Piccoli miglioramenti ma tanti sacrifici
Gentili dottori,
Scrivo di seguito per riferire della mia attuale condizione... Sto seguendo un percorso psicoterapeutico di tipo sistemico relazionale da un mese circa e mi sono sottoposto a visita psichiatrica... mi è stato diagnosticato un disturbo d'ansia correlato ad attacchi di panico e conseguente, seppur lieve, depressione. Mi è stato prescritto il seropram 40mg gocce orali da assumere due volte al giorno (5 gocce la mattina e 5 la sera)... Nel frattempo, dopo due settimane dall'assunzione del farmaco anche se in posologia minima noto dei lievissimi miglioramenti ma...
In questi giorni sto registrando dei sintomi abbastanza forti e significativi...temo che sia una brutta ricaduta... se passo più di 5-6 ore in compagnia della mia ragazza fuori casa mia comincia il panico, la sensazione di disorientamento e sale a livelli esponenziali... tale sensazione mi porta nuovamente a dubitare del mio rapporto con la mia ragazza e a manifestare nuovamente le sensazioni che ho descritto nei precedenti consulti.
Oltretutto sento che appena la vedo mi scoppia una gioia e un entusiasmo come pochi, ma questo si esaurisce nel giro di 10 minuti e fa posto nuovamente all'ansia e alle brutte sensazioni.
Cosa posso fare al riguardo? Perché questa sensazione di ansia persiste e si accentua se sono in compagnia della mia ragazza?
Ringrazio tutti anticipatamente per le risposte.
Cordialmente.
Scrivo di seguito per riferire della mia attuale condizione... Sto seguendo un percorso psicoterapeutico di tipo sistemico relazionale da un mese circa e mi sono sottoposto a visita psichiatrica... mi è stato diagnosticato un disturbo d'ansia correlato ad attacchi di panico e conseguente, seppur lieve, depressione. Mi è stato prescritto il seropram 40mg gocce orali da assumere due volte al giorno (5 gocce la mattina e 5 la sera)... Nel frattempo, dopo due settimane dall'assunzione del farmaco anche se in posologia minima noto dei lievissimi miglioramenti ma...
In questi giorni sto registrando dei sintomi abbastanza forti e significativi...temo che sia una brutta ricaduta... se passo più di 5-6 ore in compagnia della mia ragazza fuori casa mia comincia il panico, la sensazione di disorientamento e sale a livelli esponenziali... tale sensazione mi porta nuovamente a dubitare del mio rapporto con la mia ragazza e a manifestare nuovamente le sensazioni che ho descritto nei precedenti consulti.
Oltretutto sento che appena la vedo mi scoppia una gioia e un entusiasmo come pochi, ma questo si esaurisce nel giro di 10 minuti e fa posto nuovamente all'ansia e alle brutte sensazioni.
Cosa posso fare al riguardo? Perché questa sensazione di ansia persiste e si accentua se sono in compagnia della mia ragazza?
Ringrazio tutti anticipatamente per le risposte.
Cordialmente.
[#1]
>>> Cosa posso fare al riguardo?
>>>
Che cosa le stanno suggerendo di fare nell'attuale terapia?
>>>
Che cosa le stanno suggerendo di fare nell'attuale terapia?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gent.le Ragazzo,
sia la terapia farmacologia che il percorso di psicoterapia sono stati avviati di recente pertanto qualsiasi valutazione mi sembra prematura.
In ogni caso dato sarebbe opportuno condividere con gli specialisti che ti seguono eventuali perplessità sull'evolversi delle tue condizioni.
Sarebbe anche interessante che tu possa fare chiarezza dentro di te su come ti immagini il cambiamento, in altri termini se lo identifichi esclusivamente con l'assenza del sintomo oppure ci sono altre aspettative da parte tua.
La descrizione del tuo vissuto denota in modo piuttosto evidente come la tua attenzione sia quasi esclusivamente focalizzata sul costante automonitoraggio delle tue sensazioni, in questo modo è come se tu avessi acceso dentro di te un capillare sistema di sensori che rilevano ogni minima variazione dei tuoi stati d'animo.
In realtà, questo approccio spesso e volentieri finisce per alimentare l'ansia e la tendenza alla rimuginazione e quindi, inevitabilmente contribuiscono ad accrescere il disagio.
Spero di averti offerto qualche spunto di riflessione da approfondire durante la seduta di psicoterapia al fine di individuare le strategie funzionali a promuovere il cambiamento atteso.
sia la terapia farmacologia che il percorso di psicoterapia sono stati avviati di recente pertanto qualsiasi valutazione mi sembra prematura.
