Danni di un genitore scorretto
Salve, vorrei capire quali danni ( se a tempo determinato o solo momentanei ) si vengono a creare in
una situazione del genere:
A e B si sposano, fanno un figlio e alla sua tenera età di 4 anni si separano.
Il figlio rimane con A ( la madre) che purtroppo ha grosse carenze caratteriali. Fatto sta che sin da
piccolo gli rinfacciava ogni sua minima cosa: che è troppo vivace, che a scuola non va bene e che se
continua così lo "spedisce" dal padre, figura citata solo per scaturire terrore, che gli altri sono
più bravi ecc, alternando questi "attacchi psicologici" ( forse ad un fine di migliorare il figlio) a
momenti di pura follia dove tirava fuori le solite frasi di rito " non ti cambierei
con nessun altro al mondo" "sei la mia unica ragione di vita" ecc...creando probabilmente distorsioni
nella sua mente ( ah, mia madre mi dice questo e quello però mi vuole bene, quindi il mondo funzionerà
così!).Quindi non manca di usare i figli della sorella, amiche ecc per sminuirlo sotto tutti i campi.
Passano gli anni e le cose rimangono uguali, stessa insoddisfazione ( visiva perchè le parole del genitore
hanno grossi controsensi, dalla mia "ragione" a "da chi hai preso?? io e tuo padre non eravamo così!")
E all'età di 11 anni A stufata di essere sola si lascia abindolare da un furbone di turno che vuole
accasarsi essendosi anche lui separato ( ma da poco! alla faccia di chi deve sfogarsi e stare solo! )
e quindi non perde l occasione un ulteriore volta di schiacciare le idiote frasi " se entrerà un uomo
nella nostra casa prima di tutti dovrà piacere a te!" e fatto sta che anche questa persona nel giro di
pochi mesi cambia carattere una volta che si vede accettare "SOLO" dalla madre.
Si comporta in maniere vili e sporche, prendendo esempi di suoi "figli esterni" sempre con la scuola per
sminuirlo ( forse sperando di ottenere un effetto di competizione? ). Detta leggi assurde sotto gli occhi
della madre che permette di tutto,tipo "a quest'ora a letto, quello si fa così, si apparecchia in questo
modo, non farti servire da tua madre ( un bimbo di 12 anni non deve farsi "servire" a tavola da sua madre,
solo perchè magari gli portava il piatto pronto oppure gli ridava una seconda portata..manco fosse un
40enne che sfrutta il genitore) "la bottiglia si tiene bene non devi appoggiarci la mano mentre bevi con
l'altra!" e tutte "cose" che fino a prima non erano mai state introdotte e di colpo vengono intromesse in
modo invadente e rivoltante, violento anche.
Addirittura si va a finire spesso anche alle mani e le uniche cose che il "genitore" naturale sa fare
sono "io gliel'ho detto, non sai quanto ci litigavo con lui per queste cose!" ( come se il solo parlare
senza combinare nulla sia una cosa apprezzabile!!) e oltretutto anche in argomenti intimi, tipo controllare
visivamente se si puliva "bene" il pisello. Un altra volta è venuto fuori a causa di un doloretto sotto il
braccio che aveva chiesto cosa poteva essere la frase :" ma ti masturbi l uccellino?!??!" e in preda alla
vergogna l unica cosa che anche li la madre seppe dire era "Ma Paolo!! ( nome citato a caso) inutile dire
la frustrazione e la vergogna del piccolo...
Dopo anni e anni i 2 si separano per cause loro e il figlio si crea un carattere timido e ostile agli altri
( e ti credo! ). Solo dopo i 20 anni, conoscendo nuove persone e uscendo in modo sistematico, scoprirà che
quello che sembrava essere un incubo universale era "solo" una schifosissima storia tra quelle quattro
mura e quelle poche persone ( anche i parenti non alzavano un dito per difenderlo)
Mi chiedo, secondo voi una persona con un passato così, con un genitore che sa solo oltretutto farlo
sentire in colpa se la manda a cagare e se ha solo brutte risposte ( dopo questo passato mi sembra il
minimo! ) ha dei "blocchi" o delle "lacune" nella psiche che lo segneranno in qualche modo?
