Come posso aiutare il mio fidanzato?
Gentilissimi medici,
mi rivolgo a voi nella speranza che qualche vostro consiglio mi possa aiutare a risolvere una questione che va avanti da troppo tempo.Devo però per forza premettere in poche righe la storia della vita del mio fidanzato, altrimenti mi rendo conto che il quadro della situazione potrebbe risultare poco chiaro. Il mio fidanzato nella sua vita è sempre stato testimone di tensioni familiari molto pesanti(è figlio unico) causate da un carattere cupo e rigido del padre e da un carattere troppo fragile della madre. Il lavoro del padre lo portava a stare spesso fuori casa e quelle volte che tornava a casa, a dire del mio fidanzato, era sempre scontroso e pesante, tradiva la madre al punto che quando il mio fidanzato aveva solo 8 anni, è andato a vivere con l'amante e la madre (donna molto debole), non ha avuto la forza di tenere totalmente fuori il figlio dal suo dolore ed il mio fidanzato, che è sempre stato molto sveglio ed intelligente, si è fatto carico del suo dolore e di quello della madre e nonostante era piccolissimo, ha cercato di andare avanti con le sue forze e di aiutare molto la mamma. Circa 5 anni dopo i suoi genitori sono tornati insieme (aveva 13 anni). Tutte queste premesse sono state necessarie in quanto ahimè dopo anni di calma apparente (nonostante il carattere scontroso del padre c'era sempre) il padre continuava a tradire di nascosto la madre e quando il mio ragazzo aveva 21 anni, i suoi si sono separati, questa volta però la reazione del mio ragazzo non si è fatta attendere ed in modo irruento ha definitivamente eliminato suo padre dalla sua vita che tuttavia continua a cercarlo scrivendogli messaggi che al mio ragazzo lo fanno tanto soffrire d io lo noto questo, nonostante lui mi dica che non gliene importa. Io lo amo tantissimo, stiamo insieme da più di cinque anni e gli sono stata molto vicina finchè ho potuto e quando ho capito che era caduto in una pesante depressione gli ho consigliato di andare da una psicoterapeuta (e lui ci sta andando da più di 1 anno e mezzo). Io non mi aspetto risultati in poco tempo, ma è passato più di un anno e lui non sta poi tanto meglio rispetto a prima..anzi, lui che è sempre stato il primo della classe ed ha sempre avuto il massimo dei voti,ora si è bloccato all'università ed è fuori corso da due anni..non so come aiutarlo dice che ha perso proprio la voglia di fare tutto, dice che non ha motivazioni, non si sente spronato, dice che l'unico motivo per cui non smette di frequentare l'università è per non dare ulteriore dolore alla mamma.Ma io lo conosco so com'è fatto lui non lo fa prima di tutto perchè è lui a non voler abbandonare l'univesità, perchè i primi anni andava benissimo ed era in corso col massimo dei voti....Voglio aiutarlo a ritrovare la voglia e la forza di vivere, ma non so come fare. Ormai da diversi mesi lo vedo ostile anche nei miei confronti,forse perchè non lo so aiutare? non ne ho idea...
grazie a chi mi saprà consigliare e dare qualche delucidazione.
