Ansia, insicurezza, apatia

Gentili dottori,

vi scrivo per raccontarvi brevemente il mio excursus, poichè mi trovo davanti a un bivio: abbattere le mie paure e i miei limiti o vivere una vita soggiogato da me stesso.
Premetto di aver affrontato nel corso dela mia vita alcuni periodi di psicoterapia conclusisi regolarmente che mi hanno fornito dell'aiuto.

La mia storia di infanzia è una storia a tratti felici e a tratti caratterizzata da scossoni e momenti di forte turbamento. All'età di 9 anni mio padre decide di lasciare improvvisamente mia madre andando a convivere con un'altra donna. La separazione non mi ha allontanato da mio padre che è stato sempre presente nella mia vita, tuttavia ho continuato a vivere con mia madre che ha sempre riservato un atteggiamento scontroso nei confronti di mio padre delegando a me ogni forma di dialogo tra i due. Entrambi non hanno acquistato quella serenità agognata dalla separazione prima e dal divorzio poi.

Io ho avvertito qualchhe anno dopo delle forti crisi di ansia che rendevano difficoltoso il dormire da solo, ho per questo iniziato un breve percorso da una psicologa. Sviluppo poi una forma di ipocondria latente, che a periodi esplode, e che mi porto ancora dietro.
Gli anni del liceo sono trascorsi piuttosto serenamente, la scuola, la classe e la costanza di frequentazione di un gruppo di persone mi hanno dato la serenità necessaria per essere piuttosto sereno per 4-5 anni. La fine del liceo coincide con la mia prima storia sentimentale e con l'ingresso nel mondo dell'università, che dopo 7-9 mesi mi porta in un ambiente in cui la costanza dei rapporti è minore, e lo studio è molto isolante. Entro in una spirale di crisi in cui accentuo una paura immotivata del vomito. ho paura di vomitare, vedo nella possibilità di vomitare ogni male, e mi vengono alcune crisi. Tuttavia riesco a superare questa fase di assestamento al nuovo percorso e passo con una costanza abbastanza solida gli anni successivi. Mi laureo in regola, con il massimo dei voti, divento nel frattempo anche rappresentante degli studenti. Agli occhi degli altri nessuno potrebbe intravedere le debolezze del mio carattere.

La fine dell'università coincide con l'ingresso nel mondo del lavoro ( intraprendo un dottorato di ricerca, assumo alcune repsonsabilità, e intraprendo anche una storia d'amore con una ragazza straniera ).
In quella fase subentra una nuova paura: l'aereo. Ho sempre viaggiato piuttosto serenamente, non amo i luna park e le giostre quindi a ogni minimo scossone entro nel panico, tuttavia non avevo mai avuto una paura anticipatoria del viaggio come quella che ho dalla fine dell'università.
Nonostante questo decido di esser forte, di prendere l'aereo quando serve, di convivere con il mio forte malessere, e vivo anche 5 mesi all'estero per via del lavoro nel corso dell'ultimo anno. l'ansia non va via, mi sento a volte come la testa in aria, mi mette nervosismo ogni pensiero lavorativo o ogni incombenza. Le mie paure stentano ad andar via..
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Se ha già effettuato della psicoterapia, sarebbe più utile che chiedesse a chi si è occupato di lei.

Se le sue paure ci sono ancora, e sono anche invalidanti, sarebbe il caso di occuparsene fino alla loro scomparsa.

Consideri che la guarigione spesso non coincide con la scomparsa della sintomatologia, ma con la cicatrizzazione degli strati più profondi della psiche.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Utente
Utente
Il dato che mi preoccupa è la ricomparsa ciclica di momenti di sprofondamento, che chiaramente assumono contorni e dettagli differenti nel corso della mia evoluzione. I sintomi di ieri non sono quelli di oggi.

Non mi sono piu rivolto a chi mi ha seguito (diverse persone) perchè constato che questi periodi mi aiutano a scacciare i sintomi, ma non il malessere di fondo che come una mina esplode in certe situazioni.

Nella mia vita attuale ho molte soddisfazioni su ogni piano: lavoro, famiglia, amici, relazioni sentimentali. Eppure vivo in paralisi. Non mi spiego questo.
[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Non mi sono piu rivolto a chi mi ha seguito (diverse persone) perchè constato che questi periodi mi aiutano a scacciare i sintomi, ma non il malessere di fondo che come una mina esplode in certe situazioni."

Credo che abbia necessità di curasi ancora, i sintomi cambino di forma e di colore..
Ma spesso il denominatore è sempre lo stesso.
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signore,
Se le psicoterapie che ha effettuato non sono state in grado di arrivare in profondita' e' normale che Lei torni a stare male.
Quali approcci psicoterapeutici seguiva?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Credo si trattasse di una psicoterapia comportamentale. Mi si chiedeva di parlare in terza persona , e di rievocare e richiamare le condizioni di ansia e di panico. Non vorrei usare termini atecnici o errati..
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signore,
Purtroppo le terapie che non vanno nelle profondita' dei problemi non hanno durata.
Lei e' giovane e merita di stare meglio in modo reale e duraturo.
Quindi Le consiglierei una terapia psicodinamica che consente una seduta alla settimana ma lavora sui simboli che abitano l'inconscio tramite i sogni e le associazioni che Lei fa sui temi emersi.
E' attraverso tale metodologie che riesce a bypassare le "difese" che seppure inconsciamente, poniamo a difesa dei contenuti critici.
Spero di averLe suggerito una possibilita' positiva per Lei.
I migliori saluti.
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