Consulto ipnosi
Grazie anticipatamente per la vostra disponibilità,
Cordialmente,
Daniele
Caro Daniele,
non so che tipo di psicoterapia stia svolgendo, ma se è curioso di intraprendere una ipnoterapia può tentare questa strada.
Certo sarebbe importante capire meglio come si sta svolgendo la sua attuale terapia e come la valuta, anche in relazione al discorso del "periodo del quale ha un ricordo un po' confuso". Come viene affrontato questo in terapia? Se ha voglia di raccontarci qualcosa in più potrebbe essere utile.
A proposito dell'ipnosi posso dirle che il lavoro non si svolge ricordando l'esattezza degli eventi. La memoria non conserva l'evento in sé, poiché la memoria è processuale. Questo vuol dire che uno o più eventi non sono immagazzinati in modo oggettivo, ma nel modo in cui lei li ha vissuti e interpretati.
Inoltre il ricordo di un evento modifica il precedente ricordo dell'evento stesso. In tal senso anche la cronologia di un ricordo non può essere stabilita in modo certo.
Con questo voglio dire che non sarà sufficiente ricordare e rivivere certi eventi, sarà necessario un lavoro più ampio, attraverso il quale lei possa confrontarsi con gli eventi nella loro complessità, comprendere le sue reazioni e capire anche come mai ci sono dei ricordi un po' confusi in lei.
Quest'ultimo punto potrebbe non portarla ad avere primariamente chiarezza dei ricordi, ma a comprendere come mai qualcosa in lei non ne consente la disponibilità.
L'ipnoterapia ha come obiettivo anche la trasformazione di certe sue reazioni, non solo l'accettazione, se ho capito bene le sue parole. Se deciderà di intraprenderla, non dovrà cambiare strada qualora si accorgesse di questo.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
Innanzitutto l'ipnoterapia è una forma di psicoterapia come altre. Ciò che semmai la contraddistingue, nell'immaginario collettivo, è l'alone di magia e mistero di cui si trova circondata. Che ad alcuni può dare l'impressione di un'extrema ratio, della soluzione finale a problemi per i quali finora non si è trovata soluzione. Ma sovente non è così.
In secondo luogo, processi ipnotici più o meno marcati, più o meno evidenti, si ritrovano pressoché in qualunque tipo di psicoterapia. Anche in quelle apparentemente non direttive, dove ingiunzioni implicite o esplicite come "devi trovare da solo la soluzione, io posso solo farti da specchio", dove la conformazione stessa del setting e delle regole e il fatto che in ogni relazione terapeutica il curante ha una posizione di maggior potere e autorità rispetto al paziente, sono tutte forme di suggestione che orientano l'esito del processo.
Quanto al rivivere gli eventi dolorosi per poterli elaborare, questo può avere una sua utilità, ma 1) dev'essere il terapeuta a decidere se per lei è realmente questo che serve e 2) ci sono modi più semplici e ordinari per effettuarlo oltre all'ipnosi.
In sostanza ciò che rende una terapia efficace sono la motivazione del paziente e la competenza del terapeuta, oltre al metodo usato.
Che tipo di terapia sta seguendo?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
>>>
La TCC è (dovrebbe) invece essere molto specifica tanto nella definizione di obiettivi quanto di strumenti per ottenerli. Il problema è che non tutti terapeuti che sostengono di praticare la TCC pratichino una TCC di tipo classico, alla Beck ed Ellis, per intenderci, ma facciano cose un po' diverse.
In che cosa consiste la terapia, esattamente? Ha ricevuto prescrizioni comportamentali, e quali?
>>> Da diverso tempo ho una forte sensazione di "non elaborato". I mie sforzi consci sono molto dispendiosi e spesso finisco per ricordare quasi nei dettagli certe situazioni tuttavia non riesco, o riesco solo in parte, a riattualizzare il mio vissuto, a riprovare certe sensazion
>>>
Questa però potrebbe benissimo essere la descrizione di una parte del suo problema. Ciò che in TBS si definisce una tentata soluzione, ossia lo sforzo che la persona fa per risolvere un problema che però, quando non funziona, finisce per alimentarlo. In questo caso potrebbe trattarsi di un nucleo ossessivo, che la spinge a tentare di ricordare per elaborare, per rivivere. Sulla premessa - probabilmente illusoria - che se ci riuscisse starebbe meglio. Ma siccome non ci riesce, sta male due volte.
Penso che ognuno di noi debba fare esperienza su di sé per potere avere idea delle cose, confrontandosi in prima persona.
Leggendo le sue parole, non so se mi sbaglio, mi sono chiesto se accanto agli sforzi "consci" che sente di fare, non desideri anche entrare in una dimensione più profonda ed emotiva, e viverla. Affinché l'elaborazione di cui parla non sia solo "conscia"?
In genere chi si avvicina all'ipnosi, per mia esperienza, lo fa per tanti motivi, tra cui l'idea di fare una esperienza emotiva che sente necessario sperimentare per sé.
Tenga presente che anche tra gli ipnoterapeuti ci sono diversi modi di svolgere il proprio lavoro.
Alcuni circoscrivono determinati sintomi della persona e si pongono l'obiettivo di modificarli con un intervento breve.
Altri pensano invece che questo non sia realmente possibile e che sia necessario fare un lavoro più ampio, che riguarda la persona nella sua interezza e complessità emotiva. E per questo, il lavoro non ha tempi definiti a priori, poiché dipende da molte variabili e non si può prevedere con certezza l'esito del processo in assoluto, al di là del singolo soggetto.
Personalmente penso sia necessario circoscrivere gli ambiti di trattamento. Un conto è l'utilizzo dell'ipnosi nel controllo del dolore ad esempio o per smettere di fumare, un conto è per affrontare un malessere più vasto della persona.
In questo secondo caso, condivido la necessità di un lavoro più ampio.
Come consiglio mi rivolgerei a un ipnotista che abbia la qualifica di psicoterapeuta, o che comunque abbia una formazione che possa garantire la qualità del valore psicoterapeutico. Questo perché ci sono numerosi ambiti che non hanno un ruolo terapeutico e sono chiamati ugualmente “ipnosi”.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
cosa intende esattamente quando scrive " tuttavia non riesco, o riesco solo in parte, a riattualizzare il mio vissuto, a riprovare certe sensazioni. "
Con l'ipnosi, se Lei risulta essere un soggetto adatto alla tecnica, si può regredire al momento o rivivificare il momento, che sono due tecniche diverse e che presuppongono modalità diverse di approccio.
Si può anche lavorare sul presente, specialmente focalizzandosi sui blocchi *presenti, di adesso* che le impediscono l'elaborazione, senza andare a smuovere il passato!.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
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