Desiderio e incapacità di farsi una vita propria
Sono una ragazza di trent'anni, insegnante precaria, fidanzata.
Vivo con mia madre disabile psichica, bipolare, però per gran parte dell'anno sono domiciliata in una provincia diversa da quella di residenza per lavoro.
Mia madre è divorziata.
Mio padre è risposato e vive all'estero e attualmente versa in condizioni di salute molto severe a causa di una serie di ischemie cerebrali avute anni fa.
Ho un fratello più grande nullafacente, con un passato da tossicodipendente alle spalle.
Il mio problema è quello di sentirmi molto responsabile della vita di mia madre, di cui mi prendo cura nei periodi di convivenza con lei, anche economicamente.
Allo stesso tempo vivo come un peso il fatto che mio fratello chieda continuamente soldi a mia madre la quale, debolmente, gli dà: a quel punto subentro io a restituirle il maltolto.
Ho avuto sempre attrito nel rapporto con mio fratello, di cui non accetto il suo dipendere da sempre da mia madre.
Quando avevo l'auto, lui era lì a chiederla. Ora che non ce l'ho, quasi non ne acquisto un'altra per paura che lui avanzi le solite pretese.
Quando gli si dice di no, lui urla e dice che nessuno lo aiuta, oltre al fatto che sono una sorella anaffettiva.
Infine non riesco a pensare la mia persona come "persona libera di scegliere quello che fare della propria vita" perché sento come due zavorre a fermarmi.
Provo sensi di colpa, penso ai doveri morali e non riesco a realizzarmi come donna in amore.
Vorrei una famiglia mia, dei figli, ma credo che non potrò averne, anche per questo mio non poter fare qualcosa senza l'assillo che ci siano mia madre e mio fratello bisognosi a chiedermi soldi e aiuto.
Prevedo persino che mio padre, malato, mi chiederà, ad un certo punto, aiuto economico e non.
In passato, tante volte, ho dato soldi a mio padre, a mio fratello e a mia madre ed ero solo una studentessa universitaria che faceva mille lavori per sbarcare il lunario!
Concludo dicendo che mio padre non ha mai versato gli alimenti per la prole né un sussidio per la ex moglie, eccettuata qualche sporadica donazione a noi figli di cento euro circa caduna che poco sortiva di fronte alle necessità quotidiane.
Saluti
Amedea
Vivo con mia madre disabile psichica, bipolare, però per gran parte dell'anno sono domiciliata in una provincia diversa da quella di residenza per lavoro.
Mia madre è divorziata.
Mio padre è risposato e vive all'estero e attualmente versa in condizioni di salute molto severe a causa di una serie di ischemie cerebrali avute anni fa.
Ho un fratello più grande nullafacente, con un passato da tossicodipendente alle spalle.
Il mio problema è quello di sentirmi molto responsabile della vita di mia madre, di cui mi prendo cura nei periodi di convivenza con lei, anche economicamente.
Allo stesso tempo vivo come un peso il fatto che mio fratello chieda continuamente soldi a mia madre la quale, debolmente, gli dà: a quel punto subentro io a restituirle il maltolto.
Ho avuto sempre attrito nel rapporto con mio fratello, di cui non accetto il suo dipendere da sempre da mia madre.
Quando avevo l'auto, lui era lì a chiederla. Ora che non ce l'ho, quasi non ne acquisto un'altra per paura che lui avanzi le solite pretese.
Quando gli si dice di no, lui urla e dice che nessuno lo aiuta, oltre al fatto che sono una sorella anaffettiva.
Infine non riesco a pensare la mia persona come "persona libera di scegliere quello che fare della propria vita" perché sento come due zavorre a fermarmi.
Provo sensi di colpa, penso ai doveri morali e non riesco a realizzarmi come donna in amore.
Vorrei una famiglia mia, dei figli, ma credo che non potrò averne, anche per questo mio non poter fare qualcosa senza l'assillo che ci siano mia madre e mio fratello bisognosi a chiedermi soldi e aiuto.
Prevedo persino che mio padre, malato, mi chiederà, ad un certo punto, aiuto economico e non.
In passato, tante volte, ho dato soldi a mio padre, a mio fratello e a mia madre ed ero solo una studentessa universitaria che faceva mille lavori per sbarcare il lunario!
