Ho letto di pensioni di invalidità per depressione
Buongiorno , chiedo un consulto perche non so che fare e di parlarne con il medico di famiglia per la 2 volta mi mette a disagio , me ne vergogno. Ho 26 anni ho lasciato il medesimo lavoro per la seconda volta , e per piu o meno gli stessi motivi . La prima volta era per partecipare a concorsi pubblici , dato che provengo dall'esercito.Non ando bene e la stessa fabbrica dove lavoravo mi richiamo per continuare a lavorare da loro. Sottolineo il fatto che io odio profondamente quel tipo di lavoro, e le persone con cui ho dovuto lavorare , ma dato che ne avevo bisogno ho dovuto accettare. Ora da circa qualche mese stavo maturando lidea di cambiare lavoro , dato che non mi trovavo bene e ho lavorato per 4 anni li non pensavo ce l'avrei fatta.Il mese scorso lho fatto , dato che sognavo una carriera altrove ho voluto provare ma ora sono pieno di dubbie paure. anche perche mi rendo conto di non esserne allaltezza, mi sento perso e credo di aver fatto una sciocchezza malgrado mi trovassi malissimo era uno stipendio fisso. Non so se si tratta di depressione , o no fatto sta che avevo avuto una grossa caduta di cui parlai al mio medico di famiglia , dove non vedevo vie duscita per problemi mi dissero di "bolo isterico" o qualcosa di simile.Andai da uno psicologo inizia a parlare , lui ascoltava e chiedeva. Non navigando nell'oro feci solo una seduta. Mi sono sentito preso in giro anche da lui , dato che nel momento in cui stavamo parlando e che stavo iniziando a sentirmi meglio mi ha bloccato e mi ha detto" tempo finito sono 85 euro".Non credo di ritornarci. Il bolo se ne ando da se con xanax 0.25 anche se credo data la dose minima era piu un effetto placebo che altro. Quella sensazione in gola non la sento piu , ma ora sento malessere sempre e di continuo sullo stomaco , come se una parte di me mi dicesse che ho sbagliato e che dovevo restare.Allora mi sono chiesto , non è che ora anche se trovo un'altro lavoro ci ricasco e lascio tutto per sogni irrealizzabili? Mi sono chiesto nonè che questa è proprio una patologia ? magari di cui deve essere informato anche il datore di lavoro cosi da comprendere meglio la mia situazione? ho letto di pensioni di invalidità per depressione , ma non voglio arrivare a tanto anche perche fare una richiesta del genere farebbe stare ancora peggio.Voi che ne pensate?
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Salve, ha scelto di seguire un sogno, questo è importante. Posso chiederle di che si tratta, che cosa vorrebbe fare?
Disorientamento, dubbi e paure sono sentimenti comuni quando si vuole tracciare un percorso personale, tutto da costruire.
Mi domando se quando parla del suo sentimento di non essere all'altezza e del senso di vergogna che vive, lei non ci metta un carico in più, che rappresenta un freno. E di fronte a un suo progetto questo la spaventa ulteriormente, quasi come se vivesse un senso di solitudine e sentisse che è un'impresa più grande di lei.
Ha avuto un'intuizione corretta a rivolgersi a uno psicoterapeuta. Da come dice si è trovato bene a parlare, e questo mi fa pensare che sia la strada giusta. Certo immagino quanto sia stato spiacevole il momento conclusivo della seduta. Non si scoraggi.
Gli aveva fatto presente le sue disponibilità economiche?
Provi a consultare anche l'elenco dei colleghi su Medicitalia presenti nella sua città e chieda il loro onorario, facendo presente la sua situazione.
Se al momento decidesse di riprendere un altro lavoro, personalmente non confiderei al datore di lavoro quello che pensa.
Relativamente alla pensione di invalidità, non voglio pensare che lei sia "non valido", che sia meno degli altri. Sta attraversando un momento critico, che potrebbe essere l'occasione per cambiare la sua vita e realizzare un suo progetto, esprimendo se stesso.
È difficile, ma non impossibile.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Disorientamento, dubbi e paure sono sentimenti comuni quando si vuole tracciare un percorso personale, tutto da costruire.
Mi domando se quando parla del suo sentimento di non essere all'altezza e del senso di vergogna che vive, lei non ci metta un carico in più, che rappresenta un freno. E di fronte a un suo progetto questo la spaventa ulteriormente, quasi come se vivesse un senso di solitudine e sentisse che è un'impresa più grande di lei.