Il bello è che questa persona A attualmente te non si rende conto di cosa ha fatto e le uniche cose che
sa fare sono di piangere e compiangersi perchè suo figlio non vuole "perdonarla" ( anche dopo quelle
sventure non ha mai mostrato di essere cambiata nei suoi confronti, continua con l'ipervalutazione del
mondo esterno, delle amiche, di chi non la cerca nemmeno e sminuisce sempre lui a discapito di altri,
magari con titoli di studio ecc.)
Addirittura a frasi tipo "tanto me ne vado di qui" risponde beffardamente con ton i ironici " si,
lo spero per te, ma io sono contenta!!! ti farai un super mega attico e così potrai portare in casa
chi vuoi e questa stronza non la vedrai più!!"
Insomma chi fa i danni non ha nemmeno il tatto di riconoscerli.
L 'unica cosa che sa dire è: " si, riconosco che ho sbagliato, per mie debolezze non sono riuscita a sbatterlo
fuori di casa, ma ora voglio ricominciare, chi è senza peccato scagli la prima pietra!" E poi è la stessa
identica, stessi modi violenti di interagire, rabbiosi nei confronti del figlio, invadenti ( far pesare che
non la aiuta a fare la spesa, che non dice Buon giorno e buonasera, che non saluta che entra in casa e va
in camera sua come un "inquilino"...
Grazie
una situazione del genere:
A e B si sposano, fanno un figlio e alla sua tenera età di 4 anni si separano.
Il figlio rimane con A ( la madre) che purtroppo ha grosse carenze caratteriali. Fatto sta che sin da
piccolo gli rinfacciava ogni sua minima cosa: che è troppo vivace, che a scuola non va bene e che se
continua così lo "spedisce" dal padre, figura citata solo per scaturire terrore, che gli altri sono
più bravi ecc, alternando questi "attacchi psicologici" ( forse ad un fine di migliorare il figlio) a
momenti di pura follia dove tirava fuori le solite frasi di rito " non ti cambierei
con nessun altro al mondo" "sei la mia unica ragione di vita" ecc...creando probabilmente distorsioni
nella sua mente ( ah, mia madre mi dice questo e quello però mi vuole bene, quindi il mondo funzionerà
così!).Quindi non manca di usare i figli della sorella, amiche ecc per sminuirlo sotto tutti i campi.
Passano gli anni e le cose rimangono uguali, stessa insoddisfazione ( visiva perchè le parole del genitore
hanno grossi controsensi, dalla mia "ragione" a "da chi hai preso?? io e tuo padre non eravamo così!")
E all'età di 11 anni A stufata di essere sola si lascia abindolare da un furbone di turno che vuole
accasarsi essendosi anche lui separato ( ma da poco! alla faccia di chi deve sfogarsi e stare solo! )
e quindi non perde l occasione un ulteriore volta di schiacciare le idiote frasi " se entrerà un uomo
nella nostra casa prima di tutti dovrà piacere a te!" e fatto sta che anche questa persona nel giro di
pochi mesi cambia carattere una volta che si vede accettare "SOLO" dalla madre.
Si comporta in maniere vili e sporche, prendendo esempi di suoi "figli esterni" sempre con la scuola per
sminuirlo ( forse sperando di ottenere un effetto di competizione? ). Detta leggi assurde sotto gli occhi
della madre che permette di tutto,tipo "a quest'ora a letto, quello si fa così, si apparecchia in questo
modo, non farti servire da tua madre ( un bimbo di 12 anni non deve farsi "servire" a tavola da sua madre,
solo perchè magari gli portava il piatto pronto oppure gli ridava una seconda portata..manco fosse un
40enne che sfrutta il genitore) "la bottiglia si tiene bene non devi appoggiarci la mano mentre bevi con
l'altra!" e tutte "cose" che fino a prima non erano mai state introdotte e di colpo vengono intromesse in
modo invadente e rivoltante, violento anche.
