Problemi con lo psicoterapeuta

Salve , vorrei per cortesia che qualcuno mi aiutasse, ho dei dubbi su un comportamento del mio psicoterapeuta: l'essere costantemente in ritardo. Ci vado da più di due mesi circa (di solito una volta a settimana) ed ho notato che ogni volta fa come minimo 15 minuti di ritardo. La penultima seduta sono stati addirittura 30 e lui si è giustificato con un "oggi non riusciamo ad essere puntuali con gli appuntamenti"; anche questa settimana (dopo una settimana saltata in cui mi ha detto che non c'era) mi aveva dato appuntamento alle 8 di mattina, e si è presentato alle 8 e 17 dicendo: "dai questa volta è solo un quarto d'ora di ritardo" (Preciso che abita a pochi minuti dall'ASL ). Io di solito ho sempre tollerato, a malincuore però perchè come sono puntuale per rispetto io e impiego un' ora di viaggio, vorrei che lo fosse anche lui, ma quest'ultima volta questa frase mi ha turbata particolarmente. Soffro di depressione, problemi a relazionarmi con gli altri, ansia e bassa autostima, dunque temo sempre di essere una noia ed un peso per le altre persone, anche perché non so mai cosa dire e sto spesso in silenzio. Questo succede anche con lui ( a volte ci sono dei silenzi interminabili durante i quali provo il timore di attediarlo), e quella frase non ha fatto altro che alimentare ancor di più le mie paure, è quasi come se mi avesse detto "ritieniti fortunata che sono 15 perché se fosse stato per me sarei venuto anche più tardi (o non sarei venuto affatto)". Io mi sento in qualche modo in colpa ed ho paura che possa annoiarlo, e che il suo far sempre ritardo sia una sorta di resistenza inconscia data dal fatto che non mi trovi stimolante dal punto di vista lavorativo, quindi mi vien sempre da pensare "che fallimento che sei, riesci persino ad essere una seccatura per uno psicoterapeuta". Potrebbe essere la sua "resistenza"? Altrimenti a cosa potrebbe essere dovuto? Preciso che quando fa tardi è difficile che recuperi il tempo perso, lo ha fatto solo quando i minuti di ritardo erano 30. Inoltre sempre nell'ultima seduta mi ha chiesto se per me andasse bene l'appuntamento nuovamente di giovedì 22 ottobre alle 8 (o se volessi fare un'altro giorno), per poi fissarlo di giovedì 29 perchè lui l'altro giovedì non c'è. Non poteva farlo un altro giorno della settimana dal momento che mi aveva comunque fatto capire che il giovedì non era l'unico giorno disponibile? Perchè rimandare nuovamente dopo due settimane? Gli pesa la terapia o sarò io che dal momento che ho tutti i problemi precedentemente citati tendo a dare questa interpretazione dei suoi componenti? Grazie in anticipo.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Il suo racconto è particolarmente emblematico, perché mostra con evidenza che la psicoterapia è una relazione.

Attraverso la relazione emergono i suoi vissuti, e sono sinceramente colpito dal suo acume nel porsi le sue domande, in particolar modo quando dice: "Gli pesa la terapia o sarò io che dal momento che ho tutti i problemi precedentemente citati tendo a dare questa interpretazione dei suoi componenti?".

Purtroppo non sono in grado di rispondere a questa domanda relativamente al ritardo. Se lo psicoterapeuta tende a fare così con tutti i suoi pazienti, avremmo già un'indicazione. Ciò non toglie che lei possa dissentire ugualmente, ma non dipenderebbe da lei in questo caso.

Per quanto mi riguarda posso dirle che l'insieme di regole pratiche che stabiliscono l'incontro (giorno e orario, durata, luogo, pagamento) devono essere rispettate. Personalmente sono molto rigoroso in questo, se la seduta inizia alle 8, inizia alle 8. E finisce alle 8.50 indipendentemente dall'orario in cui il paziente arriva.

Relativamente ai silenzi, ciò che sente ipotizzo riguardi lei che porta dentro di sé i suoi timori di annoiare.
Se posso dirglielo, è un peccato, a me il suo racconto ha suscitato un sincero interesse e non ho sentito nessun peso nel risponderle.

Un consiglio che posso darle, se non lo ha già fatto, è di parlargli come ha fatto qui con noi del suo più che comprensibile turbamento. Potrebbe confrontarsi con lui e fare chiarezza rispetto a questo punto importante che evoca in lei emozioni legate alla sua immagine di sé. Sono sicuro che saprà poi discernere quanto appartiene a lei e quanto all'altro, ne ha tutte le capacità.

Un inciso: chissà dov'è finita la sua rabbia...

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile ragazza, capisco il suo disappunto, penso che questo Collega possa avere un atteggiamento .. sportivo , diciamo, col tempo, ha molte cose da fare, cerca di farle tutte , sarà incasinato.. certo non va bene , ma non mi pare niente di personale.. Glielo dica , così si chiariscono i dubbi.. Coraggio e molti auguri..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it