso di pensieri senza fine, mi sentivo colpevole per qualcosa di non fatto e non riuscivo a godermi la vita perché mi ritenevo non degno di farlo, in cuor mio sapevo di essere innocente e anche che la possibilità che quella ragazzina si sarebbe suicidata erano vicine allo zero, ma esistendo comunque anche solo un minimo di possibilità non potevo vivere. Caddi di nuovo in depressione e iniziai a pensare al suicidio. con tempo ne venni da solo fuori e per anni non si ripresentò più il problema e pensarci non mi faceva più nessun effetto, fino a un annetto fa, tutto iniziò con degli attacchi di panico, si trasformarono in ansia generalizzata e pensieri ossessivi ancora una volta legati a quell'episodio, nel frattempo erano passati quasi 8 anni dall'episodio e da ragazzini eravamo diventati adulti ma la mia testa ragionava come se l'evento fosse appena successo, mi rivolsi a degli specialisti e ne venni nuovamente fuori, fino a un mesetto fa, quando nonostante la cura farmacologica combinata a quella psicoterapeutica ho iniziato ad accusare una ricaduta con gli attacchi di panico scaturiti nuovamente in ansia generalizzata e pensieri ossessivi: ad oggi sono passati 10 anni dall'episodio, ma nuovamente non riesco a godermi il presente perché sono in continua apprensione, ho il terrore che un giorno quella ragazza possa decidere di farla finita e io accusato per quel gesto o se non accusato ho paura che una parte di me si riterrebbe colpevole mandando la mia intera esistenza in malora, non riesco a godermi il presente o pensare al futuro perché troppo rischioso e nuovamente non mi sento degno di farlo anche se in cuor mio so di essere innocente. Cosa posso farne per uscirne una volta per tutte? E' possibile? qual è il vostro punto di vista su questa storia?
[#1]
gentile utente che tipo di psicoterapia ha fatto e per quanto tempo?
nel frattempo le anticipo questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1399-panico-e-ossessioni-quali-terapie.html
nel frattempo le anticipo questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1399-panico-e-ossessioni-quali-terapie.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Gentile Dottore, in un primo tempo mi ero rivolto ad una psicoterapeuta che mi aveva proposto un percorso di psicoanalisi tuttavia anziché migliorare i sintomi e le paure peggiorarono, non mi venivano dati strumenti per combatterli bensi veniva alzato un polverone nella mia testa aggiungendo alle paure altre paure. Interruppi il rapporto con questa psicoterapeuta e mi rivolsi ad un'altra psicoterapeuta che mi propose una terapia cognitivo-comportamentale, questo tipo di terapia invece mi aiutò molto perché attraverso i miei racconti la terapeuta mi diede gli strumenti per ritrovare il benessere e anziché cercare la causa del mio male mi diede delle armi per non farmi sopraffare, una volta superate le paure che ora sono tornate ci concentrammo su altri ambiti della mia vita in cui avevo difficoltà, ora sono praticamente alla fine della terapia e forse la paura di rimanere solo mi ha fatto tornare tutte le paure comprese le ossessioni che avevo superato per l'ennesima volta, il problema è che essendo un servizio pubblico non posso fare un'altra terapia con la stessa terapeuta ma l'unica soluzione è cambiare terapeuta e la cosa mi spaventa un pochettino. L'altra soluzione sono delle sedute di richiamo ma essendo che il problema si è ripresentato prima della fine, le sedute di richiamo credo sarebbero poche rispetto a quello di cui ho bisogno al momento
[#3]
>>> sono praticamente alla fine della terapia e forse la paura di rimanere solo mi ha fatto tornare tutte le paure comprese le ossessioni che avevo superato per l'ennesima volta
>>>
Bene che la terapia CC le sia tornata utile. Tuttavia esistono vari tipi di cambiamento.
I cambiamenti definiti di tipo 1 sono quelli dove la persona impara a non percepire più le situazioni che prima erano problematiche come tali, ma si ferma lì.
I cambiamenti di tipo 2, o generativi, sono invece quelli in cui la persona impara non solo a non percepire più le situazioni che prima erano problematiche come tali, ma anche a generare soluzioni per nuove situazioni potenzialmente critiche. Come ad esempio, nel suo caso, la fine della terapia.
Potrebbe essersi instaurata una certa dipendenza nei confronti del suo terapeuta, dovrebbe discuterne con lui.
