Ansia e sintomi collegati...
Salve,
da Giugno dell'anno scorso ho iniziato a soffrire d'ansia.
Ho effettuato tutti i controlli quali analisi del sangue, elettrocardiogramma, patch test, otorino e analisi per le allergie alimentari per sintomi quali: vertigini, senso di sbandamento, respiro corto, tachicardia e "tremori (nella fase iniziale)". Inizialmente le giornate erano un inferno, rimanevo chiuso in casa e ciò invece di tranquillizzarmi mi agitava ancora di più. Infatti, 2 mesi più tardi, ho iniziato a lavorare ed ho avuto un po' di sollievo, tra alti e bassi però quanto meno ogni tanto avevo fasi di sollievo.
Durante questo lungo periodo mi sono interrogato su cosa avesse potuto scatenare la mia ansia e credo di essere giunto alla conclusione che al 90% è dovuto alla relazione con la mia partner.
Mi sono fidanzato con lei quando eravamo praticamente bambini, 14-15 anni ed allora non rendendomi conto ho iniziato questa relazione basata sulla gelosia e concentrando tutta la mia vita su di lei. Lei viveva e vive ancora una situazione familiare disastrosa, i suoi sono sempre in preda al nervosismo e freddi con lei, e ciò le ha causato una situazione ansiosa e problematica infinita. Ma io, amandola le sono sempre stato vicino cercando di darle tutto l'affetto che le era sempre mancato. Facendo ciò però, senza rendermene conto mi sono sin da piccolo caricato tutti i problemi suoi e della sua famiglia, oltre al fatto di sentirmi non accettato e diverso da loro. (Vengo da una famiglia che mi ha sempre sostenuto e lasciato la libertà di agire) Crescendo sono maturato ed ho capito che la possessività non era un modo di amare una persona e giorno dopo giorno mi rendevo conto di essere rimasto solo dato che non mi consente neanche di avere amicizie dell'altro sesso, mi proibisce persino il saluto. Le ho provato a parlare ma è come parlare ad un muro ed io mi sento soffocare. Data la situazione non è possibile nemmeno parlare con i suoi, che non capirebbero. Dentro me sento che la cosa giusta è lasciarla, perchè se continuo così penso di morire io perchè non è più vita, lei vede me e nient'altro, io vedo lei sì ma vorrei anche vivere e non è servito nemmeno parlarne 10000 volte. Tutto il male che le hanno fatto l'ha portata a concentrare la sua vita su di me e su nessun altro tipo di interesse e rimanendo insieme penso sia un danno anche per lei perchè non si sbloccherà mai da questo pensiero. Il punto è che in questa situazione se la lascio ho paura he possa fare un gesto ingenuo (mi ha raccontato in passato di aver provato ad uccidersi per un ragazzo che l'ha lasciata dopo una settimana, io ci sto da anni con lei). E' tutto così complicato e non so più come affrontare tutta questa situazione.
Spero che qualcuno di voi mi possa aiutare.
Grazie!
da Giugno dell'anno scorso ho iniziato a soffrire d'ansia.
Ho effettuato tutti i controlli quali analisi del sangue, elettrocardiogramma, patch test, otorino e analisi per le allergie alimentari per sintomi quali: vertigini, senso di sbandamento, respiro corto, tachicardia e "tremori (nella fase iniziale)". Inizialmente le giornate erano un inferno, rimanevo chiuso in casa e ciò invece di tranquillizzarmi mi agitava ancora di più. Infatti, 2 mesi più tardi, ho iniziato a lavorare ed ho avuto un po' di sollievo, tra alti e bassi però quanto meno ogni tanto avevo fasi di sollievo.
Durante questo lungo periodo mi sono interrogato su cosa avesse potuto scatenare la mia ansia e credo di essere giunto alla conclusione che al 90% è dovuto alla relazione con la mia partner.
Mi sono fidanzato con lei quando eravamo praticamente bambini, 14-15 anni ed allora non rendendomi conto ho iniziato questa relazione basata sulla gelosia e concentrando tutta la mia vita su di lei. Lei viveva e vive ancora una situazione familiare disastrosa, i suoi sono sempre in preda al nervosismo e freddi con lei, e ciò le ha causato una situazione ansiosa e problematica infinita. Ma io, amandola le sono sempre stato vicino cercando di darle tutto l'affetto che le era sempre mancato. Facendo ciò però, senza rendermene conto mi sono sin da piccolo caricato tutti i problemi suoi e della sua famiglia, oltre al fatto di sentirmi non accettato e diverso da loro. (Vengo da una famiglia che mi ha sempre sostenuto e lasciato la libertà di agire) Crescendo sono maturato ed ho capito che la possessività non era un modo di amare una persona e giorno dopo giorno mi rendevo conto di essere rimasto solo dato che non mi consente neanche di avere amicizie dell'altro sesso, mi proibisce persino il saluto. Le ho provato a parlare ma è come parlare ad un muro ed io mi sento soffocare. Data la situazione non è possibile nemmeno parlare con i suoi, che non capirebbero. Dentro me sento che la cosa giusta è lasciarla, perchè se continuo così penso di morire io perchè non è più vita, lei vede me e nient'altro, io vedo lei sì ma vorrei anche vivere e non è servito nemmeno parlarne 10000 volte. Tutto il male che le hanno fatto l'ha portata a concentrare la sua vita su di me e su nessun altro tipo di interesse e rimanendo insieme penso sia un danno anche per lei perchè non si sbloccherà mai da questo pensiero. Il punto è che in questa situazione se la lascio ho paura he possa fare un gesto ingenuo (mi ha raccontato in passato di aver provato ad uccidersi per un ragazzo che l'ha lasciata dopo una settimana, io ci sto da anni con lei). E' tutto così complicato e non so più come affrontare tutta questa situazione.
