Ansia premonitrice

Gentili dottori, ho scritto più di una volta su questo sito per svariati motivi ma il motivo principale era solo uno: l'ansia.
In passato avevo degli attacchi di panico che manifestavo avendo ogni giorno un dolore in qualche punto del corpo diverso e finivo al pronto soccorso per paura di morire.
Quel brutto periodo si è concluso grazie a una psicoterapia associata a farmaci quali il seurepin 20 mg.
Da circa tre anni non vado più al pronto soccorso, non ho più paura di morire per qualsiasi cosa sto meglio.
Il seurepin ho smesso di prenderlo da un anno almeno, il problema che fa circa 2 anni ho un problema che mina la mia vita sociale: comincio a sudare improvvisamente.
So benissimo perché comincio a farlo e in quali situazioni, ovvero quando sono in pubblico e mi sento a disagio o non all'altezza della situazione.
Quindi so le cause e so perché lo faccio e so anche quando ho paura che mi capiti.
Certe volte nonostante l'ansia, riesco a superare il problema senza problemi (scusate il gioco di parole) ovvero se noto che l'ambiente non è ostile e rompo subito il ghiaccio poi vado liscio come l'olio e non mi capita più di sudare.
Il problema è che io ci ho fatto la testa su questa cosa perché la vedo come molto invalidante e ho paura che mi capiti continuamente in pubblico e che poi vadano a raccontare questa cosa passando così da malato o da insano di mente. Sono entrato in un circolo vizioso e ne sono consapevole.
Mi rendo conto del problema so quando mi si presenta ma non so come fare per fermarlo, perché quando mi prende questo attacco dottori non c'è niente che possa fare per fermarlo.
Ho provato ad aspettare ho provato a scappare ma niente! Entro nel panico.
Sto assumendo da un mese zarelis 75 mg ma anche questo farmaco non mi pare aiutare.
Ieri mi è capitato a lezione così dal niente. Ero a sedere in mezzo a delle persone faceva caldo, e mi è preso l'attacco, non sapevo se fuggire o meno, i ragazzi accanto mi guardavano stupiti, mi sono giustificato dicendo che avevo un abbassamento di pressione.
Oggi devo tornare a lezione ma la paura che si ripresenti e' tanta, cosa posso fare? Vorrei una soluzione! Sono in psicoanalisi prendo zarelis e prima di andare a lezione come ieri compendium 10 gocce.
Vorrei vivere serenamente e cancellare dalla testa totalmente questo problema, non andare nei posti e aver paura che succeda continuamente e poi non saper gestire la situazione.
Mi dispiace passare da pazzo o da persona che ha problemi emotivi. Non sono così. Penso di essere il primo che è pronto ad aiutare il prossimo e a capire chi ha bisogno.
Non so se andare a lezione ma non andando comprometto l'esame quindi sono obbligato perché ci sono le firme obbligatorie, come posso risolvere questo problema avete dei consigli nel momento che mi prende l'attacco? Vi ringrazio anticipatamente e lotterò fino alla fine per risolvere questo problema non mi voglio arrendere anche se delle volte è dura
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Se è già in cura dovrebbe continuare con chi si sta occupando di lei: psichiatra e psicologo, immagino.

Spesso l'assenza della sintomatologia ansiosa non equivale alla risoluzione della problematica, ha sospeso e poi ripreso la terapia?
Ho capito bene?

Oltre i sintomi, non ci dice nulla di se....
Ha un. Amore?
Degli hobby?


Che rapporti ha in famiglia?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Gentili dottori, ho scritto più di una volta su questo sito per svariati motivi ma il motivo principale era solo uno: l'ansia.
>>>

Quando un utente ci scrive tante volte, il motivo è solo uno: l'ansia.

>>> Quindi so le cause e so perché lo faccio e so anche quando ho paura che mi capiti
>>>

Infatti sta toccando con mano uno dei punti che non facciamo che ribattere continuamente: si può sapere tutto del proprio disturbo e non essere lo stesso capaci di fare nulla per cambiare le cose. Non è conoscere le cause che aiuta nei casi come il suo. Almeno da un punto di vista strategico.

Ha usato la parola "psicoanalisi" in modo generico per indicare una psicoterapia, oppure voleva dire che è in terapia psicoanalitica? Da quanto tempo?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Utente
Utente
Nono sono in psicanalisi, da circa 3 anni per motivi legati ad ansia e insicurezza.
Ora in teoria starei bene non ho altri tipi di problemi ho solo questo disturbo che mi limita incredibilmente la vita sociale.
Comunque no non sono fidanzato, o almeno lo ero e l'ho perso per colpa di questa ansia.
Avrei pretendenti ma non mi sento pronto fino a che non risolverò questo problema.
Hobby pochi purtroppo, principalmente il calcio
Ma se io so tutto del problema è come dice lei non basta come faccio a risolverlo allora? Il problema è che è diventato un circolo vizioso che dura da due anni con periodi alterni.
Comunque la paroxetina l'avevo sospesa, ho provato a riprenderla ma senza esiti sperati.
Tra poco ho lezione e ho paura che mi risucceda, ma andrò lo stesso, si dice che il problema va affrontato e non scappare, ci proverò anche se rischierò un'altra figuraccia e a questo giro dovrò uscire prima che sarò completamente mezzo
[#4]
Utente
Utente
Comunque la psicanista mi ha aiutato tantissimo, mi ha preso che andavo fisso al pronto soccorso e per un anno non ho avuto nessun problema specifico, cioè ero sempre insicuro e ansioso come sempre ma rispetto a tre anni fa mi sento più forte più consapevole di me stesso, so dire la mia su tutto ma evidentemente ancora non basta se ho questa sintomatologia ansiosa che mi blocca
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Ora in teoria starei bene non ho altri tipi di problemi ho solo questo disturbo che mi limita incredibilmente la vita sociale.
>>>

Si rende conto dell'enormità di questa sua affermazione, e di quanta disperazione trapela da essa? Da una parte "in teoria starei bene", dall'altra riconosce di avere un "disturbo che mi limita incredibilmente la vita sociale".

