Difficoltà relazionali
Buongiorno
Sono un ragazzo di 26 anni
Da sempre ho un problema che mi affligge, quello cioè delle relazioni sociali con i miei coetanei.
Sono sempre stato timido, e nel periodo adolescenziale ciò si è rivelato devastante.
A scuola mi snobbavano, mentre nel mio paesino c'era una compagnia obbligata con la quale mi trovavo davvero a disagio, e nessuno cercava di comprendere la mia timidezza.
Ah dimenticavo... Sono segretamente gay, e probabilmente è questo il nucleo del problema.
Non l ho mai accettato, se non solamente per il fatto fisico.
Al momento lavoro ed è una cosa positiva, anche perché interagisco con dei coetanei, e cerco di apparire quantomeno socievole e pronto alle battute, anche se non li vedo con una frequenza regolare.
Siccome ke sono un tipo "casa e lavoro" ora vorrei uscire dal mio guscio, ma non so come fare
Ho paura nell'espormi.e sono ancora condizionato dal passato, la mia omosessualità la cercherei di gestire in qualche modo, ma ho davvero bisogno di frequentare qualcuno, anche perché l'anno appena trascorso per me è stato molto difficile a livello personale.
Mi piacerebbe ricevere un consiglio "da amico".
Grazie per l'attenzione e spero in una vostra risposta.
Sono un ragazzo di 26 anni
Da sempre ho un problema che mi affligge, quello cioè delle relazioni sociali con i miei coetanei.
Sono sempre stato timido, e nel periodo adolescenziale ciò si è rivelato devastante.
A scuola mi snobbavano, mentre nel mio paesino c'era una compagnia obbligata con la quale mi trovavo davvero a disagio, e nessuno cercava di comprendere la mia timidezza.
Ah dimenticavo... Sono segretamente gay, e probabilmente è questo il nucleo del problema.
Non l ho mai accettato, se non solamente per il fatto fisico.
Al momento lavoro ed è una cosa positiva, anche perché interagisco con dei coetanei, e cerco di apparire quantomeno socievole e pronto alle battute, anche se non li vedo con una frequenza regolare.
Siccome ke sono un tipo "casa e lavoro" ora vorrei uscire dal mio guscio, ma non so come fare
Ho paura nell'espormi.e sono ancora condizionato dal passato, la mia omosessualità la cercherei di gestire in qualche modo, ma ho davvero bisogno di frequentare qualcuno, anche perché l'anno appena trascorso per me è stato molto difficile a livello personale.
Mi piacerebbe ricevere un consiglio "da amico".
Grazie per l'attenzione e spero in una vostra risposta.
[#1]
Gentile Utente,
Più che un consiglio le servirebbe una consulenza psicologica de visu.
Bisognerebbe capire quale correlazione esiste tra il suo orientamento sessuale, il suo sentire e la sua timidezza
La timidezza può anche essere un valore aggiunto, non per forza un rallentatore, bisogna capire quali sono le cause del suo disagio relazionale
Un nostro collega potrà orientarla al meglio.
Più che un consiglio le servirebbe una consulenza psicologica de visu.
Bisognerebbe capire quale correlazione esiste tra il suo orientamento sessuale, il suo sentire e la sua timidezza
La timidezza può anche essere un valore aggiunto, non per forza un rallentatore, bisogna capire quali sono le cause del suo disagio relazionale
Un nostro collega potrà orientarla al meglio.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile Utente,
vorrei mettere l'accento su "nessuno cercava di comprendere la mia timidezza", una bella espressione, solitamente infatti si parla e ci si dice di "vincere", "combattere" ... la timidezza, come fosse un fardello di cui liberarsi, un "nemico" da vincere appunto.
Il fatto che lei lavori e che quindi abbia degli scambi con gli altri è importante e anche che lei cerchi di interagire con una battuta, è comunque un modo per avere un qualche scambio verbale ed entrare in relazione.
Tuttavia non c'è una regola universale su come muoversi ed interagire con gli altri, su come "uscire dal guscio".
Quello che mi sento di suggerirle è di continuare in questi "piccoli" scambi che ha con i colleghi, senza la pretesa di dover piacere a tutti; mi spiego: spesso può capitare che le persone timide dopo magari anni di "isolamento", sofferenza, decidano di fare il passo più lungo della gamba nel senso di "proporsi" per quello che nel loro intimo non sono e quindi dei "falsi" estroversi" e dei "compagnoni" come se volessero iper-compensare quello appunto che non sono.
Quindi non si "improvvisi" con un'estroversione che non le appartiene, quanto piuttosto cerchi di rapportarsi agli altri con la sua autenticità di persona timida, di poche parole, ma che se c'è l'occasione non disdegna una battuta, una pizza insieme o un caffè durante la pausa.
Cordialmente
vorrei mettere l'accento su "nessuno cercava di comprendere la mia timidezza", una bella espressione, solitamente infatti si parla e ci si dice di "vincere", "combattere" ... la timidezza, come fosse un fardello di cui liberarsi, un "nemico" da vincere appunto.
