Solitudine e incapacità di mantenere relazioni affettive

Buongiorno,
mi chiamo Giulia ed ho 32 anni. Nonostante abbia una bella famiglia, un lavoro e vita fortunata mi sento terribilmente sola. Ho pochissimi amici (un paio di amicizie costruite al liceo e mantenute nel tempo e poco altro) e nessuna vera relazione seria di coppia. Sin da piccola son stata una bimba timida e un po' introversa, forse anche selettiva.Tuttavia so anche essere una persona di compagnia, magari più abituata ad ascoltare che a parlare di sè, sono una ragazza tranquilla, fondamentalmente buona e con uno spiccatto senso di protezione verso le persone a me care. Dietro un'iniziale diffidenza si nasconde una persona che ha voglia di relazionarsi con gli altri e che nelle relazioni (amicizie, relazioni di coppia) è sempre trasparente (forse troppo), non nasconde i propri sentimenti e sa dare affetto. Eppure molte delle relazioni che ho avviato nel tempo si sono malamente concluse con allontanamenti più o meno ingiustificati (a mio avviso). Tante le relazioni affettive in cui ho investito che si sono concluse in silenzi e allontanamenti con la spiacevole sensazione di essere stata "usata"... che si è preso quel che più faceva comodo ma dopo un po' devo uscire dalle loro vite. Sono anni che mi chiedo cosa ci sia in me che nn va? che stanca le persone... le spinge ad allontanarmi... perchè nn riesco ad impedire loro di giocare con i miei sentimenti. Onestamente non credo alla sfortuna e che si possa incappare sempre in "situazioni sbagliate"... è più probabile che sia io ad attirare un certo genere di persone, che sia a nn sapermi relazionare correttamente ma non so individuarne le cause. Ogni amicizia finita, ogni relazione affettiva su cui ho investito e che si traduce poi in flop scatena in me un senso di inadeguatezza e di sfiducia profonda in me e negli altri. il mio corpo probabilmente sta somatizzando questo disagio:sono 6anni che soffro di dolori muscolari e cefalea tensiva, consultati decine di specialisti senza avere una diagnosi certa e conseguentemente una cura efficace. Questo ha influito ancora di più sul mio isolamento, sulla mia insicurezza e il senso di sfiducia. Sempre più spesso penso che io così non voglio vivere,schiava del dolore fisico e dell'insoddisfazione. mi sento prigioniera in corpo che nn mi risponde e oppressa da questa solitudine che non penso poi di meritare, di un'apatia e negatività che nn mi appartengono. Non voglio sopravvivere facendo sempre gli stessi gesti in una routine che nn sopporto più. Non riesco tuttavia a reagire, penso di nn voler vivere (ma so che non avrei il coraggio di un gesto estremo per la mia famiglia). Avevo intrapreso qualche anno fa un percoro di psicoterapia (scuola gestalt) nel tentativo di aiuto-aiutarmi ma non ho tratto grossi benefici (nonostante i 4 anni). Forse ho scritto tante cose confuse, buttando fuori il mio malessere e non è questo il luogo più adatto per affrontare i miei problemi ma spero comunque di trarre qualche spunto di riflessione dai vs eventuali consigli
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
"è più probabile che sia io ad attirare un certo genere di persone, che sia a nn sapermi relazionare correttamente ma non so individuarne le cause"

