Apatia, depressione e rigetto dopo un attacco di panico

Cari dottori,

inizio col ringraziarvi per questa possibilità.
Vi scrivo perché ho bisogno di aiuto, bisogno di capire cosa mi stia succedendo.

Ho quasi 26 anni, lavoro come dipendente da 4, mentre termino gli studi magistrali universitari e porto avanti un progetto molto importante per mettermi in proprio da alcuni mesi a questa parte. Da circa Aprile in poi è stato un periodo allo stesso tempo difficile ma entusiasmante. Difficile perché NON sono più contento, motivato e felice nel mio lavoro da dipendente e perché in contemporanea porto avanti altre due cose (studio e progetto in proprio) che esauriscono le mie energie, ma entusiasmante perché il progetto che porto avanti ha preso forma e mi permetterà l'anno prossimo di lasciare il mio lavoro attuale e dedicarmi a quello. Fino a due settimane fa ero molto felice, orgoglioso ed entusiasta per tutto questo.

Due settimane fa, in una giornata particolarmente sovraccarica sia sul lavoro, che per il progetto, che anche per lo studio, in cui ho dovuto fare decine di telefonate e risolvere problemi, ho avuto un'attacco di panico che io ritengo essere stato molto forte visto che mi è durato tutta la sera. In particolare, mi sentivo addosso un'agitazione inverosimile e incontrollabile, sudavo freddo e avevo il battito accelerato e il respiro quasi affannoso, non riuscivo a controllare il flusso dei miei pensieri, mi muovevo da una parte all'altra del posto in cui ero senza sosta, uscivo e rientravo dalla stanza senza trovare pace. Sono riuscito a dormire la notte, ma mi sono svegliato più di una volta con il batticuore e un nodo in gola. Sentivo un'ansia incontrollabile.

L'indomani la sensazione "acuta" era svanita lasciandomi però addosso, per l'intera settimana, un nervoso inverosimile, come se avessi i nervi a fior di pelle e non ho trovato nulla che alleviasse la cosa. Ho pensato che quella giornata eccezionalmente stressante mi avesse provocato questa reazione acuta, ma non gli ho dato molto peso.

Sono passate 2 settimane e adesso ho paura. Ho paura perché, da quel giorno, pensare a quello che è il mio progetto, che prima mi entusiasmava, ora mi dà la nausea. Mi viene la nausea come se quel giorno avessi fatto un' "indigestione mentale". A volte, oltre la nausea, se leggo una mail o un messaggio sull'argomento mi viene il batticuore, sento l'ansia o il nervoso salire, in modo del tutto insensato e inspiegabile visto che è qualcosa di positivo che ho sempre amato e desiderato!!!

Inoltre, in questi giorni ho una sensazione di apatia verso tutto, di depressione, soprattutto la sera, non ho mai voglia di fare nulla (in particolare se riguarda il progetto), ma in generale non sento interesse verso niente.

Io non capisco cosa sia successo, vorrei resettare la mia mente. Ho paura di non riuscire più a trovare l'entusiasmo e quindi di aver gettato al vento il mio futuro, ho paura che continui quest'apatia.

Cosa ne pensate? Cosa posso fare??
Può lo sport o uno sfogo aiutarmi?

GRAZIE!
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

l'attacco di panico propriamente detto è un evento acuto che dura alcuni minuti, quindi si potrebbe piuttosto dire che quella sera lei ha sperimentato una stato intenso di stress ed esaurimento delle sue energie che hanno provocato sintomi fisici legati alla tensione e all'attivazione conseguente al sovraccarico di lavoro.

Ha riflettuto bene su quello che è successo quel giorno?
E' sicuro che fra le varie incombenze, telefonate e problemi da risolvere non si sia generato in lei qualche pensiero pessimistico sul progetto che sta approntando e che ha condotto al successivo cambio di atteggiamento arrivando perfino alla nausea e quindi al rifiuto - dal punto di vista psicosomatico - per quello che ha in progetto di realizzare?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Buongiorno Dottoressa e grazie mille davvero per la risposta.