Concludo dicendo che mio padre non ha mai versato gli alimenti per la prole né un sussidio per la ex moglie, eccettuata qualche sporadica donazione a noi figli di cento euro circa caduna che poco sortiva di fronte alle necessità quotidiane.
Saluti
Amedea
[#1]
Gentile Amedea,
è talmente abituata a contare solo su se stessa e a non chiedere niente a nessuno, che anche qui in realtà non ha chiesto nulla.
Il suo post pare più uno sfogo, una necessità di essere ascoltata e, forse, incoraggiata a non perdere la speranza in un futuro migliore, in un progetto di vita da poter realizzare insieme con il suo fidanzato.
Come mai proprio ora ha avvertito l'esigenza di scriverci? Questo è un periodo particolarmente difficile per Lei?
Come vanno le cose con il suo compagno?
Quali prospettive temporali ha rispetto ad un'entrata in ruolo?
Cordialità.
è talmente abituata a contare solo su se stessa e a non chiedere niente a nessuno, che anche qui in realtà non ha chiesto nulla.
Il suo post pare più uno sfogo, una necessità di essere ascoltata e, forse, incoraggiata a non perdere la speranza in un futuro migliore, in un progetto di vita da poter realizzare insieme con il suo fidanzato.
Come mai proprio ora ha avvertito l'esigenza di scriverci? Questo è un periodo particolarmente difficile per Lei?
Come vanno le cose con il suo compagno?
Quali prospettive temporali ha rispetto ad un'entrata in ruolo?
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Ho scritto ora perché ho compiuto da qualche mese trent'anni e mi sembra di non essere "io", di non aver realizzato quello che sognavo e reputavo giusto.
Pensavo che mi sarei sposata, che avrei avuto un lavoro più o meno sicuro.
Credevo che non avrei vissuto, a quest'età, con mia madre.
Pensavo che lei non sarebbe peggiorata e che non avrebbe richiesto maggiori cure dal punto di vista dell'autonomia.
Pensavo che mio fratello avrebbe trovato una strada: da quando ho sette anni circa lo ricordo così, che lascia ogni lavoro, che chiede soldi e che se li spende in bagordi.
Con il mio fidanzato le cose vanno mediocremente perché lui non vuole sposarsi ed io, che credo nel matrimonio, subisco il colpo dopo quattro anni di relazione.
Questo è un elemento che mi ha portato a scrivere, forse.
Anche il lavoro è precario perché l'unica via di assunzione è quella che passa per l'abilitazione e per il concorso, ambedue da sostenere.
Vorrei trovare una strada che mi portasse ad essere quella persona autentica, quella persona per cui sono stata generata trent'anni fa.
Di primo acchito chiederei maggiore distanza fisica e, soprattutto, psicologica, dalla mia famiglia d'origine, senza sensi di colpa né responsabilità che non sono sicura siano mie.
Grazie.
Saluti
Pensavo che mi sarei sposata, che avrei avuto un lavoro più o meno sicuro.
Credevo che non avrei vissuto, a quest'età, con mia madre.
Pensavo che lei non sarebbe peggiorata e che non avrebbe richiesto maggiori cure dal punto di vista dell'autonomia.
Pensavo che mio fratello avrebbe trovato una strada: da quando ho sette anni circa lo ricordo così, che lascia ogni lavoro, che chiede soldi e che se li spende in bagordi.
Con il mio fidanzato le cose vanno mediocremente perché lui non vuole sposarsi ed io, che credo nel matrimonio, subisco il colpo dopo quattro anni di relazione.
Questo è un elemento che mi ha portato a scrivere, forse.
Anche il lavoro è precario perché l'unica via di assunzione è quella che passa per l'abilitazione e per il concorso, ambedue da sostenere.
Vorrei trovare una strada che mi portasse ad essere quella persona autentica, quella persona per cui sono stata generata trent'anni fa.
Di primo acchito chiederei maggiore distanza fisica e, soprattutto, psicologica, dalla mia famiglia d'origine, senza sensi di colpa né responsabilità che non sono sicura siano mie.
Grazie.
Saluti
[#3]
Cara Signorina,
La Sua situazione e' realmente pesante e mi sembra sano il Suo tentativo di appropriarsi di quanto Le spetta della Sua vita.
