Studente medicina in crisi

Buongiorno, sono una studentessa di medicina in crisi perchè diciamo così i miei piani non sono andati come dovevano. Una carriera liceale brillante conclusasi con un 100, poi i primi due anni non sono riuscita a superare il test poi alla fine sono entrata nella facoltà tanto desiderata. Dall'età di 8 anni ho sempre espresso la volontà di diventare una pediatra. Purtroppo il fatto di non essere entrata subito e vari vicissitudini familiari e sentimentali hanno fatto si che alcuni esami siano stati provati alcune volte e ora faccio il confronto con i miei coetanei già laureati e sono ripetente del 4 anno. Di sicuro in nessuna persona che conosco riconosco la passione per la professione medica, ma vedendo me stessa, ho paura di non essere un buon medico, di non ricordare le cose perchè la verve e la diligenza che avevo nei primi anni è andata scemando, e cioè mette in crisi la mia idea " idealizzata " del medico perfetto. L'ambiente universitario mostra dei medici con surplus di lavoro o legati alla loro scrivania e forse loro malgrado avvalorano la mia tesi che stia deiventando sempre più solo un lavoro e nonn più una missione
Cosa devo fare per convincermi che la scelta è quella giusta e diciamo per ritrovare "l'amore dei primi tempi"?
grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
ogni professione necessità di impegno, amore, passione e sacrificio..: fermo restando che le deflessioni di tutti questi ambiti sono normali durante ogni percorso.


Mi chiedo invece se ha risolto le svariate problematiche di ansia per le quali ci ha scritto in passato.

Se si, come?

Terapia psicologica?
Farmacologica?

Integrata?

È ancora in cura?

Il suo consulto di oggi potrebbe essere correlato ai suoi dubbi di ieri..:

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Ho risolto in parte il problema ma preferirei focalizzare l'attenzione sulla problematica di sopra descritta che mi preme molto.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Se ha risolto in parte, la psiche non funziona a cassetti, ma va letta da un clinico in maniera univoca...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

Lei chiede: "Cosa devo fare per convincermi che la scelta è quella giusta e diciamo per ritrovare "l'amore dei primi tempi"?"

E' una buona domanda dalla quale partire, ma direi che Lei ha già spiegato molto bene nella Sua gentile richiesta che cosa, con buona probabilità, è accaduto. Il fatto di aver trovato uno ostacolo all'ingresso in facoltà, arrivando da un liceo concluso in modo brillante, dev'essere stato per Lei già un primo brutto colpo da digerire.
A questo si aggiunge tutto il resto. Non è facile studiare (e neppure lavorare) se non siamo del tutto serene e se qualcosa nella nostra vita ci turba. Quanto al "provare" più volte alcuni esami, che cosa intende? Aveva studiato bene ma ciò nonostante non l'ha passato, oppure non era ben preparata ma ha "provato" ugualmente? Quali tipo di difficoltà incontra durante la preparazione degli esami? E quali difficoltà mentre sostiene gli esami?

Purtroppo sembra (mi corregga se sbaglio) che l'idea che ha di se stessa, e cioè di non essere una brava studentessa e di non poter quindi diventare un bravo medico nasca proprio dall'idea che Lei si è fatta a partire da questi eventi che Lei -comprensibilmente- ha vissuto come insuccessi.
In altre parole sta generalizzando e amplificando ciò che sente e che pensa: "se sono indietro con gli esami, non potrò mai essere un bravo medico! Mi sono arenata!", sembra stia dicendo.

Questo può aver contribuito a frenarla nei ritmi, ma ci sta anche l'opposto. Se Lei ha questa idea di se stessa e del futuro così negativa, perché mai dovrebbe impegnarsi nello studio? E' chiaro che è un cane che si morde la coda!
Quindi, da una parte l'evento in sé del test d'ingresso andato male che, poco per volta, ha logorato la Sua autostima. Ma d'altra parte questo pensiero negativo su di sé non l'aiuta a concretizzare.

E' un meccanismo ben noto in psicoterapia!
Aggiungo anche che potrebbe sembrare anche un problema d'ansia: non so se in Lei sono presenti tratti di perfezionismo nello studio, ma in ogni caso sarebbe il caso di fermarsi a riflettere su tutto ciò e rivedere che cosa non va nel metodo di studio e nella immagine che è presente in Lei del "medico ideale".
Se il "medico ideale" è una figura troppo alta e troppo lontana, è chiaro che tutto ciò La farà sentire a disagio e in apprensione, perché non potrà mai raggiungere questo obiettivo. Più si sforza per raggiungerlo, più incontra fallimenti.
Magari il trucco sta proprio nel rivedere questa figura idealizzata. E questo potrebbe essere in un certo senso un problema di ossessività/ansia.

Più che il medico ideale, dovrebbe ricercare il Suo stile personale di essere medico, le Sue curiosità per la pediatria, abbandonare il confronto con gli altri.
In questo modo potrà svolgere in modo appassionato ciò che fa.
Ma non deve convincersi che questa sia la scelta giusta, deve sentire che è la scelta giusta per Lei, ricordando tutto ciò che l'ha spinta a scegliere proprio medicina e ad impegnarsi per superare il test e i primi esami.

Posso chiederLe quanti esami mancano per concludere?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8
"in nessuna persona che conosco riconosco la passione per la professione medica"

qualcuno forse prende questo lavoro solo come una fonte di guadagno, probabile, ma non lo sappiamo e comunque non deve diventare un orizzonte a cui guardare, anche se 99 su 100 fossero così.

Quello che però conta è come lei vive e si pone verso questo tipo di studio, con passione e forse un domani vivendolo come una missione, usando le sue parole. E non è poco.

Intanto perchè non ripartire da qui? Fare forza su questo punto che è davvero importante e le fa onore.
Se è davvero quello che desidera fare nella sua vita stringa i denti e vada avanti, gli arresti, i dubbi, magari qualche compagno che ha già finito, ok ne prendo atto, ma non mollo.

A studi finiti poi, guardandosi dietro, potrà essere orgogliosa di sè, di quello realizzato, nonostante le difficoltà.

In bocca al lupo!

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova