Incompatibilita sessuale.
Buongiorno dottori, io avrei bisogno di un parere e qualche consiglio. sono un ragazzo di 29 anni, da 7 sono fidanzato con la mia attuale ragazza. All'inizio della nostra storia tutto procedeva benissimo in tutti i campi soprattutto quello sessuale ma, pian piano, lei ha iniziato a non cercarmi (sessualmente) più lasciando a me sempre l'iniziativa. Dopo 5 anni passati così, abbiamo deciso di andare da una psicologa e dopo circa un anno di sedute, pareva la situazione si fosse sbloccata. Purtroppo dopo poco siamo tornati punto e a capo. Qualche giorno fa mentre discutevamo proprio per la sua mancanza nel cercarmi sessualmente, mi ha confessato che ha perso la voglia perché con me, a differenza del suo ex, non riesce a raggiungere e non ha mai raggiunto l'orgasmo vaginale. Con me riesce a raggiungere l'orgasmo clitoridale con eiaculazione ma dice che questo non è intenso e "bello" come l'altro. Io vi chiedo: come posso fare? Avete quante consiglio? C'è un modo che possa aiutarci a farglielo avere? Ho paura di non superare mai questo problema ma non voglio chiudere la realizzazione con lei per ciò. Vi ringrazio in anticipo.
[#1]
gentile ragazzo, la sua ragazza dovrebbe meglio conoscere la sua anatomia e non cercare miti. probabilmente mal interpreta la differenza di orgasmo che ottiene con lei (lei che scrive) ed il suo ex
leggete questa
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3835-orgasmo-vaginale-donne-a-caccia-di-miti.html
leggete questa
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3835-orgasmo-vaginale-donne-a-caccia-di-miti.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Salve a lei, posso immaginare come deve sentirsi in questa situazione, giustamente desideroso che la sua ragazza la cerchi sessualmente e la desideri, ma preoccupato e dispiaciuto che questo non avvenga del tutto.
Se ha voglia di parlarne, posso chiederle se la sua ragazza l'aiuta a trovare il modo per raggiungere il piacere, siete entrambi disponibili in questo senso? La sua ragazza a guidarla e lei a lasciarsi guidare da lei?
Penso che il sesso non sia un mero atto meccanico ma una complessa esperienza di intimità relazionale. In questo senso, immagino abbiate avuto modo di parlare anche della vostra relazione con la psicologa e, se non sono indiscreto e le va di accennarlo, le chiedo che idea si è fatto in proposito. Questa situazione che si verifica nel sesso potrebbe essere un aspetto che riguarda in modo più generale la vostra relazione?
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Se ha voglia di parlarne, posso chiederle se la sua ragazza l'aiuta a trovare il modo per raggiungere il piacere, siete entrambi disponibili in questo senso? La sua ragazza a guidarla e lei a lasciarsi guidare da lei?
Penso che il sesso non sia un mero atto meccanico ma una complessa esperienza di intimità relazionale. In questo senso, immagino abbiate avuto modo di parlare anche della vostra relazione con la psicologa e, se non sono indiscreto e le va di accennarlo, le chiedo che idea si è fatto in proposito. Questa situazione che si verifica nel sesso potrebbe essere un aspetto che riguarda in modo più generale la vostra relazione?
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#3]
"Qualche giorno fa mentre discutevamo proprio per la sua mancanza nel cercarmi sessualmente, mi ha confessato che ha perso la voglia perché con me, a differenza del suo ex, non riesce a raggiungere e non ha mai raggiunto l'orgasmo vaginale."
Gent.le Utente,
un percorso di psicoterapia di coppia nel quale non affiorano i "non detti" difficilmente può creare le condizioni favorevoli per l'avvio di un processo di cambiamento profondo ed efficace.
Le tecniche che a volte vengono insegnate alle coppie per "rivitalizzare" la sessualità, in alcuni casi equivalgono ad infilare un dito nella crepa di una diga, questi rimedi possono rivelarsi inefficaci perché non affrontano l'origine del disagio relazionale: il timore che la connessione emotiva stia svanendo.
