Crisi di coppia dopo il primo figlio
Buongiorni,
mi rivolgo a voi oer avere un parere professionale sulla difficile situazione che sto vivendo ormai da anno e mezzo. Prima che nascesse il nostro bimbo, eravamo una coppia felice. Avevamo avuto le nostre difficoltá in nove anni di relazione ma le avevamo sempre superate ed eravamo semore riusciti a ritrovare il nostro equilibrio. Questa volta invece non ci stiamo riuscendo.
I fattori che hanno ci hanno portato a questo punto sono molteplici.
Il primo grande blocco riguarda le prioriá che nel mio caso si sono subito spostate sul bambino. Mio marito, invece ha fatto mokta difficoltá ad accettare il cambiamento che implica essere in tre in quanto TEMPO LIBERO E piccoli grandi sacrifici. Aggiungo comunque que, el'assenza del padre in questo frangente e l'inesistenza di aiuti esterni, io mi sono esageratamente inclinata verso i bisogni del bambino trascurando la coppia.
Non siamo piú riusciti a condividere quasi niente di tutto quello che ci univa prima, un po' per il tempi e un po' perché io avevo la testa altrove.
Altro grave problema é stata la triste scoperta da parte mia di un padre diverso da mio marito, Abbiamo ricevuto due tipi di educazione opposti e capisco che enrambi tendiamo a questo, ma capirne il motivo non aiuta a risolvere la questione. Lui é stato fin da subito freddo, quasi anaffettivo ed estremamente rigido con nostro figlio che, tanto per peggiorare le cose, ha da sempre un gran bisogno di contatto (o almeno questo credo io). Io mi sono chiusa nel mio nucleo con il bambino e il padre, che dá molto valore allo sport e al tempo che ad esso dedica, ne ha tratto anche i suoi vantaggi. Ma cosí ci siamo allontanati. Durante questi 21 mesi abbiamo parlato, litigato e discusso milioni di volte, abbiamo fatti grandi prigressi entrambi. Piú lui di me. Lui é diventato piú attento e con la crescita del bimbo ha cominciato ad aver piacere nel passar tempo con lui, peró quando torna fuori il suo io rigido e freddo mi sento ferita e rispondo facendogli notare gli errori, controllandolo sul suo modo di educare e come dice lui "standogli addosso". questo lo imbufalisce perché dimostra la poca fiducia che ho in lui. Sono andata a tre sessioni con una psicóloga per farmi aiutare col problema dell'ansia e del controllo delle emozioni.. Ora quando di notte mio marito va dal bambino e comincia la loro dinamica di mezz'ore e ore di pianti, riesco a controllarmi. ma alla mattina non riesco a dirmi: "tranquilla, é un altro modo di educare, e qualche pianto non ucciderá tuo figlio". Il nostro diverso modo di affrontare la paternitá/maternitá sta logorando l'opinione che abbiamo l'uno dell'altra e non riusciamo piú a vivere la nostra storia come due complici, compagni di avventure, amanti. La vita sessuale non é mai morta ma va a singhiozzo, anche perché le crisi gravi durano alcuni giorni, poi cerhiamo di ricominciare da capo ma dopo poco... torniamo nell'abisso.
Spero mi possiate aiutare, un saluto cordiale.
mi rivolgo a voi oer avere un parere professionale sulla difficile situazione che sto vivendo ormai da anno e mezzo. Prima che nascesse il nostro bimbo, eravamo una coppia felice. Avevamo avuto le nostre difficoltá in nove anni di relazione ma le avevamo sempre superate ed eravamo semore riusciti a ritrovare il nostro equilibrio. Questa volta invece non ci stiamo riuscendo.
I fattori che hanno ci hanno portato a questo punto sono molteplici.
Il primo grande blocco riguarda le prioriá che nel mio caso si sono subito spostate sul bambino. Mio marito, invece ha fatto mokta difficoltá ad accettare il cambiamento che implica essere in tre in quanto TEMPO LIBERO E piccoli grandi sacrifici. Aggiungo comunque que, el'assenza del padre in questo frangente e l'inesistenza di aiuti esterni, io mi sono esageratamente inclinata verso i bisogni del bambino trascurando la coppia.
Non siamo piú riusciti a condividere quasi niente di tutto quello che ci univa prima, un po' per il tempi e un po' perché io avevo la testa altrove.