Addirittura si va a finire spesso anche alle mani e le uniche cose che il "genitore" naturale sa fare
sono "io gliel'ho detto, non sai quanto ci litigavo con lui per queste cose!" ( come se il solo parlare
senza combinare nulla sia una cosa apprezzabile!!) e oltretutto anche in argomenti intimi, tipo controllare
visivamente se si puliva "bene" il pisello. Un altra volta è venuto fuori a causa di un doloretto sotto il
braccio che aveva chiesto cosa poteva essere la frase :" ma ti masturbi l uccellino?!??!" e in preda alla
vergogna l unica cosa che anche li la madre seppe dire era "Ma Paolo!! ( nome citato a caso) inutile dire
la frustrazione e la vergogna del piccolo...
Dopo anni e anni i 2 si separano per cause loro e il figlio si crea un carattere timido e ostile agli altri
( e ti credo! ). Solo dopo i 20 anni, conoscendo nuove persone e uscendo in modo sistematico, scoprirà che
quello che sembrava essere un incubo universale era "solo" una schifosissima storia tra quelle quattro
mura e quelle poche persone ( anche i parenti non alzavano un dito per difenderlo)
Mi chiedo, secondo voi una persona con un passato così, con un genitore che sa solo oltretutto farlo
sentire in colpa se la manda a cagare e se ha solo brutte risposte ( dopo questo passato mi sembra il
minimo! ) ha dei "blocchi" o delle "lacune" nella psiche che lo segneranno in qualche modo?
Il bello è che questa persona A attualmente te non si rende conto di cosa ha fatto e le uniche cose che
sa fare sono di piangere e compiangersi perchè suo figlio non vuole "perdonarla" ( anche dopo quelle
sventure non ha mai mostrato di essere cambiata nei suoi confronti, continua con l'ipervalutazione del
mondo esterno, delle amiche, di chi non la cerca nemmeno e sminuisce sempre lui a discapito di altri,
magari con titoli di studio ecc.)
Addirittura a frasi tipo "tanto me ne vado di qui" risponde beffardamente con ton i ironici " si,
lo spero per te, ma io sono contenta!!! ti farai un super mega attico e così potrai portare in casa
chi vuoi e questa stronza non la vedrai più!!"
Insomma chi fa i danni non ha nemmeno il tatto di riconoscerli.
L 'unica cosa che sa dire è: " si, riconosco che ho sbagliato, per mie debolezze non sono riuscita a sbatterlo
fuori di casa, ma ora voglio ricominciare, chi è senza peccato scagli la prima pietra!" E poi è la stessa
identica, stessi modi violenti di interagire, rabbiosi nei confronti del figlio, invadenti ( far pesare che
non la aiuta a fare la spesa, che non dice Buon giorno e buonasera, che non saluta che entra in casa e va
in camera sua come un "inquilino"...
Grazie
[#1]
Gentile utente
La storia che racconta è triste e squallida e aggiunge ulteriori dettagli agli sprazzi che ci aveva già dato nella precedente richiesta. E anche la sua nuova domanda mi sembra che sia la stessa della prima, per la quale ha già ricevuto risposta.
Il verificarsi e l'esistenza o meno di danni non è cosa che si possa stabilire matematicamente a priori, ma solo guardando in faccia l'interessato.
Mi permetta di dirle anche quanto segue. Finché "il figlio" di cui parla continuerà a parlare di A e di B, di "questo", di "lui" e di "lei" in modo così astratto e surrealisticamente distaccato, non credo potrà fare grandi progressi (glielo dica), se davvero ci sono stati danni di una certa entità.
Se "il figlio" è ancora molto giovane, come mi pare di capire, potrà godere di grossi margini di recupero e miglioramento, data l'età, ma solo lasciandosi aiutare. Può rivolgersi anche da solo/a alla sua ASL di appartenenza, senza dirlo a nessun altro. Il primo colloquio in genere è gratuito e i successivi possono essere prenotati dietro pagamento di ticket molto bassi.
Gli dica di non aspettare ancora, non ne vale la pena.
