oppressioni di un genitore, come liberarsene?
Gentili dottori,
lo chiedo a voi, come ci si libera delle oppressioni di un genitore senza essere una figlia ingrata?
Ho 36 anni, vivo, ahimè, ancora a casa con i miei genitori.
Mi sono laureata in ritardo, vuoi per una serenità mentale mai avuta in questa casa, vuoi per dover lavorare e non pesare completamente su di loro.
(il tutto fà da circolo vizioso ai continui litigi)
Mese prossimo confido nella mia abilitazione professionale, e la speranza di un lavoro che mi porti via da questa casa.
Con i miei genitori alterno momenti di finta serenità apparente (quando ci si comporta a modo secondo la loro concezione) a momenti di profonda tempesta.
A mio parere mia mamma è depressa e mio papà si fa grande di un finto autoritarismo.
Per colpa mia, loro, della vita da eterna studente fin'ora fatta..non sono mai riuscita a tenere a lungo le mie relazioni, di fatto storie e avventure tormentate.
Ora ho un fidanzato da tre mesi, con lui è una relazione seria, conosco i suoi genitori, lui conosce i miei, programmiamo la nostra vita insieme, convivere presto prima insieme...
tutti felici e contenti se non fosse che io e il mio fidanzato viviamo relativamente lontani e io il week end vado da lui.
e qui si scatenano le sceneggiate più assurde. Per loro sono una poco di buono che vado già a convivere con lui (tradotto dormo nello stesso letto e quindi ho dei rapporti sessuali), e cosi gli manco di rispetto e finchè vivo sotto il loro tetto, loro mi possono impedire di andare da lui. Se vuole viene lui a vederti.
Lui ovviamente deve andare in albergo, da solo, e partecipare anche ai lunghi pranzi di famiglia.
Non tollero più questo bigottismo da arretrati eppure a parole (loro) sono i genitori moderni che mi hanno sempre fatto fare quel che volevo.
Fanno passare ogni mia scelta come una mancanza di rispetto nei loro confronti, e se solo mi impunto a far valere la mia figura ormai di donna, mi insultano (pesantemente), mi mortificano e mi rinfacciano in continuazione che loro mi mantengono ancora. (ossia mi danno da mangiare e da dormire, per il resto non si preoccupano affatto di come possa fare, anzi controllano anche le mie spese).
qui in casa si urla solamente, loro i genitori da non oltraggiare e io l'eterna bambina che devono dirigere.
o vado a vivere da sola ("sola" ma con loro che ti danno praticamente la buona notte) o mi sposo.
Mi ritrovo a fare discussioni assurde, insensate, infondate e tutto perchè?
perchè nel week end vado a casa del mio ragazzo, che loro conoscono e approvano tra l'altro. ma non si fà perchè una ragazza seria non va a stare a casa di un uomo.
ditemelo voi vi prego come si esce fuori da questa situazione assurda?
io da gennaio sicuramente voglio essere fuori da questa casa, e vivere la mia storia senza queste assurde intromissioni che mi fanno essere ridicola anche agli occhi del mio ragazzo, con cui devo mediare e fingere e nascondere.
Come ci si libera da loro senza ledere a questa dignità di genitore?
Vi ringrazio.
lo chiedo a voi, come ci si libera delle oppressioni di un genitore senza essere una figlia ingrata?
Ho 36 anni, vivo, ahimè, ancora a casa con i miei genitori.
Mi sono laureata in ritardo, vuoi per una serenità mentale mai avuta in questa casa, vuoi per dover lavorare e non pesare completamente su di loro.
(il tutto fà da circolo vizioso ai continui litigi)
Mese prossimo confido nella mia abilitazione professionale, e la speranza di un lavoro che mi porti via da questa casa.
Con i miei genitori alterno momenti di finta serenità apparente (quando ci si comporta a modo secondo la loro concezione) a momenti di profonda tempesta.
A mio parere mia mamma è depressa e mio papà si fa grande di un finto autoritarismo.
Per colpa mia, loro, della vita da eterna studente fin'ora fatta..non sono mai riuscita a tenere a lungo le mie relazioni, di fatto storie e avventure tormentate.