Spero che qualcuno di voi mi possa aiutare.
Grazie!
[#1]
Gentile Utente;
dovrebbe riflettere, con l'aiuto di un professionista, su due punti:
Il suo benessere psico fisico
La sua coppia
Non è detto che i due ambiti siano disgiunti.
Vi siete fidanzati da ragazzini e la scelta del partner a questa età assolve a particolari funzioni che troverà spiegate nella seguente lettura.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1824-le-scelte-del-partner-e-le-loro-conseguenze.html
Dopo le indagini mediche le hanno suggerito una valutazione psicologica?
La diagnosi è stata ansia e disturbi psico somatici?
dovrebbe riflettere, con l'aiuto di un professionista, su due punti:
Il suo benessere psico fisico
La sua coppia
Non è detto che i due ambiti siano disgiunti.
Vi siete fidanzati da ragazzini e la scelta del partner a questa età assolve a particolari funzioni che troverà spiegate nella seguente lettura.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1824-le-scelte-del-partner-e-le-loro-conseguenze.html
Dopo le indagini mediche le hanno suggerito una valutazione psicologica?
La diagnosi è stata ansia e disturbi psico somatici?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Ho letto l'articolo è l'ho trovato davvero interessante e veritiero.
Il mio medico mi ha soltanto dato un ansiolitico nella fase iniziale più acuta che in realtà invece di calmarmi aumentava i sintomi dell'ansia, a causa del fatto che ancora non sapevo cosa fosse l'ansia e quindi auto alimentavo la mia paura su tutto, anche sul farmaco appunto.
Non mi è stato suggerito nessuna valutazione psicologica, dai sintomi mi è stato detto si trattasse di ansia, una volta escluse le cause organiche.
Mi sono documentato molto sull'ansia in questi mesi grazie a dei professionisti che ne parlavano su internet e mi sono interrogato per capire cosa non va in me e penso proprio di aver capito che parte tutto dalla mia voglia di libertà imprigionata, sento il bisogno di lasciarmi andare alla vita, è troppo tempo che sto con il freno a mano. Purtroppo penso troppo agli altri e poco a me stesso, questo mi porta a non lasciare la mia ragazza per paura che soffra e faccia qualche gesto sbagliato, nel frattempo rimango a soffrire ed accumulare. Questo in realtà non solo in amore, è un po' la mia personalità, sono una persona molto sensibile.
Grazie per la sua risposta. Se ha dei consigli sono pronto ad ascoltarla.
Il mio medico mi ha soltanto dato un ansiolitico nella fase iniziale più acuta che in realtà invece di calmarmi aumentava i sintomi dell'ansia, a causa del fatto che ancora non sapevo cosa fosse l'ansia e quindi auto alimentavo la mia paura su tutto, anche sul farmaco appunto.
Non mi è stato suggerito nessuna valutazione psicologica, dai sintomi mi è stato detto si trattasse di ansia, una volta escluse le cause organiche.
Mi sono documentato molto sull'ansia in questi mesi grazie a dei professionisti che ne parlavano su internet e mi sono interrogato per capire cosa non va in me e penso proprio di aver capito che parte tutto dalla mia voglia di libertà imprigionata, sento il bisogno di lasciarmi andare alla vita, è troppo tempo che sto con il freno a mano. Purtroppo penso troppo agli altri e poco a me stesso, questo mi porta a non lasciare la mia ragazza per paura che soffra e faccia qualche gesto sbagliato, nel frattempo rimango a soffrire ed accumulare. Questo in realtà non solo in amore, è un po' la mia personalità, sono una persona molto sensibile.
Grazie per la sua risposta. Se ha dei consigli sono pronto ad ascoltarla.
[#3]
"Non mi è stato suggerito nessuna valutazione psicologica, dai sintomi mi è stato detto si trattasse di ansia, una volta escluse le cause organiche."
Appunto, escluse le cause organiche si deve lavorare su quelle psichiche
Internet non è un clinico, a volte contribuisce solo ad aumentare l'ansia, si rivolga ad un nostro collega per una valutazione completa, poi si stabilirà il da farsi.
Auguri per tutto
Appunto, escluse le cause organiche si deve lavorare su quelle psichiche
Internet non è un clinico, a volte contribuisce solo ad aumentare l'ansia, si rivolga ad un nostro collega per una valutazione completa, poi si stabilirà il da farsi.
Auguri per tutto
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 06/11/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Allergia
L'allergia è una reazione immunitaria eccessiva di fronte a una sostanza (allergene) innocua per molti. Gli allergeni più frequenti e le forme di allergie.