Ansia depressione ipocondria

Sono un ragazzo che praticamente ormai da 9 mesi non vive più.
Tutto è iniziato a fine marzo quando ho iniziato ad accusare tutta una serie di sintomi: palpitazioni, giramenti di testa, vampate di calore, in parole povere tutte una serie di sintomi che si provano quando si è in ansia. Ci tengo a precisare che un mese prima, a febbraio, avevo sostenuto uno degli ultimi esami all'università con l'obiettivo di chiudere tutto nel giro di 5/6 mesi e si era fatta risentire anche una ragazza con cui mi frequentavo qualche anno fa (l'unica che in tutta la mia vita mi avesse colpito davvero e che in 2/3 anni non ho mai dimenticato). Praticamente tutto della mia vita sembrava andare nel verso giusto. Nel giro di un mesetto, però, tutto è cambiato: con questa ragazza, come potevo immaginare, le cose non sono andate per il verso giusto dimostrandosi per l'ennesima volta poco seria nei miei confronti e mentre preparavo un esame, nonostante studiassi praticamente tutto il giorno non apprendevo nulla. Di conseguenza la data dell'esame si avvicinava e il tempo per studiare diventava sempre minore. Da qui ho iniziato ad accusare tutti i sintomi sopracitati, ho iniziato a cercare su internet quali potevano essere le cause dovute a queste palpitazioni e, purtroppo, cosi facendo, ho aggravato ancora di più la situazione. La prima persona alla quale ne ho parlato è stata mia madre che mi ha confortato dicendomi di rallentare con lo studio per stare più tranquillo. Ho dunque cercato di distrarmi uscendo spesso con amici, riprendendo a fare le mie attività sportive con costanza e studiando meno ma tutta questa serie di sintomi non andava via. Anche uscendo non riuscivo a distrarmi per niente, iniziavo a sentire il cuore che mi batteva forte, pensavo di potermi sentire male da un momento all'altro facendo una figuraccia in pubblico, ho iniziato a fissarmi su tutto il funzionamento del mio corpo ma anche su quello degli altri ed è come se qualcosa mi impedisse di poter vivere liberamente e con serenità la mia vita. Nonostante tutto pensavo comunque che fosse soltanto un periodo transitorio e tutto sarebbe passato fino a quando una sera stavo vicino a un bar con amici e sono svenuto. Da allora tutto si è aggravato ancora di più, ho iniziato a pensare che potessi sentirmi male e svenire da un momento all'altro, in quanto questo era realmente successo, e tutte queste mie paure si sono accentuate sempre di più. Da un punto di vista fisiologico, razionalmente, so di non avere nulla, in quanto, facendo sport faccio ogni anno esami e visita dal cardiologo, ma è come se la mia mente si fosse fissata del contrario. Ho provato in tutti questi mesi ad uscire con i miei o con un paio di miei amici, sono andato anche da una psicologa ma niente è cambiato, non riesco più a godermi nulla, condizionato da tutti questi pensieri. Ormai esco poco e niente ed ho paura di non poter più vivere la mia vita, non riesco a vedere una via d'uscita, sempre che ci sia. Grazie a chi mi risponderà.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo,

intanto ha ragione: più si accanisce su questi sintomi, prestando loro molta attenzione e più li tiene lì dove sono. Invece è indispensabile imparare a riconoscere e modulare le emozioni che possono esprimersi anche attraverso il corpo.
Ma vorrei sapere che cosa non ha funzionato nella consulenza psicologica che ha già fatto: che cosa è emerso? Le ha proposto una psicoterapia? In che senso non è cambiato nulla, non Le è stato prescritto nulla?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Dr.ssa Pileci, innanzitutto la ringrazio per la celere risposta. Purtroppo non potevo scrivere di più perché avevo raggiunto il limite max dei caratteri.
Allora, dopo l'episodio dello svenimento, come prima cosa sono andato a parlarne con il medico di famiglia, il quale mi ha confortato dal punto di vista fisico, dopo aver visto gli esami che avevo fatto qualche mese prima per l'attività sportiva (ECO ECG ed esami del sangue) e mi ha detto che tutti i sintomi da me descritti erano riconducubili all'ansia accompagnata da lieve depressione. Lui quindi mi ha detto che se l'avessi ritenuto necessario mi sarei potuto rivolgere ad uno psicologo.
Comunque tornando più indietro ci tengo a precisare che oltre per l'attività sportiva, tengo diciamo "sotto controllo" il mio cuore in quanto mio padre è iperteso ed io tendo ad avere pressione alta sin da ragazzino, in particolare quando me la misurano gli altri. Quindi, sia quando ero ragazzino(16/17 anni) sia qualche anno fa sono andato da un cardiologo per questo fatto e dopo aver fatto tutti gli esami del caso la sua diagnosi è stata quella di ipertensione da camice bianco dovuta all'emotività.
Tornado allo psicologo, ci sono andato per qualche mese ed, in pratica, è emerso che negli ultimi anni ho tenuto troppo a bada tutti i miei sentimenti tenendo tutto dentro. Volevo sempre dare la sensazione agli altri di essere una persona ultra controllata, fredda e che non si lascia scalfire da niente e da nessuno. Sa, non è facile quando l'unica persona a cui decidi di aprirti e lasciarti andare, in un certo senso si prende gioco di te e dei tuoi sentimenti senza mai essere chiara nei tuoi confronti su cosa lei prova per te. Inoltre, il fatto che io mi stessi per laureare è stato l'evento che ha fatto vacillare tutto perché, se da un lato ero più che soddisfatto dello stile di vita che conducevo, facendo sport, seguendo un'alimentazione corretta, in parole povere avevo trovato un mio equilibrio e mi piacevo e mi piaccio tuttora fisicamente; dall'altro, comunque ero consapevole che avrei dovuto cambiare qualcosa della mia vita in quanto la mia vita privata, nonostante mi andasse bene, era abbastanza monotona e piatta. In pratica avevo caricato troppo il momento della laurea. Con la psicologa comunque ho avuto un buon rapporto, mi ha aiutato a liberarmi un po', sfogandomi, ma ho deciso di non andarci più perché nelle ultime sedute ci dicevamo sempre le stesse cose. Ho avuto la sensazione che quella persona non potesse darmi più di quanto mi aveva dato.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ok, ma dallo psicologo non ci si reca per liberarsi un po' e per sfogarsi e se ha avuto la sensazione di dire sempre le stesse cose nelle ultime sedute ma di non avere avuto beneficio nel saper modulare bene le sue ansie, allora è il caso di rivolgersi ad uno psicologo che però sia anche psicoterapeuta e con il quale possa fissare obiettivi sensati e raggiungibili per il Suo benessere.

Cordiali saluti,
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Utente
Utente
Ok vedrò di provvedere ad andare da un altro psicologo sperando di risolvere i miei problemi e tornare a vivere la mia vita.

Saluti
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Utente
Utente
Ci tengo a precisare che, comunque, lo psicologo a cui mi ero rivolto è anche psicoterapeuta.
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