Altro grave problema é stata la triste scoperta da parte mia di un padre diverso da mio marito, Abbiamo ricevuto due tipi di educazione opposti e capisco che enrambi tendiamo a questo, ma capirne il motivo non aiuta a risolvere la questione. Lui é stato fin da subito freddo, quasi anaffettivo ed estremamente rigido con nostro figlio che, tanto per peggiorare le cose, ha da sempre un gran bisogno di contatto (o almeno questo credo io). Io mi sono chiusa nel mio nucleo con il bambino e il padre, che dá molto valore allo sport e al tempo che ad esso dedica, ne ha tratto anche i suoi vantaggi. Ma cosí ci siamo allontanati. Durante questi 21 mesi abbiamo parlato, litigato e discusso milioni di volte, abbiamo fatti grandi prigressi entrambi. Piú lui di me. Lui é diventato piú attento e con la crescita del bimbo ha cominciato ad aver piacere nel passar tempo con lui, peró quando torna fuori il suo io rigido e freddo mi sento ferita e rispondo facendogli notare gli errori, controllandolo sul suo modo di educare e come dice lui "standogli addosso". questo lo imbufalisce perché dimostra la poca fiducia che ho in lui. Sono andata a tre sessioni con una psicóloga per farmi aiutare col problema dell'ansia e del controllo delle emozioni.. Ora quando di notte mio marito va dal bambino e comincia la loro dinamica di mezz'ore e ore di pianti, riesco a controllarmi. ma alla mattina non riesco a dirmi: "tranquilla, é un altro modo di educare, e qualche pianto non ucciderá tuo figlio". Il nostro diverso modo di affrontare la paternitá/maternitá sta logorando l'opinione che abbiamo l'uno dell'altra e non riusciamo piú a vivere la nostra storia come due complici, compagni di avventure, amanti. La vita sessuale non é mai morta ma va a singhiozzo, anche perché le crisi gravi durano alcuni giorni, poi cerhiamo di ricominciare da capo ma dopo poco... torniamo nell'abisso.
Spero mi possiate aiutare, un saluto cordiale.
[#1]
Gentile signora,
credo che Lei abbia messo a fuoco molte questioni importanti sulle cause del problema, ma manca del tutto il focalizzarsi sulle soluzioni.
D'altra parte ci sta che il primo figlio o comunque una modifica nell'assetto famigliare e nella vita di tutti i giorni sia un elemento di stress, sia per il ruolo e le responsabilità che avete acquisito, sia perché le dinamiche tra di voi si sono modificate.
E' anche un peccato non avere aiuti esterni, che sono invece fondamentali in queste situazioni.
La situazione, ora che il bimbo sta crescendo, sta migliorando?
Forse Suo marito è stato anche un po' intimorito dalla nascita del bimbo e non sapeva come reagire. Allontanarsi magari è stata la reazione più immediata...
Io credo che ora sia importante focalizzarsi sulla comprensione del problema e sulle soluzioni.
Che cosa è emerso dalle vostre conversazioni?
credo che Lei abbia messo a fuoco molte questioni importanti sulle cause del problema, ma manca del tutto il focalizzarsi sulle soluzioni.
D'altra parte ci sta che il primo figlio o comunque una modifica nell'assetto famigliare e nella vita di tutti i giorni sia un elemento di stress, sia per il ruolo e le responsabilità che avete acquisito, sia perché le dinamiche tra di voi si sono modificate.
E' anche un peccato non avere aiuti esterni, che sono invece fondamentali in queste situazioni.
La situazione, ora che il bimbo sta crescendo, sta migliorando?
Forse Suo marito è stato anche un po' intimorito dalla nascita del bimbo e non sapeva come reagire. Allontanarsi magari è stata la reazione più immediata...
Io credo che ora sia importante focalizzarsi sulla comprensione del problema e sulle soluzioni.
Che cosa è emerso dalle vostre conversazioni?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Cara Signora,
E' comprensibile che Lei come mamma e come donna provi dei sentimenti di intensa tenerezza e di cura verso il bimbo.
Ci sarebbe da comprendere cosa animi l'atteggiamento di Suo marito.
Che tipo di educazione ha ricevuto? e' cresciuto in una famiglia affettuosa o rigida?
Questi pianti del bambino di notte a cui ci fa cenno a cosa sono dovuti?
Che sensazione ricava Lei dall'atteggiamento di Suo marito verso il bimbo?
E' comprensibile che Lei come mamma e come donna provi dei sentimenti di intensa tenerezza e di cura verso il bimbo.