Pertanto il saldo netto è che lei *non* sta bene. Né in teoria né nella pratica.

L'aiuto che ha ricevuto dall'attuale terapia è stato probabilmente più in termini di sostegno che di aver realmente inciso sul problema. Difatti i sintomi sono ancora tutti là, a tormentarla. Questo è un decorso molto comune nell'ansia: cambia faccia, dà l'illusione del miglioramento, però solo immaginato.

>>> Avrei pretendenti ma non mi sento pronto fino a che non risolverò questo problema
>>>

Se da una parte questo può essere comprensibile in generale, nell'ansioso tale comportamento è probabilmente una forma di evitamento, che non solo non l'aiuta, ma la fa diventare ancora più ansioso ed evitante.

Se tre anni di psicoanalisi non sono riusciti a tirarla fuori dal suo problema, potrebbe essere opportuno cambiare terapeuta o addirittura forma di terapia.

Sta ricevendo istruzioni pratiche su cosa fare, per contrastare l'ansia, o durante le sedute state parlando e basta?
[#6]
Utente
Utente
Sono d'accordissimk sul fatto che "non sto completamente bene" a differenza di altre volte però non ho un ansia di base alta.
Quando sono in casa o con i miei amici il livello di ansia e' basso e stabile e sto bene, ho solo dei picchi repentini in determinate situazioni "quando sono citato in pubblico oppure quando sono in un luogo e so che non ho vie di fuga l'esempio è appunto essere a lezione in mezzo a tanta gente e per alzarmi se voglio andare via devo scomodare diverse persone, inoltre il professore neanche la prenderebbe bene se uscissi dato che vuole che si segua le sue lezioni e sta attentissimo a chi è presente o meno.
Altre situazioni sono quando sono a cena con determinate persone che non conosco o conosco poco mentre in luoghi pubblici aperti il problema è minore in quanto mi sento libero di poter andar via quando voglio e allora spesso il problema non mi si presenta neanche e nemmeno ci penso.
La psicanalista comunque non mi da soluzioni su come risolvere nel momento in cui mi capita il problema a quanto dice la psicanalisi non prevede tecniche di bloccaggio del problema ma punta a risolverlo dalla radice in modo tale che non ci sia neanche il bisogno di bloccarlo ma lo toglie del tutto.
Mi ha spiegato secondo lei quali sono i punti sui quali devo lavorare a partire dal rapporto con i miei genitori, la figura di mio padre è ingombrante in quanto ha fatto la mia stessa università in pochissimo tempo e con il massimo dei voti e ora ha abbastanza successo nel suo lavoro mentre io sono molto indietro e da sempre secondo lei ho troppa paura di lui mentre non dovrei averla e avere un rapporto più sano, impegnarmi di più nel l'università e andare meglio di conseguenza per avere un autostima maggiore e siccome non mi apprezzo fisicamente lavorare anche lì, forse ha ragione il problema con gli altri e' davvero una conseguenza di questo ma la cosa più difficile è non avere sensi di colpa perché ormai mi sento vecchio avendo 25 anni per rimediare al mio passato e per non sentirmi indietro con l'Università m, Su questi punti lei dice che ci ho lavorato ma non abbastanza. Mi impegnerò di più su questo e vedremo
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> a differenza di altre volte però non ho un ansia di base alta. Quando sono in casa o con i miei amici il livello di ansia e' basso e stabile e sto bene, ho solo dei picchi repentini in determinate situazioni "quando sono citato in pubblico oppure quando sono in un luogo e so che non ho vie di fuga
>>>

Certo, perché ha imparato a stare possibilmente alla larga delle situazioni che le causano ansia. E percepisce nettamente la differenza fra quando vi è dentro e quando no. Ecco perché, quando ne è al di fuori, si sente meglio. Anche questo è molto comune nei disturbi d'ansia.

Così facendo però ha lei stesso, inconsapevolmente, consolidato il disturbo. Ha riconosciuto a tali situazioni lo status di "pericolose", inviando a se stesso il messaggio silenzioso: "Devi stare fuori da quelle situazioni, altrimenti ti senti male". Solo che così facendo non solo non è migliorato, ma ha alimentato il problema. Evitando, si è dato una falsa sensazione di sicurezza, che per contro la sta limitando parecchio.

Quali che siano le cause della sua ansia, da un punto di vista strategico importa poco saperle. Ciò che invece è importante è capire il modo in cui lei sta reagendo al problema e poi, sulla base di ciò, che lei inizi a *fare* delle cose specificamente diverse. Con le istruzioni adatte, se non ci sono complicazioni di altro tipo e quando il paziente è motivato, da evitamenti e agorafobia si può uscire in poche sedute.

>>> mi sento vecchio avendo 25 anni per rimediare al mio passato e per non sentirmi indietro con l'Università m, Su questi punti lei dice che ci ho lavorato ma non abbastanza
>>>

Qui potrebbe trattarsi di un altro problema. Ma potrebbe anche essere un atteggiamento rinunciatario indotto dall'ansia limitante, che le sta impedendo di frequentare maggiormente le situazioni sociali e pubbliche, università compresa.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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