Il fatto che lei lavori e che quindi abbia degli scambi con gli altri è importante e anche che lei cerchi di interagire con una battuta, è comunque un modo per avere un qualche scambio verbale ed entrare in relazione.
Tuttavia non c'è una regola universale su come muoversi ed interagire con gli altri, su come "uscire dal guscio".
Quello che mi sento di suggerirle è di continuare in questi "piccoli" scambi che ha con i colleghi, senza la pretesa di dover piacere a tutti; mi spiego: spesso può capitare che le persone timide dopo magari anni di "isolamento", sofferenza, decidano di fare il passo più lungo della gamba nel senso di "proporsi" per quello che nel loro intimo non sono e quindi dei "falsi" estroversi" e dei "compagnoni" come se volessero iper-compensare quello appunto che non sono.
Quindi non si "improvvisi" con un'estroversione che non le appartiene, quanto piuttosto cerchi di rapportarsi agli altri con la sua autenticità di persona timida, di poche parole, ma che se c'è l'occasione non disdegna una battuta, una pizza insieme o un caffè durante la pausa.
Cordialmente
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#3]
Utente
Gentile dottoressa La Manna
La ringrazio della risposta
Forse è proprio questo il punto, "l'occasione" come e quando si possa presentare senza apparire "improvvisatori"
Quando mi sono trovato in situazioni amichevoli ultimamente cerco di non andare oltre sapendo che ci sono altre occasioni, anche se ogni volta ho la sensazione di ricominciare daccapo un altra volta, e questo mi butta un po giù
So di essere forse un po troppo melodrammatico, dica lei cosa ne pensa :)
A risentirla spero
La ringrazio della risposta
Forse è proprio questo il punto, "l'occasione" come e quando si possa presentare senza apparire "improvvisatori"
Quando mi sono trovato in situazioni amichevoli ultimamente cerco di non andare oltre sapendo che ci sono altre occasioni, anche se ogni volta ho la sensazione di ricominciare daccapo un altra volta, e questo mi butta un po giù
So di essere forse un po troppo melodrammatico, dica lei cosa ne pensa :)
A risentirla spero
[#4]
"Quando mi sono trovato in situazioni amichevoli ultimamente cerco di non andare oltre sapendo che ci sono altre occasioni"
Come mai?
Visto che sa che ci potranno essere altre occasioni "rimanda"?
Forse perchè cerca in questo modo di "sentirsi pronto"? Come se quando c'è un invito, un'opportunità di stare con gli altri, volesse sentirsi "a posto", che tutto (lei, il contesto e gli altri) siano "sotto controllo"?
E' questo che le capita?
Come mai?
Visto che sa che ci potranno essere altre occasioni "rimanda"?
Forse perchè cerca in questo modo di "sentirsi pronto"? Come se quando c'è un invito, un'opportunità di stare con gli altri, volesse sentirsi "a posto", che tutto (lei, il contesto e gli altri) siano "sotto controllo"?
E' questo che le capita?
[#6]
Utente
Allo stesso tempo, mi permetto di aggiungere una cosa
So che è una cosa stupida, ma questo mio "malessere" mi porta a pensare sempre al negativo, come se ci fosse una specie di "magia nera" su di me
So che non bisogna dare credito a queste cose, ma perché le cose girano sempre in un unica direzione?
Scusi per questo sfogo
So che è una cosa stupida, ma questo mio "malessere" mi porta a pensare sempre al negativo, come se ci fosse una specie di "magia nera" su di me
So che non bisogna dare credito a queste cose, ma perché le cose girano sempre in un unica direzione?
Scusi per questo sfogo
[#7]
Le cose possono girare anche in un altro modo se però anch'io faccio qualcosa, magari con fatica ma ci provo.
Se è vero che non ci sono regole universali per relazionarsi con gli altri le sarebbe quindi utile (nel senso del suo benessere) cogliere almeno qualche piccola occasione per intrattenere dei rapporti, al posto di rimandare "alla prossima volta".
Adesso non so la situazione precisa, e non è comunque questo il contesto per approfondire, ma non si immagini di dover fare chissà che cosa, intanto le basterebbe prendere spunto da frasi di circostanza come quelle sul tempo atmosferico od altro, situazioni semplici ma che le permetterebbero di sperimentarsi, anche perché le abilità comunicative migliorano e si affinano con l'esercizio e la pratica.
E' comprensibile il voler sentirsi e mostrarsi al meglio, ma se questo significa "non voler mai fallire" bè .. è una falsa partenza.
Per quanto uno voglia sentirsi al massimo grado pronto, non lo sarà mai (almeno per quanto se lo immagina o vorrebbe) e in questo modo rischia di rimanere fermo.
Eventualmente potrebbe esserle utile un percorso psicoterapeutico che l'accompagni in questo percorso di "esposizione" e di come andare incontro agli altri.