Cordiali saluti
La storia che racconta è triste e squallida e aggiunge ulteriori dettagli agli sprazzi che ci aveva già dato nella precedente richiesta. E anche la sua nuova domanda mi sembra che sia la stessa della prima, per la quale ha già ricevuto risposta.
Il verificarsi e l'esistenza o meno di danni non è cosa che si possa stabilire matematicamente a priori, ma solo guardando in faccia l'interessato.
Mi permetta di dirle anche quanto segue. Finché "il figlio" di cui parla continuerà a parlare di A e di B, di "questo", di "lui" e di "lei" in modo così astratto e surrealisticamente distaccato, non credo potrà fare grandi progressi (glielo dica), se davvero ci sono stati danni di una certa entità.
Se "il figlio" è ancora molto giovane, come mi pare di capire, potrà godere di grossi margini di recupero e miglioramento, data l'età, ma solo lasciandosi aiutare. Può rivolgersi anche da solo/a alla sua ASL di appartenenza, senza dirlo a nessun altro. Il primo colloquio in genere è gratuito e i successivi possono essere prenotati dietro pagamento di ticket molto bassi.
Gli dica di non aspettare ancora, non ne vale la pena.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
E' una storia come quelle che conosco da molti anni essendo psicologo e consulente tecnico presso un Tribunale per i casi di affido dei minori e un consulente-psicologo di parte che ha lavorato con molti avvocati e conosce storie tanto simili a questa.
Sono casi che segnano profondamente il carattere e tutta la psiche del soggetto.
Ma è possibile "guarire".
E' possibile farcela con una seria e appropriata terapia psicologica.
Io sono uno psicoterapeuta ad indirizzo analitico junghiano. Come tale ritengo che la più appropriata per quel ragazzo sia una psicoterapia che investighi nelle sfere dell'inconscio.
Ma se non trova un terapeuta analista, può rivolgersi anche ad altri di altra scuola, che però effettui un’indagine simile.
La Psicologia è "una", le scuole psicoterapeutiche sono molte. Tutte lavorano per il bene della persona. Ma alcune sono più efficaci per certe forme di patologia psichica, altre per patologie diverse.
Nel caso che lei presenta ritengo che occorra una terapia che guardi soprattutto la persona, il soggetto, e che riesca a penetrare nelle oscurità della psiche.
Nell'inconscio di quel ragazzo si sono annidate tutte le sensazioni, le emozioni, le frustrazioni, i dolori, le angosce, le ansie, l'astio, gli impulsi sentiti e vissuti, "cose" RIMOSSE lì, in un angolo buio dal quale giungono inquietudini e tensioni all'Io cosciente.
La terapia deve raggiungere questi stadi inconsci.
E' lì che si deve operare perché il soggetto deve "tirar fuori" e rileggere con la ragione e l'intelligenza di oggi, tutte le situazioni scabrose e le frustrazioni subite. Alcune ne ricorda, ma molte agiscono ancora sotto il piano della coscienza.
La psicoterapia deve aiutare quel ragazzo a riappropriarsi di tutto quello che è stato rimosso dalla sua coscienza e riportarlo nell’Io.
La ragazza che sta vicina a quel ragazzo dovrà essere serena, ascoltarlo sempre, chiedere poco.
E deve volergli bene. Tanto bene.
Perché lui possa rendersi conto che ci sono anche persone (una donna) che sanno voler bene. Questo bene lo aiuta a superare momenti tristi e drammatici che ancora oggi, a distanza di tempo, riaffiorano nella sua vita.
Auguri di cuore.
Cordiali saluti.
E' una storia come quelle che conosco da molti anni essendo psicologo e consulente tecnico presso un Tribunale per i casi di affido dei minori e un consulente-psicologo di parte che ha lavorato con molti avvocati e conosce storie tanto simili a questa.
Sono casi che segnano profondamente il carattere e tutta la psiche del soggetto.
Ma è possibile "guarire".
E' possibile farcela con una seria e appropriata terapia psicologica.
Io sono uno psicoterapeuta ad indirizzo analitico junghiano. Come tale ritengo che la più appropriata per quel ragazzo sia una psicoterapia che investighi nelle sfere dell'inconscio.
