Vergogna
Buongiorno,
mi chiamo Luca e sono un giovane di 23 anni. Lavoro per mio conto nella azienda di famiglia, sono fidanzato da 3 anni.
Ho da sempre un rapporto altalenante con la mia vergogna.
Cercherò di spiegarmi al meglio.
Sono alto 1.85 e sono di corporatura robusta, sono sempre stato fidanzato da quando ho 15 anni (con varie ragazze). con quest'ultima sono fidanzato da 5 anni e siamo in procinto per andare a convivere.
lavoro a contatto con il pubblico, ho rapporti di lavoro con le persone e non mi creo troppi problemi di vergogna sul lavoro.
Il mio problema apparentemente banale (ma che mi rovina la vita) si verifica nei rapporti con i conoscenti-amici o con tutte quelle persone (aldilà del mondo lavorativo) con le quali non ho un rapporto confidenziale o che non conosco.
Ogni qual volta si verifichi la situazione nella quale io debba uscire con persone che non conosco a fondo, o che non conosca proprio, arriva la mia vergogna. Il senso di disagio, la paura di fare figure goffe, di non essere all'altezza mi opprime e mi crea una ansia incredibile nelle ore e nei giorni prima del convivio e durante lo stesso.
Spesso ho rinunciato con scuse stupide ad uscire con miei amici, ad andare a cena fuori con loro, le volte che non l'ho fatto invece, sono stato in alcuni casi benissimo in altri ho passato le serate a guardare l'orologio aspettando solo il momento per andare via. I miei amici mi cercano, mi vorrebbero sempre fra di loro, so di essere visto bene ai loro occhi e molti di loro provano stima per me. Ma io in alcuni momenti faccio veramente fatica a sentirmi a mio agio.
Ad oggi vivo questa sensazione di disagio in modo altalenante, ci sono dei periodi che sono negativo al massimo e dei periodi che invece riesco a reagire e a godermi la vita.
dimenticavo una nota cruciale, spesso e volentieri, nelle situazione difficili divento rosso peperone e questo accende in me un disprezzo nei miei confronti. mi piace apparire ed essere un uomo virile, forte,e grintoso diventare rosso è una delle cose che più mi fa male..
La mia grande paura è quella di non godermi la vita. Ho paura che questa cosa peggiori di giorno in giorno o di anno in anno. Io non voglio prendere antidepressivi o cose varie io voglio solo essere spensieratamente padrone di me stesso e della mia vita. Come posso sconfiggere questa vergogna che mi opprime?
mi chiamo Luca e sono un giovane di 23 anni. Lavoro per mio conto nella azienda di famiglia, sono fidanzato da 3 anni.
Ho da sempre un rapporto altalenante con la mia vergogna.
Cercherò di spiegarmi al meglio.
Sono alto 1.85 e sono di corporatura robusta, sono sempre stato fidanzato da quando ho 15 anni (con varie ragazze). con quest'ultima sono fidanzato da 5 anni e siamo in procinto per andare a convivere.
lavoro a contatto con il pubblico, ho rapporti di lavoro con le persone e non mi creo troppi problemi di vergogna sul lavoro.
Il mio problema apparentemente banale (ma che mi rovina la vita) si verifica nei rapporti con i conoscenti-amici o con tutte quelle persone (aldilà del mondo lavorativo) con le quali non ho un rapporto confidenziale o che non conosco.
Ogni qual volta si verifichi la situazione nella quale io debba uscire con persone che non conosco a fondo, o che non conosca proprio, arriva la mia vergogna. Il senso di disagio, la paura di fare figure goffe, di non essere all'altezza mi opprime e mi crea una ansia incredibile nelle ore e nei giorni prima del convivio e durante lo stesso.
Spesso ho rinunciato con scuse stupide ad uscire con miei amici, ad andare a cena fuori con loro, le volte che non l'ho fatto invece, sono stato in alcuni casi benissimo in altri ho passato le serate a guardare l'orologio aspettando solo il momento per andare via. I miei amici mi cercano, mi vorrebbero sempre fra di loro, so di essere visto bene ai loro occhi e molti di loro provano stima per me. Ma io in alcuni momenti faccio veramente fatica a sentirmi a mio agio.
Ad oggi vivo questa sensazione di disagio in modo altalenante, ci sono dei periodi che sono negativo al massimo e dei periodi che invece riesco a reagire e a godermi la vita.
dimenticavo una nota cruciale, spesso e volentieri, nelle situazione difficili divento rosso peperone e questo accende in me un disprezzo nei miei confronti. mi piace apparire ed essere un uomo virile, forte,e grintoso diventare rosso è una delle cose che più mi fa male..
