Imperpetuabilità o alessitimia?

Buongiorno Dottori, scrivo oggi per avere un consulto su una mia situazione che è diventata concreta da pochi mesi, che mi fa soffrire da più di un anno ma che tuttavia vivo da sempre. E' una situazione che mi ha caratterizzato alla quale però non ho mai dato importanza se non in questi ultimi mesi. Dal luglio dell'anno scorso ho sofferto d'ansia per via di una infezione intestinale che mi ha portato a somatizzare. Quest'ansia prende sfogo nel mio intestino, causandomi spasmi, diarrea e raramente attacchi d'ansia con debolezza, pallore, vertigini, nausea e acidità. Un ansia che inizialmente non mi ha permesso di vivere più la mia normale vita e che mi impediva di ritornare all'università, di mangiare fuori con gli amici, di praticare sport, di vivere da solo e di stare in luoghi affollati. Ho affrontato il problema andando da uno psicologo e avvalendomi di un piccolo supporto farmaceutico (spasmomen somatico). Attraverso questa combinazione mi è stato possibile riprendermi, almeno all'80%. Ho cercato la forza in libri motivazionali ed ho messo in atto le filosofie a me più congeniali, cambiandomi radicalmente. In famiglia vivo una situazione alquanto difficile, data da un problema economico e dal cancro, scoperta durante il mio malessere, di mia madre alla quale sono molto legato. Giorno 12 Ottobre è stata operata, è andato tutto bene ma questo non mi rincuora. Vivo da solo da ormai un mese ed ho ripreso a frequentare l'università. A volte mi sento forte, energico e a volte mi sento crollare. Mi chiedo se riuscirò ad andare ancora avanti così come sto facendo ora, a trovare le forze, a continuare a sorridere. In questo periodo sto continuando a perdere peso. Peso adesso 54 kg e fino a due settimane fa ne pesavo 56. Il mio corpo e la mia mente stanno cedendo anche se da fuori sembra andare tutto bene. Non riesco a distinguere le mie emozioni, è sempre stato così. Io le chiamo manifestazioni fisiche. Se qualcuno mi fa un regalo io rimango impassibile, se nel normale dei casi dovessi avere paura io non la avverto ho solamente un aumento del battito cardiaco ma mi definisco tranquillo. Come in passato quando mi sono sottoposto ad un prelievo di sangue, ero tranquillo, non ero ansioso e poi sono svenuto. Mi è stato chiesto se fossi impressionato ma io ho risposto di No, stavo bene ma evidentemente il mio corpo no. Questo avviene anche nella sfera sentimentale. Sono omosessuale e non riesco mai a capire le mie emozioni per una persona. Non so neanche se sono realmente omosessuale. Ci sono state delle ragazze che mi interessavano, che mi facevano sentire euforico ma non riuscivo a legarmi. A volte mi definiscono superficiale perché ormai l'unica cosa a cui do importanza è la sensazione fisica che provo. Penso che l'incapacità di distinguere queste emozioni si sta facendo strada attraverso la somatizzazione. Vorrei sapere se sono alessitimico o se semplicemente è una forma di apatia. Il mio psicologo dice che sia una fase di assestamento. Vi ringrazio.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile ragazzo, non è questione di etichette, Lei sembra aver assunto una modalita' autodifensiva di porsi ,per resistere, salvarsi, andare avanti..
Spero che Lei parli a cuore aperto con lo psicologo che ha il piacere di seguirla, e si sia stabilita tra voi quella che si chiama.. alleanza terapeutica..il che è fondamentale..
Ma non ci dice niente della sua storia , che bambino che famiglia, che genitori ci sono stati nel suo passato ? questo è fondamentale sapere.. per poter poi cambiare gli occhiali con cui si guarda il mondo.. Ci riscriva e ci racconti , inoltre, cercare di essere più aperti con gli altri aiuta, ad essere compresi , a far meno fatica, quanto faticoso è, mio caro , far finta di niente, anestetizzarsi per difesa .. Cosa ne pensa ..? l'aspettiamo..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Sono omosessuale e non riesco mai a capire le mie emozioni per una persona. Non so neanche se sono realmente omosessuale. Ci sono state delle ragazze che mi interessavano, che mi facevano sentire euforico ma non riuscivo a legarmi. "

Gentile Utente,
aggiungo qualche riflessione a quelle della Collega.

Un corpo che si lamenta per essere ascoltato, una non scelta sessuale, tanta sofferenza non elaborata ed una paralisi emotiva.

Mi sembrano dei validissimi elementi per farsi aiutare ancora.

Forse non è stato bastevole il suo percorso, forse avrebbe dovuto proseguire con le sedute...

