Ansia, paura e tristezza che mi bloccano
Salve,
sono una ragazza di 23 anni, da sempre ho problemi di eccessiva stanchezza mentale e fisica; sono stata da un neurologo che, dopo degli esami, ha ipotizzato una sindrome ansioso depressiva (dato che ho escluso cause organiche effettuando più controlli con altri medici). Effettivamente avevo il dubbio che il mio malessere derivasse dalla mente. In passato sono stata dalla psicologa per problemi di ansia e tristezza (forse dovuti ad alcuni episodi che ho vissuto nell'infanzia). Ho assunto Depakin per circa un anno sotto consiglio di una psichiatra. Con l'università i problemi sembravano essere passati.
...Ho vinto una borsa di studio per la specialistica e mi sono trasferita in un'altra città da qualche mese per frequentare le lezioni. Ogni volta che devo tornare su o che penso alla città, alla marea di persone che mi passerà accanto... inizio a stare molto male. Mi viene sempre da piangere. Ho di nuovo paura delle persone, mi viene una grande rabbia nei confronti della gente e mi sento triste. In particolare ho paura degli uomini che incontro per strada o che si siedono vicino a me nei mezzi pubblici (e anche del pensiero stesso degli uomini sconosciuti che incontrerò, ho come la sensazione che se non fossi una donna sarebbe tutto più facile).
Vorrei lasciare questa scuola e riprenderla in futuro, perché da quando mi sono trasferita sono tornati i brutti pensieri che ho sempre avuto come di "fondo", dentro di me, latenti. Ho paura di non essere umanamente pronta, ho testato i miei limiti, ma credo di aver sbagliato ad essermi iscritta, perché devo ancora fare tirocinio e scrivere la tesi per la triennale. Troppa carne al fuoco (vorrei solo poter rimanere a casa per mettermi a scrivere questa tesi con calma!).
Il neurologo vorrebbe darmi una cura, io gli ho risposto che vorrei tornare a fare psicoterapia perché mi sento veramente bloccata adesso. Ho un rigetto per l'università, provocato, forse, da questo mio malessere. Non riesco neanche a prendere decisioni perché sento una grande confusione in testa.
Vivo con il pensiero che il mondo sia un brutto posto, ingiusto e non riesco a trovare un significato alla nostra esistenza e alle nostre azioni...per questo mi sento frenata nelle mie decisioni, credo che ogni cosa possa scegliere, non mi porterà a nulla.
Vorrei qualche consiglio per gestire questa situazione.
grazie mille per la vostra attenzione!
sono una ragazza di 23 anni, da sempre ho problemi di eccessiva stanchezza mentale e fisica; sono stata da un neurologo che, dopo degli esami, ha ipotizzato una sindrome ansioso depressiva (dato che ho escluso cause organiche effettuando più controlli con altri medici). Effettivamente avevo il dubbio che il mio malessere derivasse dalla mente. In passato sono stata dalla psicologa per problemi di ansia e tristezza (forse dovuti ad alcuni episodi che ho vissuto nell'infanzia). Ho assunto Depakin per circa un anno sotto consiglio di una psichiatra. Con l'università i problemi sembravano essere passati.
...Ho vinto una borsa di studio per la specialistica e mi sono trasferita in un'altra città da qualche mese per frequentare le lezioni. Ogni volta che devo tornare su o che penso alla città, alla marea di persone che mi passerà accanto... inizio a stare molto male. Mi viene sempre da piangere. Ho di nuovo paura delle persone, mi viene una grande rabbia nei confronti della gente e mi sento triste. In particolare ho paura degli uomini che incontro per strada o che si siedono vicino a me nei mezzi pubblici (e anche del pensiero stesso degli uomini sconosciuti che incontrerò, ho come la sensazione che se non fossi una donna sarebbe tutto più facile).
Vorrei lasciare questa scuola e riprenderla in futuro, perché da quando mi sono trasferita sono tornati i brutti pensieri che ho sempre avuto come di "fondo", dentro di me, latenti. Ho paura di non essere umanamente pronta, ho testato i miei limiti, ma credo di aver sbagliato ad essermi iscritta, perché devo ancora fare tirocinio e scrivere la tesi per la triennale. Troppa carne al fuoco (vorrei solo poter rimanere a casa per mettermi a scrivere questa tesi con calma!).
Il neurologo vorrebbe darmi una cura, io gli ho risposto che vorrei tornare a fare psicoterapia perché mi sento veramente bloccata adesso. Ho un rigetto per l'università, provocato, forse, da questo mio malessere. Non riesco neanche a prendere decisioni perché sento una grande confusione in testa.
Vivo con il pensiero che il mondo sia un brutto posto, ingiusto e non riesco a trovare un significato alla nostra esistenza e alle nostre azioni...per questo mi sento frenata nelle mie decisioni, credo che ogni cosa possa scegliere, non mi porterà a nulla.
