Vita troppo sedentaria
Buonasera,
scrivo perché vorrei avere un consulto su una situazione che mi porto avanti da un bel po' di tempo, ormai.
Ho vent'anni e nonostante la mia età sono una persona parecchio sedentaria.
Mi sono sempre considerata una persona semplicemente molto pigra, ma da qualche tempo a questa parte (soprattutto vista la fine della scuola e il conseguente non avere altri impegni se non quello di cercare lavoro) continuo a chiedermi se non ci sia dell'altro.
Il fatto è che sono sempre stata una persona molto introversa, con poca predisposizione ad aprirmi o anche semplicemente ad instaurare un dialogo con il prossimo a causa della mia timidezza.
Non parlo mai dei miei problemi, tendo a tenermi tutto dentro e spesso è proprio questo il motivo per cui l'unica cosa che mi va di fare è semplicemente starmene tranquilla a casa senza nessuno intorno.
Questo per dire che già prima della fine della scuola non uscivo spesso o non avevo una vita particolarmente attiva, ma ultimamente tutto questo sta peggiorando.
Non esco praticamente mai, se non costretta da piccole faccende da sbrigare in seguito alle quali torno subito a casa.
Non mi attivo neanche per incontrare i pochi amici che ho ed anzi, molto spesso se mi invitano ad uscire non accetto nemmeno.
Passo intere giornate semplicemente sul divano, senza sentire mai il bisogno di fare qualcosa per “vivere”, per così dire.
Non sento nessuno stimolo ad andare avanti, a fare o provare qualcosa di nuovo.
O, se lo sento, evidentemente non è abbastanza forte da poter portare questa cosa a realizzarsi.
E' come se avessi perso interesse in tutto, anche quello che una volta mi appassionava.
E questa cosa mi intimorisce un po', perché non so se si tratti semplicemente di pigrizia o se ci sia altro che non mi spiego.
A livello emotivo mi sento apatica e quando non lo sono la maggior parte delle volte sono semplicemente giù di morale (anche se non a livelli estremi). E' come se non avessi più alcuno stimolo, se mi lasciassi semplicemente scorrere tutto addosso.
Può trattarsi semplicemente di una questione di abitudine?
Di uno stile di vita semplicemente sbagliato?
Grazie in anticipo per la risposta..
scrivo perché vorrei avere un consulto su una situazione che mi porto avanti da un bel po' di tempo, ormai.
Ho vent'anni e nonostante la mia età sono una persona parecchio sedentaria.
Mi sono sempre considerata una persona semplicemente molto pigra, ma da qualche tempo a questa parte (soprattutto vista la fine della scuola e il conseguente non avere altri impegni se non quello di cercare lavoro) continuo a chiedermi se non ci sia dell'altro.
Il fatto è che sono sempre stata una persona molto introversa, con poca predisposizione ad aprirmi o anche semplicemente ad instaurare un dialogo con il prossimo a causa della mia timidezza.
Non parlo mai dei miei problemi, tendo a tenermi tutto dentro e spesso è proprio questo il motivo per cui l'unica cosa che mi va di fare è semplicemente starmene tranquilla a casa senza nessuno intorno.
Questo per dire che già prima della fine della scuola non uscivo spesso o non avevo una vita particolarmente attiva, ma ultimamente tutto questo sta peggiorando.
Non esco praticamente mai, se non costretta da piccole faccende da sbrigare in seguito alle quali torno subito a casa.
Non mi attivo neanche per incontrare i pochi amici che ho ed anzi, molto spesso se mi invitano ad uscire non accetto nemmeno.
Passo intere giornate semplicemente sul divano, senza sentire mai il bisogno di fare qualcosa per “vivere”, per così dire.
Non sento nessuno stimolo ad andare avanti, a fare o provare qualcosa di nuovo.
O, se lo sento, evidentemente non è abbastanza forte da poter portare questa cosa a realizzarsi.
E' come se avessi perso interesse in tutto, anche quello che una volta mi appassionava.
E questa cosa mi intimorisce un po', perché non so se si tratti semplicemente di pigrizia o se ci sia altro che non mi spiego.
A livello emotivo mi sento apatica e quando non lo sono la maggior parte delle volte sono semplicemente giù di morale (anche se non a livelli estremi). E' come se non avessi più alcuno stimolo, se mi lasciassi semplicemente scorrere tutto addosso.
Può trattarsi semplicemente di una questione di abitudine?
