Crisi di rabbia ingestibili in bambino di 6 anni
Mio figlio ha 6 anni ed è al primo anno di elementari. Ha un carattere fortemente ambizioso e competitivo, tende a volere eccellere in tutto: sport, scuola, videogiochi, ecc.. E non accetta facilmente di perdere o di essere secondo a qualcuno. E' permaloso e suscettibile, ma anche dolce, intelligente e molto sensibile. Ha un fratello di un anno e mezzo più piccolo molto molto vivace e dispettoso per il quale prova emozioni contrastanti, è il suo compagno di giochi con il quale si diverte, ma anche colui dal quale deve subire dispetti e sconfitte.
I bambini, quando non sono a scuola, stanno sempre con la mamma perché il papà è sempre fuori per lavoro e i parenti sono lontani.
Il bimbo di 6 anni ha faticato molto a togliere il pannolino e (ora meno) ha avuto molti problemi di parziale incontinenza urinaria e fecale diurna e notturna. Rimane ora saltuariamente quella urinaria notturna e quella fecale.
Se capita a scuola ha a disposizione un cambio pulito e provvede a cambiarsi da solo e la cosa sembra non turbarlo particolarmente.
Arrivo al punto: il bimbo ormai da più di un anno soffre di crisi di rabbia che non riesce a gestire. Le cause scatenanti possono essere molteplici, dalla presa in giro dei compagni, al fatto che non lo si accontenti su qualcosa, ma le conseguenze sono sempre urla isteriche, lanci di oggetti (rischia di essere pericoloso per sé e per gli altri), calci alle porte. Spesso si nasconde sotto i banchi per non volere uscire più.
A scuola non sono in grado di gestirlo, mi hanno detto che non sanno come fare, che gli altri bambini si impressionano. E hanno consigliato di portarlo da un neuropsichiatra.
A casa invece lo lascio sfogare intervenendo solo se diventa pericoloso e poi si calma da solo. Più tardi provo a chiedergli se sta bene, se gli è passata e cerco di farmi raccontare le sue emozioni, lui si calma e ricomincia a sorridere e a chiedere abbracci.
Aggiungo infine che l'anno scorso il bimbo ha visto una psicologa per qualche incontro per analizzare il problema del controllo degli sfinteri, ma la professionista non ha rilevato nulla di importante.
Ha detto che è un bambino equilibrato e sicuro di sé e che il problema si sarebbe risolto col passare del tempo.
Sono molto preoccupata per l'impatto che queste crisi possono avere sul rendimento scolastico, poi per il fatto che credo che il bambino possa diventare il capro espiatorio di ogni conflitto che si crea in classe e perché nonostante ogni mio sforzo di farvi fronte le crisi non accennano a diminuire.
Vi ringrazio anticipatamente per i consigli che vorrete darmi.
I bambini, quando non sono a scuola, stanno sempre con la mamma perché il papà è sempre fuori per lavoro e i parenti sono lontani.
Il bimbo di 6 anni ha faticato molto a togliere il pannolino e (ora meno) ha avuto molti problemi di parziale incontinenza urinaria e fecale diurna e notturna. Rimane ora saltuariamente quella urinaria notturna e quella fecale.
Se capita a scuola ha a disposizione un cambio pulito e provvede a cambiarsi da solo e la cosa sembra non turbarlo particolarmente.
Arrivo al punto: il bimbo ormai da più di un anno soffre di crisi di rabbia che non riesce a gestire. Le cause scatenanti possono essere molteplici, dalla presa in giro dei compagni, al fatto che non lo si accontenti su qualcosa, ma le conseguenze sono sempre urla isteriche, lanci di oggetti (rischia di essere pericoloso per sé e per gli altri), calci alle porte. Spesso si nasconde sotto i banchi per non volere uscire più.
A scuola non sono in grado di gestirlo, mi hanno detto che non sanno come fare, che gli altri bambini si impressionano. E hanno consigliato di portarlo da un neuropsichiatra.
A casa invece lo lascio sfogare intervenendo solo se diventa pericoloso e poi si calma da solo. Più tardi provo a chiedergli se sta bene, se gli è passata e cerco di farmi raccontare le sue emozioni, lui si calma e ricomincia a sorridere e a chiedere abbracci.
Aggiungo infine che l'anno scorso il bimbo ha visto una psicologa per qualche incontro per analizzare il problema del controllo degli sfinteri, ma la professionista non ha rilevato nulla di importante.
Ha detto che è un bambino equilibrato e sicuro di sé e che il problema si sarebbe risolto col passare del tempo.