Ha avuto un'intuizione corretta a rivolgersi a uno psicoterapeuta. Da come dice si è trovato bene a parlare, e questo mi fa pensare che sia la strada giusta. Certo immagino quanto sia stato spiacevole il momento conclusivo della seduta. Non si scoraggi.
Gli aveva fatto presente le sue disponibilità economiche?
Provi a consultare anche l'elenco dei colleghi su Medicitalia presenti nella sua città e chieda il loro onorario, facendo presente la sua situazione.
Se al momento decidesse di riprendere un altro lavoro, personalmente non confiderei al datore di lavoro quello che pensa.
Relativamente alla pensione di invalidità, non voglio pensare che lei sia "non valido", che sia meno degli altri. Sta attraversando un momento critico, che potrebbe essere l'occasione per cambiare la sua vita e realizzare un suo progetto, esprimendo se stesso.
È difficile, ma non impossibile.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Utente
La ringrazio intanto per aver risposto . Comuque allo specialista gliel'ho fatto presente sin dal primo momento , ma mi ha detto che questi sono i prezzi. Ho abbandonato la fabbrica per continuare e riprendere da dove avevo lasciato nell'esercito , o comunque nelle forze dell'ordine(non ho lasciato volontariamente , purtroppo si accede e ci si rafferma tramite concorso) . Il fatto di sentirmi solo non è solo un fatto che penso io , purtroppo è cosi tornato dalla prima ferma militare mi sono trovato senza i vecchi amici di un tempo . In famiglia non posso fare piu di tanto affidamento , per ora vado avanti con i risparmi. Il fatto di essere cosi preoccupato , mi spinge ad inviare curriculum in ogni dove ,e a ricercare lavoro anche se in fabbrica ...ma sicuramente non a quella da cui vengo. Anche perche so che i sogni sono tali perche impalpabili , e sono pochi quelli che ci riescono . Sono anni che provo , e niente malgrado consegua risultati buoni non è abbastanza . Le faccio un esempio pratico per capire. l'ultimo tentavio che feci presi una valutazione di 94/100 e data la crisi e le molteplici domande pervenute , il limite era 96 per partire. Fino l'anno scorso ci credevo .. ora continuo a provare ma non co lo stesso entusiasmo . Si per quanto riguarda il fatto di ingigantire in negativo sempre forse ha ragione , ma forse lho sempre fatto per generare una sorta di srponamento a migliorare , o forse è semplice ansia nonsaprei.
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Se ha fatto presente allo specialista della sua disponibilità economica, mi spiace che non abbia sentito comprensione da parte sua.
Il mio consiglio è di proseguire la ricerca di uno specialista. Sento l'importanza di uno spazio dove lei possa sentirsi ascoltato con interesse e partecipazione, in cui possa esprimersi ed esserci.
So che quello che sta vivendo è difficile e la capisco quando manda curriculum in modo indistinto "in ogni dove", capisco quanto possa essere preoccupato. Questo è un segno della sua responsabilità, che è un valore.
La valutazione di 94/100 è alta, soprattutto tenendo conto del limite di 96. Non ce l'ha fatta per poco.
Questo vuol dire forse che sono pochi quelli che riescono e lei c'è andato vicino.
Che cosa fare può deciderlo solo lei. Certo deve crederci ancora, deve trovare dentro di sé l'entusiasmo. Non lo sente in questo momento come prima, da una parte è comprensibile, dall'altra deve fare attenzione se ci mette del suo, come dicevamo. Al punto da pensarsi invalido. Mentre ha tutte le carte in regola, valide appunto.
Posso chiederle cosa non le piaceva del lavoro precedente? E secondo la sua esperienza sarebbe possibile lavorare temporaneamente e prepararsi per il concorso, oppure non lo valuta fattibile?
Il mio consiglio è di proseguire la ricerca di uno specialista. Sento l'importanza di uno spazio dove lei possa sentirsi ascoltato con interesse e partecipazione, in cui possa esprimersi ed esserci.
So che quello che sta vivendo è difficile e la capisco quando manda curriculum in modo indistinto "in ogni dove", capisco quanto possa essere preoccupato. Questo è un segno della sua responsabilità, che è un valore.