I partner che sono emotivamente connessi non devono eseguire "le istruzioni per l'uso", mortificando il proprio modo di essere per dimostrare di essere capaci, ad esempio di far raggiungere l'orgasmo al proprio partner.
Per rispondere alla sua domanda, Lei non ha bisogno di un consiglio come se l'orgasmo fosse una risposta automatica ad un modo prestabilito e standardizzato di stimolare il partner.
Al contrario, si tratta di valorizzare le rispettive individualità e sensibilità per facilitare l'instaurarsi di quella responsività reciproca, che vi consentirà di sentirvi emotivamente connessi e di conseguenza di vivere una sessualità gratificante.
Gent.le Utente,
un percorso di psicoterapia di coppia nel quale non affiorano i "non detti" difficilmente può creare le condizioni favorevoli per l'avvio di un processo di cambiamento profondo ed efficace.
Le tecniche che a volte vengono insegnate alle coppie per "rivitalizzare" la sessualità, in alcuni casi equivalgono ad infilare un dito nella crepa di una diga, questi rimedi possono rivelarsi inefficaci perché non affrontano l'origine del disagio relazionale: il timore che la connessione emotiva stia svanendo.
I partner che sono emotivamente connessi non devono eseguire "le istruzioni per l'uso", mortificando il proprio modo di essere per dimostrare di essere capaci, ad esempio di far raggiungere l'orgasmo al proprio partner.
Per rispondere alla sua domanda, Lei non ha bisogno di un consiglio come se l'orgasmo fosse una risposta automatica ad un modo prestabilito e standardizzato di stimolare il partner.
Al contrario, si tratta di valorizzare le rispettive individualità e sensibilità per facilitare l'instaurarsi di quella responsività reciproca, che vi consentirà di sentirvi emotivamente connessi e di conseguenza di vivere una sessualità gratificante.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#4]
Utente
Intanto vi ringrazio per le risposte, il tempo ed il vostro interessamento. Vi risponderò in ordine così come voi avete risposto a me.
Gent.ssmo Dott. De vincentiis, ho letto il suo articolo ed ero già all'occorrente di questo tant'è che la psicologa con cui prima eravamo in terapia ci disse le stessa cosa. Però io mi chiedo, com'è possibile che la mia fidanzata dica e ricordi di aver "perso la testa" (da come me lo ha descritto lei) quando lo aveva in quel modo e non con me?
Gent.ssmo dott. De Sanctis. Si, abbiamo provato sia a farci guidare che no, sia io a lei, che lei a me diverse volte. purtroppo però non ha raggiunto l'orgasmo e la mia fidanzata si è "arresa". Tra l'altro c'è un'ulteriore problema. Lei dice che io a furia di cercare di farle avere l'orgasmo, l'ho "traumatizza" facendola sentire, ogni volta che abbiamo un rapporto, "l'ansia da prestazione". Col complicamento di questa situazione, io ho anche paura a chiederle di guidarmi in quanto, come già avvenuto, potrei metterla sotto pressione e fare peggio che meglio.
Gent.asma dott.ssa Camolese come posso fare per valorizzare le sensibilità ed individualità?
Vi ringrazio
Gent.ssmo Dott. De vincentiis, ho letto il suo articolo ed ero già all'occorrente di questo tant'è che la psicologa con cui prima eravamo in terapia ci disse le stessa cosa. Però io mi chiedo, com'è possibile che la mia fidanzata dica e ricordi di aver "perso la testa" (da come me lo ha descritto lei) quando lo aveva in quel modo e non con me?