Vorrei qualche consiglio per gestire questa situazione.
grazie mille per la vostra attenzione!
[#2]
Gentile ragazza,
Concordo con quanto dice:
La sindrome ansioso-depressiva e' una situazione delicata che va curata in modo sia farmacologico sia psicoterapeutico, una terapia integrata.
I farmaci infatti non bastano a ristrutturare quelle modalita' di sentire che determinano la depressione e l'ansia.
Si organizzi per cercare una terapia psicodinamica e ci tenga informati!
I migliori saluti.
Concordo con quanto dice:
La sindrome ansioso-depressiva e' una situazione delicata che va curata in modo sia farmacologico sia psicoterapeutico, una terapia integrata.
I farmaci infatti non bastano a ristrutturare quelle modalita' di sentire che determinano la depressione e l'ansia.
Si organizzi per cercare una terapia psicodinamica e ci tenga informati!
I migliori saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Gentile ragazza,
Concordo con quanto dici:
La sindrome ansioso-depressiva e' una situazione delicata che va curata in modo farmacologico e psicoterapeutico, una terapia integrata.
I farmaci infatti non bastano a ristrutturare quelle modalita' di sentire che determinano la depressione e l'ansia.
Si organizzi per cercare una terapia psicodinamica e ci tenga informati.
I migliori saluti.
Concordo con quanto dici:
La sindrome ansioso-depressiva e' una situazione delicata che va curata in modo farmacologico e psicoterapeutico, una terapia integrata.
I farmaci infatti non bastano a ristrutturare quelle modalita' di sentire che determinano la depressione e l'ansia.
Si organizzi per cercare una terapia psicodinamica e ci tenga informati.
I migliori saluti.
[#4]
Utente
Salve, grazie per le vostre risposte.
Volevo aggiornarvi. Ho ripreso la psicoterapia questa volta cambiando terapeuta perché con la dottoressa precedente non mi sono trovata bene. La nuova terapeuta sembra molto più chiara e già dalle prime sedute sono riuscita ad avere un quadro più specifico. E' venuto fuori che dovrò lavorare nella costruzione della mia persona perché nella mia situazione sembra che la mia personalità sembra rimasta quella di una bambina, anche i miei genitori mi rinfacciano sempre di non riuscire gestire le frustrazioni ...come una bambina dell'asilo, di fatti non riesco a contenere la rabbia, vado in crisi e spesso ho delle reazioni violente e brusche spesso rivolte verso i miei genitori, il mio ragazzo o gli oggetti, oppure arrivo al punto di minacciare il suicidio. E' come se dovessi liberarmi dal caos che sento in testa, quindi a volte inizio a lamentarmi di tutto scaricando sugli altri ciò che sento. Mentre quando sono con gli altri, all'università, con gli amici, insomma nel mondo esterno, sento il dovere di mostrarmi sempre educata e non arrabbiarmi con nessuno (credo di aver paura delle mie reazioni violente), in modo che anche le persone mi ricambino con l'educazione e la cortesia. Così facendo non sono mai entrata in contatto profondo con gli altri, infatti ho pochissimi amici e non mi sento a mio agio neanche con loro.
La dottoressa ha parlato di fenomeno di proiezione e di scissione, può esser giusto? Le sedute ancora non sono state molte, ma durante la pausa natalizia, ad esempio, sentivo la mancanza di un supporto.
grazie dell'attenzione.
Volevo aggiornarvi. Ho ripreso la psicoterapia questa volta cambiando terapeuta perché con la dottoressa precedente non mi sono trovata bene. La nuova terapeuta sembra molto più chiara e già dalle prime sedute sono riuscita ad avere un quadro più specifico. E' venuto fuori che dovrò lavorare nella costruzione della mia persona perché nella mia situazione sembra che la mia personalità sembra rimasta quella di una bambina, anche i miei genitori mi rinfacciano sempre di non riuscire gestire le frustrazioni ...come una bambina dell'asilo, di fatti non riesco a contenere la rabbia, vado in crisi e spesso ho delle reazioni violente e brusche spesso rivolte verso i miei genitori, il mio ragazzo o gli oggetti, oppure arrivo al punto di minacciare il suicidio. E' come se dovessi liberarmi dal caos che sento in testa, quindi a volte inizio a lamentarmi di tutto scaricando sugli altri ciò che sento. Mentre quando sono con gli altri, all'università, con gli amici, insomma nel mondo esterno, sento il dovere di mostrarmi sempre educata e non arrabbiarmi con nessuno (credo di aver paura delle mie reazioni violente), in modo che anche le persone mi ricambino con l'educazione e la cortesia. Così facendo non sono mai entrata in contatto profondo con gli altri, infatti ho pochissimi amici e non mi sento a mio agio neanche con loro.