Ricordi che il fine ultimo di una psicoterapia è mettere il paziente in condizioni di fare a meno di lui. Altrimenti diventa una dipendenza.
>>>
Bene che la terapia CC le sia tornata utile. Tuttavia esistono vari tipi di cambiamento.
I cambiamenti definiti di tipo 1 sono quelli dove la persona impara a non percepire più le situazioni che prima erano problematiche come tali, ma si ferma lì.
I cambiamenti di tipo 2, o generativi, sono invece quelli in cui la persona impara non solo a non percepire più le situazioni che prima erano problematiche come tali, ma anche a generare soluzioni per nuove situazioni potenzialmente critiche. Come ad esempio, nel suo caso, la fine della terapia.
Potrebbe essersi instaurata una certa dipendenza nei confronti del suo terapeuta, dovrebbe discuterne con lui.
Ricordi che il fine ultimo di una psicoterapia è mettere il paziente in condizioni di fare a meno di lui. Altrimenti diventa una dipendenza.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
Gentile Dottor Santonocito, purtroppo le devo dar ragione ed in effetti credo di essere diventato dipendente dalla terapeuta in quanto è riuscita a guarirmi e farmi comprendere cose che da solo non sarei mai riuscito a comprendere, anche se erano sotto i miei occhi. Inizialmente eravamo d'accordo sul concludere la terapia in quanto ero ormai da tempo guarito ma quando mi sono reso conto che il tempo era ormai finito è come se una parte di me si fosse ribellata non sentendosi pronta e abbia fatto scatenare nuovamente paure e sintomi, ora ho infatti il terrore di rimanere senza terapia ed inoltre ho anche il problema dei pensieri ossessivi come dicevo nel consulto. Un problema che da solo non credo riuscirei a superare neppure dopo questo percorso di terapia. Cosa mi consiglia di fare?
[#5]
In generale, le dipendenze si risolvono imparando a fare a meno di ciò da cui si dipende. Lei però sembra ancora aver bisogno di terapia, perciò le raccomando di trovarsi un differente terapeuta, magari dello stesso orientamento della precedente visto che stava funzionando.
Le ossessioni si possono superare anche con la sola psicoterapia. Dovrebbe innanzitutto ricominciare una terapia, sempre a indirizzo CC oppure strategico breve, e poi decidere se sarà riuscito o meno a risolvere il suo problema.
Le ossessioni si possono superare anche con la sola psicoterapia. Dovrebbe innanzitutto ricominciare una terapia, sempre a indirizzo CC oppure strategico breve, e poi decidere se sarà riuscito o meno a risolvere il suo problema.
[#6]
Utente
Gentile Dottore, mi attiverò da subito per iniziare una nuova terapia, volevo solamente più chiederle, so che dai pensieri ossessivi si può guarire perché in passato l'ho già fatto più e più volte, il mio dubbio è solamente questo: è possibile farlo una volta per tutte? Perché come avrà capito dal mio racconto questi pensieri nel tempo sono tornati molte volte, è anche vero che per circa 8 anni me li sono tenuti dentro forse cronicizzando il problema, ma è possibile cancellarli definitivamente? Volevo inoltre chiederle se è normale che sembrino problemi insormontabili la cui unica via di fuga sia la morte, ovviamente non mi voglio arrendere, ben che meno sapendo in prima persona che se ne può uscire, ma in tutte le persone si presentano con queste caratteristiche?
[#7]
>>> è possibile farlo una volta per tutte?
>>>
Come avrà letto da altre risposte in questo sito, questa è una domanda che scaturisce dalle ossessioni. L'ansioso si preoccupa, quindi ovvio che si preoccupi anche delle possibilità di guarigione.
La risposta è che probabilmente finora non ha incontrato la cura adatta a lei. Le ossessioni si possono sradicare, ma richiedono molta motivazione da parte del paziente e una cura adeguata. Dal punto di vista psicoterapeutico le cure più adatte sono quelle attive e focalizzate, dove non si parla e basta, ma si ricevono compiti comportamentali precisi.
>>>
Come avrà letto da altre risposte in questo sito, questa è una domanda che scaturisce dalle ossessioni. L'ansioso si preoccupa, quindi ovvio che si preoccupi anche delle possibilità di guarigione.