Ma se non trova un terapeuta analista, può rivolgersi anche ad altri di altra scuola, che però effettui un’indagine simile.
La Psicologia è "una", le scuole psicoterapeutiche sono molte. Tutte lavorano per il bene della persona. Ma alcune sono più efficaci per certe forme di patologia psichica, altre per patologie diverse.
Nel caso che lei presenta ritengo che occorra una terapia che guardi soprattutto la persona, il soggetto, e che riesca a penetrare nelle oscurità della psiche.
Nell'inconscio di quel ragazzo si sono annidate tutte le sensazioni, le emozioni, le frustrazioni, i dolori, le angosce, le ansie, l'astio, gli impulsi sentiti e vissuti, "cose" RIMOSSE lì, in un angolo buio dal quale giungono inquietudini e tensioni all'Io cosciente.
La terapia deve raggiungere questi stadi inconsci.
E' lì che si deve operare perché il soggetto deve "tirar fuori" e rileggere con la ragione e l'intelligenza di oggi, tutte le situazioni scabrose e le frustrazioni subite. Alcune ne ricorda, ma molte agiscono ancora sotto il piano della coscienza.
La psicoterapia deve aiutare quel ragazzo a riappropriarsi di tutto quello che è stato rimosso dalla sua coscienza e riportarlo nell’Io.
La ragazza che sta vicina a quel ragazzo dovrà essere serena, ascoltarlo sempre, chiedere poco.
E deve volergli bene. Tanto bene.
Perché lui possa rendersi conto che ci sono anche persone (una donna) che sanno voler bene. Questo bene lo aiuta a superare momenti tristi e drammatici che ancora oggi, a distanza di tempo, riaffiorano nella sua vita.
Auguri di cuore.
Cordiali saluti.
[#3]
Gentile Ragazzo
la storia che racconti è molto triste ed è sempre un duro colpo realizzare che ci sono ragazzi che vivono situazioni come questa.
Il mio punto di vista è analogo a quello del Dr. Santonocito, credo che non serva a nulla discutere di un problema come se non ci appartenesse, purtroppo questa esperienza fà parte di una vita che ne è stata segnata; il cambiamento è connaturato anche al suo riconoscimento.
Ti suggerirei di consultare un terapeuta della tua zona, ti aiuterebbe ad avvicinarti a quello che è stato e poi a difendertene nel modo più appropriato.
In bocca al lupo
la storia che racconti è molto triste ed è sempre un duro colpo realizzare che ci sono ragazzi che vivono situazioni come questa.
Il mio punto di vista è analogo a quello del Dr. Santonocito, credo che non serva a nulla discutere di un problema come se non ci appartenesse, purtroppo questa esperienza fà parte di una vita che ne è stata segnata; il cambiamento è connaturato anche al suo riconoscimento.
Ti suggerirei di consultare un terapeuta della tua zona, ti aiuterebbe ad avvicinarti a quello che è stato e poi a difendertene nel modo più appropriato.
In bocca al lupo
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#4]
Ex utente
salve, perdonate il mio senso di disapprovazione, ma in tutte le risposte ho trovato degli allarmismi che non capisco.
Per esempio il parlare di "discuterne in maniera surreale" non lo vedo attenersi alla realtà; la persona di cui parlo ha un carattere deciso e critico nei confronti delle persone che ci circondano, ma sa che ce ne sono altrettante, come la sua ragazza, che sono corrette.
Con questo consulto volevo capire nei dati di fatto quali danni poteva adesso avere, non sentire solo che ha bisogno di consulti.
Inoltre vorrei sapere se il ragazzo in questione ha potuto trarre qualcosa di positivo dalle situazioni che ha vissuto.
E' possibile che una donna del genere (il genitoredel ragazzo) è da una vita che lavora a stretto contatto con i bambini e che quindi dovrebbe sapere come funzionano i rapporti umani e i relativi meccanismi mentali a grandi linee, si comporti in un modo simile proprio con suo figlio?
