Distimia-depressione

Soffro di depressione da 13 anni, dall' adolescenza. E' iniziato tutto con un periodo anoressico-bulimico poi distimia intervallata da periodi peggiori di depressione ed ansia.
Quando non avevo le crisi forti conducevo una vita apparentemente normale ma, in verità, era più autocontrollo,una maschera verso gli altri e me stesso, che mi portava a condurre una vita che non mi apparteneva ma che mi impediva di pensare al mio malessere ed a commettere degli sbagli che mi causavano le forte crisi. Sono sempre stata una persona insicura e con bassa autostima ma dopo ogni crisi sono diventato sempre più fragile.
Da 3 anni non vorrei esistere, non ho alcun tipo di relazione sociale, ho paura di tutto, non vivo, sono fermo. Piango anche per giorni interi e non provo più piacere in nulla ma, quello che mi spaventa di più, non trovo più la voglia di provare ad uscirne.
Non rispondo ai farmaci e la terapia psicologica fino ad ora non è servita a nulla.
Mi dicono che sono una persona intelligente, sensibile, perspicace, col dono della parola e con molte qualità ....eppure sto sempre peggio.

Secondo me, però,ciò che avverto di più è la mia inutilità, un senso d vuoto dovuto alla mancanza di un obbiettivo, una passione, qualcosa che possa dare un senso alla mia persona... questo spiegherebbe l'inizio del mio malessere e l'abbandono degli studi.

Per risolvere questo problema che tipo di terapia sarebbe più mirata?
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, sarebbe importante per comprendere la sua situazione avere più notizie sulla sua storia, sulla sua famiglia, . cosa fa.. studia.. lavora? con chi vive e che infanzia. che genitori ha avuto..?
Noi siamo la nostra storia , per aiutarla dovremmo capire come tutto questo è cominciato....Dall'adolescenza ci dice ,.. di cosa si preoccupava allora , ci parla di farmaci, quali , di terapia psicologica , quale , per quanto tempo.. ?
Si è sentito accolta , compresa , è scattata.. l'alleanza terapeutica che è il prerequisito del successo..?
Ci riscriva se crede, vorremmo aiutarla meglio , ma dobbiamo conoscerla meglio per questo..

Lei è giovane , a 31 anni si può cambiare lo sguardo sul mondo, ora da chi è seguita ? O ormai è da sola con i suoi problemi..?
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
E' questo il punto: molte cose le ho intuite/capite eppure non scatta nulla in me, non so risolverle.
Fin dall' infanzia ero timido,insicuro,pessimista e con bassa autostima e crescendo queste si sono rafforzate. Un contribito lo ha dato anche la mia famiglia:fredda, distante e negativa.
Il mio crollo adolescenziale è dovuto alla mia incapacità di scegliere il mio futuro professionale, di immaginarmi in un lavoro, di capire ciò che mi piace fare e di credere di averne le capacità. Sogno una vita piena di affetti, passioni, obbiettivi ed esperienze ma ora mi sono convinto che rimarrà un sogno come se non mi meritassi nulla di tutto ciò; non ne sono degno, non lo merito.
Vivo con i miei genitori dopo un matrimonio finito male ed iniziato altrettanto male. Non lavoro da quasi 3 anni (evito le persone e non mi sento capace di nulla) ma prima ho fatto tutti i lavori che capitavano a tiro.Ho provato la paroxetina, venlafaxina, escitalopram ed altri che non ricordo: solo effetti collaterali. Non ho idea di che terapie psicologiche ho ricevuto ma non è scattata alcuna magia e molte sono durate poco tempo.Attulmente sono seguito solo da uno psichiatra della mutua.
Così, su un sito, non è che si possa essere esaustivi ma dopo tutti questi anni molte cose mi sono chiare eppure sto sempre peggio.
E' come se non sapessi prendere in mano la mia vita ma me la lascio scivolare addosso come capita ma non so il perchè, forse perchè sento di non valere e di non meritarmi nulla, e che questa mia incapacità di sfruttare la vita mi faccia star male. Mi fa riflettere una cosa: sia le relazioni affettive che esperienze lavorative sono, come posso dire, "umili" come se mi accontentassi di raccogliere le briciole che trovo lungo la strada.

Credo che la depressione non sia una malattia ma un sintomo di qualcosa che non va e se , come credo, ho messo a fuoco le problematiche perchè non riesco ad uscirne?
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, in genere casi come il suo si risolvono abbinando ad una cura farmacologica , ben dosata e ben scelta da uno psichiatra, una psicoterapia, nel suo caso , in cui tutto parte da lontano, di tipo psicodinamico , sistemico.. Bisogna capire come è partito questo modo di rapportarsi alla vita , al lavoro, agli altri.. perchè si sente e si pone forse da perdente..? perchè questa bassa autostima ?
Intelligente, sensibile, perspicace .. le dicono .. deve reagire è come se avesse una Ferrari in garage ed avesse perso le chiavi, si rende conto.. ? Ed anche questo suo matrimonio infelice , ha pesato sicuramente sul suo modo di porsi, non crede..?
Quindi si dia aiuto, e ci riscriva se crede.. intanto i migliori auguri ed impari ad aprirsi con gli altri.. conosco Udine e i friulani.. sono friulana anch'io..Coraggio..
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Utente
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Pare che io non risponda ai farmaci, sono perennemente stanca e le terapie fin ora mi hanno si aiutato a capire molte cose ma non vi è stato alcun miglioramento,anzi.... come se capire e non riuscire a risolvere i miei problemi mi facesse stare ancora peggio.
La fine del mio matrimonio non è la causa del mio malessere ma il contrario:il mio malessere che ha fatto si che io scegliessi quella relazione.
Pensavo all' ipnosi... può essere utile nel mio caso?
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Utente
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è allucinante la continua stanchezza che provo.
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Utente
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Di mia iniziativa ho sospeso i farmaci e sto un po' meglio: non ho più sonnolenza e sono un po' più reattivo.
Ma sono ancora fermo e mi fa male sentirmi così inutile ma non ho un lavoro, non ho affetti, non riesco a concludere nulla....mi fa impazzire che vivo ma è come se non esistessi..
Avrei voglia di fare, di dare, di vivere ma non ci riesco, è come se fossi imprigionata da qualcosa.
E' un blocco che non riesco a superare, anzi, si rafforza sempre più.
Non so che fare.