La risposta è che probabilmente finora non ha incontrato la cura adatta a lei. Le ossessioni si possono sradicare, ma richiedono molta motivazione da parte del paziente e una cura adeguata. Dal punto di vista psicoterapeutico le cure più adatte sono quelle attive e focalizzate, dove non si parla e basta, ma si ricevono compiti comportamentali precisi.
[#8]
Utente
Gentili Dottori, la terapeuta dice che le mie ossessioni sono dovute a problemi attuali che la mia mente cerca di mascherare andando a tirare fuori cose dal passato o creando storie improbabili. Una cosa molto strana che ho notato è che ogni volta che vengo a capo di un'ossessione e ne trovo una soluzione nel giro di poco tempo se ne crea una nuova, sto iniziando a pensare che effettivamente questi pensieri senza senso possano essere solo una maschera a problemi più realistici che non voglio o non riesco a vedere/risolvere. Cosa ne pensate al riguardo? Colgo l'occasione intanto per augurarvi un buon Natale
[#9]
(...)sto iniziando a pensare che effettivamente questi pensieri senza senso possano essere solo una maschera a problemi più realistici (..)
assolutamente no, ecco perchè una ossessione rimane in vita, nella convinzioni che celi qualcosa di nascosto, ed il tentativo di afferrarlo non fa altro che incrementare l'ossessione
(..) è che ogni volta che vengo a capo di un'ossessione e ne trovo una soluzione nel giro di poco tempo se ne crea una nuova (..)
questo, infatti, dimostra che l'ossessione nulla ha a che fare con il contenuto ma il problema è nella FORMA del pensiero.
Un intervento di tipo strategico-cognitivo le servirà per modificare questo modello disfunzionale di percepire le cose.
saluti
assolutamente no, ecco perchè una ossessione rimane in vita, nella convinzioni che celi qualcosa di nascosto, ed il tentativo di afferrarlo non fa altro che incrementare l'ossessione
(..) è che ogni volta che vengo a capo di un'ossessione e ne trovo una soluzione nel giro di poco tempo se ne crea una nuova (..)
questo, infatti, dimostra che l'ossessione nulla ha a che fare con il contenuto ma il problema è nella FORMA del pensiero.
Un intervento di tipo strategico-cognitivo le servirà per modificare questo modello disfunzionale di percepire le cose.
saluti
[#10]
Utente
Gentile Dottor De Vincentiis, in poche parole mi sta dicendo che il problema non sta né nel contenuto dell'ossessione né in qualcosa che non riesco a vedere e potrebbe essere mascherato dall'ossessione? Le spiego il perché di questo mio dubbio: quando mi viene un'ossessione non riesco a scacciarla come un normale pensiero quando sto bene ma si crea la convinzione nella mia testa che tale ossessione sia reale e quindi non riesco a godermi la vita, quando poi però trovo una soluzione all'ossessione grazie alle tecniche imparate in terapia (principalmente l'esposizione alla paura) se ne crea una nuova di diverso tipo, le spiego meglio la situazione: fino a pochi giorni fa avevo il terrore che una persona che avevo ferito in adolescenza avrebbe potuto suicidarsi e la colpa venisse data a me, quindi non riuscivo più a vivere perché sentivo la mia sorte legata alla sua, ho così deciso a distanza di anni di contattare questa persona e parlarci, ho scoperto che lei stava benissimo e non pensava più a quella storia da una vita ottenendo il suo perdono. Per un paio di giorni sono stato benissimo ma poi si è creata una nuova ossessione ovvero che la morte della sua nonna con la quale viveva sarebbe potuta essere stata colpa mia poiché la nipote affrontò determinate difficoltà in un certo senso causate da me, in realtà questa persona è morta di vecchiaia o di qualche malattia ma il fatto di non poter avere la certezza di tale cosa mi manda il cervello in tilt....sono consapevole che è un pensiero senza una logica ma non riesco a scacciarlo e non riesco nemmeno a usare la tecnica dell'esposizione per ovvi motivi...inoltre sono sicuro che anche fossi riuscito a risolvere questo problema se ne sarebbe creato un altro...in quale modo posso uscire da tutto questo? quando stavo bene avessi avuto un dubbio del genere l'avrei cancellato dalla testa nel giro di 10 secondi ritenendolo senza senso ma ora mi sembra una parete impossibile da superare
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.3k visite dal 20/12/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Suicidio
I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.