Ora ho un fidanzato da tre mesi, con lui è una relazione seria, conosco i suoi genitori, lui conosce i miei, programmiamo la nostra vita insieme, convivere presto prima insieme...
tutti felici e contenti se non fosse che io e il mio fidanzato viviamo relativamente lontani e io il week end vado da lui.
e qui si scatenano le sceneggiate più assurde. Per loro sono una poco di buono che vado già a convivere con lui (tradotto dormo nello stesso letto e quindi ho dei rapporti sessuali), e cosi gli manco di rispetto e finchè vivo sotto il loro tetto, loro mi possono impedire di andare da lui. Se vuole viene lui a vederti.
Lui ovviamente deve andare in albergo, da solo, e partecipare anche ai lunghi pranzi di famiglia.
Non tollero più questo bigottismo da arretrati eppure a parole (loro) sono i genitori moderni che mi hanno sempre fatto fare quel che volevo.
Fanno passare ogni mia scelta come una mancanza di rispetto nei loro confronti, e se solo mi impunto a far valere la mia figura ormai di donna, mi insultano (pesantemente), mi mortificano e mi rinfacciano in continuazione che loro mi mantengono ancora. (ossia mi danno da mangiare e da dormire, per il resto non si preoccupano affatto di come possa fare, anzi controllano anche le mie spese).
qui in casa si urla solamente, loro i genitori da non oltraggiare e io l'eterna bambina che devono dirigere.
o vado a vivere da sola ("sola" ma con loro che ti danno praticamente la buona notte) o mi sposo.
Mi ritrovo a fare discussioni assurde, insensate, infondate e tutto perchè?
perchè nel week end vado a casa del mio ragazzo, che loro conoscono e approvano tra l'altro. ma non si fà perchè una ragazza seria non va a stare a casa di un uomo.
ditemelo voi vi prego come si esce fuori da questa situazione assurda?
io da gennaio sicuramente voglio essere fuori da questa casa, e vivere la mia storia senza queste assurde intromissioni che mi fanno essere ridicola anche agli occhi del mio ragazzo, con cui devo mediare e fingere e nascondere.
Come ci si libera da loro senza ledere a questa dignità di genitore?
Vi ringrazio.
[#1]
Gentile utente,
ritengo che il genitore sia un come istruttore di scuola guida; il suo compito è quello di insegnare a guidare autonomamente nella vita. Dopo di che egli diventa inutile come istruttore. Per lui/lei rimane amore, affetto, gratitudine... ma non più dipendenza.
Figlia ingrata?
Cos'è il rispetto?
Dalla Sua mail sembrerebbe che la risposta sia: Il rispettare e l'obbedire a quanto loro hanno insegnato, qualsiasi età si abbia.
E' ovvio che ciò porti a tensioni e al desiderio - naturale - di andar via di casa a una certa età.
La Sua dipendenza economica, l'essere stata mantenuta fino ad ora, avrà forse riempito anche loro di ri-sentimenti, di frustrazione, di esigenze di restituzione.
Fortunatamente gennaio è vicino. Si concentri su questa meta.
ritengo che il genitore sia un come istruttore di scuola guida; il suo compito è quello di insegnare a guidare autonomamente nella vita. Dopo di che egli diventa inutile come istruttore. Per lui/lei rimane amore, affetto, gratitudine... ma non più dipendenza.
Figlia ingrata?
Cos'è il rispetto?
Dalla Sua mail sembrerebbe che la risposta sia: Il rispettare e l'obbedire a quanto loro hanno insegnato, qualsiasi età si abbia.
E' ovvio che ciò porti a tensioni e al desiderio - naturale - di andar via di casa a una certa età.
La Sua dipendenza economica, l'essere stata mantenuta fino ad ora, avrà forse riempito anche loro di ri-sentimenti, di frustrazione, di esigenze di restituzione.