mi rivolgo a voi nella speranza che qualche vostro consiglio mi possa aiutare a risolvere una questione che va avanti da troppo tempo.Devo però per forza premettere in poche righe la storia della vita del mio fidanzato, altrimenti mi rendo conto che il quadro della situazione potrebbe risultare poco chiaro. Il mio fidanzato nella sua vita è sempre stato testimone di tensioni familiari molto pesanti(è figlio unico) causate da un carattere cupo e rigido del padre e da un carattere troppo fragile della madre. Il lavoro del padre lo portava a stare spesso fuori casa e quelle volte che tornava a casa, a dire del mio fidanzato, era sempre scontroso e pesante, tradiva la madre al punto che quando il mio fidanzato aveva solo 8 anni, è andato a vivere con l'amante e la madre (donna molto debole), non ha avuto la forza di tenere totalmente fuori il figlio dal suo dolore ed il mio fidanzato, che è sempre stato molto sveglio ed intelligente, si è fatto carico del suo dolore e di quello della madre e nonostante era piccolissimo, ha cercato di andare avanti con le sue forze e di aiutare molto la mamma. Circa 5 anni dopo i suoi genitori sono tornati insieme (aveva 13 anni). Tutte queste premesse sono state necessarie in quanto ahimè dopo anni di calma apparente (nonostante il carattere scontroso del padre c'era sempre) il padre continuava a tradire di nascosto la madre e quando il mio ragazzo aveva 21 anni, i suoi si sono separati, questa volta però la reazione del mio ragazzo non si è fatta attendere ed in modo irruento ha definitivamente eliminato suo padre dalla sua vita che tuttavia continua a cercarlo scrivendogli messaggi che al mio ragazzo lo fanno tanto soffrire d io lo noto questo, nonostante lui mi dica che non gliene importa. Io lo amo tantissimo, stiamo insieme da più di cinque anni e gli sono stata molto vicina finchè ho potuto e quando ho capito che era caduto in una pesante depressione gli ho consigliato di andare da una psicoterapeuta (e lui ci sta andando da più di 1 anno e mezzo). Io non mi aspetto risultati in poco tempo, ma è passato più di un anno e lui non sta poi tanto meglio rispetto a prima..anzi, lui che è sempre stato il primo della classe ed ha sempre avuto il massimo dei voti,ora si è bloccato all'università ed è fuori corso da due anni..non so come aiutarlo dice che ha perso proprio la voglia di fare tutto, dice che non ha motivazioni, non si sente spronato, dice che l'unico motivo per cui non smette di frequentare l'università è per non dare ulteriore dolore alla mamma.Ma io lo conosco so com'è fatto lui non lo fa prima di tutto perchè è lui a non voler abbandonare l'univesità, perchè i primi anni andava benissimo ed era in corso col massimo dei voti....Voglio aiutarlo a ritrovare la voglia e la forza di vivere, ma non so come fare. Ormai da diversi mesi lo vedo ostile anche nei miei confronti,forse perchè non lo so aiutare? non ne ho idea...
grazie a chi mi saprà consigliare e dare qualche delucidazione.
[#1]
"Voglio aiutarlo a ritrovare la voglia e la forza di vivere, ma non so come fare. Ormai da diversi mesi lo vedo ostile anche nei miei confronti,forse perchè non lo so aiutare? non ne ho idea... "
Gentile Ragazza,
se mossa mossa da nobili intenzioni, nessuno può aiutare davvero qualcun altro.
Le problematiche emotive sono personali, soggettive così come è soggettiva la voglia di analizzarle e di risolverle.
Se sta già andando in terapia, dovrete aspettare che il percorso dia i suoi frutti.
Lei faccia la fidanzata, lo ami, lo desideri... Non la terapeuta, corre il rischio di appesantire il legame d'amore
La lascio con questa a bellissima citazione:
Le sofferenze familiari, come gli anelli di una catena, si ripetono di generazione in generazione finché un discendente acquista consapevolezza e trasforma la sua maledizione in benedizione."
(Alejandro Jodorowsky)
Gentile Ragazza,
se mossa mossa da nobili intenzioni, nessuno può aiutare davvero qualcun altro.
Le problematiche emotive sono personali, soggettive così come è soggettiva la voglia di analizzarle e di risolverle.
Se sta già andando in terapia, dovrete aspettare che il percorso dia i suoi frutti.
Lei faccia la fidanzata, lo ami, lo desideri... Non la terapeuta, corre il rischio di appesantire il legame d'amore
La lascio con questa a bellissima citazione:
Le sofferenze familiari, come gli anelli di una catena, si ripetono di generazione in generazione finché un discendente acquista consapevolezza e trasforma la sua maledizione in benedizione."
