Blocco psicologico con i ragazzi
Gentili dottori,
scrivo per chiedere un aiuto a risolvere un problema che ho sempre avuto. Ho 19 anni,vado all'università,ho qualche buon amico e ho una vita apparentemente normale,tanto che penso nessuno si sia reso conto della mia sofferenza. Sono anni che lotto contro la mia timidezza assurda,che mi fa arrossire o addirittura tremare,e mi ha tolto la possibilità di esprimere le mie idee e il mio carattere. Mi sono liberata di numerosi blocchi psicologici,ho imparato ad aprirmi un po' di più e mi sono davvero affezionata agli amici che ho,e confido che con il tempo potrò migliorare.
Tuttavia c'è un blocco troppo forte,che non sono mai stata in grado di eliminare:un blocco con l'altro sesso. Non ho in pratica mai avuto una relazione,a parte una che è stata molto breve e alla quale mi aveva "obbligata" una mia amica,nel tentativo di farmi sbloccare. I primi appuntamenti avevo un'ansia terribile,non mi trovavo bene con lui,ma soprattutto non sono mai riuscita a sbloccarmi,potevo parlare per ore,ma anche solo prenderlo per mano era un grande sforzo.
Finché un ragazzo si comporta da amico riesco a rapportarmi con lui: se non lo conosco bene sono timida,ma riesco a scherzare tranquillamente. Ma quando vi è la minima possibilità che possa provarci con me,mi sale un'ansia terribile,non saprei cosa rispondere,cosa fare,mi sento totalmente incapace. Per questo motivo ho sempre rifiutato qualsiasi appuntamento. Nonostante mi senta infinitamente sola,e troppo giudicata,essendo tutte le persone della mia età fidanzate,preferisco non provare. Per evitarmi l'ansia dei giorni prima,che è veramente atroce,tanto da rovinare qualsiasi bel momento,un imbarazzo tremendo durante l'appuntamento,e un grave danno alla mia vacillante autostima in caso di esito negativo. E soprattutto perché non servirebbe,so già che non riuscirei a sbloccarmi. Il mio blocco è tanto esagerato che se un ragazzo mi abbraccia mi sento molto a disagio,non riesco neanche a immaginare di poter sbloccarmi così tanto da avere un rapporto sessuale. Avrei bisogno del vero principe azzurro,che si innamori tanto di me,nonostante la mia apparente freddezza iniziale, da farmi sbloccare pian piano e far emergere la mia parte nascosta,ma penso che nessuno avrebbe tanta pazienza. Nel caso non si sia capito,vorrei sottolineare che non ho un blocco in generale nell'affettività,sono fin troppo affettuosa quando riesco,dopo molto tempo,a sentirmi davvero a mio agio con qualcuno, il problema è,appunto,che ho bisogno di molto tempo e che,in generale,non riesco a sostenere il peso di dover dimostrare una qualche "performance"
Non riesco a parlare con nessuno di questo problema, sembra per tutti così naturale mettersi in gioco,quando parlavo della mia ansia qualsiasi amica mi ha sempre detto cose come "è un ragazzo,non un alieno",a tal punto che alla fine ne ho parlato con mia madre, che mi ha capita,anche se non è riuscita ad aiutarmi. Leggo ovunque che in questi casi conviene rivolgersi a uno psicologo,ma la mia famiglia non può permetterselo,e vivo costantemente nel terrore di rimanere sola per sempre.
Chiedo scusa per aver scritto così tanto,non riesco a descrivere la situazione con meno parole. Vi prego di darmi qualche consiglio,se lo avete.
scrivo per chiedere un aiuto a risolvere un problema che ho sempre avuto. Ho 19 anni,vado all'università,ho qualche buon amico e ho una vita apparentemente normale,tanto che penso nessuno si sia reso conto della mia sofferenza. Sono anni che lotto contro la mia timidezza assurda,che mi fa arrossire o addirittura tremare,e mi ha tolto la possibilità di esprimere le mie idee e il mio carattere. Mi sono liberata di numerosi blocchi psicologici,ho imparato ad aprirmi un po' di più e mi sono davvero affezionata agli amici che ho,e confido che con il tempo potrò migliorare.