Il rapporto con la Sua famiglia, affettivo, economico, relazionale, dipende da Lei. Dalla Sua sensibilita'.
Il distacco emotivo che esibisce Suo fratello potrebbe esibirlo anche Lei.
E' la Sua sensibilita' a darle il "passo", non crede?
Se Sua madre e' disabile psichica le e' stato assegnato un "tutore" per quanto riguarda le spese che effettua? E le cure che deve effettuare? Inoltre e' titolare di una pensione di invalidita'?
Certamente Lei da sola non puo' farsi carico materialmente ed emotivamente di questi genitori senza che il peso sia troppo gravoso.
Ha mai cercato di vedere la situazione della Sua famiglia sotto questo aspetto?
La Sua situazione e' realmente pesante e mi sembra sano il Suo tentativo di appropriarsi di quanto Le spetta della Sua vita.
Il rapporto con la Sua famiglia, affettivo, economico, relazionale, dipende da Lei. Dalla Sua sensibilita'.
Il distacco emotivo che esibisce Suo fratello potrebbe esibirlo anche Lei.
E' la Sua sensibilita' a darle il "passo", non crede?
Se Sua madre e' disabile psichica le e' stato assegnato un "tutore" per quanto riguarda le spese che effettua? E le cure che deve effettuare? Inoltre e' titolare di una pensione di invalidita'?
Certamente Lei da sola non puo' farsi carico materialmente ed emotivamente di questi genitori senza che il peso sia troppo gravoso.
Ha mai cercato di vedere la situazione della Sua famiglia sotto questo aspetto?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#4]
Utente
Effettivamente dovrei fare richiesta per un tutore o amministratore di sostegno; non ho mai concretizzato in questa direzione perché pensavo di potercela fare da sola.
Ma fare da sola significa sacrificare la propria vita a questa causa che, per quanto significativa, non mi pare così nobile quanto il senso di un'esistenza, nella fattispecie la mia.
Mia madre assume la terapia da sola, solitamente è diligente, solo in poche occasioni ha fatto di testa propria e, conseguentemente, è stata ricoverata.
Per quanto riguarda la pensione, essendo lei invalida civile al 100%, percepisce 290 euro circa mensilmente, quindi la aiuto.
Quello che mi pare assente è l'operato dei "Servizi alla persona" che, a mio parere, sono nati in Italia sotto una cattiva stella in quanto non riescono a rispondere adeguatamente a problematiche di questo tipo: i disabili mentali sono pressoché soli di fronte a problemi pratici quali gestione dei soldi, aiuto nella cura della persona, della casa, etc. a ragione dei tanto decantati "problemi di bilancio".
Per quello che mi riguarda si tratta di essere coraggiosa e di mollare la presa: gestisco mia madre come fosse mia figlia, però sono in ansia e mi rivelo perfino morbosa con lei, non vivo la situazione tranquillamente. I genitori, le due sorelle, tutti benestanti, se ne sono lavati le mani: non una telefonata a mia madre, non un soldo, tanto ci sono io!
In parte, ahimé, li capisco.
Se fossi stata nella loro situazione, l'avrei fatto anch'io.
Sembra che io sia nata per sobbarcarmi tutta questa situazione e, ora, non ne posso semplicemente più.
Non voglio più, non ce la faccio, ho compiuto trent'anni.
Da dove posso iniziare per lavorare su di me?
Grazie.
Saluti
Amedea
Ma fare da sola significa sacrificare la propria vita a questa causa che, per quanto significativa, non mi pare così nobile quanto il senso di un'esistenza, nella fattispecie la mia.
Mia madre assume la terapia da sola, solitamente è diligente, solo in poche occasioni ha fatto di testa propria e, conseguentemente, è stata ricoverata.
Per quanto riguarda la pensione, essendo lei invalida civile al 100%, percepisce 290 euro circa mensilmente, quindi la aiuto.
Quello che mi pare assente è l'operato dei "Servizi alla persona" che, a mio parere, sono nati in Italia sotto una cattiva stella in quanto non riescono a rispondere adeguatamente a problematiche di questo tipo: i disabili mentali sono pressoché soli di fronte a problemi pratici quali gestione dei soldi, aiuto nella cura della persona, della casa, etc. a ragione dei tanto decantati "problemi di bilancio".
