Senso di solitudine e crisi annesse
Buonasera, sono uno studente universitario di 20 anni. Mi sono trasferito in un'altra regione, ospitato dai miei zii, per scappare da quella che ancora considero la mia "gabbia" e fonte di problemi. Così tanti problemi che ancora oggi devo affrontare.
Pensavo che in occasione del trasferimento avrei potuto esorcizzare quei demoni che mi hanno tormentato (e mi tormentano) per tutto questo tempo. Quando scendevo durante le vacanze, tutti mi dicevano che effettivamente stavo meglio dopo l'inizio dell'università. Ho iniziato a crederci anch'io, fino a qualche giorno fa.
Tutto inizia intorno a maggio 2012, la mia prima crisi nata per una cotta verso un ragazzo che non avrei mai potuto avere. Ho provato il sapore del pianto, un'azione liberatoria quanto straziante che m'ha reso dipendente. All'epoca già intuii che questa sarebbe stata la prima di una lunga serie. Anche se, fondamentalmente mi servì per accettare la mia omosessualità. Da lì la mia autostima oscillava continuamente, il mio umore era sempre più cupo e le crisi si alternavano. Poi entrò di mezzo la filosofia, vedo il determinismo come principio regolatore del mondo: dato che non siamo liberi ma determinati, ho paura del futuro e mi scoraggia. Le crisi aumentano, in particolar modo quando gente che conosco riesce a trovare qualcuno da amare ed abbia provato almeno una volta quella sensazione di apprezzamento. Mi sentivo e mi sento tuttora destinato a rimanere solo (e qui entra in gioco il determinismo), destinato a non provare quelle sensazioni. Anche film su storie d'amore mi mettono ansia e agitazione. Sono molto timido e riservato e le mie frequentazioni con altra gente sono state fallimentari (a tanti importa solo il sesso), a parte due persone con cui bene o male condividevo qualche interesse. Stavo iniziando ad accettare l'idea di dover (?) rimanere solo, ma all'improvviso arriva un ragazzo che catalizza forse una delle crisi più forti che abbia mai sperimentato (e che sto vivendo ora). Ci frequentiamo, c'è complicità: mi sento apprezzato (cosa mai avvenuta fino allora). Finalmente ho provato cosa si prova a baciare qualcuno davanti a tutti, cosa che desideravo da sempre. Inizio a illudermi meramente, penso che sia la volta buona. Intanto scopro da me che questi in realtà era già impegnato con un altro e che di certo io non fossi all'altezza. Da lì la mia autostima e quel briciolo di speranza che avevo raccolto se ne sono andate, sprofondando nello sconforto più assoluto. Ho un dolore forte allo stomaco, non capisco più niente, mi sembra di delirare. Adesso mi è venuta anche la febbre. Sto lottando con i miei pensieri, ed è già tanto se riesco a scrivere. Non so davvero cosa fare, ho paura. Ho represso qualcosa che non dovevo, rinnegato le mie speranze: sia sulla vita sentimentale che lavorativa. Mi vedo in un punto di non ritorno, davanti a un vicolo cieco. Sto facendo preoccupare tutti, ma non mi capirebbero. Mi sento così solo e perso. Cosa posso fare?
Grazie per l'attenzione.
Pensavo che in occasione del trasferimento avrei potuto esorcizzare quei demoni che mi hanno tormentato (e mi tormentano) per tutto questo tempo. Quando scendevo durante le vacanze, tutti mi dicevano che effettivamente stavo meglio dopo l'inizio dell'università. Ho iniziato a crederci anch'io, fino a qualche giorno fa.
