Mancanza affetto e/o dipendenza affettiva?

Ho bisogno d'aiuto. Preambolo: sono nata non volutamente (spesso mia madre quando ha qualche discussione con mio padre mi dice che se non fosse stato per lei, mio padre l avrebbe fatta abortire). Ho passato l infanzia sola: al pomeriggio dopo scuola guardavo la TV a casa di mia nonna e non giocavo con nessuno. Crescendo ho avuto le.classiche storielle adolescenziali poi, dopo il liceo finalmente avevo trovato qualcuno che mi dasse affetto/amore. A casa sua percepivo quel calore che nella mia non c'è mai stato. Passavo intere giornate con lui e i miei non mi mancavano per nulla. Mio padre (un tipo ottuso e a volte, violento) si era accorto di ciò e ogni volta mi diceva che ormai loro non contavano niente per me. Una volta, in preda all alcool è arrivato a chiamare il mio (ex) moroso dicendo che mi deve lasciare stare,che per lui non sono nulla e che comanda lui. Ovviamente ci è rimasto male e a casa mia non è più venuto in presenza loro perché appunto, percepiva questo astio. Questo è stato un piccolo episodio che non si è più ripetuto e noi abbiamo continuato la nostra vita assieme. Lui era un tipo molto frizzante e spericolato, sempre attivo, con una voglia incredibile di vivere la vita. Io invece sono tranquilla ma l ho seguito spesso. Il problema è stato che mi sono adagiata troppo, ho fatto appassire pian piano tutto quello che si era creato tra noi. Aveva intenzione di andare a convivere ma gli ho detto che non ero pronta. Mi ha proposto poi di andare in Australia e vedere come fosse stata la vita lí perché una coppia di amici era lì ed era felicissima mentre lui non stava bene qui.. per la freddezza della gente, per il paesaggio ecc... io gli ho detto di no perché mi spaventava l idea di andare così, allo sbaraglio dall altra parte del mondo. Così lui è partito senza me. Mi inviano poi dei file audio in cui lui dice che era meglio così perché non provava più nulla per me. Ora a distanza di un anno sto uscendo il più possibile, anche con ragazzi nuovi ma la sera arrivo a casa e penso che non me ne freghi nulla. Mi sono iscritta anche a nuoto per distrarmi, quando arrivo a casa condivido quest esperienza con mia madre ma mi guarda e non mi dice nulla. Con mio padre invece non ho proprio dialogo perché è abbastanza irascibile, ignorante e mi smonta su tutto... Il tutto è condito dalla tensione costante a casa x problemi economici. Mia madre è arrivata a pensare al suicidio e lo sto facendo anche io per la mia infelicità anche se non avrei il coraggio.
È frustrante questa situazione... voi cosa ne pensate? Cosa dovrei fare? Io in casa una mano la do ma c'è anche da dire che vorrei comprare una casa da sola un giorno e di questo passo tempo proprio non sia possibile.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
un consulto on line lascia fuori molte informazioni, ad es. sulla sua famiglia, sui suoi studi, lavoro ecc.

E' stata dal medico di base? Gli ha parlato di questi suoi pensieri di infelicità e suicidio? Senta il suo parere, a mio avviso dovrebbe anche consigliarle di consultare uno psicologo psicoterapeuta di persona.

Dovrebbe pensare a se stessa e sicuramente non è facile, ma uno psicoterapeuta dovrebbe saper trovare la strada per aiutarla. Le consiglierei la psicoterapia della Gestalt.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile ragazza, concordo con la Collega , il nuoto non basta per uscire da questo buio, spero che Lei studi o lavori , che abbia idee chiare e principio di realtà perchè, purtroppo sognare e desiderare e soffrire non basta..Cominci appunto dal medico di base e poi si attivi, cercando di migliorare la situazione .. Si può fare, cominci, non perda altro tempo..
Le faccio molti auguri di lucidità e coraggio..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 14
Gentile ragazza, a mio parere - ma andrebbe verificato personalmente - da ciò che lei racconta, dalla crudezza della storia che porta come vissuto soggettivo, lei non necessita di alcuna psicoterapia.

Potrebbe però giovarsi di un ciclo di colloqui con uno psicologo di un consultorio che nella sua zona si troverà senz'altro. chieda al suo medico curante dove rivolgersi, è un servizio che funziona bene e che che l'ASL o anche alcune Associazioni mettono a disposizione del cittadino che non può permettersi un terapeuta privato.

Detto ciò, lei sorvola sul fatto che suo padre si è comportato in modo violento: Può dirci cosa intende? Con chi si è comportato in modo violento, in quali circostanze, cosa è accaduto?

I pensieri di suicidio possono presentarsi quando si vivono momenti difficili, non deve spaventarla questa cosa è un fatto abbastanza comune: l'importante è parlarne con qualcuno e capire che una cosa che si può pensare e comunicare, di solito poi non la si attua.

Pensa già di comprare una casa da sola? Per fare una cosa del genere, che non è da tutti, occorre un capitale economico importante e un lavoro molto remunerativo: non ha pensato magari a un passo meno impegnativo prima?

Cosa fa lei nella vita, ha dei progetti di studio o di lavoro?

Cordiali saluti.

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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Dr.ssa Laura De Martino Psicologo, Psicoterapeuta 25 1
Gentile utente, non mi è ben chiara la sua richiesta, ma dalle sue parole percepisco tanta confusione e voglia di riprendere in mano la sua vita. Le suggerisco di contattare uno specialista della sua zona per darsi così uno spazio ed un tempo per sè, riflettere su ciò che è stato e prendere contatto con i suoi desideri per capire, così, che direzione vuole dare alla sua vita.
Le porgo i miei saluti,

Dr.ssa Laura De Martino
Psicologa, Psicoterapeuta Relazionale e Familiare
tel 3280273833 - Napoli

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
Essere nata al posto di un aborto, per sbaglio, e per di più avere vissuto con un padre violento...ed una mamma sottomessa, immagino non debba essere stato facile.

Anche io, come il dr. Raggi, le chiedo cosa intende per violento?

Un amore vero, tanti tentativi di colmare un vuoto...denunciano una vita affettiva/relazionale complessa, immagino il suo tentativo di un risarcimento affettivo non ricevuto in dote dalle figure genitoriali.

Le allego due letture che immagino potranno servirle a riflettere.

Un consultorio potrebbe aiutarla a capire di più e ad essere supportata adeguatamente.

http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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