Non riuscire a dimenticare
Ho 21 anni e da più di un anno e mezzo il mio ragazzo mi ha lasciata. Da quel giorno non trovo pace. Mi ha lasciata in un momento di fragilità ( a 13 anni ho perso mio padre improvvisamente e a 19 mia nonna, ho cominciato solo verso i venti a sentire il peso di questi lutti), l'ha fattopiangendo, chiedendomi di riprendermi, di farlo per lui. Da quel momento questo ragazzo è sparito completamente dalla mia vita, mi ha bloccato ovunque, così da non essere più reperibile.
Io ho cominciato a digiunare e di conseguenza a dimagrire, ho preso farmaci antidepressivi, ansiolitici e sonniferi (anche oltre le dosi consigliate) per poter andare avanti. Ma a mio parere, ciò che mi vendevano come un salvagente per guarire si è rivelato solo un'arma distruttiva. Pur di sentirlo compravo nuove schede per chiamarlo, e lui puntualmente mi bloccava. Piangevo e mi disperavo con lui. Un bel giorno ho eliminato tutte queste sostanze che non mi permettevano di ragionare e di soffrire il mio dolore e posso dire di essere guarita dalla depressione: ho ricominciato a uscire con le mie amiche e ho ripreso i 10 chili persi. Il mio secondo anno di università è stato pieno di sconfitte, ho dato solo due esami (studio giurisprudenza), ma ho deciso di continuare anche se questo significa perdere un anno. Non so niente della sua vita, se non che ha continuato ad essere un tipo riservato, studioso, senza storie amorose importanti.
La voglia di comunicare con lui è sempre molto viva, ci penso tutti i giorni, tutti i momenti. Ho provato anche a mandare avanti un'amica, e non le ha risposto. Ho paura a farmi vedere nei posti che frequenta perché è sempre circondato dai suoi amici e si sentirebbe forte nel mandarmi via (dopo qualche mese che c'eravamo lasciati, io imbottita di psicofarmaci, l'ho fermato per la strada ma non ne ha volto sapere di parlarmi, anzi voleva chiamare i carabinieri). Provo a frequentare i posti che di solito frequenta ma non lo incontro mai! Non sono più riuscita ad avere una relazione, non ho mai accettato un'uscita con un corteggiatore. Sento di non averne voglia.
Ditemi, è così sbagliato cercare il contatto con lui, che amo ancora, per dirgli che quando ci siamo lasciati io stavo soffrendo? Che vorrei ricominciare, che sono cambiata, ho capito i miei sbagli? E se da parte sua non ci fosse la volontà, vorrei quantomeno mantenere i rapporti civili? Come potrei approcciarmi con lui? Ho paura anche di presentarmi a casa perché temo possa chiamare i carabinieri. Odio sentirmi dire che sono giovane e bella, potrei averne quanti voglio. Di fatto è così, ma io sono diversa. Lui rappresenta l'ennesimo abbandono silenzioso della mia vita, non riesco a dimenticarlo.
Ringrazio tutti anticipatamente
Io ho cominciato a digiunare e di conseguenza a dimagrire, ho preso farmaci antidepressivi, ansiolitici e sonniferi (anche oltre le dosi consigliate) per poter andare avanti. Ma a mio parere, ciò che mi vendevano come un salvagente per guarire si è rivelato solo un'arma distruttiva. Pur di sentirlo compravo nuove schede per chiamarlo, e lui puntualmente mi bloccava. Piangevo e mi disperavo con lui. Un bel giorno ho eliminato tutte queste sostanze che non mi permettevano di ragionare e di soffrire il mio dolore e posso dire di essere guarita dalla depressione: ho ricominciato a uscire con le mie amiche e ho ripreso i 10 chili persi. Il mio secondo anno di università è stato pieno di sconfitte, ho dato solo due esami (studio giurisprudenza), ma ho deciso di continuare anche se questo significa perdere un anno. Non so niente della sua vita, se non che ha continuato ad essere un tipo riservato, studioso, senza storie amorose importanti.