Un caro saluto
Se è vero che non ci sono regole universali per relazionarsi con gli altri le sarebbe quindi utile (nel senso del suo benessere) cogliere almeno qualche piccola occasione per intrattenere dei rapporti, al posto di rimandare "alla prossima volta".
Adesso non so la situazione precisa, e non è comunque questo il contesto per approfondire, ma non si immagini di dover fare chissà che cosa, intanto le basterebbe prendere spunto da frasi di circostanza come quelle sul tempo atmosferico od altro, situazioni semplici ma che le permetterebbero di sperimentarsi, anche perché le abilità comunicative migliorano e si affinano con l'esercizio e la pratica.
E' comprensibile il voler sentirsi e mostrarsi al meglio, ma se questo significa "non voler mai fallire" bè .. è una falsa partenza.
Per quanto uno voglia sentirsi al massimo grado pronto, non lo sarà mai (almeno per quanto se lo immagina o vorrebbe) e in questo modo rischia di rimanere fermo.
Eventualmente potrebbe esserle utile un percorso psicoterapeutico che l'accompagni in questo percorso di "esposizione" e di come andare incontro agli altri.
Un caro saluto
[#8]
Utente
Onestamente, non vorrei seguire un percorso psicoterapeutico, sarei contrario
Come dice lei, basterebbe poco, niente di trascendentale per "aprirmi un nuovo mondo".
Vede, dove lavoro io c sarebbe un ragazzo con cui si è instaurato un bel rapporto
Non c vediamo spesso (purtroppo), ma ad esempio l'ultima volta ke l ho visto m ha accolto molto bene davvero, sottolinenando il fatto ke nn c vediamo abbastanza... ecco questo poteva essere il pretesto per proporgli di stare insieme fuori dal lavoro, solamente ke, e non so come mai, non mi è passato per la mente, come se fossi soddisfatto di come stava andando la conversazione.
Comunque, il nucleo del problema forse è ke se gli proponessi un uscita o altro, m terrorizza il fatto ke lo possa recepire come un appuntamento, un uscita "romantica"
che ne pensa?
Come dice lei, basterebbe poco, niente di trascendentale per "aprirmi un nuovo mondo".
Vede, dove lavoro io c sarebbe un ragazzo con cui si è instaurato un bel rapporto
Non c vediamo spesso (purtroppo), ma ad esempio l'ultima volta ke l ho visto m ha accolto molto bene davvero, sottolinenando il fatto ke nn c vediamo abbastanza... ecco questo poteva essere il pretesto per proporgli di stare insieme fuori dal lavoro, solamente ke, e non so come mai, non mi è passato per la mente, come se fossi soddisfatto di come stava andando la conversazione.
Comunque, il nucleo del problema forse è ke se gli proponessi un uscita o altro, m terrorizza il fatto ke lo possa recepire come un appuntamento, un uscita "romantica"
che ne pensa?
[#9]
"mi terrorizza il fatto ke lo possa recepire come un appuntamento, un uscita "romantica"
Perchè?
Teme di essere giudicato male, di essere frainteso, di ricevere un "no"?
Chi più chi meno, tutti vorremmo sapere cosa pensa l'altro, cosa potrebbe rispondere alle nostre richieste o altro ma un conto è un desiderio un conto è esserne terrorizzati.
Forse più che immaginarsi e voler entrare nella testa dell'altro, sarebbe importante capire cosa si aspetta lei e con quale stato d'animo affronta la situazione.
Alla fine sarà lei a decidere cosa fare, ma credo sia importante che lei non "sovradimensioni" la situazione, nel senso di non caricarla di troppe astettative, quanto di viverla nel modo più spontaneo e sereno possibile, che vada come deve, che possa nascere un'amicizia o un rapporto amoroso; coltivi questa conoscenza, ma dia tempo al tempo e poi comunque non si "chiuda" solo verso questa persona, rimanga aperto anche verso gli altri, al mondo.
In bocca al lupo!
Perchè?
Teme di essere giudicato male, di essere frainteso, di ricevere un "no"?
Chi più chi meno, tutti vorremmo sapere cosa pensa l'altro, cosa potrebbe rispondere alle nostre richieste o altro ma un conto è un desiderio un conto è esserne terrorizzati.
Forse più che immaginarsi e voler entrare nella testa dell'altro, sarebbe importante capire cosa si aspetta lei e con quale stato d'animo affronta la situazione.
Alla fine sarà lei a decidere cosa fare, ma credo sia importante che lei non "sovradimensioni" la situazione, nel senso di non caricarla di troppe astettative, quanto di viverla nel modo più spontaneo e sereno possibile, che vada come deve, che possa nascere un'amicizia o un rapporto amoroso; coltivi questa conoscenza, ma dia tempo al tempo e poi comunque non si "chiuda" solo verso questa persona, rimanga aperto anche verso gli altri, al mondo.
In bocca al lupo!
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.9k visite dal 27/11/2015.
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