Tutto inizia intorno a maggio 2012, la mia prima crisi nata per una cotta verso un ragazzo che non avrei mai potuto avere. Ho provato il sapore del pianto, un'azione liberatoria quanto straziante che m'ha reso dipendente. All'epoca già intuii che questa sarebbe stata la prima di una lunga serie. Anche se, fondamentalmente mi servì per accettare la mia omosessualità. Da lì la mia autostima oscillava continuamente, il mio umore era sempre più cupo e le crisi si alternavano. Poi entrò di mezzo la filosofia, vedo il determinismo come principio regolatore del mondo: dato che non siamo liberi ma determinati, ho paura del futuro e mi scoraggia. Le crisi aumentano, in particolar modo quando gente che conosco riesce a trovare qualcuno da amare ed abbia provato almeno una volta quella sensazione di apprezzamento. Mi sentivo e mi sento tuttora destinato a rimanere solo (e qui entra in gioco il determinismo), destinato a non provare quelle sensazioni. Anche film su storie d'amore mi mettono ansia e agitazione. Sono molto timido e riservato e le mie frequentazioni con altra gente sono state fallimentari (a tanti importa solo il sesso), a parte due persone con cui bene o male condividevo qualche interesse. Stavo iniziando ad accettare l'idea di dover (?) rimanere solo, ma all'improvviso arriva un ragazzo che catalizza forse una delle crisi più forti che abbia mai sperimentato (e che sto vivendo ora). Ci frequentiamo, c'è complicità: mi sento apprezzato (cosa mai avvenuta fino allora). Finalmente ho provato cosa si prova a baciare qualcuno davanti a tutti, cosa che desideravo da sempre. Inizio a illudermi meramente, penso che sia la volta buona. Intanto scopro da me che questi in realtà era già impegnato con un altro e che di certo io non fossi all'altezza. Da lì la mia autostima e quel briciolo di speranza che avevo raccolto se ne sono andate, sprofondando nello sconforto più assoluto. Ho un dolore forte allo stomaco, non capisco più niente, mi sembra di delirare. Adesso mi è venuta anche la febbre. Sto lottando con i miei pensieri, ed è già tanto se riesco a scrivere. Non so davvero cosa fare, ho paura. Ho represso qualcosa che non dovevo, rinnegato le mie speranze: sia sulla vita sentimentale che lavorativa. Mi vedo in un punto di non ritorno, davanti a un vicolo cieco. Sto facendo preoccupare tutti, ma non mi capirebbero. Mi sento così solo e perso. Cosa posso fare?
Grazie per l'attenzione.
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Gentile ragazzo, calma ,la invito a non drammatizzare una delusione d'amore che capita a tutti ed essere o no omosessuali non c'entra . Inoltre perchè ritiene unicamente valido ll determinismo che è un modo alla fine per non impegnarsi a cambiare le cose che non vanno,bisogna invece, mio caro avere coraggio, voglia di cambiarla la vita che non ci piace, essere appunto .. resilienti.. cioè saper reggere al vento delle cose che non vanno , anche alle sconfitte e ai dolori, e cercare le soluzioni.. ed è una bella sfida che ci rende più forti.. Penso che le farebbe bene farsi aiutare da un Collega de visu, per chiarirsi, essere accolto e ridimensionare molte cose che riguardano la vita affettiva e sessuale ed anche la sua vita di studente, che deve credere in quel che fa e farlo presto e bene , quello è il futuro mio caro e bisogna metterci slancio , grinta e intelligenza..
Coraggio ,prenda in mano i suoi problemi, piangere disperarsi e compiangersi serve solo ad esser infelice e a sprecare la giovinezza, che è un vero peccato..
Coraggio ,prenda in mano i suoi problemi, piangere disperarsi e compiangersi serve solo ad esser infelice e a sprecare la giovinezza, che è un vero peccato..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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Ex utente
Salve Dottoressa, la ringrazio per la risposta. Proverò a risolvere tutti questi miei problemi anche se sarà una grossa sfida. L'unica cosa è che purtroppo mi sembra di aver già perso tanto tempo e per come sto percependo il presente, mi sento destinato a fallire. Ad ogni modo proverò lo stesso... Di certo non posso rimanere in questa condizione di stallo. Grazie ancora per i consigli.
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Gentile ragazzo, è un primo passo , questo suo cercare aiuto scrivendoci, ora si informi , anche presso lo Spazio Giovani della sua Università trpverà un Collega che l'aiuterà de visu , si può stare molto meglio , mi creda.. auguri per tutto..
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2k visite dal 15/12/2015.
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