Fortunatamente gennaio è vicino. Si concentri su questa meta.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Grazie per la risposta.
il punto si è proprio quello, obbedire a vita.
non sono orgogliosi di me, mia madre mi ha insultato fino a 5 min prima della discussione della tesi.
ogni cosa per loro è motivo di insulti, ma pesanti insulti, parolacce urla a qualsiasi ora, già dalla mattina alle 6 perchè non sono ancora sveglia.
se lavoro sono una fallita che si accontenta, se sto a casa a studiare sono una parassita che vive su di loro.
ora, andando a stare il week end dal mio ragazzo gli sto dando l'ennesima mortificazione, sono la loro vergogna.
io ho ben chiara la mia meta, ma nel mentre mi sembra di implodere, e di fare decisioni poco lucide anche nella relazione col mio ragazzo.
trasferirmi, vivere con lui.. per loro posso anche lasciarlo visto che devo rimanere nel loro raggio di azione.
vorrei solo capire in quale modo bisogna parlargli, assecondarli? sbattere la porta? come?
il punto si è proprio quello, obbedire a vita.
non sono orgogliosi di me, mia madre mi ha insultato fino a 5 min prima della discussione della tesi.
ogni cosa per loro è motivo di insulti, ma pesanti insulti, parolacce urla a qualsiasi ora, già dalla mattina alle 6 perchè non sono ancora sveglia.
se lavoro sono una fallita che si accontenta, se sto a casa a studiare sono una parassita che vive su di loro.
ora, andando a stare il week end dal mio ragazzo gli sto dando l'ennesima mortificazione, sono la loro vergogna.
io ho ben chiara la mia meta, ma nel mentre mi sembra di implodere, e di fare decisioni poco lucide anche nella relazione col mio ragazzo.
trasferirmi, vivere con lui.. per loro posso anche lasciarlo visto che devo rimanere nel loro raggio di azione.
vorrei solo capire in quale modo bisogna parlargli, assecondarli? sbattere la porta? come?
[#3]
Gentile ragazza,
sarebbe bello, con qualche risposta alle Sue giuste domande, poter risolvere una situazione complessa e radicata nel tempo.
Ma non è così.
Per liberarsi dall' "obbedire a vita" ritengo necessario un percorso da parte Sua, che La porti a diventare più consapevole di sè.
Parallelamente all'indipendenza economica; "sbattere la porta" è possibile se si sa dove andare e come mantenersi.
"Assecondarli"? Potrebbe rimanere per sempre al guinzaglio.
Non lasci scivolare via un amore "così"; se ci tiene lo difenda. La Sua è ormai (anagraficamente) l'età dell'autonomia nelle scelte e nei comportamenti.
La incoraggio vivamente a rivolgersi ad uno dei Consultori della Sua città o capoluogo: le prestazioni - anche psicologiche - sono pressochè gratuite.
Saluti cari.
sarebbe bello, con qualche risposta alle Sue giuste domande, poter risolvere una situazione complessa e radicata nel tempo.
Ma non è così.
Per liberarsi dall' "obbedire a vita" ritengo necessario un percorso da parte Sua, che La porti a diventare più consapevole di sè.
Parallelamente all'indipendenza economica; "sbattere la porta" è possibile se si sa dove andare e come mantenersi.
"Assecondarli"? Potrebbe rimanere per sempre al guinzaglio.
Non lasci scivolare via un amore "così"; se ci tiene lo difenda. La Sua è ormai (anagraficamente) l'età dell'autonomia nelle scelte e nei comportamenti.
La incoraggio vivamente a rivolgersi ad uno dei Consultori della Sua città o capoluogo: le prestazioni - anche psicologiche - sono pressochè gratuite.
Saluti cari.
[#4]
Ex utente
La ringrazio Dott.ssa,
la mia serenità psicologica si risolverà nel momento in cui esco da questa casa,
volevo solo capire come non sbagliare proprio ora i modi.
l'indipendenza economica è si la chiave di tutto, più che rivolgersi al consultorio bisognerebbe "vincere facile" al lotto. :) (mi conceda la battuta).
la soluzione resta mandare giù come in tutti questi anni e cercare di non farmi trascinare nel loro buio mentale.
Ringrazio per le risposte.