Gent.ssmo dott. De Sanctis. Si, abbiamo provato sia a farci guidare che no, sia io a lei, che lei a me diverse volte. purtroppo però non ha raggiunto l'orgasmo e la mia fidanzata si è "arresa". Tra l'altro c'è un'ulteriore problema. Lei dice che io a furia di cercare di farle avere l'orgasmo, l'ho "traumatizza" facendola sentire, ogni volta che abbiamo un rapporto, "l'ansia da prestazione". Col complicamento di questa situazione, io ho anche paura a chiederle di guidarmi in quanto, come già avvenuto, potrei metterla sotto pressione e fare peggio che meglio.
Gent.asma dott.ssa Camolese come posso fare per valorizzare le sensibilità ed individualità?
Vi ringrazio
[#5]
Ha ragione, condivido la sua riflessione, ed è importante fare una specificazione. È necessario lasciarsi andare, non deve essere un rapporto a tavolino, altrimenti l'essenza stessa della passione si interrompe o addirittura non si crea.
L'esplorazione dev'essere libera, caratterizzata dal piacere, il guidare è un accenno, una proposta, un "dialogo" che è al di là delle parole o del raziocinio.
Introducendo il discorso dell'ansia relativo alla prestazione sembra dare un'indicazione preziosa. Può essere che il timore che tutto vada al meglio vi impedisca di vivere la passionalità dell'incontro.
Potremmo chiederci come mai a un certo punto della vostra storia sopraggiunge questo timore in lei. Oppure forse c'è sempre stato e la sua ragazza si è allontanata per questo?
In linea con questo, potremmo chiederci: l'ansia, di cui parla, nasce a partire da una vostra situazione relazionale oppure è un vissuto che sente di provare dentro di sé in generale nella sua vita, non soltanto verso la sua ragazza?
Ci sarebbero tante cose da approfondire insomma, come nasce e si sviluppa la vostra storia ad esempio, cosa ognuno di voi porta di sé nell'incontro e mette in comune con l'altro. Tante domande, che senz'altro devono essere approfondite in una sede idonea.
Immagino che ci sia rimasto male perché la situazione sembrava essersi sbloccata, mentre invece siete tornati "punto e a capo". Vi siete dati da fare per cambiare le cose, c'è voluto un anno di lavoro e immagino poi la sua speranza delusa e il suo sconforto. Sono tuttavia convinto che possono esserci ancora dei temi importanti da sviluppare per cambiare le cose.
Posso chiederle che cosa ne pensa del percorso finora svolto con la psicologa, lo state ancora seguendo?
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
L'esplorazione dev'essere libera, caratterizzata dal piacere, il guidare è un accenno, una proposta, un "dialogo" che è al di là delle parole o del raziocinio.
Introducendo il discorso dell'ansia relativo alla prestazione sembra dare un'indicazione preziosa. Può essere che il timore che tutto vada al meglio vi impedisca di vivere la passionalità dell'incontro.
Potremmo chiederci come mai a un certo punto della vostra storia sopraggiunge questo timore in lei. Oppure forse c'è sempre stato e la sua ragazza si è allontanata per questo?
In linea con questo, potremmo chiederci: l'ansia, di cui parla, nasce a partire da una vostra situazione relazionale oppure è un vissuto che sente di provare dentro di sé in generale nella sua vita, non soltanto verso la sua ragazza?
Ci sarebbero tante cose da approfondire insomma, come nasce e si sviluppa la vostra storia ad esempio, cosa ognuno di voi porta di sé nell'incontro e mette in comune con l'altro. Tante domande, che senz'altro devono essere approfondite in una sede idonea.
Immagino che ci sia rimasto male perché la situazione sembrava essersi sbloccata, mentre invece siete tornati "punto e a capo". Vi siete dati da fare per cambiare le cose, c'è voluto un anno di lavoro e immagino poi la sua speranza delusa e il suo sconforto. Sono tuttavia convinto che possono esserci ancora dei temi importanti da sviluppare per cambiare le cose.
Posso chiederle che cosa ne pensa del percorso finora svolto con la psicologa, lo state ancora seguendo?
