Insicurezze e ragazze
Buongiorno gentili psicologi,
Sono qui per esporvi una situazione che mi turba,ma che vorrei affrontare.
Premetto che sono una persona affetta da disturbi ansiosi e pertanto faccio uso di psicofarmaci. Soprattutto Benzodiazepine.
Sono seguito da uno psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale,con cui ho avuto due colloqui che mi sono sembrati molto utili e mi hanno fatto capire delle cose interessanti.
Lunedì mi recherò di nuovo da lui e sicuramente gli esporrò quanto sto per fare ora.
Credo di avere dei problemi nel relazionarmi con le ragazze,in particolare a sentirmi libero di manifestare ciò che provo senza vergogna e senza timori.
Mi è capitato di parlare con una ragazza all'università nelle scorse settimane e ho scoperto che frequenta un certo corso,così oggi l'ho aspettata fuori dall'aula finita la lezione.
ci siamo salutati,solo che provavo un senso di ansia molto elevato mentre parlavo e ho l'impressione di essere apparso insicuro.
Perchè in queste situazioni non riesco ad avere un controllo tale da poter mantenere una certa lucidità mentale? Quali sono le leve per combattere l'ansia,che inevitabilmente si crea quando mi relaziono con una ragazza che mi piace? Io vorrei invitare questa ragazza a bere un caffè assieme domani,solo che ho come paura di farlo,un pò perchè sta sempre con altri suoi amici e poi perchè mi piace?
come potrei fare? L'uso di benzodiazepine a scopo ansiolitico è indicati in questi casi?
cordiali saluti
Sono qui per esporvi una situazione che mi turba,ma che vorrei affrontare.
Premetto che sono una persona affetta da disturbi ansiosi e pertanto faccio uso di psicofarmaci. Soprattutto Benzodiazepine.
Sono seguito da uno psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale,con cui ho avuto due colloqui che mi sono sembrati molto utili e mi hanno fatto capire delle cose interessanti.
Lunedì mi recherò di nuovo da lui e sicuramente gli esporrò quanto sto per fare ora.
Credo di avere dei problemi nel relazionarmi con le ragazze,in particolare a sentirmi libero di manifestare ciò che provo senza vergogna e senza timori.
Mi è capitato di parlare con una ragazza all'università nelle scorse settimane e ho scoperto che frequenta un certo corso,così oggi l'ho aspettata fuori dall'aula finita la lezione.
ci siamo salutati,solo che provavo un senso di ansia molto elevato mentre parlavo e ho l'impressione di essere apparso insicuro.
Perchè in queste situazioni non riesco ad avere un controllo tale da poter mantenere una certa lucidità mentale? Quali sono le leve per combattere l'ansia,che inevitabilmente si crea quando mi relaziono con una ragazza che mi piace? Io vorrei invitare questa ragazza a bere un caffè assieme domani,solo che ho come paura di farlo,un pò perchè sta sempre con altri suoi amici e poi perchè mi piace?
come potrei fare? L'uso di benzodiazepine a scopo ansiolitico è indicati in questi casi?
cordiali saluti
[#1]
Gentile Utente,
ha fatto benissimo a rivolgersi a un terapeuta.
Continui nel percorso appena intrapreso, solo in questo modo e non da qui potrà far fronte in modo efficace alle sue problematiche.
Alle domande poste potrà dare una risposta chi la incontrerà direttamente, il lavoro terapeutico che sta intraprendendo darà i suoi frutti con il tempo e la sua partecipazione attiva.
Non servono i consigli ma un lavoro diretto per sconfiggere l'ansia che prova nel relazionarsi alle ragazze, le sue insicurezze o eventualmente altro che qui non possiamo rilevare.
Domandarsi perché non la aiuta, l'importante è pensare al come risolvere e lei ha imboccato la strada giusta rivolgendosi a un nostro collega.
Quanto ai farmaci la competenza è dello psichiatra, i farmaci che assume sono stati prescritti dallo specialista, la cura è monitorata?
ha fatto benissimo a rivolgersi a un terapeuta.
Continui nel percorso appena intrapreso, solo in questo modo e non da qui potrà far fronte in modo efficace alle sue problematiche.