Ci sarebbe da comprendere cosa animi l'atteggiamento di Suo marito.
Che tipo di educazione ha ricevuto? e' cresciuto in una famiglia affettuosa o rigida?
Questi pianti del bambino di notte a cui ci fa cenno a cosa sono dovuti?
Che sensazione ricava Lei dall'atteggiamento di Suo marito verso il bimbo?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Gentile Signora,
il passaggio da coppia a coppia con un figlio, evento di per sé gioioso, turba l'equilibrio precedente. Non si è più solo marito e moglie, ma anche madre e padre, nuovi ruoli,. nuovi compiti evolutivi, nuove regole.
Nuove aspettative reciproche come genitori, su come dovrebbe essere un padre o una madre, confronti con i propri genitori in questo ruolo, sull' educazione del figlio, un nuovo equilibrio da ritrovare.
La coppia si trova ad avere poco tempo per sé, la mamma è immersa gioco-forza nelle cure costanti che richiede un neonato, il marito può sentirsi trascurato...può anche aver bisogno di più tempo per riuscire ad entrare meglio nel nuovo ruolo di padre.
Una fase di transizione che richiede risorse per essere superata, non è raro che la coppia si perda un po' in questa fase per poi ritrovarsi e continuare con un riassetto rinnovato, un nuovo funzionale equilibrio che consenta un buon funzionamento di coppia e familiare.
Avete fatto grandi passi in avanti dice, ma ancora le vostre divergenze su come relazionarsi al bimbo permangono, lei sembra fatichi a vedere un padre a cui dare piena fiducia.
Come bene ha detto, comprendere le cause non significa risolvere, credo che se suo marito fosse d'accordo una consulenza presso un terapeuta di coppia/ famigliare (indicato l'appropccio sistemico-relazionale) vi possa essere d'aiuto per comprendere come risolvere le difficoltà che ci ha esposto.
Se crede legga questo articolo in tema
http://www.psicologia-benessere.it/Coppiaefamiglia/Lanascitadiunfigliounpassaggiodelicato/tabid/117/Default.aspx
Cordialità
il passaggio da coppia a coppia con un figlio, evento di per sé gioioso, turba l'equilibrio precedente. Non si è più solo marito e moglie, ma anche madre e padre, nuovi ruoli,. nuovi compiti evolutivi, nuove regole.
Nuove aspettative reciproche come genitori, su come dovrebbe essere un padre o una madre, confronti con i propri genitori in questo ruolo, sull' educazione del figlio, un nuovo equilibrio da ritrovare.
La coppia si trova ad avere poco tempo per sé, la mamma è immersa gioco-forza nelle cure costanti che richiede un neonato, il marito può sentirsi trascurato...può anche aver bisogno di più tempo per riuscire ad entrare meglio nel nuovo ruolo di padre.
Una fase di transizione che richiede risorse per essere superata, non è raro che la coppia si perda un po' in questa fase per poi ritrovarsi e continuare con un riassetto rinnovato, un nuovo funzionale equilibrio che consenta un buon funzionamento di coppia e familiare.
Avete fatto grandi passi in avanti dice, ma ancora le vostre divergenze su come relazionarsi al bimbo permangono, lei sembra fatichi a vedere un padre a cui dare piena fiducia.
Come bene ha detto, comprendere le cause non significa risolvere, credo che se suo marito fosse d'accordo una consulenza presso un terapeuta di coppia/ famigliare (indicato l'appropccio sistemico-relazionale) vi possa essere d'aiuto per comprendere come risolvere le difficoltà che ci ha esposto.
Se crede legga questo articolo in tema
http://www.psicologia-benessere.it/Coppiaefamiglia/Lanascitadiunfigliounpassaggiodelicato/tabid/117/Default.aspx
Cordialità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Gentile utente,
La nascita di un figlio implica notevoli cambiamenti relazionali, oltre che organizzativi, a cui correttamente Lei accenna.
Si apre un nuovo terreno di confronto/scontro relativo all'educazione del figlio.
La tenerezza viene rivolta al bimbo privandone il/la partner
e molti altri aspetti che potrà leggere in
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html
E lodevole che Lei si sia messa in gioco personalmente con una Psicologa, ma ora occorrerebbe un intervento per la coppia presso un/a Psicologo/a esperto in terapia di coppia, al fine di individuare congiuntamente delle soluzioni.
La nascita di un figlio implica notevoli cambiamenti relazionali, oltre che organizzativi, a cui correttamente Lei accenna.