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#6]
Utente
Gent. ssmo dott. De Sanctis. L'ansia, lei mi ha confessato, che è iniziata quando io, vedendo che lei non mi cercava più, ho cominciato a tormentarla (dopo poco più di un anno di relazione) facendo si, come ha scritto lei dottore, che si cercasse di far andare tutto per il meglio. Purtroppo mi sono trovato a vedere un cambiamento in lei apparentemente senza giustificazione. Fatto sta che col percorso fatto siamo arrivati ad eliminare quest'ansia ma è bastata una volta, che io le chiedessi di prendere l'iniziativa che è stato nuovamente stravolto il tutto. E l'altro giorno lei mi ha confessato che presume il problema del suo allontanamento, sia dovuto a questa mancanza di intenso orgasmo, dalla mia compagna definito vaginale o meglio con la penetrazione. Per quanto riguarda il percorso svolto ero inizialmente abbastanza soddisfatto ma dopo qualche tempo, a mente fredda, ho notato delle incongruenze dei discorsi fatti dalla psicologa. Io non so più come comportarmi per almeno farla sentire almeno serena durante il rapporto.
[#7]
"Gent.ma dott.ssa Camplone come posso fare per valorizzare le sensibilità ed individualità? "
Semplicemente concedendosi la possibilità di entrare in contatto con i propri bisogni affettivi e l'universo di significati che riguardano l'esperienza emozionale, così da creare le condizioni favorevoli all'espressione di tali bisogni rendendoli visibili al partner che, a sua volta, sarà agevolato nel percepirli in modo corretto e non fuorviante; come ad esempio accade quando la sua ragazza reagisce manifestando ansia da prestazione quando si sente " sotto pressione" a seguito del suo atteggiamento "richiestivo".
In altri termini, sto dicendo che bisognerebbe partire dalla relazione di coppia, piuttosto che dal comportamento o peggio dal tentativo di sostituirne uno insoddisfacente con il comportamento atteso, come se i due partner fossero due cavie da laboratorio, anziché due esseri umani.
" ho notato delle incongruenze dei discorsi fatti dalla psicologa"
Il fine ultimo di percorso di psicoterapia è la realizzazione di un processo di cambiamento, che non può riguardare solo la punta dell'iceberg (ad esempio la sessualità), ma deve necessariamente scendere al di sotto della "superficie dell'acqua ", per trasformare il disagio in opportunità di crescita, in questo caso della relazione di coppia, non di uno dei due partner.
Non necessariamente si tratta di percorsi terapeutici di lunga durata, al contrario di quanto generalmente di pensa, il cambiamento è un processo e, come tale, è progressivo ma se è efficace se ne apprezzano le prime avvisaglie già poco dopo l'inizio del percorso, inoltre produce risultati a lungo termine, come ci confermano i contributi offerti dalla ricerca scientifica che attraverso la risonanza magnetica hanno evidenziato come la psicoterapia, quando è efficace, produce modificazioni stabili nei circuiti sinaptici che collegano i neuroni (cellule del sistema nervoso).
Sarebbe consigliabile un confronto con la sua ragazza per verificare se c'è la disponibilità da parte di entrambi ad affrontare un percorso con uno psicologo-psicoterapeuta per completare e integrare il processo di cambiamento già parzialmente avviato, offrendovi l'opportunità di attingere alle risorse presenti all'interno della relazione di coppia ed affrontare quindi le sue vulnerabilità.
Semplicemente concedendosi la possibilità di entrare in contatto con i propri bisogni affettivi e l'universo di significati che riguardano l'esperienza emozionale, così da creare le condizioni favorevoli all'espressione di tali bisogni rendendoli visibili al partner che, a sua volta, sarà agevolato nel percepirli in modo corretto e non fuorviante; come ad esempio accade quando la sua ragazza reagisce manifestando ansia da prestazione quando si sente " sotto pressione" a seguito del suo atteggiamento "richiestivo".