La valutazione di 94/100 è alta, soprattutto tenendo conto del limite di 96. Non ce l'ha fatta per poco.
Questo vuol dire forse che sono pochi quelli che riescono e lei c'è andato vicino.
Che cosa fare può deciderlo solo lei. Certo deve crederci ancora, deve trovare dentro di sé l'entusiasmo. Non lo sente in questo momento come prima, da una parte è comprensibile, dall'altra deve fare attenzione se ci mette del suo, come dicevamo. Al punto da pensarsi invalido. Mentre ha tutte le carte in regola, valide appunto.
Posso chiederle cosa non le piaceva del lavoro precedente? E secondo la sua esperienza sarebbe possibile lavorare temporaneamente e prepararsi per il concorso, oppure non lo valuta fattibile?
[#4]
Utente
Il lavoro precedente era un lavoro in catena di montaggio.Non trovavo difficoltà ad adempiere alla mansione, malgrado fosse "di fatica" e logorante (a causa dello sforzo mi sono venute cisti tendinee al polso tunnel carpale) , ma i colleghi e il capo reparto non li sopportavo. E quando ci si rende conto che è o quello o niente è davvero triste , gia avevo abbandonato l'idea concorsi..Poi avendo chiesto sempre in maniera corretta e educata un possibile cambio , mi è stato risposto "o questo o niente". Sapendo di essere una risorsa indispensabile , poiche dal mio ingresso la produttività è aumentata ho provato ad insistere lamentandomi che non muovevo piu una mano. Dopo un rapido controllo del lavoro mi è stato ripetuto" ... si son dure ma questo è cosa vogliamo fare?".Solitamente io sono una persona che sta zitta e lavora , ma in quel momento mi sono sentito oltre che umiliato anche sfruttato al massimo.L'apice è stato toccato quando in un momento di dolore del polso e un mio primo ritardo di produzione mi è stato detto (di circa qualche minuto) " Be non cisvegliamo?? MUOVITI". Li purtroppo non ci ho visto piu avrei voluto sfogarmi iniziando ad urlare e rompere qualcosa, non so cosa mi abbia trattenuto. Ho solamente posato il lavoro su un tavolo , e a fine turno gli ho detto mi licenzio per trovare altro. Non per fare il presuntuoso ma ora nella mia postazione ci lavorano in tre , prima ero da solo. Per quanto riguardo lo studiare e lavorare , gia ho provato madata la precedente mansione non era possibile perche troppo.Mando cv perche nella mia testa ho calcolato che probabilmente mandandoli ora (e presupponendo un bando di concorso per inzio febbraio) potrei essere preso in considerazione nel caso di fallimento , che è una storia ricorrente.Forse avrei dovuto semplicemente sopportare , come fanno moltissimi al giorno d'oggi.Spesso ci penso e mi rattristisco specialmente il pomeriggio , o la sera spesso non prendo sonno.L'unica cosa di cui sono certo , concorsi o no da li dovevo andarmene e l ho fatto.
Concludo ringraziandola davvero per il suo" ascolto " che sembra niente ma non lo è grazie.
Concludo ringraziandola davvero per il suo" ascolto " che sembra niente ma non lo è grazie.
[#5]
Si lasci dire che il suo racconto è toccante e un ambiente di lavoro così è molto duro purtroppo.
Relativamente all'episodio che racconta, data la sua capacità e disponibilità, e considerando la fatica fisica, sarebbe bastato un gesto di comprensione e, m'immagino, avrebbe ripreso il suo lavoro più di prima.
E poiché ora sono in tre a svolgere il suo lavoro, mi domando se il fatto di non sentirsi all'altezza le provochi la necessità di darsi da fare più del dovuto o di non potere esprimere le sue ragioni. Questo potrebbe essere un punto che merita attenzione. Non in-valido, ma al contrario iper-valido.
Certo ha fatto bene a non reagire in modo distruttivo. Sarebbe passato dalla parte del torto e magari rischiava anche di doverne pagare il conto. Ha avuto un buon controllo.
Al di là di quell'ambiente di lavoro dove mi sembra di capire non ci fosse lo spazio di parola, in linea generale è importante che lei non si tenga tutto dentro per poi rinunciare. Mi fa pensare alla possibilità di proporre se stesso, le proprie idee e, accanto ai doveri che compie, ricordarsi anche dei suoi diritti. Lì mi sembra che non fosse possibile tutto questo, ma io le auguro di trovare qualcosa in cui può realizzare questo, in una parola esserci.