Ho cercato di rifletterci, ma ammetto che quel giorno ora mi risulta anche abbastanza confuso in testa. Comunque, tra la varie telefonate ecc. non tutte erano "negative" anzi, è stato un giorno che doveva essere entusiasmante perché sono arrivate buonissime notizie proprio in merito al progetto. Solo che il tutto mescolato al lavoro attuale (mi trovavo in viaggio per lavoro, cosa che già a me un po' stressa), più il peso di esser conscio di essere in ritardo con lo studio mi ha generato questa assurda reazione.

La cosa che mi fa paura non è solo per il progetto in sé, ma è che questo progetto è relativo ad una passione che coltivo da quando sono piccolo. E ciò che è successo mi ha generato avversione verso tutto quell'ambito. Come se una persona, faccio un esempio, ama giocare a calcio da quando è bambino, inizia a lavorare nel mondo del calcio, poi ha un evento simile al mio, e inizia a provare nausea quando sente parlare di calcio...non ha senso! Perchè!?

Io ho paura perchè ho costruito la mia vita su questa passione, gli studi, il lavoro ecc. se non riesco ad invertire questa sensazione che mi sono provocato è un vero disastro...

Riprendendo quello che lei mi ha chiesto, sicuramente quel giorno mi sono reso conto di quanto impegno / tempo /ecc. bisogna dedicare alla cosa ma non mi sembra una giustificazione sufficiente per tutto quanto...

Semmai, aggiungo, che non è la prima volta che (in modo slegato da tutto questo), mi capita di avere una sensazione di depressione da circa le 17-18 in poi, quando inizia a fare buio. Mi è capitato spesso in passato, anche quando ero più piccolo, ma non ci ho mai dato troppo peso, però forse non è un caso che tutto questo effetto "acuto" mi sia iniziato verso quell'ora, in un ufficio abbastanza deprimente, e in lontano da casa quindi in una situazione mentale in cui non ero sicuramente già a mio agio...

[#3]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8
Forse la "nausea" e questo "disinteresse" per il suo progetto in cui sta investendo molto da tutti i punti di vista non è dovuto al progetto in sè, ma alla probabilità (paura) di sperimentare la stessa ansia intensa e incontrollabile di quel giorno.

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"quel giorno mi sono reso conto di quanto impegno / tempo /ecc. bisogna dedicare alla cosa"

A volte succede che la passione per un progetto conduca a sottovalutare la portata dell'impegno e delle difficoltà che implicherà.

Le segnalo che la nausea, quando non dovuta a motivi medici, è un sintomo di forte rigetto di una situazione e quindi è possibile che per qualche motivo la sua visione del futuro sia cambiata quel pomeriggio e lei non abbia nè individuato, nè ovviamente ancora risolto, quello che realmente la spaventa.
Potrebbe ad esempio aver pensato per la prima volta che non ha la certezza di un successo, che può trovarsi a non riuscire a gestire tutto da solo, che la realtà è più difficile o anche solo più complessa di quella che immaginava nelle sue fantasie sul futuro.
In tutto questo è probabile che una condizione ambientale di disagio abbia favorito l'emersione di emozioni negative che prima non erano presenti, e questo è tanto più probabile quanto più in precedenza la sua visione del progetto era completamente o quasi completamente positiva.
Per utilizzare il suo esempio, è possibile che una persona che ha da sempre amato il calcio cominci a lavorare in quell'ambiente magari come allenatore o preparatore atletico con grande entusiasmo, per poi rendersi conto che i suoi meriti gli non sono sempre riconosciuti, che i dirigenti della società sono ottusi e non capiscono le innovazioni necessarie da apportare, che lo stipendio è pagato in ritardo, che i giocatori non lo seguono come avrebbe immaginato e così via.

Le suggerisco di parlarne di persona con uno psicologo per chiarirsi le idee e individuare dove risiede il vero problema all'interno di tutta questa confusione.

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