(Alejandro Jodorowsky)
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Gentilissima dottoressa,
sono consapevole e mi rendo conto del fatto che devo assolutamente mantenere il mio ruolo. Purtroppo però nella sua vita è tutto"sballato".E non mi riferisco solo al nucleo familiare "madre\padre\figlio", ma anche zii e cugini che lui frequentava o quanto meno sentiva spesso solo dalla parte del padre che si sono allontanati da quando è accaduto il fatto. Da parte della madre(che ahimè anche lei ha vissuto problemi pesanti all'interno della sua famiglia) nonostante abbia numerosi fratelli e sorelle, a stento parla con una delle sue zie (ovviamente non per scelta sua ma perchè è la madre a non avere più rapporti con la sua famiglia da anni). Ho precedentemente detto che nella sua vita è tutto sballato in quanto lui più volte è stato costretto dalle circostanze a ricoprire con la madre un ruolo paterno e lei si faceva trattare da bambina, facendosi anche sgridare. lei non mantiene un punto fermo, inutile dire che la figura paterna è stata quasi totalmente assente in tutti questi anni e non di certo una figura positiva. Differentemente da qualche annetto fa(prima che i suoi si riseparassero), adesso si iniziano a vedere gli effetti del suo vissuto. Non ama sentirsi dare alcun consiglio, si fissa molto sulle cose, non avendo radici dal punto di vista familiare è molto ossessionato dalle radici della sua città (ossessionato nel senso che non fa che parlare di questo(e non vuole sentire ragioni, se non sei d'accordo con ciò che dice si arrabbia), segue convegni sull'argomento e lotta per una identificazione territoriale, non so se mi sono spiegata). Come fidanzata a volte sono consapevole di aver ricoperto un ruolo che non era il mio, lui stesso spesso mi dice che non vuole vedermi come punto di riferimento ma gli appare inevitabile (dice di volercela fare da solo ma che la mamma non riesce a vederla come punto di riferimento ma come una bambina perchè lei si comporta come tale) io ovviamente non voglio fare la mamma ma la fidanzata!Spesso però mi rendo conto che lui ha bisogno di essere indirizzato e vedendo che non lo fa lei, non so che fare! Purtroppo come le ho detto la psicoterapia non sta dando ancora i suoi frutti..Ad esempio nello studio lui si sente totalmente bloccato e ne soffre molto di ciò, ma proprio non sa come fare per riprendere in mano la situazione , ritrovare la voglia di studiare ed andare avanti. Per lui è molto importante lo studio perchè si è sempre sfogato lì! allora io nel mio piccolo cerco di aiutarlo, ma la sua facoltà è scientifica dunque molto difficile ed il fatto che quasi tutti gli esami che gli mancano sono molto pesanti e richiedono molto lavoro nel prepararli, lui al solo pensiero, molla! Ne soffre molto di questo ....e ....anche qui...mi sento impotente le ho provate tutte ma vedendo che c'erano dei risultato solo di poca durata ho mollato!.Ora non gli dico più niente (sull'argomento) ma lo vedo insofferente... poi da molti mesi a questa parte dice come una cantilena "faccio schifo, faccio schifo per questo non riesco a studiare" ed è una cosa che dice solo e sempre a me, in modo ripetitivo!! più volte al giorno! dunque non capisco se lo fa perchè vuole compassione e non capisco come farlo smettere perchè so che è dannoso prima di tutto per se stesso e poi è fastidioso sentirlo fare così!L'ho compreso, compatito , stimolato ed incentivato ma niente, continua a dirlo e le cose continuano a rimanere statiche. ho notato che questa cosa avviene soprattutto quando siamo lontani(siamo coetanei e della stessa città ma io studio fuori città) quando torno a casa(fortunatamente abbastanza spesso) riesce a ritrovare la voglia e un pochino si riprende quindi mi dà l'idea che fa così per cercare la mia attenzione...ma non ne sono sicura dunque se cortesemente mi sa dare qualche delucidazione su questo fatto ad esempio o su dove sbaglio e cosa secondo lei è meglio che io faccia, cercherò di fare ciò che mi consiglia!
inutile dire che la ringrazio per la gentilissima e celere risposta, la citazione che mi ha lasciato, l'ho trovata meravigliosa e mi ha fatto tanto sorridere. La ringrazio anche per il tempo che mi ha dedicato e chiedo scusa se non sono stata particolarmente breve e concisa!
