Depressione post partum?

Sono una donna di 37 anni, sposata ed ho un figlio di 6 mesi, che abbiamo cercato ma è arrivato troppo in fretta, prima che capissi se avrei voluto un figlio o meno. Forse l'ho fatto perché ho sempre pensato che avrei avuto una famiglia, che è consuetudine averne e che non vorrei trovarmi da sola nella vecchiaia. Giungo al nocciolo della questione: ho paura di non amare mio figlio. Spesso mi trovo a pensare che se tornassi indietro non lo rifarei, o dico scherzosamente a mio marito " si può dare indietro?" Dove si restituisce? Leggo i post di altre ragazze su Facebook che scrivono di quanto siano innamorate dei loro figli, di quanto ogni giorno sia indimenticabile e non mi ci riconosco affatto. A volte penso anche che potrei fargli del male, e mi sento in colpa per il solo pensiero. Non mi sento depressa perché colgo tutte le occasioni per uscire e svagarmi. Aggiungo inoltre che tempo fa ero in psicoterapia e assumevo venlafaxina per disturbo di personalità border line e narcisistico. Cerco di comportarmi affettuosamente con mio figlio non vorrei causargli problemi psicologici, ma ho paura che ciò che penso veramente venga a galla e che nonostante sia un neonato possa capire il mio reale stato d'animo. Inoltre non riesco ad accettare le limitazioni alla mia vita che un bambino piccolo comporta.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile mamma,

intanto complimenti per la consapevolezza e la lucidità con cui racconta le sue emozioni.
Chi l'ha detto che da mamme ci si debba sentire in un certo modo? chi dice che non ci si possa sentire stanche o fare i conti con il dovere e con la stanchezza, al punto che scherzando ci chiediamo "ma si può riconsegnare?".
Tenga presente che a volte alcune mamme sono un po' in lotta con l'immagine che avevano del proprio figlio prima della nascita, come lo sognavano e la realtà e le effettive difficoltà, ad esempio di accudimento.
Accudire 24 ore su 24 non è facile, stanca, mette alla prova, soprattutto se si tratta del primo figlio.
Lei ha degli aiuti a casa (es nonni)?
Ha mai pensato di poter tornare dal terapeuta per approfondire questo problema che tradisce una certa quota d'ansia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,
mi ritrovo proprio in quanto scrive sopra la Collega! solo che della fatica poche ne parlano, per paura di sembrare "madri snaturate".

In realtà con la maternità
- c'è una riduzione del tempo personale e di quello di coppia;
- lo spazio di intimità fisica e psichica deve essere allargato;
- l'identità di coppia deve essere mantenuta, ma contemporaneamente va dato spazio all’emergere dell'identità di famiglia;
- è necessario sacrificare parte dello spazio ludico, di gioco, dell’adulto, a favore del nuovo arrivato;
- nella moglie può emergere il conflitto fra la “donna amante” e la madre;
- i genitori (o uno di essi) possono cadere nella dedizione totale al figlio, a scapito della reciprocità di coppia.
(da https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html )

Sarebbe come a dire che c'è da fare un lavoro non indifferente per accettare veramente un figlio. Riguardo al titolo del suo consulto, direi di no, non sembrerebbe depressione post-partum.
Ne ha parlato con il Suo medico di base?

Saluti cari.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Concordo del tutto con le Colleghe , il periodo dopo la nascita del primo figlio non è facile nè per la mamma , nè per il marito.. se crede può leggere nel mio blog..Non solo rose.
.Le consiglio di farsi aiutare , dai nonni o da una persona che paga , guarda il bimbo ed intanto mette su qualcosa da mangiare per voi..Lei lavorava prima ? è appunto da valutare se magari più avanti Lei può lavorare, ed essere perciò rassicurata che la vita non è così cambiata , che si può avere spazio per sè e per la coppia.. molte donne lo fanno.. Cerchi di uscire ogni settimana con suo marito per un cinema, una pizza e così via..
Complimenti per la sua lucidità e sensibilità, ma non si senta così .. incastrata..i figli crescono e il panorama cambia di colore e di fatica..Tutto quello che Lei farà per sè sarà anche bene per suo figlio..!