Si apre un nuovo terreno di confronto/scontro relativo all'educazione del figlio.
La tenerezza viene rivolta al bimbo privandone il/la partner
e molti altri aspetti che potrà leggere in
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html
E lodevole che Lei si sia messa in gioco personalmente con una Psicologa, ma ora occorrerebbe un intervento per la coppia presso un/a Psicologo/a esperto in terapia di coppia, al fine di individuare congiuntamente delle soluzioni.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#5]
Utente
Genitili orofessionisti/e,
grazie davvero per il tempo che mi avete dedicato e chiedo scusa per l'orribile qualitá del mio testo. Tra la fretta, la tastiera che non risponde bene e il rapido flusso delle emozioni, é venuto fuori un piccolo mostro! Sono d'accordo sul fatto che una terapia di coppia di tipo sistemico sarebbe un ottimo strumento per noi, ma per ora siamo costretti a darci da fare con i nostri mezzi, anche per una questione economica. Dopo aver scritto a voi, ho scritto una lunga lettera a mio marito nella quale ho analizzato la nostra situazione riconoscendo le mie responsabilitá nell'averlo escluso dal nucleo chiuso che ho creato con mio figlio. In un secondo momento, rileggendola e analizzandola con lui mi é risultato ancora piú evidente quello che da tempo sta cercando di farmi capire. Per quanto lui sia stato assente e incapace di collaborare in certi momenti chiave dell'ultimo anno e mezzo, non é ne' giusto ne' utile continuare a temere i suoi errori ancora prima di vederli. Lo tratto spesso come "il nemico" e ho capito che non gli sto dando l'opportunitá di dimostrare un corportamento diverso privando in questo modo mio figlio dei tanti stimoli e del gran affetto che puó ricevere da lui. Inoltre mio marito mi ha fatto capire che con la ricerca quasi ossessiva della perfezione nell'educazione di nostro bambino , sto dando importanza a cose marginali dimenticandomi che non c'é niente di piú importante per un bimbo che vedere che i suoi genitori si rispettano e che formano una squadra. Io e mio marito abbiamo avuto due infanzie radilcalmente diverse. Io ho avuto due genitori che si amavano e che mi hanno educato al e nel rispetto, senza violenza né castighi e mettendo sempre al centro la mia personalitá e quella di mio fratello (siamo gemelli). Lui invece ha avuto un'infanza piú complicata, con una madre molto rigida ed esigente, un padre leggermente violento e sicuramente incapace di controllarsi. Ha avuto un'adolescenza difficile ma tutto questo l'ha portato a saper come affrontare i problemi e a non aver paura di sbagliare.Io ho ancora molto da imparare.
Il mio timore nell'educazione di nostro figlio deriva dal fatto che ormai da qualche anno mi sto riendendo conto del peso che hanno avuto sulla mia vita le azioni dei miei genitori. Ho da sempre un problema nel decidere per me, perché dó sempre la prioritá a quel che preferiscono gli altri, salvo poi esplodere quando mi sento frustrata. Sento che questa diffcoltá ha le sue radici nel fatto che da piccola cedevo sempre con mio fratello. Mia mamma notava questo problema ma non ha mai saputo come aiutarmi. Anni fa abbiamo avuto una crisi per questo motivo e pensó di essere molto migliorata. Insomma il rendermi conto della responsabilitña che si ha nell'educare un figlio mi porta ad agire in modo poco razionale o a non agire del tutto , il che si scontra direttamente con lo stile interventista e poco sintonuzzato sul bimbo di mio marito. Ho letto con interesse il dendo articolo della Dott.ssa Brunialti Sulla mamma-amante e ho riconosciuto in esso molti dei miei errori.
Per quanto riguarda le soluzioni, per ora sto diminuendo la mia presanza fisica con mio figlio, lasciando loro piú spazio e cercando di coinvolgere anche il padre nei nostri giochi e momenti insieme. Da parte sua mio marito sta dimostrando di essere piú paziente e si lascia coinvolgere sacrificando un po' del suo presioso tempo per sé. Se avete qualche altro suggerimento saró felicissima di metterlo in pratica.