Un cordiale saluto
sono consapevole e mi rendo conto del fatto che devo assolutamente mantenere il mio ruolo. Purtroppo però nella sua vita è tutto"sballato".E non mi riferisco solo al nucleo familiare "madre\padre\figlio", ma anche zii e cugini che lui frequentava o quanto meno sentiva spesso solo dalla parte del padre che si sono allontanati da quando è accaduto il fatto. Da parte della madre(che ahimè anche lei ha vissuto problemi pesanti all'interno della sua famiglia) nonostante abbia numerosi fratelli e sorelle, a stento parla con una delle sue zie (ovviamente non per scelta sua ma perchè è la madre a non avere più rapporti con la sua famiglia da anni). Ho precedentemente detto che nella sua vita è tutto sballato in quanto lui più volte è stato costretto dalle circostanze a ricoprire con la madre un ruolo paterno e lei si faceva trattare da bambina, facendosi anche sgridare. lei non mantiene un punto fermo, inutile dire che la figura paterna è stata quasi totalmente assente in tutti questi anni e non di certo una figura positiva. Differentemente da qualche annetto fa(prima che i suoi si riseparassero), adesso si iniziano a vedere gli effetti del suo vissuto. Non ama sentirsi dare alcun consiglio, si fissa molto sulle cose, non avendo radici dal punto di vista familiare è molto ossessionato dalle radici della sua città (ossessionato nel senso che non fa che parlare di questo(e non vuole sentire ragioni, se non sei d'accordo con ciò che dice si arrabbia), segue convegni sull'argomento e lotta per una identificazione territoriale, non so se mi sono spiegata). Come fidanzata a volte sono consapevole di aver ricoperto un ruolo che non era il mio, lui stesso spesso mi dice che non vuole vedermi come punto di riferimento ma gli appare inevitabile (dice di volercela fare da solo ma che la mamma non riesce a vederla come punto di riferimento ma come una bambina perchè lei si comporta come tale) io ovviamente non voglio fare la mamma ma la fidanzata!Spesso però mi rendo conto che lui ha bisogno di essere indirizzato e vedendo che non lo fa lei, non so che fare! Purtroppo come le ho detto la psicoterapia non sta dando ancora i suoi frutti..Ad esempio nello studio lui si sente totalmente bloccato e ne soffre molto di ciò, ma proprio non sa come fare per riprendere in mano la situazione , ritrovare la voglia di studiare ed andare avanti. Per lui è molto importante lo studio perchè si è sempre sfogato lì! allora io nel mio piccolo cerco di aiutarlo, ma la sua facoltà è scientifica dunque molto difficile ed il fatto che quasi tutti gli esami che gli mancano sono molto pesanti e richiedono molto lavoro nel prepararli, lui al solo pensiero, molla! Ne soffre molto di questo ....e ....anche qui...mi sento impotente le ho provate tutte ma vedendo che c'erano dei risultato solo di poca durata ho mollato!.Ora non gli dico più niente (sull'argomento) ma lo vedo insofferente... poi da molti mesi a questa parte dice come una cantilena "faccio schifo, faccio schifo per questo non riesco a studiare" ed è una cosa che dice solo e sempre a me, in modo ripetitivo!! più volte al giorno! dunque non capisco se lo fa perchè vuole compassione e non capisco come farlo smettere perchè so che è dannoso prima di tutto per se stesso e poi è fastidioso sentirlo fare così!L'ho compreso, compatito , stimolato ed incentivato ma niente, continua a dirlo e le cose continuano a rimanere statiche. ho notato che questa cosa avviene soprattutto quando siamo lontani(siamo coetanei e della stessa città ma io studio fuori città) quando torno a casa(fortunatamente abbastanza spesso) riesce a ritrovare la voglia e un pochino si riprende quindi mi dà l'idea che fa così per cercare la mia attenzione...ma non ne sono sicura dunque se cortesemente mi sa dare qualche delucidazione su questo fatto ad esempio o su dove sbaglio e cosa secondo lei è meglio che io faccia, cercherò di fare ciò che mi consiglia!
inutile dire che la ringrazio per la gentilissima e celere risposta, la citazione che mi ha lasciato, l'ho trovata meravigliosa e mi ha fatto tanto sorridere. La ringrazio anche per il tempo che mi ha dedicato e chiedo scusa se non sono stata particolarmente breve e concisa!
Un cordiale saluto
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.6k visite dal 01/11/2015.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.