La mia grande paura è quella di non godermi la vita. Ho paura che questa cosa peggiori di giorno in giorno o di anno in anno. Io non voglio prendere antidepressivi o cose varie io voglio solo essere spensieratamente padrone di me stesso e della mia vita. Come posso sconfiggere questa vergogna che mi opprime?
[#1]
Salve, fornisce una preziosa riflessione su se stesso attraverso il suo racconto, e ci dà l'occasione di dire una cosa a cui personalmente tengo in modo particolare: la forza di noi stessi è nella nostra espressività.
Credo di poter dire che il suo intuito ci porti nel profondo di se stesso, quando parla della paura di non essere all'altezza, in particolar modo in situazioni nuove.
Questo sembra collegato alla vergogna di cui ci parla con chiarezza.
A volte capita di temere di dire la nostra, magari non siamo spontanei per non ricevere critiche. Altre volte, ad esempio, ci preoccupiamo di deludere gli altri se non siamo in linea con le loro aspettative e restiamo in ombra.
Tutto questo merita molta attenzione. Posso chiederle, se ha voglia di parlarne, che idea si è fatto sul suo "disagio altalenante" nelle varie situazioni di cui ci parla: come mai a volte si sente più a disagio altre volte invece è stato bene con i suoi amici?
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Credo di poter dire che il suo intuito ci porti nel profondo di se stesso, quando parla della paura di non essere all'altezza, in particolar modo in situazioni nuove.
Questo sembra collegato alla vergogna di cui ci parla con chiarezza.
A volte capita di temere di dire la nostra, magari non siamo spontanei per non ricevere critiche. Altre volte, ad esempio, ci preoccupiamo di deludere gli altri se non siamo in linea con le loro aspettative e restiamo in ombra.
Tutto questo merita molta attenzione. Posso chiederle, se ha voglia di parlarne, che idea si è fatto sul suo "disagio altalenante" nelle varie situazioni di cui ci parla: come mai a volte si sente più a disagio altre volte invece è stato bene con i suoi amici?
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Gentile Luca,
è importante l'aspetto che sottolinea ossia il fatto che nel campo professionale non ha alcun problema, mentre questo suo malessere nasce con amici, conoscenze o estranei.
Questo potrebbe far pensare al fatto che sul lavoro lei è il Luca "professionale" e che conosce bene il suo lavoro e lo svolge altrettanto bene, mentre nella cerchia amicale e delle conoscenze è "solo" Luca, il ragazzo, l'amico, la sua persona, che forse ha paura di mettersi a nudo, di farsi conoscere per quello che è, con le sue emozioni, i suoi sogni, le sue paure, magari di fare anche una gaffe (ed essere giudicato male?) perché un'amicizia è fatta anche di questo, di una conoscenza dell'altro, ma anche di sè.
Forse quindi è il timore di farsi conoscere per quello che lei è che le scatena questa vergogna?
Vergogna perché vorrebbe essere (o apparire?) forte e grintoso e invece il rossore del volto le sconferma tutto ciò (e la vergogna non può che aumentare).
Ma chi è una persona forte?
E chi uno che arrossisce?
Potrebbe esserle d'aiuto un consulto psicologico che l'aiuti ad affrontare questo suo malessere e a viversi in maniera più serena in mezzo agli altri.
Un caro saluto
è importante l'aspetto che sottolinea ossia il fatto che nel campo professionale non ha alcun problema, mentre questo suo malessere nasce con amici, conoscenze o estranei.
Questo potrebbe far pensare al fatto che sul lavoro lei è il Luca "professionale" e che conosce bene il suo lavoro e lo svolge altrettanto bene, mentre nella cerchia amicale e delle conoscenze è "solo" Luca, il ragazzo, l'amico, la sua persona, che forse ha paura di mettersi a nudo, di farsi conoscere per quello che è, con le sue emozioni, i suoi sogni, le sue paure, magari di fare anche una gaffe (ed essere giudicato male?) perché un'amicizia è fatta anche di questo, di una conoscenza dell'altro, ma anche di sè.
Forse quindi è il timore di farsi conoscere per quello che lei è che le scatena questa vergogna?
Vergogna perché vorrebbe essere (o apparire?) forte e grintoso e invece il rossore del volto le sconferma tutto ciò (e la vergogna non può che aumentare).
Ma chi è una persona forte?
E chi uno che arrossisce?
Potrebbe esserle d'aiuto un consulto psicologico che l'aiuti ad affrontare questo suo malessere e a viversi in maniera più serena in mezzo agli altri.
Un caro saluto
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#3]
Gentile Luca,
Anche io, come i Colleghi, la invito a farsi aiutare.
Non ci dice nulla di se,me ha delle passioni, come è stato adirato ed amato in famiglia...che stia si respirava in casa sua..restrittiva, rigida...
Questa vergogna che prova sembra essere una sorta di freni a mano nei confronti di tutte le esperienze della vita, dei coloro che la vita proporne e dei sapori...