A volte l'assenza della sintomatologia non equivale alla guarigione avvenuta

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Da quello che scrive Lei non e' affatto imperturbabile e tantomeno alessitimico.
Ha soltanto diretto su un ambito somatico le Sue manifestazioni emotive. Ma le percepisce e le ha percepite.
Il consiglio e' percio' di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che utilizzi le metodologie psicosomatiche per aiutarLa.
I miei saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Sono sempre stato un ragazzo che stava un po' sulle sue, a cui piace scherzare, sorridere e dare il massimo. Mi piace sempre stare in movimento e tendo ad organizzare la mia vita. I miei genitori sono sempre stati presenti. Ho legato maggiormente con mia madre in quanto con lei mi sento maggiormente ascoltato, invece con mio padre non riesco ad aprirmi e soprattutto il dialogo e scarno, non mi ritrovo con i suoi discorsi che a volte definisco stupidi e privi di senso. La malattia di mia madre mi ha datto non pochi problemi. Spesso mi sento in colpa e a volte non so se ho fatto e se sto facendo le giuste scelte. A volte mi dico che è solo del sano egoismo e che sto facendo il giusto per me, altre volte penso di sbagliare e che magari questo tempo non me lo ridarà più nessuno. Amo regalare un sorriso agli altri e soprattutto odio farmi vedere debole e indifeso. Sono dell'idea che i problemi si lasciono a casa, come un soprabito. Raramente chiedo aiuto e quando lo faccio è solo con amici stretti. Col mio psicologo si è instaurato un ottimo rapporto di fiducia ed infatti ho fatto tanti passi avanti. Purtroppo non posso più andarci a causa dell'università. Tuttavia ho ben pensato di farmi seguire qui a Catania anziché nella mia città, così da non avere problemi. Ho tirato in ballo questi due grossi termini, presenti nel titolo, perché veramente a volte non mi rendo conto di cosa provo. E' vero parlo di ansia ma in realtà non riesco a distinguerla. Quando mi è stato detto che il mio malessere è provocato dall'ansia, io ho risposto "Non sono assolutamente ansioso". Col tempo poiché tutti gli esami diagnostici risultavano negativi, sono arrivato alla conclusione che realmente fosse ansia. Tuttavia mi capita di stare emotivamente bene ma di stare fisicamente male e allora mi chiedo ho ansia? Perché ho ansia? Cosa mi ha portato a stare male? A volte riesco a capire quale esperienza mi ha causato il malessere e altre volte no. Altre volte mi capita di sentirmi mentalmente tranquillo ma il cuore non la pensa allo stesso modo e così impazza come un cavallo infuriato. E' come se non ci fosse una connessione tra corpo ed emozioni. Condivido assolutamente tutti i pensieri da voi esternati ed infatti sono pienamente convinto di continuare questo percorso così da eliminare questi ulteriori residui. Vorrei capire se questa.... confusione emotiva, possa essere la causa del mio malessere. Ciò che realmente mi paralizza nelle mie scelte quotidiane, dalla sfera sessuale, sentimentale e professionale. Figuratevi che oramai non riesco più a distinguere un normale mal di pancia da un mal di pancia causato dall'ansia. Ho perso la chiave per decifrarmi. Sicuramente, da un punto di vista emotivo, non è una cosa che è comparsa solamente ora. E' sempre stato così solo che non ci ho mai dato peso. Spesso mi è stato detto di essere freddo, cinico, apatico e insensibile però mi andava bene così. Adesso non mi va più bene perché c'è di mezzo la mia salute. E' come se prima ero sulla strada mentre adesso mi ritrovo in un bosco fitto dal quale difficilmente trovo la via di uscita. Una cosa ho almeno imparato da questo percorso ovvero a gestire i miei attacchi d'ansia. Hanno la stessa intensità però riesco a gestirli meglio, non ho mancamenti, e non mi faccio prendere molto dal panico se e solo se mi ritrovo all'aria aperta e in compagnia. Il fresco dell'aria mi tiene "sveglio".
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Un mal di pancia dovuto all'ansia non e' diverso da un mal di pancia "comune" perche' cio' che comporta il mal di pancia e', a meno di patologie gastriche dovute a infezioni o a virus, e' l'interessamento del Sistema Nervoso Autonomo.
E' per questo che le ho consigliato di ricorrere ad uno psicoterapeuta che utilizzi metodologie psicosomatiche.
Una volta stabilito il meccanismo che determina la "negazione dell'ansia" lo si potra' affrontare.
e questo lavoro sull'accettazione dovra' essere favorito dal terapeuta.
Ci faccia sapere!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
L'ansia ed i suoi sintomi non vanno negati, tacitati o distinti gli uni dagli altri, ma analizzati e curati a fondo.

È possibile che il suo organo bersaglio sia lo stomaco, così che trattasi di ansia o di cattiva digestione, ha imparato in maniera disfunzionale ed avere dolore sempre lì..

ne discuta con chi ha il piacere di occuparsi di lei.