La voglia di comunicare con lui è sempre molto viva, ci penso tutti i giorni, tutti i momenti. Ho provato anche a mandare avanti un'amica, e non le ha risposto. Ho paura a farmi vedere nei posti che frequenta perché è sempre circondato dai suoi amici e si sentirebbe forte nel mandarmi via (dopo qualche mese che c'eravamo lasciati, io imbottita di psicofarmaci, l'ho fermato per la strada ma non ne ha volto sapere di parlarmi, anzi voleva chiamare i carabinieri). Provo a frequentare i posti che di solito frequenta ma non lo incontro mai! Non sono più riuscita ad avere una relazione, non ho mai accettato un'uscita con un corteggiatore. Sento di non averne voglia.
Ditemi, è così sbagliato cercare il contatto con lui, che amo ancora, per dirgli che quando ci siamo lasciati io stavo soffrendo? Che vorrei ricominciare, che sono cambiata, ho capito i miei sbagli? E se da parte sua non ci fosse la volontà, vorrei quantomeno mantenere i rapporti civili? Come potrei approcciarmi con lui? Ho paura anche di presentarmi a casa perché temo possa chiamare i carabinieri. Odio sentirmi dire che sono giovane e bella, potrei averne quanti voglio. Di fatto è così, ma io sono diversa. Lui rappresenta l'ennesimo abbandono silenzioso della mia vita, non riesco a dimenticarlo.
Ringrazio tutti anticipatamente
[#1]
A me pare che il problema sia proprio il fatto che questo ragazzo sta rappresentando per te l'ennesimo abbandono/lutto.
Ma è di questo problema che devi occuparti e non di riconquistare un ragazzo che ha già fatto la sua scelta, altrimenti ogni separazione sarà per te problematica.
Invece devi andare a fondo, con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, e capire che cosa ti impedisce di elaborare la perdita e continuare la tua vita.
Cordiali saluti,
Ma è di questo problema che devi occuparti e non di riconquistare un ragazzo che ha già fatto la sua scelta, altrimenti ogni separazione sarà per te problematica.
Invece devi andare a fondo, con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, e capire che cosa ti impedisce di elaborare la perdita e continuare la tua vita.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Gentile Dott.ssa Pileci,
sono in cura da uno psicologo psicoterapeuta da Aprile 2014. Ho deciso di seguire questo percorso proprio perché mi sono resa conto che avessi bisogno di aiuto, che dentro di me ci fossero tante cose non risolte.
Sono cambiata tantissimo, sono meno nervosa, ma mai gioiosa. Il pensiero di questo ragazzo è ancora vivo.
Penso anche io che il problema principale sia l'abbandono. Oltre al lutto di mio padre in piena adolescenza, ho successivamente dovuto subire violenza (non sessuale, ma comunque violenza) da mio fratello maggiore.
Lui è entrato nella mia vita tormentata migliorandomela, mi ha resa felice e ricordo quel periodo come il più bello della mia breve esistenza. Io mi sento in colpa perché non se ne sarebbe mai andato, almeno non in quel periodo difficile e non in quel modo così drastico, se mi fossi mostrata più forte. Mi ha dato della "pazza", perché lo chiamavo di continuo, piangevo per ogni minima cosa e stavo dimagrendo troppo, penso non gli piacessi più nemmeno fisicamente. Ma ero solamente una ragazza fragile che aveva bisogno di aiuto. L'ho fatto per mesi e mesi, ho iniziato a mangiare e curo il mio aspetto fisico come facevo un tempo.
Lo psicologo ha iniziato con appuntamenti settimanali, poi mensili, ora ci vediamo ogni due mesi. Ma ripeto, ho risolto tutti i miei problemi, ho perdonato il mio papà e mio fratello (il quale ha cercato di aiutarmi tantissimo con questo ragazzo); non quelli con lui. Continuo ad essere fragile e a cercare un confronto. Non so cosa farci.
Dopo più di un anno di terapia io non ho nemmeno molto denaro da investire ancora per questa cosa, sinceramente. Mi sento persa..
sono in cura da uno psicologo psicoterapeuta da Aprile 2014. Ho deciso di seguire questo percorso proprio perché mi sono resa conto che avessi bisogno di aiuto, che dentro di me ci fossero tante cose non risolte.