Anch'io la ringrazio per la sua testimonianza e per questo nostro scambio. Sento l'importanza di approfondire il suo racconto, di proseguire il dialogo. Se in questa sede, per i limiti che lo spazio online comporta, non ci è possibile proseguire, spero possa trovare uno spazio adatto per se stesso.
Un sincero augurio,
Enrico de Sanctis
Relativamente all'episodio che racconta, data la sua capacità e disponibilità, e considerando la fatica fisica, sarebbe bastato un gesto di comprensione e, m'immagino, avrebbe ripreso il suo lavoro più di prima.
E poiché ora sono in tre a svolgere il suo lavoro, mi domando se il fatto di non sentirsi all'altezza le provochi la necessità di darsi da fare più del dovuto o di non potere esprimere le sue ragioni. Questo potrebbe essere un punto che merita attenzione. Non in-valido, ma al contrario iper-valido.
Certo ha fatto bene a non reagire in modo distruttivo. Sarebbe passato dalla parte del torto e magari rischiava anche di doverne pagare il conto. Ha avuto un buon controllo.
Al di là di quell'ambiente di lavoro dove mi sembra di capire non ci fosse lo spazio di parola, in linea generale è importante che lei non si tenga tutto dentro per poi rinunciare. Mi fa pensare alla possibilità di proporre se stesso, le proprie idee e, accanto ai doveri che compie, ricordarsi anche dei suoi diritti. Lì mi sembra che non fosse possibile tutto questo, ma io le auguro di trovare qualcosa in cui può realizzare questo, in una parola esserci.
Anch'io la ringrazio per la sua testimonianza e per questo nostro scambio. Sento l'importanza di approfondire il suo racconto, di proseguire il dialogo. Se in questa sede, per i limiti che lo spazio online comporta, non ci è possibile proseguire, spero possa trovare uno spazio adatto per se stesso.
Un sincero augurio,
Enrico de Sanctis
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Utente
Grazie ...be so che sicuramente una chiacchierata mi farebbe bene, ma come è giusto che sia piu di cosi lei ha anche fatto troppo. Guardi le chiedo solo un ultimo consiglio , cosa posso fare per affrontare al meglio le situazioni di stress , come non abbattermi e credere in me stesso anche in momenti dove non vi è luce?
Con questo messaggio chiudo , le faccio i migliori auguri per le feste . Buona serata.
Con questo messaggio chiudo , le faccio i migliori auguri per le feste . Buona serata.
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Bisogna capire come mai ha imparato a non credere in se stesso: come nasce questo sentimento di sfiducia è una domanda importante. Riguarda il suo mondo interno e tanto altro, ad esempio l'interesse che gli altri hanno avuto per lei.
Bisogna anche fare una nuova esperienza relazionale in cui può sentire amore per se stesso e costruire un senso di fiducia. Non è semplice, può volerci del tempo e un lavoro psicoterapeutico, che potremmo definire un laboratorio relazionale, sviluppa la forza necessaria per affrontare le difficoltà che la vita presenta.
Mi piacerebbe darle un consiglio, ma la strada da percorrere è un'altra. È come imparare una nuova lingua. Lei è abituato a parlare con la sua, inizialmente cercherà di tradurre e utilizzare le strutture della lingua originaria anche per la nuova. Ma non si tratta di tradurre, si tratta di trasformare le strutture della lingua originaria e apprendere l'altra lingua in modo nuovo, da principio. E per fare questo servono tempo e pratica.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
Bisogna anche fare una nuova esperienza relazionale in cui può sentire amore per se stesso e costruire un senso di fiducia. Non è semplice, può volerci del tempo e un lavoro psicoterapeutico, che potremmo definire un laboratorio relazionale, sviluppa la forza necessaria per affrontare le difficoltà che la vita presenta.
Mi piacerebbe darle un consiglio, ma la strada da percorrere è un'altra. È come imparare una nuova lingua. Lei è abituato a parlare con la sua, inizialmente cercherà di tradurre e utilizzare le strutture della lingua originaria anche per la nuova. Ma non si tratta di tradurre, si tratta di trasformare le strutture della lingua originaria e apprendere l'altra lingua in modo nuovo, da principio. E per fare questo servono tempo e pratica.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.2k visite dal 17/12/2015.
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