Grazie ancora della vostra attenzione,
grazie davvero per il tempo che mi avete dedicato e chiedo scusa per l'orribile qualitá del mio testo. Tra la fretta, la tastiera che non risponde bene e il rapido flusso delle emozioni, é venuto fuori un piccolo mostro! Sono d'accordo sul fatto che una terapia di coppia di tipo sistemico sarebbe un ottimo strumento per noi, ma per ora siamo costretti a darci da fare con i nostri mezzi, anche per una questione economica. Dopo aver scritto a voi, ho scritto una lunga lettera a mio marito nella quale ho analizzato la nostra situazione riconoscendo le mie responsabilitá nell'averlo escluso dal nucleo chiuso che ho creato con mio figlio. In un secondo momento, rileggendola e analizzandola con lui mi é risultato ancora piú evidente quello che da tempo sta cercando di farmi capire. Per quanto lui sia stato assente e incapace di collaborare in certi momenti chiave dell'ultimo anno e mezzo, non é ne' giusto ne' utile continuare a temere i suoi errori ancora prima di vederli. Lo tratto spesso come "il nemico" e ho capito che non gli sto dando l'opportunitá di dimostrare un corportamento diverso privando in questo modo mio figlio dei tanti stimoli e del gran affetto che puó ricevere da lui. Inoltre mio marito mi ha fatto capire che con la ricerca quasi ossessiva della perfezione nell'educazione di nostro bambino , sto dando importanza a cose marginali dimenticandomi che non c'é niente di piú importante per un bimbo che vedere che i suoi genitori si rispettano e che formano una squadra. Io e mio marito abbiamo avuto due infanzie radilcalmente diverse. Io ho avuto due genitori che si amavano e che mi hanno educato al e nel rispetto, senza violenza né castighi e mettendo sempre al centro la mia personalitá e quella di mio fratello (siamo gemelli). Lui invece ha avuto un'infanza piú complicata, con una madre molto rigida ed esigente, un padre leggermente violento e sicuramente incapace di controllarsi. Ha avuto un'adolescenza difficile ma tutto questo l'ha portato a saper come affrontare i problemi e a non aver paura di sbagliare.Io ho ancora molto da imparare.
Il mio timore nell'educazione di nostro figlio deriva dal fatto che ormai da qualche anno mi sto riendendo conto del peso che hanno avuto sulla mia vita le azioni dei miei genitori. Ho da sempre un problema nel decidere per me, perché dó sempre la prioritá a quel che preferiscono gli altri, salvo poi esplodere quando mi sento frustrata. Sento che questa diffcoltá ha le sue radici nel fatto che da piccola cedevo sempre con mio fratello. Mia mamma notava questo problema ma non ha mai saputo come aiutarmi. Anni fa abbiamo avuto una crisi per questo motivo e pensó di essere molto migliorata. Insomma il rendermi conto della responsabilitña che si ha nell'educare un figlio mi porta ad agire in modo poco razionale o a non agire del tutto , il che si scontra direttamente con lo stile interventista e poco sintonuzzato sul bimbo di mio marito. Ho letto con interesse il dendo articolo della Dott.ssa Brunialti Sulla mamma-amante e ho riconosciuto in esso molti dei miei errori.
Per quanto riguarda le soluzioni, per ora sto diminuendo la mia presanza fisica con mio figlio, lasciando loro piú spazio e cercando di coinvolgere anche il padre nei nostri giochi e momenti insieme. Da parte sua mio marito sta dimostrando di essere piú paziente e si lascia coinvolgere sacrificando un po' del suo presioso tempo per sé. Se avete qualche altro suggerimento saró felicissima di metterlo in pratica.
Grazie ancora della vostra attenzione,
[#6]
Gentile utente,
Sono contenta che la News Le sia stata utile.
Mi sembra che Lei abbia già imboccato la via della ricerca dei rimedi, passo fondamentale dopo la ricerca delle cause.
Tuttavia, Vi consiglierei nuovamente alcune sedute di coppia di persona. Presso il Consultorio sono gratuite, e nella Sua città i Consultori sono numerosi.
Considerato che state affrontando la questione, non lasciate a metà lo sforzo.
Saluti cordiali.
Sono contenta che la News Le sia stata utile.
Mi sembra che Lei abbia già imboccato la via della ricerca dei rimedi, passo fondamentale dopo la ricerca delle cause.
Tuttavia, Vi consiglierei nuovamente alcune sedute di coppia di persona. Presso il Consultorio sono gratuite, e nella Sua città i Consultori sono numerosi.
Considerato che state affrontando la questione, non lasciate a metà lo sforzo.
Saluti cordiali.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 18.3k visite dal 05/12/2015.
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