Cordiali saluti.
la mia serenità psicologica si risolverà nel momento in cui esco da questa casa,
volevo solo capire come non sbagliare proprio ora i modi.
l'indipendenza economica è si la chiave di tutto, più che rivolgersi al consultorio bisognerebbe "vincere facile" al lotto. :) (mi conceda la battuta).
la soluzione resta mandare giù come in tutti questi anni e cercare di non farmi trascinare nel loro buio mentale.
Ringrazio per le risposte.
Cordiali saluti.
[#5]
Intendevo dire che i genitori "sono anche dentro di noi", sono interiorizzati. Per questo motivo talvolta non basta allontanarsi fisicamente, se poi continuiamo a portarci dentro i loro occhi giudicanti, il loro giudizio di figlia inadeguata.
E' per questo che Le consigliavo un percorso personale; per uscire di casa non sbattendo la porta, ma a testa alta, certa di fare la cosa giusta.
<<la soluzione resta (mandare giù come in tutti questi anni e) cercare di non farmi trascinare nel loro buio mentale. <<. Certamente SI' la parte non tra ().
Cordialità.
E' per questo che Le consigliavo un percorso personale; per uscire di casa non sbattendo la porta, ma a testa alta, certa di fare la cosa giusta.
<<la soluzione resta (mandare giù come in tutti questi anni e) cercare di non farmi trascinare nel loro buio mentale. <<. Certamente SI' la parte non tra ().
Cordialità.
[#6]
Ex utente
Non sarò stata (per loro) una figlia modello ma sono consapevole della persona che sono dai feedback del mondo che sta fuori, che mi dice che sono una persona che valgo e ho ancora tutto da vivere se mi libero di queste "catene" che mortificano.
quando si dice che i soldi non fanno la felicità? eccome se non la fanno.
ormai ci sono, a denti stretti e seppur in ritardo ho portato a termine il mio percorso. dovevo farlo prima vero ma forse non sono stata abbastanza forte e forse era una facoltà più dura di quanto pensassi.
per indole e carattere cerco sempre di fare la cosa giusta, e stare sempre si a testa alta. i miei genitori provocano, ti portano al limite proprio per rinfacciarti poi di avergli risposto male senza educazione e di esserti comportata indegnamente.
In anni di umiliazioni da parte loro ho decisamente perso la stima che ho di loro come persone, mantengo si il rispetto in quanto genitori ma i loro giudizi mi scivolano. certo non è bello sentirseli in continuazione ma sono motivo per me di farmi valere fuori da queste mura e spero di non portarmeli dentro di me.
Non c'è modo di parlare con loro, perchè vaneggiano, urlano e non hanno punti di arrivo ai loro discorsi, è solo un pretesto per insultarmi e andarmi contro.
grazie dottoressa scriverlo ha già risolto molti dei miei pensieri.
prendo si in considerazione un percorso personale, male sicuramente non mi farà.
quando si dice che i soldi non fanno la felicità? eccome se non la fanno.
ormai ci sono, a denti stretti e seppur in ritardo ho portato a termine il mio percorso. dovevo farlo prima vero ma forse non sono stata abbastanza forte e forse era una facoltà più dura di quanto pensassi.
per indole e carattere cerco sempre di fare la cosa giusta, e stare sempre si a testa alta. i miei genitori provocano, ti portano al limite proprio per rinfacciarti poi di avergli risposto male senza educazione e di esserti comportata indegnamente.
In anni di umiliazioni da parte loro ho decisamente perso la stima che ho di loro come persone, mantengo si il rispetto in quanto genitori ma i loro giudizi mi scivolano. certo non è bello sentirseli in continuazione ma sono motivo per me di farmi valere fuori da queste mura e spero di non portarmeli dentro di me.
Non c'è modo di parlare con loro, perchè vaneggiano, urlano e non hanno punti di arrivo ai loro discorsi, è solo un pretesto per insultarmi e andarmi contro.
grazie dottoressa scriverlo ha già risolto molti dei miei pensieri.
prendo si in considerazione un percorso personale, male sicuramente non mi farà.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.6k visite dal 23/11/2015.
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