In altri termini, sto dicendo che bisognerebbe partire dalla relazione di coppia, piuttosto che dal comportamento o peggio dal tentativo di sostituirne uno insoddisfacente con il comportamento atteso, come se i due partner fossero due cavie da laboratorio, anziché due esseri umani.
" ho notato delle incongruenze dei discorsi fatti dalla psicologa"
Il fine ultimo di percorso di psicoterapia è la realizzazione di un processo di cambiamento, che non può riguardare solo la punta dell'iceberg (ad esempio la sessualità), ma deve necessariamente scendere al di sotto della "superficie dell'acqua ", per trasformare il disagio in opportunità di crescita, in questo caso della relazione di coppia, non di uno dei due partner.
Non necessariamente si tratta di percorsi terapeutici di lunga durata, al contrario di quanto generalmente di pensa, il cambiamento è un processo e, come tale, è progressivo ma se è efficace se ne apprezzano le prime avvisaglie già poco dopo l'inizio del percorso, inoltre produce risultati a lungo termine, come ci confermano i contributi offerti dalla ricerca scientifica che attraverso la risonanza magnetica hanno evidenziato come la psicoterapia, quando è efficace, produce modificazioni stabili nei circuiti sinaptici che collegano i neuroni (cellule del sistema nervoso).
Sarebbe consigliabile un confronto con la sua ragazza per verificare se c'è la disponibilità da parte di entrambi ad affrontare un percorso con uno psicologo-psicoterapeuta per completare e integrare il processo di cambiamento già parzialmente avviato, offrendovi l'opportunità di attingere alle risorse presenti all'interno della relazione di coppia ed affrontare quindi le sue vulnerabilità.
[#8]
Gentile Utente,
Le do due brutte notizie:
non esiste l'orgasmo vaginale, ne l'eiaculazione femminile.
La riposta orgasmica della donna dipende da " ben altri" fattori.
Le allego del materiale ed un canale salute tutto sull'anorgasmia,
https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/109-anorgasmia.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3437-orgasmo-femminile-e-veramente-indispensabile.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2348-l-orgasmo-femminile-si-puo-imparare.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/150-orgasmo-femminile-vaginale-o-clitorideo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1813-calo-del-desiderio-sessuale-il-difficile-passaggio-dal-piacere-solitario-al-piacere-condiviso.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1620-orgasmo-femminile-i-10-ambiti-da-conoscere.html-
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2025-disturbi-dell-orgasmo-femminile-e-dolore-sessuale-nella-donna-diagnosi-e-terapia.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/861-sessualita-femminile-disfunzioni-cause-e-terapie.html-
Le do due brutte notizie:
non esiste l'orgasmo vaginale, ne l'eiaculazione femminile.
La riposta orgasmica della donna dipende da " ben altri" fattori.
Le allego del materiale ed un canale salute tutto sull'anorgasmia,
https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/109-anorgasmia.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3437-orgasmo-femminile-e-veramente-indispensabile.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2348-l-orgasmo-femminile-si-puo-imparare.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/150-orgasmo-femminile-vaginale-o-clitorideo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1813-calo-del-desiderio-sessuale-il-difficile-passaggio-dal-piacere-solitario-al-piacere-condiviso.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1620-orgasmo-femminile-i-10-ambiti-da-conoscere.html-
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2025-disturbi-dell-orgasmo-femminile-e-dolore-sessuale-nella-donna-diagnosi-e-terapia.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/861-sessualita-femminile-disfunzioni-cause-e-terapie.html-
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#9]
Le sue parole aprono in me numerose domande e mi dispiace che online non possiamo sviluppare il dialogo necessario.
Ad esempio sento importante capire il motivo per cui la sua ragazza si è allontanata, il perché non l'ha più cercata sessualmente dopo un anno di relazione.
Il discorso legato al piacere in linea generale è possibile, ma mi chiedo se non ci siano anche altre motivazioni profonde legate a voi, oppure legate al mondo interno della sua ragazza che fa fatica a confidarle oppure non riesce a cogliere lei per prima.