In ogni caso dato sarebbe opportuno condividere con gli specialisti che ti seguono eventuali perplessità sull'evolversi delle tue condizioni.
Sarebbe anche interessante che tu possa fare chiarezza dentro di te su come ti immagini il cambiamento, in altri termini se lo identifichi esclusivamente con l'assenza del sintomo oppure ci sono altre aspettative da parte tua.
La descrizione del tuo vissuto denota in modo piuttosto evidente come la tua attenzione sia quasi esclusivamente focalizzata sul costante automonitoraggio delle tue sensazioni, in questo modo è come se tu avessi acceso dentro di te un capillare sistema di sensori che rilevano ogni minima variazione dei tuoi stati d'animo.
In realtà, questo approccio spesso e volentieri finisce per alimentare l'ansia e la tendenza alla rimuginazione e quindi, inevitabilmente contribuiscono ad accrescere il disagio.
Spero di averti offerto qualche spunto di riflessione da approfondire durante la seduta di psicoterapia al fine di individuare le strategie funzionali a promuovere il cambiamento atteso.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Gentile Utente,
Come mai sente il bisogno di parlare con noi?
Non si trova bene con chi ha il piacere di seguirla?
Mi chiedevo inoltre, se ha risolto le pregresse problematiche erettive e l'iperse sibilita del glande?
La soddisfazione sesusuale è strettamente correlata con la qualità della vita di coppia.
Cosa le ha suggerito l'andrologo?
"Perché questa sensazione di ansia persiste e si accentua se sono in compagnia della mia ragazza?"
Da questa postazione è impossibile dirle qualcosa di sensato, ma sarebbe opportuno investigare il suo rapporto di coppia.
Se le genera ansia, se la fa stare male, una diagnosi differenziale orienterà il clinico nella disamina della sua condizione: è la sua coppia che le genera ansia e di conseguenza sta male, oppure sta male e di conseguenza vive male dentro la sua coppia?
Come mai sente il bisogno di parlare con noi?
Non si trova bene con chi ha il piacere di seguirla?
Mi chiedevo inoltre, se ha risolto le pregresse problematiche erettive e l'iperse sibilita del glande?
La soddisfazione sesusuale è strettamente correlata con la qualità della vita di coppia.
Cosa le ha suggerito l'andrologo?
"Perché questa sensazione di ansia persiste e si accentua se sono in compagnia della mia ragazza?"
Da questa postazione è impossibile dirle qualcosa di sensato, ma sarebbe opportuno investigare il suo rapporto di coppia.
Se le genera ansia, se la fa stare male, una diagnosi differenziale orienterà il clinico nella disamina della sua condizione: è la sua coppia che le genera ansia e di conseguenza sta male, oppure sta male e di conseguenza vive male dentro la sua coppia?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Utente
Gentili dottori, buonasera.
Innanzitutto vorrei ringraziare tutti per le tempestive risposte ricevute.
Al dottor Santonocito:
Attualmente sono alla quarta seduta e dopo l'analisi dei sintomi stiamo cominciando a lavorare sul contesto personale della mia psiche. Secondo la sua collega il mio disturbo non mi permette di valutare le cose secondo diversi punti di vista o meglio non mi da la possibilità di arrivare a convinzioni diverse da quelle che la mia mente mi detta. Pertanto stiamo cercando di raggirare i sintomi opponendo al mio punto di vista ansioso un altro completamente opposto. Almeno questo è ciò che attualmente tentiamo di fare.
Alla dottoressa Campione:
Concordo sul fatto che tutto sia stato iniziato recentemente e quindi i risultati verranno col tempo. Concordo anche che il rimuginare continuo porta a far aumentare i sintomi dell'ansia. Il punto è che registro una sorta di distonia tra ciò che la mia mente mi dice e ciò che il mio volere mi detta. Le mie aspettative sono quelle di eliminare non tanto il sintomo ma il problema alla base e poi di migliorare la qualità delle mie relazioni in generale (in primis con la mia ragazza).
Alla dottoressa Randone:
Scrivo qui perché purtroppo i sintomi si sono nuovamente manifestati dopo l'ultimo colloquio con la mia terapeuta e la durata dei colloqui è ogni 15 gg. Pertanto non avevo opportunità di contattare chi mi segue. In ambito sessuale sono in totale armonia con la mia ragazza attualmente. Ho superato il calo della libido che avevo in estate e inoltre già da tempo ho affrontato con successo i problemi erettili e di ipersensibilità dei quali ho parlato in precedenza. Mi è stata diagnosticata dal mio psichiatra una tendenza ossessiva quindi deduco che i sintomi si siano manifestati prima delle mie supposizioni nei confronti della mia ragazza. Inoltre anche all'università mi trovo parecchio a disagio. Faccio molta fatica a seguire i corsi mentre l'anno scorso non avevo alcun problema di questo tipo. Può esserle di aiuto quest'ultimo dettaglio?