Per quello che mi riguarda si tratta di essere coraggiosa e di mollare la presa: gestisco mia madre come fosse mia figlia, però sono in ansia e mi rivelo perfino morbosa con lei, non vivo la situazione tranquillamente. I genitori, le due sorelle, tutti benestanti, se ne sono lavati le mani: non una telefonata a mia madre, non un soldo, tanto ci sono io!
In parte, ahimé, li capisco.
Se fossi stata nella loro situazione, l'avrei fatto anch'io.
Sembra che io sia nata per sobbarcarmi tutta questa situazione e, ora, non ne posso semplicemente più.
Non voglio più, non ce la faccio, ho compiuto trent'anni.
Da dove posso iniziare per lavorare su di me?
Grazie.
Saluti
Amedea
[#5]
Gentile ragazza, a questa sua discreta, cauta richiesta d'aiuto, rispondo invitandola decisamente a cercare sostegno per sua madre e suo fratello, recandosi al Consultorio familiare , fatto apposta per aiutare le famiglie , le famiglie in difficoltà .
Il Consultorio può farsi efficacemente carico di questa sua triste situazione, dando aiuto e appoggio anche nel sociale, questo fratello , bisogna curarlo , aiutarlo economicamente sempre ,lo rende sempre più esigente , meno attivo , più prepotente.
Certo Lei non li abbandona , ci sarà con l'affetto e con qualche aiuto, ma non può, per rispetto verso sè stessa distruggersi la vita di oggi e quella di domani , facendosi carico di tutto..
E si faccia anche Lei aiutare , la vedo troppo rivolta ad un dedicarsi oblativamente ai suoi cari , non si può sentirsi in colpa di voler vivere la propria vita, con un Collega de visu rilegga i problemi che ci sono dentro di Lei , ma anche negli altri.. Troppo buoni non va bene essere, che la gente si abitua e non ti dicono neanche grazie..
Si voglia bene per prima e si faccia davvero aiutare, anche per trasmettere un messaggio di coraggio e fermezza intorno a Lei.
Spero di risentirla , auguri davvero..
Il Consultorio può farsi efficacemente carico di questa sua triste situazione, dando aiuto e appoggio anche nel sociale, questo fratello , bisogna curarlo , aiutarlo economicamente sempre ,lo rende sempre più esigente , meno attivo , più prepotente.
Certo Lei non li abbandona , ci sarà con l'affetto e con qualche aiuto, ma non può, per rispetto verso sè stessa distruggersi la vita di oggi e quella di domani , facendosi carico di tutto..
E si faccia anche Lei aiutare , la vedo troppo rivolta ad un dedicarsi oblativamente ai suoi cari , non si può sentirsi in colpa di voler vivere la propria vita, con un Collega de visu rilegga i problemi che ci sono dentro di Lei , ma anche negli altri.. Troppo buoni non va bene essere, che la gente si abitua e non ti dicono neanche grazie..
Si voglia bene per prima e si faccia davvero aiutare, anche per trasmettere un messaggio di coraggio e fermezza intorno a Lei.
Spero di risentirla , auguri davvero..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#6]
Cara Amedea,
Si', deve iniziare a lavorare su di Lei.
A riconoscersi il diritto alla Sua vita.
Capisco che non debba essere facile per Lei, perche' e' davvero sola con questo problema.
Come prima cosa non si sobbarchi altre responsabilita' perche' non puo' proprio.
Poi cerchi un aiuto psicoterapeutico per Lei.
E' una giovane donna e ha bisogno di un sostegno per riappropriarsi della Sua vita.
Anzitutto riappropriarsi della coscienza di averne diritto.
Mi faccia sapere!
Auguri!
Si', deve iniziare a lavorare su di Lei.
A riconoscersi il diritto alla Sua vita.
Capisco che non debba essere facile per Lei, perche' e' davvero sola con questo problema.
Come prima cosa non si sobbarchi altre responsabilita' perche' non puo' proprio.
Poi cerchi un aiuto psicoterapeutico per Lei.
E' una giovane donna e ha bisogno di un sostegno per riappropriarsi della Sua vita.
Anzitutto riappropriarsi della coscienza di averne diritto.
Mi faccia sapere!
Auguri!
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.3k visite dal 15/11/2015.
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