Posso ipotizzare che non possa lei da solo renderla serena durante i rapporti e immagino quanto sia doloroso questo. Tuttavia, non so se mi sbaglio, mi sembra che una parte di lei sente che non è giusto farlo né per la sua ragazza né per se stesso. Nonostante non voglia perderla, come dice, non vuole neanche fingere che questa situazione le vada bene del tutto e cerca giustamente un modo per cambiarla.
Come le dicevo, forse è una cosa che dovete fare in due o forse la deve fare lei su se stessa.
Devo dirle che trovo che il fatto che non voglia solo lei prendere l'iniziativa e che trovi giusto sentirsi desiderato è positivo. Questo ci parla anche di lei, di quello che ritiene giusto avvenga in una relazione.
Ci tengo a farle un'ultima annotazione. A volte capita di avere paura di guardarsi dentro. Significa rompere degli equilibri, affrontare situazioni ignote, vivere emozioni difficili, trovarsi anche soli. Però questo è l'unico modo per cambiare e scegliere una nuova strada, dove sentirsi cercato.
So che è sfiduciato, ma con un po' di pazienza, cercherei ancora un confronto. Comprendo sinceramente quanto sia faticoso, quanto possa essere preoccupato per quello che sta vivendo, e stanco. Ma non rinunci, restando in una soluzione di compromesso se non la convince fino in fondo.
Mi spiace di non potere fare di più, ma sono sicuro che la sua ricerca porterà i suoi frutti.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
Ad esempio sento importante capire il motivo per cui la sua ragazza si è allontanata, il perché non l'ha più cercata sessualmente dopo un anno di relazione.
Il discorso legato al piacere in linea generale è possibile, ma mi chiedo se non ci siano anche altre motivazioni profonde legate a voi, oppure legate al mondo interno della sua ragazza che fa fatica a confidarle oppure non riesce a cogliere lei per prima.
Posso ipotizzare che non possa lei da solo renderla serena durante i rapporti e immagino quanto sia doloroso questo. Tuttavia, non so se mi sbaglio, mi sembra che una parte di lei sente che non è giusto farlo né per la sua ragazza né per se stesso. Nonostante non voglia perderla, come dice, non vuole neanche fingere che questa situazione le vada bene del tutto e cerca giustamente un modo per cambiarla.
Come le dicevo, forse è una cosa che dovete fare in due o forse la deve fare lei su se stessa.
Devo dirle che trovo che il fatto che non voglia solo lei prendere l'iniziativa e che trovi giusto sentirsi desiderato è positivo. Questo ci parla anche di lei, di quello che ritiene giusto avvenga in una relazione.
Ci tengo a farle un'ultima annotazione. A volte capita di avere paura di guardarsi dentro. Significa rompere degli equilibri, affrontare situazioni ignote, vivere emozioni difficili, trovarsi anche soli. Però questo è l'unico modo per cambiare e scegliere una nuova strada, dove sentirsi cercato.
So che è sfiduciato, ma con un po' di pazienza, cercherei ancora un confronto. Comprendo sinceramente quanto sia faticoso, quanto possa essere preoccupato per quello che sta vivendo, e stanco. Ma non rinunci, restando in una soluzione di compromesso se non la convince fino in fondo.