Sono cambiata tantissimo, sono meno nervosa, ma mai gioiosa. Il pensiero di questo ragazzo è ancora vivo.
Penso anche io che il problema principale sia l'abbandono. Oltre al lutto di mio padre in piena adolescenza, ho successivamente dovuto subire violenza (non sessuale, ma comunque violenza) da mio fratello maggiore.
Lui è entrato nella mia vita tormentata migliorandomela, mi ha resa felice e ricordo quel periodo come il più bello della mia breve esistenza. Io mi sento in colpa perché non se ne sarebbe mai andato, almeno non in quel periodo difficile e non in quel modo così drastico, se mi fossi mostrata più forte. Mi ha dato della "pazza", perché lo chiamavo di continuo, piangevo per ogni minima cosa e stavo dimagrendo troppo, penso non gli piacessi più nemmeno fisicamente. Ma ero solamente una ragazza fragile che aveva bisogno di aiuto. L'ho fatto per mesi e mesi, ho iniziato a mangiare e curo il mio aspetto fisico come facevo un tempo.
Lo psicologo ha iniziato con appuntamenti settimanali, poi mensili, ora ci vediamo ogni due mesi. Ma ripeto, ho risolto tutti i miei problemi, ho perdonato il mio papà e mio fratello (il quale ha cercato di aiutarmi tantissimo con questo ragazzo); non quelli con lui. Continuo ad essere fragile e a cercare un confronto. Non so cosa farci.
Dopo più di un anno di terapia io non ho nemmeno molto denaro da investire ancora per questa cosa, sinceramente. Mi sento persa..
[#3]
Cara ragazza,
io credo che potrebbe impegnarsi nel comprendere a fondo quanto emerge da queste sue parole:
"Lui è entrato nella mia vita tormentata migliorandomela, mi ha resa felice e ricordo quel periodo come il più bello della mia breve esistenza."
"Io mi sento in colpa perché non se ne sarebbe mai andato, almeno non in quel periodo difficile e non in quel modo così drastico, se mi fossi mostrata più forte."
E' riuscita ad essere felice accanto a questo ragazzo e potrebbe scoprire e cercare fuori e dentro se stessa altre situazioni ed attività che possano regalarle emozioni positive...
Mi sembra che sia più che altro legata al "ricordo" di questo ragazzo, che ha poi dimostrato di non essere interessato ad una relazione con lei. Non si accontenti, custodisca questo bel ricordo e guardi al futuro con il desiderio di avere accanto una persona che abbia il desiderio di starle accanto, comprendendo anche i momenti di fragilità che chiunque può attraversare nel corso della vita...
In bocca al lupo
io credo che potrebbe impegnarsi nel comprendere a fondo quanto emerge da queste sue parole:
"Lui è entrato nella mia vita tormentata migliorandomela, mi ha resa felice e ricordo quel periodo come il più bello della mia breve esistenza."
"Io mi sento in colpa perché non se ne sarebbe mai andato, almeno non in quel periodo difficile e non in quel modo così drastico, se mi fossi mostrata più forte."
E' riuscita ad essere felice accanto a questo ragazzo e potrebbe scoprire e cercare fuori e dentro se stessa altre situazioni ed attività che possano regalarle emozioni positive...
Mi sembra che sia più che altro legata al "ricordo" di questo ragazzo, che ha poi dimostrato di non essere interessato ad una relazione con lei. Non si accontenti, custodisca questo bel ricordo e guardi al futuro con il desiderio di avere accanto una persona che abbia il desiderio di starle accanto, comprendendo anche i momenti di fragilità che chiunque può attraversare nel corso della vita...
In bocca al lupo
Dott.ssa Veronica Brambilla
Psicologa; Psicoterapeuta,
Ipnosi, Emdr
[#4]
Cara ragazza,
Lei ha fatto gia' la parte più difficile del percorso del lutto. Macerarsi, soffrire, sperare, non rassegnarsi.
Ora deve fare il tratto conclusivo. Il distacco.
Per compiere questo deve "chiudere" dentro di se'. E per "chiudeere" non intendo solo il non cercarlo piu'. Intendo non cercarlo piu' dentro di Lei.
