Dubbi su relazione e sofferenza

Buongiorno, volevo descrivere la situazione che si sta verificando nella mia storia. Abbiamo 29 e 28 anni e siamo fidanzati da 6 anni, abbiamo sempre vissuto vicini pur non convivendo ma spesso era come esserlo dato che passavamo la maggiorparte del tempo assieme. A maggio lei parte per un lavoro a 1300 km di distanza, un’esperienza del tutto nuova a contatto con molte persone e varie situazioni. I primi 2 mesi li ho vissuti così e così ma solamente per il cambiamento di routine, ci sentivamo spesso fino ad ottobre dove ho notato un atteggiamento leggermente più freddo nei miei confronti e non riuscivo a spiegarmi il perchè. Questa freddezza la percepivo e mi faceva stare male perchè non riuscivo a darmi delle risposte, sensazioni di ansia nausea e pensieri fissi su di lei. Il suo progetto di lavoro a distanza doveva finire a novembre ma nel frattempo lei viene presa per un altro progetto dalla durata di un anno in un paese estero. Ci vediamo per 4 giorni prima che lei riparta per la nuova avventura e parliamo di tutti i dubbi e mi dice che effettivamente la freddezza era causata da questa nuova esperienza che aveva cambiato qualcosa in lei e che spesso non sentiva l’esigenza di sentirmi anche perchè secondo lei non ero in grado di tirarla su nei momenti di difficoltà. Oltretutto aveva dei sospetti che io stessi male per lei e alla fine gliel’ho confessato e non l’ha presa molto bene. Dice che non vuole che sto male per lei, vuole che sia forte e indipendente. Dice che mi ama ancora e ci tiene a me nonostante questa esperienza e quella che verrà possono magari far calare un po il sentimento. Lei vuole un compagno che gli sia vicino specialmente nei momenti di tristezza e soprattutto vuole che io riesca a stare bene anche senza di lei momentaneamente. Abbiamo cercato di capire assieme che soluzione attuare per cercare di vivere la distanza e continuare questa storia ormai consolidata, lei addirittura ha pensato pure ad una pausa nel pensiero di farmi stare meglio ma secondo me non è la soluzione ideale. Tutto ciò mi fa vivere costantemente male, ho ansia, vuoto dentro di me, pensieri costanti verso di lei e sulla nostra relazione, sono assalito da mille dubbi tra cui la paura di perderla, non so come comportarmi in questo periodo di distanza, stavo pure pensando di chiudere tutto ma secondo me non è la soluzione adatta perchè il sentimento c'è per entrambi e vivrei nei rimorsi. C'è la paura di restare solo e so bene che dovrei vivere la mia vita che lei ci sia e non ci sia, ma vorrei creare un compromesso per continuare la relazione facendola tornare solida e nello stesso tempo cercare di stare bene con me stesso e vivermi questo periodo tranquillamente e senza pensieri.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Utente,
quella che descrivi è una relazione di coppia piuttosto esclusiva e totalizzante che è stata messa alla prova da un cambiamento radicale: il trasferimento della tua ragazza all'estero.
Nonostante tutto, avete scelto di proseguire la relazione come se non fosse cambiato nulla, in realtà ognuno di voi vive questa condizione con una certa insoddisfazione ma il confronto con l'altro si limita ad una valutazione razionale e ragionevole nella quale relazione di coppia e opportunità lavorative di un partner sono percepiti come contrapposti e inconciliabili.
Entrambi vi concentrate sulle possibili soluzioni che, non a caso, implicano la rinuncia di una o dell'altra posta in gioco, finendo per lasciarvi più confusi e insoddisfatti di prima.
Forse prima di concentrarsi sulla soluzione bisognerebbe "fare luce" sui vostri rispettivi vissuti e sulle emozioni che li accompagnano come ad esempio la paura di restare soli che tu stesso hai evidenziato.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Utente
Utente
La mia oltre che una paura di restare solo è una diciamo "fissazione" formata da pensieri ricorrenti verso di lei che siano positivi o negativi. Il nostro difetto è che specialmente durante gli ultimi anni il dialogo verso la nostra relazione è stato piuttosto scarso per via dell'abitudine, del pensiero che tanto sto bene con lei e non mi importa del resto. Prima di partire mi ha fatto presente che nell'ultimo anno che eravamo assieme lei spesso ha avuto il bisogno di essere consolata e che io non sono riuscito a tirarla su nei momenti di bisogno ma evidentemente io non me ne accorgevo e davo per scontato che tutto andasse per filo e per segno. Ho individuato quali sono i miei difetti in tal senso e sto cercando di provvedere non solo per lei ma anche per me stesso. Nel frattempo continuo a vivere nel buio e nell'ansia...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
"ll nostro difetto è che specialmente durante gli ultimi anni il dialogo verso la nostra relazione è stato piuttosto scarso per via dell'abitudine"