Mi spiace di non potere fare di più, ma sono sicuro che la sua ricerca porterà i suoi frutti.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#10]
Utente
Dottori, vi ringrazio tantissimo per i vari consigli e link. Ieri, con la mia ragazza, abbiamo parlato e visto le varie cause che possono influenzare il problema. A quanto pare il tutto è dovuto, maggiormente, ad un'ansia da prestazione. Lei mi ha confessato che ha paura che il non avere l'orgasmo, durante un rapporto, mi possa far pensare di non essere io bravo e quindi scatenare in me reazioni negative. Dal suo canto invece cerca l'orgasmo per mostrare a lei stessa di non essere "rotta". Infatti con la penetrazione non ha mai avuto orgasmi e quando ha l'orgasmo con la stimolazione esterna si concentra tanto. Metaforicamente parlando, le ho fatto l'esempio del cibo che anche se lo scopo finale e quello di saziare, nell'atto del mangiare si mettono in motto diversi sensi: gusto, olfatto e via di scorrendo. Il sesso è uguale, non aspettiamo di essere sazi ma godiamoci con tutti i sensi ciò che viene e, non è necessario il raggiungimento massimo del piacere ma facciamoci piacere ciò che stiamo facendo utilizzando tutti i sensi. ciò che verrà, verrà. Intanto abbiamo deciso di far così è provare da soli poi, se necessario, decideremo di andare nuovamente in terapia. Sono sempre aperto a consigli da parte vostra. Vi ringrazio ancora e tanto.
[#11]
"Lei mi ha confessato che ha paura che il non avere l'orgasmo, durante un rapporto, mi possa far pensare di non essere io bravo e quindi scatenare in me reazioni negative. "
Mi sembra piuttosto evidente che entrambi utilizzate l'orgasmo come "strumento di conferma" della gratificazione sessuale del partner, in questo modo si corre il rischio di trasformare l'intimità in una "performance" in cui si vince o si perde, non ci sono sfumature e ogni gesto è finalizzato al raggiungimento di un unico obiettivo: l'orgasmo.
Così non c'è molto spazio per le emozioni e la sessualità viene ridotta ad un meccanismo di causa-effetto che non è affatto automatico ma. al contrario, è tanto più coinvolgente tanto più è possibile esprimere e condividere il proprio vissuto emozionale con il partner.
"Dal suo canto invece cerca l'orgasmo per mostrare a lei stessa di non essere "rotta". Infatti con la penetrazione non ha mai avuto orgasmi e quando ha l'orgasmo con la stimolazione esterna si concentra tanto. "
Questo è un ulteriore aspetto che rivela come per la sua compagna l'orgasmo sia diventato l'unica "cartina di tornasole" per sentirsi "funzionante" come donna e come partner, come se si trattasse di un effetto che si può determinare in modo volontario a condizione che uno dei due partner abbia tutte le variabili sotto controllo, non a caso, lei stessa dice che si "concentra tanto".
Al contrario, la sessualità per essere gratificante non va trasformata in un "esame da superare" per dimostrare a se stessi e al partner di essere "capaci" e quindi di "funzionare".
E' una dimensione fondamentale della vita di coppia nella quale spesso "esplodono" le criticità di una relazione affettiva che sono espressione di un disagio (la già citata punta dell'iceberg), che nasce dentro la relazione e NON dalla sessualità, e può essere affrontato in modo efficace e in tempi relativamente brevi attraverso un percorso terapeutico che identifichi chiaramente gli obiettivi sia individuali che relazionali derivanti dalla domanda d'aiuto di ciascun partner.
Mi sembra piuttosto evidente che entrambi utilizzate l'orgasmo come "strumento di conferma" della gratificazione sessuale del partner, in questo modo si corre il rischio di trasformare l'intimità in una "performance" in cui si vince o si perde, non ci sono sfumature e ogni gesto è finalizzato al raggiungimento di un unico obiettivo: l'orgasmo.
Così non c'è molto spazio per le emozioni e la sessualità viene ridotta ad un meccanismo di causa-effetto che non è affatto automatico ma. al contrario, è tanto più coinvolgente tanto più è possibile esprimere e condividere il proprio vissuto emozionale con il partner.
"Dal suo canto invece cerca l'orgasmo per mostrare a lei stessa di non essere "rotta". Infatti con la penetrazione non ha mai avuto orgasmi e quando ha l'orgasmo con la stimolazione esterna si concentra tanto. "
Questo è un ulteriore aspetto che rivela come per la sua compagna l'orgasmo sia diventato l'unica "cartina di tornasole" per sentirsi "funzionante" come donna e come partner, come se si trattasse di un effetto che si può determinare in modo volontario a condizione che uno dei due partner abbia tutte le variabili sotto controllo, non a caso, lei stessa dice che si "concentra tanto".
