Confessare sbaglio

Buongiorno,

Mi è capitato nella vita qualche volta di fare qualcosa di sbaglaito nei confronti di qualcuno, poche volte in realtà e solo quando non vedevo vie d'uscita e non per cattiveria nei confronti dell'altro; da questi fatti ho tratto l'esperienza e non l'ho più ripetuto e mi accorgo che spesso quando capita che mi renda conto di aver fatto un torto ho la necessità di raccontare tutto a qualcuno. Che sia un amico, un diretto interessato al torto subito, un po' come una ricerca di un perdono.
Il fatto è che spesso è molto controproducente la "confessione", però tacendo so solo io ciò che ho fatto e mi da fastidio, perché non avrei un parere imparziale sul mio operato, inoltre io conosco una parte negativa che ho fatto e gli altri no (parenti o amici) e mi pare disonesto nasconderla.
Così facendo è un po' come mentire su me, mi pensano in un modo più positivo di quel che sono e forse confessare sarebbe giusto per far capire cosa posso fare di negativo.

Ci sono due sfumature quindi: ricerca di un perdono con il racconto a qualcuno (anche non al diretto interessato) per giudizio imparziale e voglia di esternare a qualcuno che consco per far capire ciò che di negativo ho fatto, per non nascondere a chi mi conosce una mia parte negativa.

Ovviamente non sto parlando di grandi reati che non ho mai fatto, più che altro di piccoli errori commessi nei confronti di altre persone, il fatto è che io mi ritengo una persona molto corretta, cerco sempre di far la cosa giusta secondo la mia morale ma a quanto pare non sempre ci son riuscito.

In realtà non so bene dove voglio andare a parare con il consulto, il fatto è che è una parte che mi infastidisce quando capita e non so bene come comportarmi sull'agire: confessare o no ecc.
Grazie per l'ascolto.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"non sto parlando di grandi reati che non ho mai fatto, più che altro di piccoli errori commessi nei confronti di altre persone, il fatto è che io mi ritengo una persona molto corretta, cerco sempre di far la cosa giusta secondo la mia morale ma a quanto pare non sempre ci son riuscito"

Gent.le Ragazzo,
i valori sono tali proprio perché non si possono relativizzare, non si può essere relativamente onesti oppure relativamente disonesti e questo vale sia nel rapporto con noi stessi sia nel rapporto con gli altri.
Inoltre la valutazione delle conseguenze e del significato che la nostra scelta può avere sull'altro non è uguale per tutti ma viene filtrata dalla soggettività di ciascuno, quello che è un piccolo errore per te per l'altro può essere qualcosa di grave e viceversa.
Credo che nessuno possa sostituirsi a te nell'assunzione di responsabilità connessa alla scelta di confessare o meno l'errore, ma spero di averti offerto uno spunto di riflessione.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio mi ha fornito alcuni spunti, il problema è che spesso confessare in effetti rovina anche molte cose (un esempio fra tutti, non è questo il caso, i rapporti amorosi).
Anche se il confessare, come dicevo, è "una ricerca di un perdono con il racconto a qualcuno (anche non al diretto interessato) per giudizio imparziale e voglia di esternare a qualcuno che consco per far capire ciò che di negativo ho fatto, per non nascondere a chi mi conosce una mia parte negativa."
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
In questa Sua esigenza potrebbe esserci un'abitudine antica, forse infantile.
Un po' tendente ad auto-assolversi pero'..
Questa forma di confessione , se puo' andare bene da bambini, quando l'autocoscienza non e' ancora molto sviluppata, non la definirei adeguata ad una persona adulta.
Una persona adulta dovrebbe essere in grado di astenersi in modo preventivo dal fare qualsiasi tipo di male. Ma, in caso di defaillance di tale "controllo", dovrebbe essere in grado, con la forza dell'Io , di tollerare il senso di colpa.
Ecco, se dovessi proporLe una forma di training Le consiglierei di fare questo.
Ci faccia sapere se vuole, come e' andata...

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Grazie dottoressa Esposito.

"Una persona adulta dovrebbe essere in grado di astenersi in modo preventivo dal fare qualsiasi tipo di male."
In realtà non capita quasi mai io faccia del male, più che altro ci son state occasioni in cui io ho sbaglaito e accorgendomi dell'errore mi son pentito, ma nel limite dell'umano insomma. DI certo non recidivo.

"Ma, in caso di defaillance di tale "controllo", dovrebbe essere in grado, con la forza dell'Io , di tollerare il senso di colpa."
Ecco forse qui ha ragione non lo tollero molto il senso di colpa, più che altro mi accorgo che se faccio un errore o un torto a qualcuno sento di doverlo confessare a qualcuno (diretto interessato o a uno che mi conosce). Molti vedo che pur sbagliando si perdonano da soli quasi, senza giudizio altrui.
In realtà più che la domanda iniziale "non so bene come comportarmi sull'agire: confessare o no ecc." dell'apertura la domanda dovrebbe essere riformulata: perché sento di dover confessare come per avere una ricerda di perdono e giudizio imparziale e voglia di non nascondere un mio sbaglio a chi conosco?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Penso che la risposta a questa domanda risieda nella Sua infanzia. O nella Sua educazione.
Che scuole ha frequentato? Pubbliche, private? Ha svolto qualche attivita' legata al mondo religioso?
I suoi genitori erano severi? Otteneva il "perdono" da loro se ammetteva i Suoi sbagli o debolezze?
[#6]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Grazie per avermi nuovamente risposto Dottoressa.