Grazie per la pazienza e disponibilità dimostrata.
Cordialmente.
Innanzitutto vorrei ringraziare tutti per le tempestive risposte ricevute.
Al dottor Santonocito:
Attualmente sono alla quarta seduta e dopo l'analisi dei sintomi stiamo cominciando a lavorare sul contesto personale della mia psiche. Secondo la sua collega il mio disturbo non mi permette di valutare le cose secondo diversi punti di vista o meglio non mi da la possibilità di arrivare a convinzioni diverse da quelle che la mia mente mi detta. Pertanto stiamo cercando di raggirare i sintomi opponendo al mio punto di vista ansioso un altro completamente opposto. Almeno questo è ciò che attualmente tentiamo di fare.
Alla dottoressa Campione:
Concordo sul fatto che tutto sia stato iniziato recentemente e quindi i risultati verranno col tempo. Concordo anche che il rimuginare continuo porta a far aumentare i sintomi dell'ansia. Il punto è che registro una sorta di distonia tra ciò che la mia mente mi dice e ciò che il mio volere mi detta. Le mie aspettative sono quelle di eliminare non tanto il sintomo ma il problema alla base e poi di migliorare la qualità delle mie relazioni in generale (in primis con la mia ragazza).
Alla dottoressa Randone:
Scrivo qui perché purtroppo i sintomi si sono nuovamente manifestati dopo l'ultimo colloquio con la mia terapeuta e la durata dei colloqui è ogni 15 gg. Pertanto non avevo opportunità di contattare chi mi segue. In ambito sessuale sono in totale armonia con la mia ragazza attualmente. Ho superato il calo della libido che avevo in estate e inoltre già da tempo ho affrontato con successo i problemi erettili e di ipersensibilità dei quali ho parlato in precedenza. Mi è stata diagnosticata dal mio psichiatra una tendenza ossessiva quindi deduco che i sintomi si siano manifestati prima delle mie supposizioni nei confronti della mia ragazza. Inoltre anche all'università mi trovo parecchio a disagio. Faccio molta fatica a seguire i corsi mentre l'anno scorso non avevo alcun problema di questo tipo. Può esserle di aiuto quest'ultimo dettaglio?
Grazie per la pazienza e disponibilità dimostrata.
Cordialmente.
[#5]
>>> stiamo cercando di raggirare i sintomi opponendo al mio punto di vista ansioso un altro completamente opposto
>>>
Come state cercando di ottenerlo, nello specifico?
Perché se questa è stata la diagnosi:
>>> disturbo d'ansia correlato ad attacchi di panico e conseguente, seppur lieve, depressione
>>>
sarebbe opportuno che ricevesse istruzioni decisamente specifiche su cosa fare.
>>>
Come state cercando di ottenerlo, nello specifico?
Perché se questa è stata la diagnosi:
>>> disturbo d'ansia correlato ad attacchi di panico e conseguente, seppur lieve, depressione
>>>
sarebbe opportuno che ricevesse istruzioni decisamente specifiche su cosa fare.
[#6]
Utente
Gentile Dr. Santonocito
Al momento non mi è stata fornita alcuna istruzione specifica sul "come agire". Mi è stato solo detto di valutare la cosa in maniera completamente opposta a quella che in realtà potrebbe sembrare.
Es.: Oggi non voglio uscire di casa? La mia testa pensa "Non voglio uscire di casa perché ho l'ansia" quello che mi suggerisce di fare la sua collega è considerare -> "Oggi non voglio uscire di casa perché mi sento semplicemente stanco".
Cordialmente.
Al momento non mi è stata fornita alcuna istruzione specifica sul "come agire". Mi è stato solo detto di valutare la cosa in maniera completamente opposta a quella che in realtà potrebbe sembrare.
Es.: Oggi non voglio uscire di casa? La mia testa pensa "Non voglio uscire di casa perché ho l'ansia" quello che mi suggerisce di fare la sua collega è considerare -> "Oggi non voglio uscire di casa perché mi sento semplicemente stanco".
Cordialmente.
[#7]
Dal mio punto di vista di terapeuta strategico, sebbene tale prescrizione possa costituire un inizio, potrebbe presentare alcuni inconvenienti.