Alle domande poste potrà dare una risposta chi la incontrerà direttamente, il lavoro terapeutico che sta intraprendendo darà i suoi frutti con il tempo e la sua partecipazione attiva.
Non servono i consigli ma un lavoro diretto per sconfiggere l'ansia che prova nel relazionarsi alle ragazze, le sue insicurezze o eventualmente altro che qui non possiamo rilevare.
Domandarsi perché non la aiuta, l'importante è pensare al come risolvere e lei ha imboccato la strada giusta rivolgendosi a un nostro collega.
Quanto ai farmaci la competenza è dello psichiatra, i farmaci che assume sono stati prescritti dallo specialista, la cura è monitorata?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Ex utente
gentile Dr. Laura Rinella,
capisco che è impossibile analizzare la mia situazione in via telematica,
però siccome domani vorrei vedere questa ragazza,magari chiederle di fare un giro assieme;Non voglio scappare dalle mie paure e dover lasciarmi scappare delle occasioni.
certamente lunedì avrò modo di confrontarmi con lo psicoterapeuta che mi segue.
I farmaci mi sono stati prescritti da uno psichiatra,gli antidepressivi gli ho smessi in quanto i colloqui che ho fatto dallo psicoterapeuta mi hanno aiutato molto a capire l'origine della mia ansia e ad agire su essa.
Purtroppo però tendo a fare un buon uso di benzodiazepine,anche improprio. Per esempio quando sono nervoso la prima cosa che faccio e prendermi un po di gocce di EN
Io volevo qualche consiglio in merito comunque
capisco che è impossibile analizzare la mia situazione in via telematica,
però siccome domani vorrei vedere questa ragazza,magari chiederle di fare un giro assieme;Non voglio scappare dalle mie paure e dover lasciarmi scappare delle occasioni.
certamente lunedì avrò modo di confrontarmi con lo psicoterapeuta che mi segue.
I farmaci mi sono stati prescritti da uno psichiatra,gli antidepressivi gli ho smessi in quanto i colloqui che ho fatto dallo psicoterapeuta mi hanno aiutato molto a capire l'origine della mia ansia e ad agire su essa.
Purtroppo però tendo a fare un buon uso di benzodiazepine,anche improprio. Per esempio quando sono nervoso la prima cosa che faccio e prendermi un po di gocce di EN
Io volevo qualche consiglio in merito comunque
[#3]
<Non voglio scappare dalle mie paure >
Perfetto, le paure si vincono affrontandole, un passo alla volta. Probabilmente le premesse su sé da cui parte e il pensare troppo a come comportarsi non la aiutano a porsi in modo naturale e sciolto.
Ma ripeto non le serve un consiglio, attenda con fiducia l'incontro con il suo curante.
Riferisca inoltre allo psichiatra che la segue l'uso improprio dei farmaci e non prenda in merito iniziative autonome nel variare la posologia.
Il fai da te è del tutto sconsigliato e inopportuno.
Cordialità
Perfetto, le paure si vincono affrontandole, un passo alla volta. Probabilmente le premesse su sé da cui parte e il pensare troppo a come comportarsi non la aiutano a porsi in modo naturale e sciolto.
Ma ripeto non le serve un consiglio, attenda con fiducia l'incontro con il suo curante.
Riferisca inoltre allo psichiatra che la segue l'uso improprio dei farmaci e non prenda in merito iniziative autonome nel variare la posologia.
Il fai da te è del tutto sconsigliato e inopportuno.
Cordialità
[#4]
Ex utente
gentile Dr. Laura Rinella
la ringrazio per il supporto,
ho avuto modo di confrontarmi con il terapeuta e parlargli delle mie paure e ansie.Insieme a tutto il resto,ricordo che ho una diagnosi di sindrome ansioso-depressiva.
il terapeuta è di orientamente sistemico-relazionale.
