Doc aggressivo senza più ansia

Salve Dottori, come vi ho già scritto in altri due consulti, è da un mese circa che ho la costante paura irrazionale del suicidio. Tutto è iniziato da un incubo in cui ho sognato di buttarmi dal balcone di casa mia. Un qualcosa di assurdo! L'agitazione o l'ansia iniziale mi ha portato a continue ricerche su Internet che si rilevate utili perché sono venuto a conoscenza di certi meccanismi come il Doc, ma altrettanto e soprattutto dannose perché il girovagare sui vari forum in cerca di risposte in relazione a questa problematica, mi ha influenzato di nuove angosce: paura di potermi impiccare o bere liquidi nocivi. Non posso pagarmi uno psicologo, ma voglio comunque effettuare una diagnosi riguardo questo problema ed per questo che entro la prossima settimana andrò dal mio medico di base per informazioni. Nel frattempo, ho bisogno di farvi delle domande.
Premesso che non mi sento triste né tanto meno depresso. Alterno periodi di alti e bassi: momenti in cui ho pochissima ansia e ovviamente paura del suicidio e momenti in cui non ho assolutamente ansia ma solo la paura di questo pensiero ossessivo. I secondi sono i momenti più brutti perché associo il non avere ansia al non avere più paura del suicidio. Sono i momenti più riflessivi e terribili in cui però non vince la razionalità, anzi. A volte non riesco a capire che questi siano solo pensieri, e mi sento tipo un aspirante suicida, come se ormai abbia accettato questo contenuto irrazionale.

Volevo chiedervi una cosa. In questo mese ho avuto anche la paura di essere posseduto. Una volta in un servizio televisivo hanno fatto vedere l'esorcismo di una donna, presunta posseduta. Verso la fine del servizio, il conduttore chiedeva a uno psichiatra se ciò fosse vero come testimonia il cambiamento di voce della donna. Alla risposta ovviamente negativa dello specialista, egli aggiungeva che il cambiamento di voce era dovuto alla stessa donna che si era ormai convinta di essere posseduta (non so esprimermi con termini tecnici).

Il mio timore è questo: a volte la paura mi fa sentire un aspirante suicida. Dico a me stesso che non vale la pena fare più nulla, tanto mi suiciderò. Più combatto questi pensieri più non se ne vanno e ho confusione, quasi mal di testa. E' possibile che la paura o questa falsissima convinzione mi porti a farmi del male prima o poi? Magari in un momento di fragilità?

Anche nei momenti di tranquillità, mi chiedo: cosa porta la gente al suicidio? Come ci sente nella depressione? Perché uno che perde soldi decide di suicidarsi?
Per esempio un mio amico ieri mi ha confessato che in passato si tagliava perché aveva problemi con la madre. Diceva di provare piacere nel farlo. Mi chiedo io: ma perché? Che senso ha?

Facendomi una sorta di auto-analisi interiore, penso che i problemi siano legati alla fine della scuola, al momento di grande immobilità (da quattro mesi non faccio altro che stare sul pc) e a un ansia di crescere (questo mi piacerebbe affrontarlo anche con una psicologa).
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Ci ha appena scritto.

https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/495075-doc-consulto-psicologo-psicoterapeuta.html

Si è rivolto ad uno psicologo, psichiatra?

Girovagando sui forum e cercando online, non farà altro che peggiorare la situazione.

L'auto analisi che dichiara di fare, può servire in una prima fase, poi dovrà decidere di farsi curare davvero.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Attivo dal 2014 al 2021
Ex utente
Lunedì mi rivolgerò dal mio medico di base. Il timore, come ho letto in qualche forum, è quello di riscontrare uno specialista incapace che possa subito prescrivermi farmaci. So benissimo che non è mio compito, ma non ho assolutamente bisogno di farmaci. Non soffro assolutamente di ansia. Per il resto va bene qualunque terapia che possa farmi cancellare questi pensieri intrusivi e riacquistare razionalità.

Io penso che tutto derivi da una sorta di paura del mondo. La scuola per me era forse un rifugio, ora mi sento veramente spaesato e abbandonato. Non saprei. Mi mette angoscia questa cosa del crescere.

Domani mi informo dai, meglio non pensarci nel frattempo...
[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Le terapie sono svariate; farmacologiche, psicoterapiche e combinate, cioè entrambe in sinergia.

Sarà il medico o lo psicologo, dopo una diagnosi clinica, a stabilire il da farsi.

La sua paura di incontrare medici inadeguati, potrebbe rappresentare una possibile resistenza alla cura.
[#4]
Attivo dal 2014 al 2021
Ex utente
No, dottoressa assolutamente. Nessuna resistenza, anzi...più che altro è mio padre che mi ha sempre messo in testa un'idea sbagliata degli psicologi.
Io ho sempre amato la psicologia, anzi le dirò che se avessi avuto un carattere diverso (meno ipocondriaco) avrei scelto psicologia all'università. A me di solito piace un casino studiare le persone. E' l'unica fissazione che mi piace...quando incontro una persona che giudico all'approccio insicura, cerco sempre di studiare e capire le loro paure, i loro atteggiamenti. Mi aggrada anche l'idea di parlare con una persona esterna ma esperta dei miei problemi o insicurezza, mi piace molto anzi. Però mio padre ha sempre svalutato gli psicologi, e mi ha sempre voluto mettere in testa questa falsa idea.

La paura di incontrare medici inadeguati è dovuta alle ricerche fatte su internet, quando leggevo di alcune persone che nonostante facessero svariate terapie da mesi non avevano risolto nulla e giudicavano incapaci i loro medici. Punto.

Sui farmaci non credo di averne bisogno. Poi valuterò. Non mi sento tanta ansia, nè triste o addirittura depresso.

Alla fine penso che devo solo cercare di risolvere questa paura di crescere e uscire di più. Io sono sempre stato un ragazzo da scuola-casa. Ora finita la scuola e anche l'Uni per vacanze, sto sempre in casa. Non per il Doc, non so cosa fare...devo trovare nuovi hobby...
[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Ci scrive da tanto, è giunto il momento di andare oltre la sintomatologia e di risolvere davvero.
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