Al contrario, la sessualità per essere gratificante non va trasformata in un "esame da superare" per dimostrare a se stessi e al partner di essere "capaci" e quindi di "funzionare".
E' una dimensione fondamentale della vita di coppia nella quale spesso "esplodono" le criticità di una relazione affettiva che sono espressione di un disagio (la già citata punta dell'iceberg), che nasce dentro la relazione e NON dalla sessualità, e può essere affrontato in modo efficace e in tempi relativamente brevi attraverso un percorso terapeutico che identifichi chiaramente gli obiettivi sia individuali che relazionali derivanti dalla domanda d'aiuto di ciascun partner.
[#12]
Mi fa piacere che i link le/vi siano tornati utili, ma non possono mai essere considerati sostitutivi di una consulenza de visu del vostro patrimonio coppia.
Anche il concetto di ansia da prestazione, terminologia ormai davvero abusata, non è dalla semplice lettura e correla con un'infinità di fattori psichici, relazionali, inconsci e di coppia da dover analizzare
Anche il concetto di ansia da prestazione, terminologia ormai davvero abusata, non è dalla semplice lettura e correla con un'infinità di fattori psichici, relazionali, inconsci e di coppia da dover analizzare
[#17]
Utente
Sì, metto in dubbio le mie capacità. Poi la domanda è anche un cercare psicologicamente una chance in questa situazione, non tormentarmi con: "è tutto finito, devo rassegnarmi ecc" è trovate una base su cui lavorare per una soluzione. Purtroppo non riesco ad accettare che questa situazione padroneggi e non so se potrò mai accettarla quindi, sto cercando quel barlume di speranza. Perché se dopo 7 anni non si è trovata una soluzione non so se un domani questa situazione possa risolversi.
[#18]
È un momento molto critico. Mi sembra di poter dire che desidera restare con la sua ragazza. Ed è quello che io le auguro. L'importante è che non debba pagare un prezzo troppo alto, contro se stesso.
Avrei molte domande in proposito e personalmente mi dispiace che non possiamo sviluppare il dialogo necessario in questa sede, entrando nel modo dovuto nel merito della vostra storia.
Dato il carico emotivo, il tormento di cui ci racconta e la paura terribile di non avere chance, valuterei anche un percorso individuale, in cui possa trovare uno spazio dove fermarsi ad ascoltare i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue domande.
Il riproporsi dei suoi dubbi e il desiderio di non essere più assoggettato a questa situazione che vive giustamente come "padrona", mi sembra dirci che non vuole mollare la sua ricerca. E che, se da una parte desidera la sua ragazza, dall'altra desidera anche l'autenticità di un rapporto, di cui forse in questo momento sente la carenza.
E, se posso dirglielo, della sua ricerca, per quanto faticosa e dolorosa sia, sono contento per lei.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
Avrei molte domande in proposito e personalmente mi dispiace che non possiamo sviluppare il dialogo necessario in questa sede, entrando nel modo dovuto nel merito della vostra storia.
Dato il carico emotivo, il tormento di cui ci racconta e la paura terribile di non avere chance, valuterei anche un percorso individuale, in cui possa trovare uno spazio dove fermarsi ad ascoltare i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue domande.
Il riproporsi dei suoi dubbi e il desiderio di non essere più assoggettato a questa situazione che vive giustamente come "padrona", mi sembra dirci che non vuole mollare la sua ricerca. E che, se da una parte desidera la sua ragazza, dall'altra desidera anche l'autenticità di un rapporto, di cui forse in questo momento sente la carenza.
E, se posso dirglielo, della sua ricerca, per quanto faticosa e dolorosa sia, sono contento per lei.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
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