Gent.le Sig.ra,
l'autocritica che spesso si accompagna al rifiuto della propria sofferenza dovrebbe essere uno degli aspetti che vengono coinvolti nel processo di cambiamento durante un percorso terapeutico, ma leggendo le sue parole sembra che per lei questo non sia accaduto.
Quali erano gli obiettivi del percorso di psicoterapia che ha affrontato?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
se questo tipo di psicoterapia della Gestalt che ha effettuato non ha modificato il Suo modo di porsi nell'ambito relazionale temo che non sia stata in grado di individuarne le cause.
Nell'approccio psicodinamico sono le cause che devono essere ricercate, affinche' la persona che e' interessata a delle dinamiche disfunziinali sappia a cosa esse sono dovute e possa scegliere o meno di affrontarle.
Nel caso di una giovane donna come Lei penso che vadano elaborate le relazioni della prima infanzia, i modelli acquisiti che riguardano la figura materna, paterna, i rapporti che sono vissuti con tali figure, il riconoscimento del proprio valore umano e relazionale.
Purtroppo in mancanza di tali riconoscimenti si puo' verificare un comportamento di auto-sabotaggio a livello inconscio. Molto attivo, implacabile, fino a meno che non venga riconosciuto come proprio tramite una elaborazione profonda.
Solo tale "lavoro" puo' condurLa realmente ad un cambiamento.
Spero di averLe illustrato l'iter che una psicoterapia dinamica segue e che a questo punto Lei possa orientarsi su come gestire la problematica che ci riferisce.
Le porgo i migliori saluti e auguri.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Ringrazio entrambe per la risposta. Onestamente non saprei rispondere alla domanda circa gli obiettivi del percorso...credo non abbiamo parlato specificatamente di obiettivi, o forse non è stato molto chiaro a me. Suppongo che il fulcro del percorso fosse quello di riportare l'attenzione sulla mia persona, le mie esigenze, le mie priorità.
Le relazioni relative alla mia infanzia ed al rapporto con i miei genitori sono state affrontate ma solo in superficie (probabilmente ho posto qualche resistenza pure io che fatico ad affrontare una relazione un po' "difficile" con mia madre), il percorso era più incentrato sul presente.
Purtroppo devo riconoscere che è stato un percorso utile solo in una prima fase dove per la prima volta in 30 anni ho tirato fuori il mio disagio, poi ho perso gli stimoli (spesso non sapevo neanche di cosa parlare). In più ho sempre percepito un eccessivo distacco da parte della mia psicoterapeuta e quando ho capito che la terapia stava diventando l'ennesima routine ho preferito sospendere.
Se volessi intraprendere una psicoterapia con indirizzo dinamico in che modo posso individuare il terapeuta adatto nella mia zona?
grazie ancora
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le Sig.ra,
un percorso terapeutico della durata di quattro anni nel quale si "naviga a vista" e non viene esplicitata la direzione verso la quale orientare il processo di cambiamento, rischia di essere vano, specialmente se le resistenze a tale processo che sono peraltro fisiologiche, non vengono riconosciute e affrontate nella relazione terapeutica.
La ricerca scientifica da vent'anni a questa parte continua a confermarci che il fattore di efficacia che fa la differenza in psicoterapia non riguarda l'orientamento scelto, ma la qualità della relazione terapeutica.
Pertanto è importante che possa scegliere lo psicoterapeuta non tanto in funzione dell'orientamento, quanto piuttosto di come percepisce il modo di essere dello specialista nei suoi confronti, in altre parole se si sente ascoltata, compresa empaticamente e non giudicata.
A tal proposito le consiglio la lettura del seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Penso Le convenga chiedere un colloquio informativo agli psicoterapeuti dinamici della sua citta'.
Questo primo incontro informativo potra' darLe gia' delle informazioni sull'empatia che potra' intercorrere fra Voi,che, a mio avviso e' l'elemento piu' significativo in una relazione terapeutica.
Ci faccia avere Sue notizie.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Concordo con le Colleghe , ciò che produce il cambiamento è appunto l'essere visto, aiutato compreso come .. persona .. è di questo che la gente ha bisogno e fame.
L'alleanza terapeutica che si crea permette di confidarsi senza paura , senza temere giudizi, e di affidare il passato angoscioso, i problemi irrisolti per essere aiutato a rileggerli e a comprenderli , per andare oltre ..
Le consiglio appunto anch'io ,di cercare ancora aiuto, attraverso un primo incontro informativo,, per sentire .. il clima che si crea.
Restiamo in ascolto, con molti auguri...

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Vi ringrazio ancora per gli spunti. Riconosco che l'empatia da voi citata è mancata nel mio percorso e probabilmente è questa la causa dell'inefficacia della terapia.
Proverò a rimettermi in gioco in nuovo percorso.
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