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Per prima cosa cari auguri per il suo piccolo.

Fare, anzi "essere mamma", non è affatto semplice e le sue ansie e paure sono ruolo-correlate, oltre al suo essere stata figlia.

Posso chiederle come è stata figlia?
Come è stata amata?

Ha un buon ricordo?

Le allego del meteorite l che credo potrà aiutarla in questo momento di sconforto.

Mamma
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2019-calo-del-desiderio-sessuale-e-nascita-del-primo-figlio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3364-donne-mamme-acrobate.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4262-mamme-o-carriera-o-mamme-in-carriera.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/444-essere-madri-stili-e-copioni-di-maternita.html-
http://www.valeriarandone.it/interviste/234-mia-farmacia-marzo-2013/

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Ringrazio tutti per le tempestive risposte. Probabilmente avete colto il nocciolo del problema, sono spesso da sola nell'accudimento del bimbo, mio marito è molto presente e collaborativo ma compatibilmente con il suo lavoro, quindi solo nelle ore serali e nel week end. Mentre i miei genitori sono lontani, i suoceri lo sono un po' meno ma con loro non ho uno splendido rapporto. Per quanto riguarda il lavoro, lo riprenderò quando il bimbo avrà 11/12 mesi, ho fatto questa scelta per molteplici motivi riguardanti il benessere del piccolo. Svolgo un lavoro molto impegnativo ed ho paura di non riuscire ad integrarlo con la famiglia. Non vi nascondo che spesso avrei voglia di tornare al lavoro per avere più contatti con le persone, gratificazioni, ecc.. Quando ne parlo con i miei colleghi mi dicono che io sono fortunatissima a non lavorare e che devo godermi questo momento "perché non torna più". Mi sento in colpa ad avere questi pensieri perché il piccolo ogni giorno è diverso, fa progressi... Forse mi lamenterò anche quando tornerò a lavoro per il troppo impegno e lo scarso tempo libero a disposizione. Comunque stare spesso da soli in casa e' alienante.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Nel materiale che le ho allegato, troverà strategie - da attuare per arginare i sensi di colpa - su come coniugare indipendenza e sensazioni di alienazione....


Vedrà che è possibile crescere un figlio e non smarrirsi come donna, anche se è veramente faticoso....ed il lavoro aiuta di certo.
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Utente
Utente
Da figlia sono stata amata più da mia madre, mio padre è sempre stato un po' assente. I problemi relativi alla mia infanzia/adolescenza sono soprattutto legati alle scarse opportunità offerte dal posto in cui sono nata (piccolo paese lontano dal mare del sud Italia).
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
In molte città sono stati istituiti "Spazi mamma-bambino" nei quali liberamente - quando la mamma e il bambino lo desiderano - si recano senza impegno nè pronotazione. Lo scopo è proprio quello di togliere dalla solitudine e dall'isolamento le mamme temporaneamente a casa dal lavoro (e dunque non abituate alla routine casalinga e senza agganci con coetanee casalinghe...).
Trovo, sul portale della Sua regione, uno "Spazio mamma - Coccole e libri” per mamme e bimbi fino a un anno.
Ci si trova, ci si incontra, i bimbi - seppur piccoli - socializzano, le mamme parlano tra loro perchè, pur senza conoscersi, hanno un'esperienza forte che facilita la comunicazione.



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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Anche i contatti con le mamme che hanno frequentato il corso di accompagnamento alla nascita, se lo ha frequentato anche lei, può aiutare.
Si tratta infatti di esperienze che servono anche per condividere le difficoltà quotidiane di cui Le ci sta parlando.
Non so come sia il rapporto con i Suoi suoceri, ma se ha bisogno chieda aiuto.
O lo chieda ai Suoi, anche se lontani. Magari saranno felici di venire da Lei e darle una mano.

Cordiali saluti,
[#10]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
L'infanzia ed il modo in cui siamo stati figlia, non è mai disgiunto da come siamo genitori:
fatiche e virtù...

Si faccia aiutare, sia ad organizzarsi meglio, che a compremdere quello che le sfugge del suo sentire più profondo.

