Omosessualità e fobia sociale
Salve,
sono un ragazzo di 20 anni e sono omosessuale. L ho scoperto all età di 8 anni, poiché un mio coetaneo mi baciò e, nonostante l età, abbiamo avuto anche alcuni rapporti sessuali. Col passare degli anni non avevo dubbi della mia omosessualità, ma l ho vissuta molto male: infatti non volevo dirlo a nessuno, poichè l ambiente in cui sono cresciuto era quello di un piccolo paesino dove la mentalità era molto chiusa. Quindi sono cresciuto fingendomi "etero".. negli anni delle medie era già difficile, perche in quel periodo i miei coetanei cominciavano ad avere le prime ragazze, mentre io no (non avevo la forza di aprirmi con nessuno). Ma il peggio è arrivato al liceo: io vedevo la mia omosessualità come un male, e questo ha fatto si che mi sentissi inferiore: il risultato è stato che facevo un sacco fatica a socializzare, anche solo a salutare. I primi due anni del liceo furono difficili (uscivo poco-niente e non avevo nessuno con cui confidarmi), ma dal terzo tutto andò peggio: siccome la mia vita mi provocava disagio, in terza ho deciso di non uscire piu completamente, ho 'smesso' di mangiare (ero quasi anoressico) e le difficoltà a socializzare erano sempre piu evidenti. Ho passato mesi chiuso in casa da solo ( capodanni e sabati sera compresi) e cosi la quarta superiore e la quinta, mentre le mie difficolta con la società aumentavano (ad es. facevo tanta fatica a camminare nel corridoio sapendo che qualcuno poteva guardarmi). Poi quest estate dopo la maturità ho trovato la forza di dire della mia omosessaulità alla mia migliore amica, che l ha presa bene e mi ha convinto ad andare da uno psicologo. Così da agosto ho cominciato una psicoterapia breve strategica, mirata a riabilitare le mie capacità di socializzare, che erano davvero pessime. Ora va un po meglio, ho anche fatto coming out con un altra ragazza del mio paese, che mi ha appoggiato in pieno. Tuttavia non sono convinto di essere sulla giusta strada, nel senso che va un po meglio, ma in alcuni momenti (come oggi) mi sembra di essere tornato al liceo. Lo psicologo dice che è normale. Oltre alla difficoltà a socializzare e ad accettarmi per quello che sono, ho anche altri "disturbi" che mi provocano disagio: lo psicologo ha detto che penso troppo, che mi faccio dei problemi dove non ce ne sono (ed e vero, perche ad esempio in questi anni ho sempre mangaito pochissimo perche mi vedevo grasso, quando non era affatto cosi visto che ero quasi anoressico). Inoltre ho anche un dubbio circa la sessualià: o meglio, io vedo il sesso come qualcosa di separato dai rapporti affettivi, quasi qualcosa di immorale, e questo (insieme alle difficoltà a socializzare) mi frena ad iniziare una relazione con qualcuno (già complicato in quanto non sono dichiarato). Scrivo questo perchè lo psicologo ha detto che siccome non ho rapporti sessuali mi creo delle ossessioni. Molte volte mi sento un inetto, non so come si vive la vita. Sapete darmi alcuni consigli? Vi ringrazio in anticipo!