La dottoressa ha parlato di fenomeno di proiezione e di scissione, può esser giusto? Le sedute ancora non sono state molte, ma durante la pausa natalizia, ad esempio, sentivo la mancanza di un supporto.
grazie dell'attenzione.
[#5]
Gentile ragazza,
La pausa natalizie ed estiva sono due momenti di sospensione che costituiscono un piccolo test.
La mancanza del supporto la si sente eccome, specialmente con una sintomatologia quale Lei riferisce, ma nel periodo precedente va elaborata con il terapeuta per fronteggiarla in modo positivo.
La proiezione e la scissione sono meccanismi di difesa inconsci e saranno tema di diverse sedute perche' parte integrante della Sua personalita'.
Le auguro di stabilire una alleanza terapeutica cosi' sicura da essere essa stessa un sostegno validissimo.
I migliori saluti.
La pausa natalizie ed estiva sono due momenti di sospensione che costituiscono un piccolo test.
La mancanza del supporto la si sente eccome, specialmente con una sintomatologia quale Lei riferisce, ma nel periodo precedente va elaborata con il terapeuta per fronteggiarla in modo positivo.
La proiezione e la scissione sono meccanismi di difesa inconsci e saranno tema di diverse sedute perche' parte integrante della Sua personalita'.
Le auguro di stabilire una alleanza terapeutica cosi' sicura da essere essa stessa un sostegno validissimo.
I migliori saluti.
[#6]
Utente
Salve di nuovo,
durante l'ultima seduta, la dottoressa mi ha detto che sarebbe meglio per me andare avanti in questo percorso terapeutico perché se no potrei farmi sopraffare da "questo disturbo di personalità" ...
E' la prima volta che le sento dire questa cosa; secondo voi, mi ha già diagnosticato un qualche disturbo di personalità o forse è solo paura che i miei comportamenti possano sfociare in un disturbo conclamato?
(ricordo che i miei problemi sono: ansia; rabbia di fondo; scatti d'ira in famiglia e ragazzo; grande sensazione di vuoto e inutilità che colmo con idealizzazione o innamoramenti "lampo" di uomini o donne; paura delle persone perché mi sembrano per la maggior parte cattive; sensazione di non valere niente quindi non riesco a fare le cose da sola o delego decisioni importanti agli altri; non ho ben chiaro chi sono e cosa voglio fare, tendo ad iniziare un percorso per poi cambiare perché non ne sono più convinta; a volte ho pensieri di suicidio e per calmarmi spesso scavo la pelle finché non sento fuoriuscire del liquido; sono molto sensibile alle emozioni... )
grazie di nuovo per la vostra attenzione !
durante l'ultima seduta, la dottoressa mi ha detto che sarebbe meglio per me andare avanti in questo percorso terapeutico perché se no potrei farmi sopraffare da "questo disturbo di personalità" ...
E' la prima volta che le sento dire questa cosa; secondo voi, mi ha già diagnosticato un qualche disturbo di personalità o forse è solo paura che i miei comportamenti possano sfociare in un disturbo conclamato?
(ricordo che i miei problemi sono: ansia; rabbia di fondo; scatti d'ira in famiglia e ragazzo; grande sensazione di vuoto e inutilità che colmo con idealizzazione o innamoramenti "lampo" di uomini o donne; paura delle persone perché mi sembrano per la maggior parte cattive; sensazione di non valere niente quindi non riesco a fare le cose da sola o delego decisioni importanti agli altri; non ho ben chiaro chi sono e cosa voglio fare, tendo ad iniziare un percorso per poi cambiare perché non ne sono più convinta; a volte ho pensieri di suicidio e per calmarmi spesso scavo la pelle finché non sento fuoriuscire del liquido; sono molto sensibile alle emozioni... )
grazie di nuovo per la vostra attenzione !
[#7]
Gentile ragazza,
Non e' il caso che Lei chieda a noi cosa puo' avere pensato la Sua psicoterapeuta. Rimetterebbe in atto il sintomo di non fidarsi. E questo nei confronti della Sua terapeuta sarebbe di danno per Lei.
Quindi esponga proprio alla Sua terapeuta la domanda che ha posto a noi.
Per iniziare almeno a modificare l'ottica da cui guarda il mondo.
I migliori saluti
Non e' il caso che Lei chieda a noi cosa puo' avere pensato la Sua psicoterapeuta. Rimetterebbe in atto il sintomo di non fidarsi. E questo nei confronti della Sua terapeuta sarebbe di danno per Lei.
Quindi esponga proprio alla Sua terapeuta la domanda che ha posto a noi.
Per iniziare almeno a modificare l'ottica da cui guarda il mondo.
I migliori saluti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 5.2k visite dal 08/11/2015.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.