Non si tratta di un difetto, l'abitudine è una trappola insidiosa che si insinua progressivamente nelle pieghe della quotidianità fino a rendere tutto scontato e prevedibile, di conseguenza il silenzio prende il posto del confronto e del dialogo.
In realtà entrambi avete affrontato una relazione di coppia forse entrando troppo velocemente nel ruolo del partner ufficiale e quindi definitivo.
Tuttavia il cambiamento radicale ha fatto affiorare brutalmente un'altra realtà: quella di una relazione nella quale la distanza affettiva si era creata molto prima del trasferimento della sua fidanzata.


" non sono riuscito a tirarla su nei momenti di bisogno ma evidentemente io non me ne accorgevo"

La relazione di coppia non dovrebbe diventare il cestino nel quale svuotare le reciproche insoddisfazioni ma uno spazio utile per coltivare le risorse individuali e relazionali, naturalmente si tratta anche di uno spazio che talvolta diventi spazio di ascolto e di sostegno reciproco.


"La mia oltre che una paura di restare solo è una diciamo "fissazione" formata da pensieri ricorrenti "

A volte quando ci rifiutiamo di accettare la nostra paura, tentiamo di tenerla sotto controllo razionalizzandola ma, in questo modo però finiamo per alimentare un circolo vizioso di pensieri negativi che si avvitano su se stessi nel quale investiamo una grande quantità di energie mentali senza ottenere alcun cambiamento.
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Utente
Utente
Grazie per le risposte. Secondo lei come dovrei agire ?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Il compito dello psicologo non è quello di sostituirsi all'altro indicando scelte, comportamenti o peggio dando consigli su cosa è giusto fare, per questi ultimi meglio rivolgersi ad amici e familiari.
La mia risposta intendeva aiutarla a fare chiarezza ed eventualmente offrire uno spunto di riflessione e di approfondimento da condividere con la sua ragazza al fine di avviare un confronto che possa aiutarvi ad individuare le aree di vulnerabilità all'interno della relazione di coppia.
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Utente
Utente
Si non intendevo che mi desse delle scelte da fare ma piuttosto su quali punti andare a lavorare per stare bene con me stesso e cercare di preservare la relazione...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
La risposta alle sue domande la trova nella replica n°3.
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Utente
Utente
Ok, individuati i punti su cuoi lavorare sto provvedendo anche se a distanza non è facile. In ogni caso resta in sospeso il fatto che lei è sempre nei miei pensieri che siano positivi o negativi, durante la giornata è spesso nella mia testa e ciò non è un bene per me e per affrontare la vita di tutti i giorni. La notte riesco a prendere sonno facilmente ma mi capita di svegliarmi presto sognandola e pensando sempre a lei. Va meglio quando sono occupato in attività anche se capita pure quando sono impegnato in altro. Non so se tutto ciò si sta trasformando in un pensiero ossessivo convulsivo, fatto sta che ne voglio uscire ma non so da che parte iniziare.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Cosa intende quando afferma "sto provvedendo anche se a distanza nonep e facile"?.

La tendenza ad avere pensieri ricorrenti in una situazione del genere non va confusa con il sintomo di.una patologia tuttavia se la sofferenza trova uno spazio disponibile all'ascolto e all'elaborazione la razionalità può alimentare rimuginazione.
Sarebbe utile condividere in prima battuta il suo vissuto con la sua ragazza come le avevo gia consigliato nella replica 5.
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Utente
Utente
Intendevo che in un rapporto a distanza è più difficile comunicare rispetto a essere di presenza. La mia ragazza è al corrente della situazione in cui mi trovo e per quanto possa essermi "vicina" anche a distanza io penso che sia una cosa che devo risolvere da solo o magari con l'aiuto di qualche specialista, devo trovare quell'indipendenza che mi permette di farmi la mia vita in questo periodo di distanza a discapito di lei. Ha detto bene io non faccio altro che rimuginare e voglio assolutamente uscire da questa situazione.