Di uno stile di vita semplicemente sbagliato?
Grazie in anticipo per la risposta..
[#1]
Gentile Utente,
Comprendere se trattasi di uno stile di vita sbagliato o se lo stile di vita sbagliato cela ansie ed insicurezze, si chiama diagnosi clinica e può farla uno psicologo de visu.
Sarebbe utile capire se lei si è chiusa in un silenzio ad oltranza, nella sua "pigrizia" in maniera difensiva o se non è stata aiutata a crescere in maniera aiutonoma, assaporando il piacere del fare!
Comprendere se trattasi di uno stile di vita sbagliato o se lo stile di vita sbagliato cela ansie ed insicurezze, si chiama diagnosi clinica e può farla uno psicologo de visu.
Sarebbe utile capire se lei si è chiusa in un silenzio ad oltranza, nella sua "pigrizia" in maniera difensiva o se non è stata aiutata a crescere in maniera aiutonoma, assaporando il piacere del fare!
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
<<Mi sono sempre considerata una persona semplicemente molto pigra, ma da qualche tempo a questa parte continuo a chiedermi se non ci sia dell'altro.<<
Ha fatto dei tentativi concreti per attivarsi? Ad esempio contrastando la voglia di tornare a casa non appena sbrigate le "piccole faccende"?
Con quale esito? parziale successo, fallimento, impossibilità, ecc.?
Ha fatto dei tentativi concreti per attivarsi? Ad esempio contrastando la voglia di tornare a casa non appena sbrigate le "piccole faccende"?
Con quale esito? parziale successo, fallimento, impossibilità, ecc.?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentile Ragazza,
mi colpisce il fatto che lei si chiede come introversione/timidezza e pigrizia possano essere una conseguenza dell'altra.
Da qui è difficile dirlo, ma non necessariamente i due vissuti viaggiano parallelamente.
Quello che si può ipotizzare è che, se prima questa sua timidezza e introversione erano ben tollerate (e magari rappresentavano un rifugio sicuro), ora senza gli impegni scolastici e con una dilatazione del tempo maggiore, questi stessi vissuti forse ora fanno sentire tutto il loro "peso".
Nell'affrontare e impegnarsi a fare qualcosa la motivazione è importante, ma è anche vero che anche nel "fare", nel "mentre" si può trovare la forza e il piacere nel continuare quello che si è intrapreso, quindi intanto sarebbe importante riprendere a fare qualcosa, anche se deve sforzarsi un pò.
Cos'è che le piace, che l'appassiona?
mi colpisce il fatto che lei si chiede come introversione/timidezza e pigrizia possano essere una conseguenza dell'altra.
Da qui è difficile dirlo, ma non necessariamente i due vissuti viaggiano parallelamente.
Quello che si può ipotizzare è che, se prima questa sua timidezza e introversione erano ben tollerate (e magari rappresentavano un rifugio sicuro), ora senza gli impegni scolastici e con una dilatazione del tempo maggiore, questi stessi vissuti forse ora fanno sentire tutto il loro "peso".
Nell'affrontare e impegnarsi a fare qualcosa la motivazione è importante, ma è anche vero che anche nel "fare", nel "mentre" si può trovare la forza e il piacere nel continuare quello che si è intrapreso, quindi intanto sarebbe importante riprendere a fare qualcosa, anche se deve sforzarsi un pò.
Cos'è che le piace, che l'appassiona?
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#4]
Gentile Ragazza,
la fatica e lo stallo di cui Lei scrive sembra emergere ed essere alimentato da qualcosa che forse non ha ancora risolto. Il passaggio dal mondo degli studi a quello del lavoro, o almeno della ricerca del lavoro, può aver acuito questo suo stato
La sua autostima, il rapporto con se stessa, con gli altri, con la fatica e con gli obiettivi, forse potrebbero diventare ambito di un lavoro psicologico...
la fatica e lo stallo di cui Lei scrive sembra emergere ed essere alimentato da qualcosa che forse non ha ancora risolto. Il passaggio dal mondo degli studi a quello del lavoro, o almeno della ricerca del lavoro, può aver acuito questo suo stato
La sua autostima, il rapporto con se stessa, con gli altri, con la fatica e con gli obiettivi, forse potrebbero diventare ambito di un lavoro psicologico...
Dr. Monica Zoni, Psicologa clinica, Milano sud e Skype
zoni.monica@gmail.com cell. 3394939556
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.1k visite dal 03/12/2015.
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