Tuttavia c'è un blocco troppo forte,che non sono mai stata in grado di eliminare:un blocco con l'altro sesso. Non ho in pratica mai avuto una relazione,a parte una che è stata molto breve e alla quale mi aveva "obbligata" una mia amica,nel tentativo di farmi sbloccare. I primi appuntamenti avevo un'ansia terribile,non mi trovavo bene con lui,ma soprattutto non sono mai riuscita a sbloccarmi,potevo parlare per ore,ma anche solo prenderlo per mano era un grande sforzo.
Finché un ragazzo si comporta da amico riesco a rapportarmi con lui: se non lo conosco bene sono timida,ma riesco a scherzare tranquillamente. Ma quando vi è la minima possibilità che possa provarci con me,mi sale un'ansia terribile,non saprei cosa rispondere,cosa fare,mi sento totalmente incapace. Per questo motivo ho sempre rifiutato qualsiasi appuntamento. Nonostante mi senta infinitamente sola,e troppo giudicata,essendo tutte le persone della mia età fidanzate,preferisco non provare. Per evitarmi l'ansia dei giorni prima,che è veramente atroce,tanto da rovinare qualsiasi bel momento,un imbarazzo tremendo durante l'appuntamento,e un grave danno alla mia vacillante autostima in caso di esito negativo. E soprattutto perché non servirebbe,so già che non riuscirei a sbloccarmi. Il mio blocco è tanto esagerato che se un ragazzo mi abbraccia mi sento molto a disagio,non riesco neanche a immaginare di poter sbloccarmi così tanto da avere un rapporto sessuale. Avrei bisogno del vero principe azzurro,che si innamori tanto di me,nonostante la mia apparente freddezza iniziale, da farmi sbloccare pian piano e far emergere la mia parte nascosta,ma penso che nessuno avrebbe tanta pazienza. Nel caso non si sia capito,vorrei sottolineare che non ho un blocco in generale nell'affettività,sono fin troppo affettuosa quando riesco,dopo molto tempo,a sentirmi davvero a mio agio con qualcuno, il problema è,appunto,che ho bisogno di molto tempo e che,in generale,non riesco a sostenere il peso di dover dimostrare una qualche "performance"
Non riesco a parlare con nessuno di questo problema, sembra per tutti così naturale mettersi in gioco,quando parlavo della mia ansia qualsiasi amica mi ha sempre detto cose come "è un ragazzo,non un alieno",a tal punto che alla fine ne ho parlato con mia madre, che mi ha capita,anche se non è riuscita ad aiutarmi. Leggo ovunque che in questi casi conviene rivolgersi a uno psicologo,ma la mia famiglia non può permetterselo,e vivo costantemente nel terrore di rimanere sola per sempre.
Chiedo scusa per aver scritto così tanto,non riesco a descrivere la situazione con meno parole. Vi prego di darmi qualche consiglio,se lo avete.
[#1]
<<quando parlavo della mia ansia qualsiasi amica mi ha sempre detto cose come "è un ragazzo,non un alieno">>
<<Leggo ovunque che in questi casi conviene rivolgersi a uno psicologo,ma la mia famiglia non può permetterselo>>
Gentile Ragazza,
condivido il fatto che quello che Lei ha definito "blocco" necessiti di un luogo adeguato per essere espresso ed accolto con competenza e senza giudizio.
Se è motivata a farlo, le ricordo che non necessariamente andare dallo psicologo significa rivolgersi ad un professionista privato.
Potrebbe informarsi se presso l'ateneo che frequenta esiste uno sportello di ascolto psicologico; oppure può rivolgersi al Servizio di Psicologia o allo Spazio Giovani del Consultorio della sua Asl (nel primo caso, di solito, si paga un modesto ticket, mentre il secondo è normalmente gratuito):
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_913_listaFile_itemName_9_file.pdf
Coraggio! Inizi con il chiedere le informazioni che le servono (modalità di accesso, eventuali costi, tempi di attesa, orari...) e poi, finalmente, affronti con fiducia questo suo disagio.
Cari saluti.
<<Leggo ovunque che in questi casi conviene rivolgersi a uno psicologo,ma la mia famiglia non può permetterselo>>
Gentile Ragazza,
condivido il fatto che quello che Lei ha definito "blocco" necessiti di un luogo adeguato per essere espresso ed accolto con competenza e senza giudizio.