Sono molto preoccupata per l'impatto che queste crisi possono avere sul rendimento scolastico, poi per il fatto che credo che il bambino possa diventare il capro espiatorio di ogni conflitto che si crea in classe e perché nonostante ogni mio sforzo di farvi fronte le crisi non accennano a diminuire.
Vi ringrazio anticipatamente per i consigli che vorrete darmi.
[#1]
Gentile Signora,
ogni bambino ha i suoi tempi per crescere, le tappe dello sviluppo neuro-psicologico possono anche oscillare.
A sei anni però dovrebbero essere già raggiunte e stabilizzate.
è possibile che lo scarso controllo della rabbia sia da correlare allo scarso controllo dell'urina e delle feci, sul piano simbolico potrebbero essere assimilabili.
Provi a farlo nuovamente valutare da uno psicologo, almeno per far si che questa rabbia trovi un luogo adatto e consono alla sua elaborazione.
ogni bambino ha i suoi tempi per crescere, le tappe dello sviluppo neuro-psicologico possono anche oscillare.
A sei anni però dovrebbero essere già raggiunte e stabilizzate.
è possibile che lo scarso controllo della rabbia sia da correlare allo scarso controllo dell'urina e delle feci, sul piano simbolico potrebbero essere assimilabili.
Provi a farlo nuovamente valutare da uno psicologo, almeno per far si che questa rabbia trovi un luogo adatto e consono alla sua elaborazione.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
<<I bambini, quando non sono a scuola, stanno sempre con la mamma perché il papà è sempre fuori per lavoro e i parenti sono lontani.>>
Gentile Signora,
le sue emozioni rispetto al fatto di dover farsi carico praticamente da sola di questi due bimbi quali sono? C'è forse della rabbia anche dentro di Lei?
Ha un lavoro, degli interessi, delle amicizie?
Con suo marito riesce a condividere le modalità educative con cui crescere i vostri figli?
Comprenderà che inserito in un contesto di classe (quindi con tanti altri bambini che presentano le loro individualità e le loro problematiche), il comportamento di suo figlio può essere davvero destabilizzante e compromettere non solo il suo rendimento scolastico, ma anche quello dei compagni. Certamente a scuola non si può pensare di lasciarlo sfogare, urlando e lanciando calci o oggetti...
Il bambino aveva frequentato la scuola dell'infanzia? Dal momento che queste "crisi" proseguono da un anno, si erano presentate anche lì? Come le avevate gestite?
C'è stato qualche cambiamento o qualche evento particolare nella vita del piccolo o in quella famigliare concomitante con l'esordio di queste crisi di rabbia?
A mio avviso si dovrebbe iniziare da una consulenza psicologica per voi genitori, innanzitutto per capire meglio come approcciarsi nel modo più efficace al vostro bambino per aiutarlo a superare questa modalità non adeguata di esprimere le sue emozioni, e parallelamente per comprendere quali cambiamenti utili possano essere messi in atto per far sì che vostro figlio riacquisti la serenità che ora è in parte compromessa.
Sarà cura del collega che vi seguirà decidere insieme a voi se sia il caso di incontrare anche il bambino oppure se inviarlo ad una valutazione neuropsichiatrica, come comprensibilmente suggerito dalle insegnanti.
Cordiali saluti.
Gentile Signora,
le sue emozioni rispetto al fatto di dover farsi carico praticamente da sola di questi due bimbi quali sono? C'è forse della rabbia anche dentro di Lei?
Ha un lavoro, degli interessi, delle amicizie?
Con suo marito riesce a condividere le modalità educative con cui crescere i vostri figli?
Comprenderà che inserito in un contesto di classe (quindi con tanti altri bambini che presentano le loro individualità e le loro problematiche), il comportamento di suo figlio può essere davvero destabilizzante e compromettere non solo il suo rendimento scolastico, ma anche quello dei compagni. Certamente a scuola non si può pensare di lasciarlo sfogare, urlando e lanciando calci o oggetti...
Il bambino aveva frequentato la scuola dell'infanzia? Dal momento che queste "crisi" proseguono da un anno, si erano presentate anche lì? Come le avevate gestite?
C'è stato qualche cambiamento o qualche evento particolare nella vita del piccolo o in quella famigliare concomitante con l'esordio di queste crisi di rabbia?
A mio avviso si dovrebbe iniziare da una consulenza psicologica per voi genitori, innanzitutto per capire meglio come approcciarsi nel modo più efficace al vostro bambino per aiutarlo a superare questa modalità non adeguata di esprimere le sue emozioni, e parallelamente per comprendere quali cambiamenti utili possano essere messi in atto per far sì che vostro figlio riacquisti la serenità che ora è in parte compromessa.