Fa sport?
Come si vede allo specchio?
Mi ha colpito nel suo racconto il suo essere sempre stato fidanzato ed adesso in procinto di una convivenza, come se stare da solo la spaventasse o non la fece sentire a suo agio.
Sbaglio?
Non è mai stato single?
Libero?
Anche io, come i Colleghi, la invito a farsi aiutare.
Non ci dice nulla di se,me ha delle passioni, come è stato adirato ed amato in famiglia...che stia si respirava in casa sua..restrittiva, rigida...
Questa vergogna che prova sembra essere una sorta di freni a mano nei confronti di tutte le esperienze della vita, dei coloro che la vita proporne e dei sapori...
Fa sport?
Come si vede allo specchio?
Mi ha colpito nel suo racconto il suo essere sempre stato fidanzato ed adesso in procinto di una convivenza, come se stare da solo la spaventasse o non la fece sentire a suo agio.
Sbaglio?
Non è mai stato single?
Libero?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Utente
grazie ad entrambi per la celere risposta.
rispondo per ordine.
Dr. Enrico,
l'intermittenza del disagio (da intendersi negli anni) è da considerare come un segnale che riguarda la mia interiorità, ci sono dei momenti della mia vita nei quali ho avuto più soddisfazioni personali, e situazioni gratificanti, che mi hanno indotto ad essere più sicuro di me stesso e quindi più tranquillo e disinvolto nei rapporti con le altre persone, altri momenti della vita più "piatti" nei quali mi sono sentito meno gratificato e soddisfatto e da qui un senso di vuoto, di disagio di incompletezza rispetto agli altri. In questi periodi di insoddisfazione, di rado mi capita di uscire e trovarmi a mio agio piuttosto non riesco a sentirmi tranquillo e non riesco di conseguenza a godermi il momento di svago, cercando quindi di evitarlo.
Dott.ssa Ilaria,
Nel mondo lavorativo difficilmente mi capita di sentirmi a disagio (a meno che non abbia commesso qualche errore grossolano ma in quel caso credo sia normale) più che altro lavorando mi capita spesso di non essere sicurissimo di me in alcune situazioni difficili, ma cerco di non darlo a vedere e con non poca ansia cerco di svolgere comunque le mie mansioni.
In ogni caso credo che il punto cruciale stia proprio nelle sue ultime righe "ho paura nel farmi vedere per quello che realmente sono", non riesco a stare bene con le persone (ad eccezione di quei 3-4 amici intimi) e faccio fatica ad essere me stesso con loro..
Però se a me stesso piacerebbe vedere un Luca forte, senza mai una pecca, e invece mi vedo sempre in difetto, come posso pensare che gli altri non vedano il difetto che vedo io? come posso stare sereno se penso sempre che non sono abbastanza?
Vi rubo ancora poche righe, è da tempo che vorrei scrivere ma non l'ho mai fatto perchè non l'ho mai ritenuto realmente necessario. sono arrivato a questa conclusione perchè la prossima settimana la mia ragazza compierà i suoi 18 anni,
Invece di essere gioioso per questo avvenimento, ho un ansia incredibile (quasi come se i 18 anni li dovessi fare io) perchè ci sara una cena con tutti i parenti compresi i genitori di entrambi e una seconda cena il giorno dopo con tutti gli amici. Io ho paura di non essere all'altezza, di diventare rosso, di fare qualche gesto goffo, sia alla cena con i parenti che a quella degli amici. Il mio pensiero fisso ormai da giorni è che gli altri possano pensare in qualche modo o per qualche ragione che io non sia all'altezza della mia ragazza.
questa cosa come sempre mi fa vivere malissimo sia il prima che il durante. e non credo sia giusto. vorrei solamente sentirmi sereno. help me!
rispondo per ordine.
Dr. Enrico,
l'intermittenza del disagio (da intendersi negli anni) è da considerare come un segnale che riguarda la mia interiorità, ci sono dei momenti della mia vita nei quali ho avuto più soddisfazioni personali, e situazioni gratificanti, che mi hanno indotto ad essere più sicuro di me stesso e quindi più tranquillo e disinvolto nei rapporti con le altre persone, altri momenti della vita più "piatti" nei quali mi sono sentito meno gratificato e soddisfatto e da qui un senso di vuoto, di disagio di incompletezza rispetto agli altri. In questi periodi di insoddisfazione, di rado mi capita di uscire e trovarmi a mio agio piuttosto non riesco a sentirmi tranquillo e non riesco di conseguenza a godermi il momento di svago, cercando quindi di evitarlo.