Ancora auguri.

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Dr.ssa Laura De Martino Psicologo, Psicoterapeuta 25 1
Gentile utente,
la nascita di un figlio è una fase critica nella vita di ciascuno di noi, in quanto inevitabilmente va rompere un equilibrio e sollecita la necessità di trovarne uno nuovo. Questo significa dover modificare le proprie relazioni (con il partner per esempio, con gli amici, con la propria famiglia ecc.), dover modificare la propria vita praticamente con nuove abitudini e trovare una propria identità di madre. Già, spesso si fa riferimento all'istinto materno, ma in realtà esso non esiste. Diventare madre è un processo, occorre tempo non coincide con il momento del parto. Come in ogni cambiamento si acquistano nuove cose, ma se ne perdono anche tante altre per questo può capitare di provare sentimenti ostili nei confronti del proprio bambino, sentimenti che non tutti riescono ad ammettere e a comunicare. In questo periodo così delicato è fondamentale poter mantenere uno spazio di condivisione emotiva con il suo partner e potrebbe esserle utile richiedere uno spazio di sostegno psicologico per sè o per la sua coppia per essere aiutati a vivere l'esperienza della genitorialità al meglio.
Le faccio i miei auguri,

Dr.ssa Laura De Martino
Psicologa, Psicoterapeuta Relazionale e Familiare
tel 3280273833 - Napoli

[#12]
Utente
Utente
Ringrazio tutti i professionisti che hanno risposto al mio quesito, l'interesse da voi dimostrato ed i commenti mi sono di supporto in questo momento delicato.
Alla dott.ssa Randone vorrei chiedere: in che modo il nostro essere stati figli influenza l'essere genitori? Che rischi possono correre? Dal mio punto di vista, pensavo di evitare quelli che credo siano stati errori dei miei genitori, pur sapendo che è' difficilissimo non commetterne e sicuramente anche mio figlio in futuro avrà da ridire, il mio obiettivo è essere "sufficientemente buona".
Mentre agli altri dottori chiedo: Il mio disturbo di personalità che ho citato inizialmente può influenzare lo sviluppo psicologico del bimbo?
Ho comunque deciso di farmi aiutare dal il mio terapeuta e sto già frequentando corsi con il bimbo allo scopo di conoscere altre mamme.
Vi ringrazio ancora. Grazie per gli auguri ne ho proprio bisogno!
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Dr.ssa Laura De Martino Psicologo, Psicoterapeuta 25 1
Cara utente,
il modo migliore che una mamma ha di prendersi cura del suo bambino è di prendersi cura di sè, ed è proprio quello che lei sta facendo fermandosi, ponendosi tali domande, chiedendo aiuto e cercando risorse nel suo contesto.
Per quanto riguarda la sua domanda circa il "disturbo di personalità", il contesto terapeutico, come lei stessa ha scelto, è il contesto migliore per capire su cosa lavorare per migliorarsi e crescere insieme a suo figlio. Per il resto lasciamo le etichette diagnostiche ai libri e ai contesti accademici e continui sulla strada che ha già imboccato non ponendosi nessun altra domanda se non "come posso prendermi cura di me al meglio e di conseguenza di mio figlio?"
Saluti,



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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Alla dott.ssa Randone vorrei chiedere: in che modo il nostro essere stati figli influenza l'essere genitori? Che rischi possono correre?"

Spesso le sofferenze subite, le mancanze d'amore ecc...lasciano una memoria corporea indelebile, se non si è in pace con il passato - da figli - è difficoltoso avere il cuore e la psiche sgombri per amare ...

Inoltre c'è la possibilità di ripetere i copioni comportamentali già vissuti.

Nelle letture che le ho allegato, soprattutto nell'articolo di Mia farmacia, troverà spiegato quello che sto cercando di dirle.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
<<Ho comunque deciso di farmi aiutare dal il mio terapeuta
e sto già frequentando corsi con il bimbo allo scopo di conoscere altre mamme. <<

E' proprio la strada giusta: attivarsi su vari fronti per ri-prendere in mano la propria vita. Con indubbi benefici anche per il Suo bambino.

Saluti cordiali.



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