Sarà cura del collega che vi seguirà decidere insieme a voi se sia il caso di incontrare anche il bambino oppure se inviarlo ad una valutazione neuropsichiatrica, come comprensibilmente suggerito dalle insegnanti.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Ex utente
Buongiorno, innanzitutto grazie per i consigli prestati.
Avevo pensato anch'io ad una correlazione tra gestione della rabbia e controllo delle feci. Il bambino alterna periodi lunghi (parliamo di mesi) in cui si gestisce perfettamente, per poi ricadere in questi problemi magari ogni giorno per una settimana. Cosa scateni nuovamente il problema io non lo capisco.
Riguardo alla mia situazione, mi ritengo appagata, sono fortunata e ho un lavoro part time che mi impegna la mattina quando i bimbi sono a scuola e qualche amica con cui chiacchierare.
Sicuramente sono stanca, organizzare casa, lavoro e bambini praticamente da sola è difficile e il mio carattere ansioso non aiuta. Ma da qui a creare problemi nel bambino non credo. Anzi, i bambini al di fuori appaiono sereni e felici.
Mio marito quando c'è è un papà presente, molto disteso e divertente e i bambini gli vogliono molto bene.
Il bambino ha frequentato asilo nido e scuola dell'infanzia, l'anno scorso c'era stato qualche episodio di capricci e scenate perché voleva comandare su ogni cosa. Però nessun lancio di oggetti o calci alle porte. L'insegnante era stata in grado di farvi fronte e l'anno era finito senza problemi.
Durante l'estate, complice un campo estivo molto stimolante e ben gestito, la voglia di essere sempre primo e comandare sugli altri è diminuita.
Ho parlato nuovamente con il pediatra e lui ritiene che le crisi di rabbia siano nella norma, piuttosto lo preoccupa la cattiva gestione delle feci.
Non conosco bene le insegnanti di mio figlio dato che la scuola è iniziata da appena due mesi, ma ho la sensazione che questo problema, come altri, si sia molto ingrandito anche per loro incapacità di farvi fronte.
Con questo non voglio dire che sia compito delle insegnanti farsi carico dei problemi dei bambini, ma che se è da settembre che si sono manifestate le crisi violente vuol dire che a scuola c'è qualcosa che non va, anche se il bambino ci va sempre molto volentieri.
Detto questo contatterò nuovamente la psicologa per consultarmi con lei e riferirle della situazione.
Grazie ancora.
Avevo pensato anch'io ad una correlazione tra gestione della rabbia e controllo delle feci. Il bambino alterna periodi lunghi (parliamo di mesi) in cui si gestisce perfettamente, per poi ricadere in questi problemi magari ogni giorno per una settimana. Cosa scateni nuovamente il problema io non lo capisco.
Riguardo alla mia situazione, mi ritengo appagata, sono fortunata e ho un lavoro part time che mi impegna la mattina quando i bimbi sono a scuola e qualche amica con cui chiacchierare.
Sicuramente sono stanca, organizzare casa, lavoro e bambini praticamente da sola è difficile e il mio carattere ansioso non aiuta. Ma da qui a creare problemi nel bambino non credo. Anzi, i bambini al di fuori appaiono sereni e felici.
Mio marito quando c'è è un papà presente, molto disteso e divertente e i bambini gli vogliono molto bene.
Il bambino ha frequentato asilo nido e scuola dell'infanzia, l'anno scorso c'era stato qualche episodio di capricci e scenate perché voleva comandare su ogni cosa. Però nessun lancio di oggetti o calci alle porte. L'insegnante era stata in grado di farvi fronte e l'anno era finito senza problemi.
Durante l'estate, complice un campo estivo molto stimolante e ben gestito, la voglia di essere sempre primo e comandare sugli altri è diminuita.
Ho parlato nuovamente con il pediatra e lui ritiene che le crisi di rabbia siano nella norma, piuttosto lo preoccupa la cattiva gestione delle feci.
Non conosco bene le insegnanti di mio figlio dato che la scuola è iniziata da appena due mesi, ma ho la sensazione che questo problema, come altri, si sia molto ingrandito anche per loro incapacità di farvi fronte.
Con questo non voglio dire che sia compito delle insegnanti farsi carico dei problemi dei bambini, ma che se è da settembre che si sono manifestate le crisi violente vuol dire che a scuola c'è qualcosa che non va, anche se il bambino ci va sempre molto volentieri.