Sul posto di lavoro nessuno sa della sua reale personalità e appare come un' insegnante amatissima dai bambini, il mondo funziona al rovescio, è possibile fare isolare in un centro di igiene mentale una persona del genere?
Grazie
Per esempio il parlare di "discuterne in maniera surreale" non lo vedo attenersi alla realtà; la persona di cui parlo ha un carattere deciso e critico nei confronti delle persone che ci circondano, ma sa che ce ne sono altrettante, come la sua ragazza, che sono corrette.
Con questo consulto volevo capire nei dati di fatto quali danni poteva adesso avere, non sentire solo che ha bisogno di consulti.
Inoltre vorrei sapere se il ragazzo in questione ha potuto trarre qualcosa di positivo dalle situazioni che ha vissuto.
E' possibile che una donna del genere (il genitoredel ragazzo) è da una vita che lavora a stretto contatto con i bambini e che quindi dovrebbe sapere come funzionano i rapporti umani e i relativi meccanismi mentali a grandi linee, si comporti in un modo simile proprio con suo figlio?
Sul posto di lavoro nessuno sa della sua reale personalità e appare come un' insegnante amatissima dai bambini, il mondo funziona al rovescio, è possibile fare isolare in un centro di igiene mentale una persona del genere?
Grazie
[#5]
Gentile utente
Non si preoccupi di disapprovare, quando si comunica i malintesi sono sempre possibili.
Il termine surreale si riferiva al fatto che lei sta parlando di questo ragazzo (ho capito bene?) in terza persona. Ed elencando molto bene fatti, circostanze e sfumature, quasi come se invece stesse parlando in prima persona. Da qui la definizione di "surreale", ossia "sopra o al di fuori della realtà". Del resto lei stessa sta usando l'espressione: "non lo vedo attenersi alla realtà".
Quindi, se non ho capito male, lei conferma che sta parlando di una terza persona e procederò continuando a dare per scontato questo fatto.
Ma anche cambiando i termini dell'operazione, il risultato non cambia: non è possibile sapere, in questa surreale situazione, ossia per interposta persona, se e quali danni ci sono stati. Se qualcuno di noi glielo dicesse farebbe la figura dell'indovino, offrendo interpretazioni senza alcuna base obiettiva né scientifica a supporto. É questo che desidera?
Dare online questo tipo d'informazioni non è possibile quando l'utente le chiede direttamente per sé, figurarsi quando la richiesta si riferisce a qualcun altro.
Tenga presente anche che non solo nessuno è obbligato a seguire i suggerimenti ricevuti da un esperto, ma nessuno è nemmeno obbligato a farsi aiutare. Quindi, se lei ritiene che il nostro invito a cercare aiuto per questo giovane sia inutile o superfluo, la prego lo trascuri.
Riguardo all'insegnante/madre che descrive, io ci andrei molto cauto. Come saprà, le storie assumono molte facce a seconda di chi le racconta. Quindi, semmai, prima di essere d'accordo con lei e suggerirle come fare per farla rimuovere dal suo incarico, dovremmo ALMENO sentire anche l'altra campana, non le pare? Ognuno dovrebbe aver diritto di difendersi a questo mondo.
Cordiali saluti
Non si preoccupi di disapprovare, quando si comunica i malintesi sono sempre possibili.
Il termine surreale si riferiva al fatto che lei sta parlando di questo ragazzo (ho capito bene?) in terza persona. Ed elencando molto bene fatti, circostanze e sfumature, quasi come se invece stesse parlando in prima persona. Da qui la definizione di "surreale", ossia "sopra o al di fuori della realtà". Del resto lei stessa sta usando l'espressione: "non lo vedo attenersi alla realtà".
Quindi, se non ho capito male, lei conferma che sta parlando di una terza persona e procederò continuando a dare per scontato questo fatto.
Ma anche cambiando i termini dell'operazione, il risultato non cambia: non è possibile sapere, in questa surreale situazione, ossia per interposta persona, se e quali danni ci sono stati. Se qualcuno di noi glielo dicesse farebbe la figura dell'indovino, offrendo interpretazioni senza alcuna base obiettiva né scientifica a supporto. É questo che desidera?