Dopo 3 sedute si è fatto un quadro generale delle problematiche e mi proposto un'approccio c.d. terapia EMDR,che non ho ben capito cosa sia.
io personalmente non credo tanto nelle psicoterapie in generale,ma ad una in particolare si.. Mi riferisco alla terapia cognitivo-comportamentale che da quanto ho capito prevede l'analisi delle problematiche in due dimensioni: quella cognitiva (il sistema di credenze,le idee,i pensieri),quella comportamentale (come ci comportiamo,ci relazioniamo con gli altri).
dico questo in quanto un anno fa,mi sono rivolto ad un terapeuta (un'altro) e mi disse che ho una dimensione razionale molto sviluppata,nell'affrontare qualsiasi problema tendo a strutturare il più possibile lo stesso,scomponendo in sottoproblemi e lasciando margini di discrezionalità nulli nelle scelte.
addirittura ero arrivato a crearmi dei modelli per sedurre una ragazza che prevedevano degli algoritmi da seguire. Evidentemente non funzionavano molto bene perchè le emozioni (che poi si trasformavano in ansia) che provavo mi impedivano di tenere una razionalità assoluta,ma direi piuttosto limitata.
Io NON accetto il fatto che la mia razionalità venga limitata in alcune situazioni,la razionalità assoluta per me è uno strumento che mi permette (dato un problema) di effettuare la scelta ottima che massimizza la mia soddisfazione.
per me la dimensione emotiva è solo un peso,perchè se decido che voglio dormire non dormo? oppure perchè se decido di approcciare una ragazza non lo faccio o magari mi metto a parlare in maniera insicura?
da qui parte lo stretto legame che ho con i farmaci,le benzodiazepine in particolare. Queste mi permettono di ridurre l'attività celebrale a livello del snc e quindi mi permettono di gestire in maniera più semplice dei sintomi come l'ansia che c'è perchè purtroppo l'uomo ha una dimensione emotiva
la ringrazio per il supporto,
ho avuto modo di confrontarmi con il terapeuta e parlargli delle mie paure e ansie.Insieme a tutto il resto,ricordo che ho una diagnosi di sindrome ansioso-depressiva.
il terapeuta è di orientamente sistemico-relazionale.
Dopo 3 sedute si è fatto un quadro generale delle problematiche e mi proposto un'approccio c.d. terapia EMDR,che non ho ben capito cosa sia.
io personalmente non credo tanto nelle psicoterapie in generale,ma ad una in particolare si.. Mi riferisco alla terapia cognitivo-comportamentale che da quanto ho capito prevede l'analisi delle problematiche in due dimensioni: quella cognitiva (il sistema di credenze,le idee,i pensieri),quella comportamentale (come ci comportiamo,ci relazioniamo con gli altri).
dico questo in quanto un anno fa,mi sono rivolto ad un terapeuta (un'altro) e mi disse che ho una dimensione razionale molto sviluppata,nell'affrontare qualsiasi problema tendo a strutturare il più possibile lo stesso,scomponendo in sottoproblemi e lasciando margini di discrezionalità nulli nelle scelte.
addirittura ero arrivato a crearmi dei modelli per sedurre una ragazza che prevedevano degli algoritmi da seguire. Evidentemente non funzionavano molto bene perchè le emozioni (che poi si trasformavano in ansia) che provavo mi impedivano di tenere una razionalità assoluta,ma direi piuttosto limitata.
Io NON accetto il fatto che la mia razionalità venga limitata in alcune situazioni,la razionalità assoluta per me è uno strumento che mi permette (dato un problema) di effettuare la scelta ottima che massimizza la mia soddisfazione.
per me la dimensione emotiva è solo un peso,perchè se decido che voglio dormire non dormo? oppure perchè se decido di approcciare una ragazza non lo faccio o magari mi metto a parlare in maniera insicura?
da qui parte lo stretto legame che ho con i farmaci,le benzodiazepine in particolare. Queste mi permettono di ridurre l'attività celebrale a livello del snc e quindi mi permettono di gestire in maniera più semplice dei sintomi come l'ansia che c'è perchè purtroppo l'uomo ha una dimensione emotiva
[#5]
Mi scusi prima dice che è seguito da un terapeuta cognitivo comportamentale, poi da uno sistemico-relazionale che le ha proposto l'approccio EMDR.
Da chi è seguito e come si trova?
Intanto legga qui sui vari approcci
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Da chi è seguito e come si trova?
Intanto legga qui sui vari approcci
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.8k visite dal 18/11/2015.
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