Dott.ssa Ilaria,
Nel mondo lavorativo difficilmente mi capita di sentirmi a disagio (a meno che non abbia commesso qualche errore grossolano ma in quel caso credo sia normale) più che altro lavorando mi capita spesso di non essere sicurissimo di me in alcune situazioni difficili, ma cerco di non darlo a vedere e con non poca ansia cerco di svolgere comunque le mie mansioni.
In ogni caso credo che il punto cruciale stia proprio nelle sue ultime righe "ho paura nel farmi vedere per quello che realmente sono", non riesco a stare bene con le persone (ad eccezione di quei 3-4 amici intimi) e faccio fatica ad essere me stesso con loro..
Però se a me stesso piacerebbe vedere un Luca forte, senza mai una pecca, e invece mi vedo sempre in difetto, come posso pensare che gli altri non vedano il difetto che vedo io? come posso stare sereno se penso sempre che non sono abbastanza?
Vi rubo ancora poche righe, è da tempo che vorrei scrivere ma non l'ho mai fatto perchè non l'ho mai ritenuto realmente necessario. sono arrivato a questa conclusione perchè la prossima settimana la mia ragazza compierà i suoi 18 anni,
Invece di essere gioioso per questo avvenimento, ho un ansia incredibile (quasi come se i 18 anni li dovessi fare io) perchè ci sara una cena con tutti i parenti compresi i genitori di entrambi e una seconda cena il giorno dopo con tutti gli amici. Io ho paura di non essere all'altezza, di diventare rosso, di fare qualche gesto goffo, sia alla cena con i parenti che a quella degli amici. Il mio pensiero fisso ormai da giorni è che gli altri possano pensare in qualche modo o per qualche ragione che io non sia all'altezza della mia ragazza.
questa cosa come sempre mi fa vivere malissimo sia il prima che il durante. e non credo sia giusto. vorrei solamente sentirmi sereno. help me!
[#5]
Caro Luca,
una riflessione che mi viene in mente e vorrei provare a comunicarle, mi dica pure come la sente, è questa: finché ha buone conferme di se stesso dagli altri si sente forte, se invece non le ha questo potrebbe renderla più insicuro.
Le situazioni sociali, soprattutto se non sono ristrette, di conseguenza, suscitano in lei delle possibili incertezze su di sé.
Se così fosse, la cosa importante sarebbe acquisire valore in se stesso, fare i conti con il dover essere impeccabile, e riuscire a sentirsi più libero di esprimersi, senza dipendere dagli altri.
Lo dice in modo molto chiaro lei per primo quando d'altronde afferma: "Come posso stare sereno se penso sempre che non sono abbastanza?".
Inoltre, quando si chiede: "Però se a me stesso piacerebbe vedere un Luca forte, senza mai una pecca, e invece mi vedo sempre in difetto, come posso pensare che gli altri non vedano il difetto che vedo io?", si pone una domanda stimolante. Gli altri potrebbero non vedere il difetto, perché non è detto che ciò che per lei è un difetto, lo sia anche per loro. Questo potrebbe essere coerente con l'idea che è Luca per primo a pensarsi così.
Il fatto che sente che questo sia ingiusto, così come il fatto che ci sta scrivendo, mi sembrano il segno positivo che qualcosa di creativo si sta muovendo dentro di lei, il desiderio di cambiare per godersi la cena e tutte le occasioni che in futuro verranno, senza più paura di essere se stesso.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
una riflessione che mi viene in mente e vorrei provare a comunicarle, mi dica pure come la sente, è questa: finché ha buone conferme di se stesso dagli altri si sente forte, se invece non le ha questo potrebbe renderla più insicuro.
Le situazioni sociali, soprattutto se non sono ristrette, di conseguenza, suscitano in lei delle possibili incertezze su di sé.
Se così fosse, la cosa importante sarebbe acquisire valore in se stesso, fare i conti con il dover essere impeccabile, e riuscire a sentirsi più libero di esprimersi, senza dipendere dagli altri.
Lo dice in modo molto chiaro lei per primo quando d'altronde afferma: "Come posso stare sereno se penso sempre che non sono abbastanza?".
Inoltre, quando si chiede: "Però se a me stesso piacerebbe vedere un Luca forte, senza mai una pecca, e invece mi vedo sempre in difetto, come posso pensare che gli altri non vedano il difetto che vedo io?", si pone una domanda stimolante. Gli altri potrebbero non vedere il difetto, perché non è detto che ciò che per lei è un difetto, lo sia anche per loro. Questo potrebbe essere coerente con l'idea che è Luca per primo a pensarsi così.
Il fatto che sente che questo sia ingiusto, così come il fatto che ci sta scrivendo, mi sembrano il segno positivo che qualcosa di creativo si sta muovendo dentro di lei, il desiderio di cambiare per godersi la cena e tutte le occasioni che in futuro verranno, senza più paura di essere se stesso.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.8k visite dal 19/10/2015.
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