In primo luogo, se uno dei problemi è che lei non esce per via dell'ansia, una prescrizione così rischia di colludere con il problema. In altre parole anche sostituendo "non esco perché ho l'ansia" con "non esco perché sono stanco", il risultato finale non cambia: lei non esce.
In secondo luogo potrebbe essere difficile "raccontarsi" che non è che si ha l'ansia, che si è solo stanchi. Almeno nella fase in cui si trova adesso, all'inizio della terapia. È vero che spesso l'ansioso scambia i segnali fisiologici dal corpo (ad es. la stanchezza) per motivi di preoccupazione, ma non è sufficiente saperlo per liberarsene. Occorre agire.
Quando ci sono di mezzo evitamenti, la via più diretta per azzerarli è iniziare a evitare di evitare, progressivamente, cioè a fare proprio quelle cose che l'ansia la provocano. Altrimenti è difficile imparare che non sono pericolose, è solo l'ansia a farle percepire come tali.
Diverso il discorso sulle ossessioni. Per quelle sta ricevendo istruzioni particolari?
In primo luogo, se uno dei problemi è che lei non esce per via dell'ansia, una prescrizione così rischia di colludere con il problema. In altre parole anche sostituendo "non esco perché ho l'ansia" con "non esco perché sono stanco", il risultato finale non cambia: lei non esce.
In secondo luogo potrebbe essere difficile "raccontarsi" che non è che si ha l'ansia, che si è solo stanchi. Almeno nella fase in cui si trova adesso, all'inizio della terapia. È vero che spesso l'ansioso scambia i segnali fisiologici dal corpo (ad es. la stanchezza) per motivi di preoccupazione, ma non è sufficiente saperlo per liberarsene. Occorre agire.
Quando ci sono di mezzo evitamenti, la via più diretta per azzerarli è iniziare a evitare di evitare, progressivamente, cioè a fare proprio quelle cose che l'ansia la provocano. Altrimenti è difficile imparare che non sono pericolose, è solo l'ansia a farle percepire come tali.
Diverso il discorso sulle ossessioni. Per quelle sta ricevendo istruzioni particolari?
[#8]
Utente
No dottore, sulle ossessioni non ricevo alcuna istruzione al momento, ma deduco che sia anche a causa del fatto che sono all'inizio della psicoterapia.
Concordo sul fatto che il discorso della diversa prospettiva funge più da palliativo che da cura effettiva. Il punto però è che io compio tutte le azioni normalmente, fatta eccezione per alcuni momenti in cui l'ansia sopravviene eccessivamente, ma con la concezione che se mi sento in un determinato modo non è a causa dell'ansia.
Per i sintomi e le tendenze ossessive al momento assumo il Seropram, come descritto prima e devo dire che, anche se leggermente, erano diminuite fino a venerdì quando si sono ripresentate in maniera più aggressiva e causandomi più ansia di prima.
Pensa che aumentando il dosaggio (se il mio dottore acconsente) possa limitare nuovamente i sintomi ossessivi?
Concordo sul fatto che il discorso della diversa prospettiva funge più da palliativo che da cura effettiva. Il punto però è che io compio tutte le azioni normalmente, fatta eccezione per alcuni momenti in cui l'ansia sopravviene eccessivamente, ma con la concezione che se mi sento in un determinato modo non è a causa dell'ansia.
Per i sintomi e le tendenze ossessive al momento assumo il Seropram, come descritto prima e devo dire che, anche se leggermente, erano diminuite fino a venerdì quando si sono ripresentate in maniera più aggressiva e causandomi più ansia di prima.
Pensa che aumentando il dosaggio (se il mio dottore acconsente) possa limitare nuovamente i sintomi ossessivi?
[#10]
"Scrivo qui perché purtroppo i sintomi si sono nuovamente manifestati dopo l'ultimo colloquio con la mia terapeuta e la durata dei colloqui è ogni 15 .."
Gentile utente,
Spesso la scomparsa della sintomatologia non equivale alla guarigione, ci vuole tempo ed una cicatrizzazione del suo malessere.
Dovrebbe discuterne con il suo terapeuta che, in funzione della sua formazione ed orientamento, le dirà come procedere.
Della farmaco terapia ne discuta con lo psichiatra che la segue
Gentile utente,
Spesso la scomparsa della sintomatologia non equivale alla guarigione, ci vuole tempo ed una cicatrizzazione del suo malessere.
Dovrebbe discuterne con il suo terapeuta che, in funzione della sua formazione ed orientamento, le dirà come procedere.
Della farmaco terapia ne discuta con lo psichiatra che la segue
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 1.8k visite dal 26/10/2015.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.