Rispondendole: ho fatto scuole pubbliche e sono totalmente ateo (non ho mai seguito neppure religione in classe), i miei genitori sono molto permissivi e si son sempre fidati, credo di non aver mai dovuto confessare a loro quasi nulla anche perché di sbagli pochi ne ho fatti.

Quindi non è del tutto normale aver questo bisogno di confessione per non avere sempre in mente la colpa?

Grazie per le risposte.
[#7]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Penso che Lei abbia desiderio o forse bisogno di tacitare un senso di colpa.
"Cerca l'assoluzione confessando" e questo e' un costrutto religioso.
Ecco perche' pensavo che nella Sua infanzia questo meccanismo avesse lasciato delle tracce.
Ci pensi fra se'.. forse le verra' in mente una condizione in cui questo meccanismo l'abbia fatta sentire meglio..
Ci aggiorniamo quando desidera.
[#8]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Diciamo che mi fa sentire sempre meglio quando confesso, ma non so il perché. Non ricordo un fatto preciso in cui abbia preso inizio. La sensazione è duplice come dicevo: 1)ricerca perdono-giudizio 2) far sapere di aver fatto qualcosa di sbagliato a chi mi conosce per fargli rendere conto di un mio errore.
L'unica cosa di cui mi rendo conto che non sempre è meglio confessare in fatto di ripercussioni, ma a livello interiore mi appiana il fastidio dell'errore commesso.
Ecco perché a conti fatti non capisco se per me sia meglio confessare o meno, vedendo gente che come lei diceva "con la forza dell'Io , RIESCE A tollerare il senso di colpa."

Lei che dice?
[#9]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
La domanda non e' : "cosa sia meglio" per Lei.
Se Lei riuscisse a rafforzare il Suo "Io" non sentirebbe piu' il bisogno di farlo.
Imposterebbe il tutto in un altro modo.
Sarebbe piu' padrone di se' sia nella fase ideativa sia realizzativa sia nella fase successiva, quella in cui ora sperimenta il senso di colpa.

Se Le fosse possibile io Le consiglierei di parlare di questa cosa con uno psicoterapeuta dinamico.
Sarebbe utile per Lei non solo per agire "a valle" su questa dinamica, ma comprendere cosa la generi.
Mi faccia sapere!
I migliori saluti.
[#10]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio per l'ascolto, seguirò allora il suo consiglio.

Solo un ulteriore chiarimento: cosa intende per fase "ideativa" e "realizzativa"
Grazie.
[#11]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
La fase ideativa e' il momento in cui lei si appresta a compiere quel qualcosa che poi la fara' sentire in colpa, quando la pianifica, decide se farla realmente o no.

La fase realizzativa e' quella operativa, in cui compie quella azione o realizza quel comportamento.

Sono momenti diversi e la Sua valutazione incide su entrambi.

I migliori saluti.
[#12]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio, non vorrei dalla mia descrizione esser sembrato una persona che compie cose sbaglaite perché non riesce a controllarsi e sente il bisogno di farlo.
Più che altro lo dico non per vergogna ma per capire se il consiglio di andare sempre da uno psicoterapeuta dinamico per il mio "problema".


Le faccio un esempio, 2 settimane fa mi era capitato di rovinare la macchina aziendale, un piccolo bozzo sulla targa, non ho mai organizzato o archietettato nulla, però ho deciso di non fare rapporto (per paura di dover pagare) e mi son sentito in colpa, ma ormai l'ho riconsegnata. Cioè il mio problema è più sul senso di colpa che altro, so bene limitarmi quando devo fare qualcosa che non va bene.

Spero di aver chiarito meglio.
[#13]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
In questo caso si e' trattato di una cosa involontaria. Quindi la Sua valutazione puo' riguardare solo il momento "a valle". E il senso di colpa puo' riguardare solo la Sua immagine.

Il senso di colpa peggiore, a cui mi riferisco io e' quello in cui Lei puo' valutare in precedenza se fare o non fare una cosa.
Ad esempio se compiere un gesto che ferira' o offendera' una persona. Lei in questo caso attraversa tutti i passaggi. E fa una scelta.

E' questa la dinamica a cui mi riferivo.
[#14]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Certo ho compreso, mi sono espresso male perché con l'esempio volevo capire se per moderare il senso di colpa e fortificare l'Io come lei ha consigliato vada bene uno psicoterapeuta dinamico. O se lo psicoterapetura dinamico si occupa più delle fasi ideativa e realizzativa.
Perché in realtà il mio problema è più quello "a valle" che quello di fase realizzativa e ideativa, in quanto in queste fasi sapendomi ben controllare non ci casco mai.
Il mio problema è sempre il grande senso di colpa che viene determinato anche da errori miei involontari e dalla non confessione (quello in esempio), e raramente anche volontari (ma tutti sbagliano una volta ogni tanto).

Questo volevo dire.
Grazie ancora.
[#15]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Il senso di colpa e' un pessimo compagno di vita. E di viaggio. Poco discreto.
Quindi penso che sia necessario che Lei comprenda da dove origini e riesca ad elaborarlo.
Non esistono altre strade per fronteggiarlo.
Auguri di nuovo.
[#16]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio, sono d'accordo con lei, allora seguirò il consiglio.
Buona serata :)