sono un ragazzo di 20 anni e sono omosessuale. L ho scoperto all età di 8 anni, poiché un mio coetaneo mi baciò e, nonostante l età, abbiamo avuto anche alcuni rapporti sessuali. Col passare degli anni non avevo dubbi della mia omosessualità, ma l ho vissuta molto male: infatti non volevo dirlo a nessuno, poichè l ambiente in cui sono cresciuto era quello di un piccolo paesino dove la mentalità era molto chiusa. Quindi sono cresciuto fingendomi "etero".. negli anni delle medie era già difficile, perche in quel periodo i miei coetanei cominciavano ad avere le prime ragazze, mentre io no (non avevo la forza di aprirmi con nessuno). Ma il peggio è arrivato al liceo: io vedevo la mia omosessualità come un male, e questo ha fatto si che mi sentissi inferiore: il risultato è stato che facevo un sacco fatica a socializzare, anche solo a salutare. I primi due anni del liceo furono difficili (uscivo poco-niente e non avevo nessuno con cui confidarmi), ma dal terzo tutto andò peggio: siccome la mia vita mi provocava disagio, in terza ho deciso di non uscire piu completamente, ho 'smesso' di mangiare (ero quasi anoressico) e le difficoltà a socializzare erano sempre piu evidenti. Ho passato mesi chiuso in casa da solo ( capodanni e sabati sera compresi) e cosi la quarta superiore e la quinta, mentre le mie difficolta con la società aumentavano (ad es. facevo tanta fatica a camminare nel corridoio sapendo che qualcuno poteva guardarmi). Poi quest estate dopo la maturità ho trovato la forza di dire della mia omosessaulità alla mia migliore amica, che l ha presa bene e mi ha convinto ad andare da uno psicologo. Così da agosto ho cominciato una psicoterapia breve strategica, mirata a riabilitare le mie capacità di socializzare, che erano davvero pessime. Ora va un po meglio, ho anche fatto coming out con un altra ragazza del mio paese, che mi ha appoggiato in pieno. Tuttavia non sono convinto di essere sulla giusta strada, nel senso che va un po meglio, ma in alcuni momenti (come oggi) mi sembra di essere tornato al liceo. Lo psicologo dice che è normale. Oltre alla difficoltà a socializzare e ad accettarmi per quello che sono, ho anche altri "disturbi" che mi provocano disagio: lo psicologo ha detto che penso troppo, che mi faccio dei problemi dove non ce ne sono (ed e vero, perche ad esempio in questi anni ho sempre mangaito pochissimo perche mi vedevo grasso, quando non era affatto cosi visto che ero quasi anoressico). Inoltre ho anche un dubbio circa la sessualià: o meglio, io vedo il sesso come qualcosa di separato dai rapporti affettivi, quasi qualcosa di immorale, e questo (insieme alle difficoltà a socializzare) mi frena ad iniziare una relazione con qualcuno (già complicato in quanto non sono dichiarato). Scrivo questo perchè lo psicologo ha detto che siccome non ho rapporti sessuali mi creo delle ossessioni. Molte volte mi sento un inetto, non so come si vive la vita. Sapete darmi alcuni consigli? Vi ringrazio in anticipo!
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Gentile Ragazzo,
se è in cura da un terapeuta e sta ottenendo benefici dal percorso sovrapporci a lui da qui potrebbe essere fuorviante oltre che inutile.
Si affidi dunque al suo curante e ponga a lui ogni domanda in merito alle sue difficoltà, davvero utile per una buona riuscita della terapia.
Come mai ha scritto qui pur essendo già seguito?
se è in cura da un terapeuta e sta ottenendo benefici dal percorso sovrapporci a lui da qui potrebbe essere fuorviante oltre che inutile.
Si affidi dunque al suo curante e ponga a lui ogni domanda in merito alle sue difficoltà, davvero utile per una buona riuscita della terapia.
Come mai ha scritto qui pur essendo già seguito?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
La ringrazio dottoressa per la risposta,
comunque ho scritto qua perché ho posto i miei dubbi al terapeuta, ma gli ha dato poco conto.. cioè ora col terapeuta stiamo cercando di "riabilitarmi" socialmente.. però non è il mio unico problema secondo me.. e lui non da importanza agli altri disturbi.. speravo quindi che qualcuno potesse chiarirmi le idee ed eventualmente darmi consigli su cosa fare.
Grazie,
L.
comunque ho scritto qua perché ho posto i miei dubbi al terapeuta, ma gli ha dato poco conto.. cioè ora col terapeuta stiamo cercando di "riabilitarmi" socialmente.. però non è il mio unico problema secondo me.. e lui non da importanza agli altri disturbi.. speravo quindi che qualcuno potesse chiarirmi le idee ed eventualmente darmi consigli su cosa fare.
Grazie,
L.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.2k visite dal 18/11/2015.
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