Quando si perde una persona per qualunque ragione cio' avvenga quello che fa soffrire e' la parte di quella persona che resta con noi. Che non ci abbandona e non ci abbandonera' mai.
E' "quella" cio' da cui deve distaccarsi.
E prima lo fara' prima smettera' di soffrire.
Se Le fosse possibile un aiuto da parte di uno psicoterapeuta dinamico potrebbe rendere meno doloroso questo ultimo tratto.
Mi sembra infatti che Lei stia elaborando dei sensi di colpa. E da sola non e' facile farlo. Non sempre e' neanche possibile.
Occorre un'altra persona che riesca a mediare... per condurla fuori da essi.
Ci faccia sapere!
I miei auguri!
Lei ha fatto gia' la parte più difficile del percorso del lutto. Macerarsi, soffrire, sperare, non rassegnarsi.
Ora deve fare il tratto conclusivo. Il distacco.
Per compiere questo deve "chiudere" dentro di se'. E per "chiudeere" non intendo solo il non cercarlo piu'. Intendo non cercarlo piu' dentro di Lei.
Quando si perde una persona per qualunque ragione cio' avvenga quello che fa soffrire e' la parte di quella persona che resta con noi. Che non ci abbandona e non ci abbandonera' mai.
E' "quella" cio' da cui deve distaccarsi.
E prima lo fara' prima smettera' di soffrire.
Se Le fosse possibile un aiuto da parte di uno psicoterapeuta dinamico potrebbe rendere meno doloroso questo ultimo tratto.
Mi sembra infatti che Lei stia elaborando dei sensi di colpa. E da sola non e' facile farlo. Non sempre e' neanche possibile.
Occorre un'altra persona che riesca a mediare... per condurla fuori da essi.
Ci faccia sapere!
I miei auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#5]
Utente
Purtroppo non riesco a trovare la volontà di non cercarlo più dentro di me.
La mia parte razionale mi suggerisce di lasciare perdere, di svagarmi, di uscire con altre persone; l'altra parte corre più veloce e mi fa continuare a sperare...
Io poi non pretendo, ci mancherebbe, di tornare insieme a questo ragazzo. E' chiaro che non mi voglia più nella sua vita, gradirei un confronto, vorrei non essere cancellata per sempre, come tutte le coppie civili che si lasciano.
Chiedo molto?
Posso sopportare di non parlare più con i defunti (mio padre, mia nonna...) perché non vivono su questa terra. Ma non posso accettare di non parlare più con chi respira il mio stesso ossigeno. Non lo accetto. Non voglio.
E intanto la mia vita si sta sgretolando.
Sono sempre andata bene a scuola, invece l'università è una delusione continua da quando non c'è più lui. Sono svogliata, la notte non dormo perché riposo la mattina fino a tardi. Mia madre non sa che sono indietrissimo con gli esami, che la mattina quando lavora io dormo. Sto distruggendo il mio futuro, ma allo stesso tempo non ho la forza di dimenticare.
La mia parte razionale mi suggerisce di lasciare perdere, di svagarmi, di uscire con altre persone; l'altra parte corre più veloce e mi fa continuare a sperare...
Io poi non pretendo, ci mancherebbe, di tornare insieme a questo ragazzo. E' chiaro che non mi voglia più nella sua vita, gradirei un confronto, vorrei non essere cancellata per sempre, come tutte le coppie civili che si lasciano.
Chiedo molto?
Posso sopportare di non parlare più con i defunti (mio padre, mia nonna...) perché non vivono su questa terra. Ma non posso accettare di non parlare più con chi respira il mio stesso ossigeno. Non lo accetto. Non voglio.
E intanto la mia vita si sta sgretolando.
Sono sempre andata bene a scuola, invece l'università è una delusione continua da quando non c'è più lui. Sono svogliata, la notte non dormo perché riposo la mattina fino a tardi. Mia madre non sa che sono indietrissimo con gli esami, che la mattina quando lavora io dormo. Sto distruggendo il mio futuro, ma allo stesso tempo non ho la forza di dimenticare.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2k visite dal 04/11/2015.
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