Dare online questo tipo d'informazioni non è possibile quando l'utente le chiede direttamente per sé, figurarsi quando la richiesta si riferisce a qualcun altro.
Tenga presente anche che non solo nessuno è obbligato a seguire i suggerimenti ricevuti da un esperto, ma nessuno è nemmeno obbligato a farsi aiutare. Quindi, se lei ritiene che il nostro invito a cercare aiuto per questo giovane sia inutile o superfluo, la prego lo trascuri.
Riguardo all'insegnante/madre che descrive, io ci andrei molto cauto. Come saprà, le storie assumono molte facce a seconda di chi le racconta. Quindi, semmai, prima di essere d'accordo con lei e suggerirle come fare per farla rimuovere dal suo incarico, dovremmo ALMENO sentire anche l'altra campana, non le pare? Ognuno dovrebbe aver diritto di difendersi a questo mondo.
Cordiali saluti
[#6]
All'Utente.
Sì, è possibile che una donna che da una vita lavora con i bambini si comporti così.
Non sa quanti "mostri" si nascondono sotto un abito , che sia un vestito, una tonaca, una toga, una divisa, una professione, un camice bianco.
Però adesso deve fare qualcosa.
Noi possiamo dare dei consigli, non possiamo fare nemmeno diagnosi da lontano, non è giusto farle, non è professionale. Possiamo sbagliare.
Io posso chiedere un consulto per sapere se è ora di farmi una tale operazione chirurgica, ma i medici ed i chirurghi interpellati online, più che legggere dei valori di analisi che invio, tramite e-mail, e darmi un loro parere, altro non fanno.
Con Online bisogna stare attenti.
Penso che abbiamo fatto di tutto io e i miei colleghi, anche se abbiamo dato interpretazioni un po' diverse sul da farsi, concordiamo su un intervento psicoterapeutico. Io mi sono esposto a dirle anche di più e con una partecipazione d'animo veramente amicale.
Mi dica cosa posso fare ancora.
La saluto cordialmente.
[#7]
Gentile utente,
quando si affrontano questioni legate alla psiche umana non è possibile fare una previsione: non si possono fare delle equazioni del tipo "se è successo questo a quell'età, allora alla tal'altra età di manifesterà quest'altro".
Ogni essere umano è differente, e sono pochissimi gli eventi che sono traumatici per definizione: tutti gli altri diventano tali solo nel momento in cui viene superata la capacità di sopportazione dell'apparato psichico. Quindi bisogna anche considerare la personalità, la presenza di altre figure d'appoggio, il periodo di vita in cui si verificano determinati episodi, etc.
Da come scrive, la persona di cui parla sembra essere ancora molto scottata dalle esperienze vissute, come se cercasse ancora un senso in quello che è successo (ad esempio nel chiedersi come mai una donna possa essere un'insegnante apprezzata e una madre in evidente difficolotà), ma solo la persona in questione potrà decidere come e con chi cercare un significato per le proprie esperienze e cercare di affrontare la forte rabbia che sembra ancora pervaderlo.
Cordialmente,
quando si affrontano questioni legate alla psiche umana non è possibile fare una previsione: non si possono fare delle equazioni del tipo "se è successo questo a quell'età, allora alla tal'altra età di manifesterà quest'altro".
Ogni essere umano è differente, e sono pochissimi gli eventi che sono traumatici per definizione: tutti gli altri diventano tali solo nel momento in cui viene superata la capacità di sopportazione dell'apparato psichico. Quindi bisogna anche considerare la personalità, la presenza di altre figure d'appoggio, il periodo di vita in cui si verificano determinati episodi, etc.
Da come scrive, la persona di cui parla sembra essere ancora molto scottata dalle esperienze vissute, come se cercasse ancora un senso in quello che è successo (ad esempio nel chiedersi come mai una donna possa essere un'insegnante apprezzata e una madre in evidente difficolotà), ma solo la persona in questione potrà decidere come e con chi cercare un significato per le proprie esperienze e cercare di affrontare la forte rabbia che sembra ancora pervaderlo.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.1k visite dal 01/10/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.