Se è motivata a farlo, le ricordo che non necessariamente andare dallo psicologo significa rivolgersi ad un professionista privato.
Potrebbe informarsi se presso l'ateneo che frequenta esiste uno sportello di ascolto psicologico; oppure può rivolgersi al Servizio di Psicologia o allo Spazio Giovani del Consultorio della sua Asl (nel primo caso, di solito, si paga un modesto ticket, mentre il secondo è normalmente gratuito):
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_913_listaFile_itemName_9_file.pdf
Coraggio! Inizi con il chiedere le informazioni che le servono (modalità di accesso, eventuali costi, tempi di attesa, orari...) e poi, finalmente, affronti con fiducia questo suo disagio.
Cari saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Gentile Ragazza,
termina la sua richiesta "chiedendo scusa" della lunghezza del suo scritto, non ha niente da scusarsi e anzi credo che abbia espresso in modo molto chiaro la sua sofferenza, quella stessa sofferenza che gli altri non vedono e per cui si trova sola ad affrontare "questa assurda timidezza".
Non c'è niente di assurdo nè di sbagliato ad essere timidi e magari sentirsi un pò impacciati e "bloccati" nel rapportarsi con l'altro sesso, ma questo malessere sembra condizionare in modo importante la sua vita, nel senso che ne soffre davvero molto, tanto da prefigurarsi il timore di poter rimanere sola.
Come si è aperta qui con noi quindi le consiglio come la Collega di rivolgersi con fiducia ai servzi all'interno dell'Università o presso la Asl.
Intanto vorrei lasciarle un pensiero: se c'è chi fa amicizia e intreccia relazioni in modo naturale e spontaneo, c'è chi invece ha bisogno di più tempo, di fidarsi dell'altro per lasciarsi andare, sono due modi diversi e ugualmente "validi" di andare incontro agli altri; quindi non faccia l'errore di sentirsi sbagliata.
Dice bene quando afferma "la mia apparente freddezza", le persone timide e anche introverse hanno un mondo interiore e un'affettività enormi da donare, ma non hanno l'immediatezza di mostrarsi subito per quello che sono e, contrariamente a quello che vorrebbero, come primo impatto danno l'impressione di essere persone distaccate, fredde e poco interessate, invece hanno solo paura, dentro di loro si scatena una tempesta di emozioni che invece cercano di controllare.
Vorrebbero solo essere "scoperte" dall'altro, un poco alla volta, ma sono gli altri che spesso non hanno la pazienza di conoscerle.
Un caro saluto
termina la sua richiesta "chiedendo scusa" della lunghezza del suo scritto, non ha niente da scusarsi e anzi credo che abbia espresso in modo molto chiaro la sua sofferenza, quella stessa sofferenza che gli altri non vedono e per cui si trova sola ad affrontare "questa assurda timidezza".
Non c'è niente di assurdo nè di sbagliato ad essere timidi e magari sentirsi un pò impacciati e "bloccati" nel rapportarsi con l'altro sesso, ma questo malessere sembra condizionare in modo importante la sua vita, nel senso che ne soffre davvero molto, tanto da prefigurarsi il timore di poter rimanere sola.
Come si è aperta qui con noi quindi le consiglio come la Collega di rivolgersi con fiducia ai servzi all'interno dell'Università o presso la Asl.
Intanto vorrei lasciarle un pensiero: se c'è chi fa amicizia e intreccia relazioni in modo naturale e spontaneo, c'è chi invece ha bisogno di più tempo, di fidarsi dell'altro per lasciarsi andare, sono due modi diversi e ugualmente "validi" di andare incontro agli altri; quindi non faccia l'errore di sentirsi sbagliata.
Dice bene quando afferma "la mia apparente freddezza", le persone timide e anche introverse hanno un mondo interiore e un'affettività enormi da donare, ma non hanno l'immediatezza di mostrarsi subito per quello che sono e, contrariamente a quello che vorrebbero, come primo impatto danno l'impressione di essere persone distaccate, fredde e poco interessate, invece hanno solo paura, dentro di loro si scatena una tempesta di emozioni che invece cercano di controllare.
Vorrebbero solo essere "scoperte" dall'altro, un poco alla volta, ma sono gli altri che spesso non hanno la pazienza di conoscerle.
Un caro saluto
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 19.2k visite dal 29/10/2015.
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