Detto questo contatterò nuovamente la psicologa per consultarmi con lei e riferirle della situazione.
Grazie ancora.
[#4]
"Avevo pensato anch'io ad una correlazione tra gestione della rabbia e controllo delle feci. Il bambino alterna periodi lunghi (parliamo di mesi) in cui si gestisce perfettamente, per poi ricadere in questi problemi magari ogni giorno per una settimana. Cosa scateni nuovamente il problema io non lo capisco."
Leggendola mi sembra l'ambito da attenzionare maggiormente..
Le feci, così come la minzione, hanno un significato simbolico e strettamente correlato alle emozioni ed al l'affettivita
Consulti la collega e, se desidera, ci dia notizie
Leggendola mi sembra l'ambito da attenzionare maggiormente..
Le feci, così come la minzione, hanno un significato simbolico e strettamente correlato alle emozioni ed al l'affettivita
Consulti la collega e, se desidera, ci dia notizie
[#5]
<<se è da settembre che si sono manifestate le crisi violente vuol dire che a scuola c'è qualcosa che non va>>
Non è detto: la scuola è un mondo in miniatura, dove ci si relaziona e ci si confronta con le altre persone, con delle regole condivise (da cui non si può prescindere, per rendere possibile una pacifica convivenza e il raggiungimento dei risultati attesi) e -cosa non da poco- con i propri limiti.
La scuola primaria ha finalità ed esigenze differenti rispetto alla scuola dell'infanzia, per questo le "richieste" fatte ai bambini danno per scontati certi prerequisiti (emotivi e relazionali) che a quell'età si ritiene siano comunemente presenti. Inoltre, c'è la grossa differenza che per la prima volta nella loro vita i bambini vengono giudicati per le loro "prestazioni" e che i genitori hanno sovente grosse aspettative su di loro.
Anche se è difficile, provi a guardare suo figlio non "con gli occhi della mamma" e ad immaginarlo in questi suoi accessi di rabbia in mezzo ad un'altra ventina di bimbi di 6 anni (con tutte le loro difficoltà ad esser lì...) che devono imparare a leggere, scrivere e far di conto. Lei in che modo interverrebbe, se fosse la maestra presente in classe in quel momento?
Non faccia l'errore di porsi preventivamente sulla difensiva (o, peggio, con giudizi negativi) nei confronti delle insegnanti: nel loro lavoro hanno occasione di osservare tanti bambini e tante situazioni differenti, perciò se hanno ritenuto opportuno sollevare il problema, non è di certo per lavarsene le mani, per accusarla di non essere una buona mamma o per etichettare suo figlio in qualche modo, ma perché probabilmente hanno valutato che è necessario unire le vostre forze per poterlo affrontare nel migliore dei modi.
Cordialmente,
Non è detto: la scuola è un mondo in miniatura, dove ci si relaziona e ci si confronta con le altre persone, con delle regole condivise (da cui non si può prescindere, per rendere possibile una pacifica convivenza e il raggiungimento dei risultati attesi) e -cosa non da poco- con i propri limiti.
La scuola primaria ha finalità ed esigenze differenti rispetto alla scuola dell'infanzia, per questo le "richieste" fatte ai bambini danno per scontati certi prerequisiti (emotivi e relazionali) che a quell'età si ritiene siano comunemente presenti. Inoltre, c'è la grossa differenza che per la prima volta nella loro vita i bambini vengono giudicati per le loro "prestazioni" e che i genitori hanno sovente grosse aspettative su di loro.
Anche se è difficile, provi a guardare suo figlio non "con gli occhi della mamma" e ad immaginarlo in questi suoi accessi di rabbia in mezzo ad un'altra ventina di bimbi di 6 anni (con tutte le loro difficoltà ad esser lì...) che devono imparare a leggere, scrivere e far di conto. Lei in che modo interverrebbe, se fosse la maestra presente in classe in quel momento?
Non faccia l'errore di porsi preventivamente sulla difensiva (o, peggio, con giudizi negativi) nei confronti delle insegnanti: nel loro lavoro hanno occasione di osservare tanti bambini e tante situazioni differenti, perciò se hanno ritenuto opportuno sollevare il problema, non è di certo per lavarsene le mani, per accusarla di non essere una buona mamma o per etichettare suo figlio in qualche modo, ma perché probabilmente hanno valutato che è necessario unire le vostre forze per poterlo affrontare nel migliore dei modi.
Cordialmente,
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 38.7k visite dal 12/11/2015.
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