Rabbia repressa depressione agitata

Salve ho 27anni , da due anni convivo con il mio compagno ed abbiamo un bambino di 6mesi, vengo da una famiglia un po particolare la rabbia e la depressione hanno sempre fatto parte della mia vita ma in un modo o nell'altro le ho sempre superate, ora però mi ritrovo a vivere una situazione che mi sta facendo impazzire; il mio compagno lavora nell'azienda di famiglia a stretto contatto con la sua ex con cui ha convissuto per 5anni e che quando si sono lasciati non ha avuto la minima intenzione di andarsene, a me vederli continuamente insieme che si cercano si chiamano si risolvono i problemi a vicenda mi fa impazzire, loro dicono di essere come fratello e sorella eppure quello che vedo non è esattamente questo, e impedisce a me di attaccanti a lui, mi ritrovo sempre messa all'angolo a piangere disperata, mi sento morta dentro l'unica emozione che provo è la rabbia e non riesco a concentrarmi sul mio bambino, per giunta lui mi riempie di insulti come idiota ritardata passiva ed altri ancora più pesanti ma io non riesco ad agire rimango immobile senza dire una parola, mi fa continui paragoni su come lei è più in gamba di me etc etc ed io mi chiudo sempre di più, non so più cosa devo fare vorrei reagire, vorrei prendermi il posto che mi spetta e riconquistare il mio uomo ma non so cosa fare per risolvere questa situazione che peggiora ogni giorno sempre di più, lui dice che questo problema deriva dal fatto che dentro ho tanta cattiveria. Può essere vero? Grazie mille
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei, non si trova a vivere una situazione semplice con la ex di lui. Dalle sue parole, mi sembra che lei stia vivendo un senso di rabbia e di impotenza molto intenso, immagino derivante da un forte vissuto di esclusione.
Mi sembra importante quando dice che vuole reagire e prendersi il posto che le spetta.

Ho trovato suggestivo il riferimento che ha fatto alla sua famiglia d'origine e mi sono chiesto se ha l'impressione che i suoi vissuti possano ripresentarsi anche oggi.
Non ci conosciamo, ma mi ha colpito il titolo che ha scelto per il suo racconto: "Rabbia repressa e depressione agitata", come se ci fosse qualcosa di tumultuoso, che magari può inquietarla e provocare un dolore che deve mandare giù, senza poterlo affrontare altrimenti. Come se non potesse esserci anche lei.

Se la sente di dire due parole in più sull'evoluzione di questa situazione, in particolar modo potrebbe forse avere fatto pesare a lui la sua rabbia per gelosia oppure non c'entra questo? E poi che idea si è fatta dei motivi per cui lui rivolge parole così spiacevoli contro di lei?

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
da quando il vostro rapporto versa in questo modo?
Vi siete chiariti prima di decidere di convivere e ancora di più prima di avere il bimbo sulla questione ex? E in che modo affronta col suo compagno questo problema?
Cos'è cambiato dopo la nascita del vostro bimbo, è supportata dal suo partner nel suo accudimento e in casa?

<per giunta lui mi riempie di insulti come idiota ritardata passiva> Ci sono circostanze particolari in cui accade questo?

Sembrerebbe che una serie di fattori personali e di coppia concorrano ai suoi vissuti attuali (disagi pregressi mai del tutto risolti, maternità, dinamiche disfunzionali di coppia).
Sarebbe opportuno prendere provvedimenti poiché sofferenza personale, problemi di coppia tra loro interrelati sembrano appesantire il suo carico e concorrere inoltre alla difficoltà a concentrarsi sul suo bimbo.
Un clima familiare tranquillo, non conflittuale, genitori sereni, sono fondamentali per la crescita equilibrata di un bimbo.
E' indispensabile che lei cerchi di recuperare il suo benessere anche per il suo bambino.

Il suggerimento è quello di consultare uno psicologo psicoterapeuta da sola o in coppia, se il suo partner fosse d'accordo, per una parere diretto su quale strada percorrere per ritrovare un suo migliore benessere e far fronte in modo efficace ai problemi in atto.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Grazie intanto per le risposte, provo a scrivere qualcosa in più, ci siamo conosciuti ed innamorati subito, avevamo entusiasmo da vendere e tantissimi progetti non riuscivano a stare separati quindi dopo 2mesi mi sono trasferita dalla casa dei miei genitori alla sua, ho lasciato il lavoro che avevo per creare qualcosa con lui, sapevo che nella sua azienda ci lavorava la sua ex ma all’inizio per non vedevo problemi troppi problemi forse accecata dall'entusiasmo ero un po gelosa e tanto curiosa perché lei non sapeva ancora di noi, si erano lasciati da qualche mese e lei ne soffriva ancora quindi il giorno mentre io ero a casa lui andava a lavoro, forse per carattere, educazione o immaturità non chiedevo nulla a lui, ma stare in casa ad aspettarlo come se dovessimo nasconderci non mi piaceva molto, ma semplicemente aspettavo. Dovo poco infatti lui mi ha portata in azienda e ci siamo conosciute, da lì dopo aver visto la loro confidenza il loro feeling ho iniziato ad avere le crisi, volevo solo fuggire, lui mi diceva di avere pazienza non poteva abbandonare una persona che gli era stata accanto per tanto tempo in mezzo ad una strada, prima o poi sarebbe andata via da sola, io ero presa dal nervosismo era come se dovevo controllare tutto e più controllato più stavo male, questa mia disperazione con il tempo ha esasperato anche lui che lo ha avvicinato sempre di più a lei perché mentre io ho abbandonato tutto per lui e mi urlavo dentro lui aveva ancora lei ed era proprio con lei che si sfogava di me e questo mi faceva ancora più male, ho provato a nascondere il mio disagio più e più volte ma ogni volta che deponevo l'ascia di guerra loro prendevano il sopravvento ed organizzavano fuori dal lavoro serate insieme weekend fuori che puntualmente io rovinavo che mi si leggeva in faccia che mi sentivo morire! Rimasta incinta io lei ha praticamente preso la prima persona che ha trovato in un locale ci è andata a convivere ed è rimasta incinta anche lei sotto consiglio del mio compagno, perché così potevano con di vedere insieme anche questa gioia ed ora che le sono rimasti 2mesi al parto io mi sto già preoccupando di quanto sarà attaccato alla sua bambina, lui dice che tutto quello che fa sa che mi fa soffrire anche gli insulti le minaccia ma deve farlo per spronarmi a superare questo mio limite, ed io sprofondò sempre più nella tristezza anziché reagire, sono una persona che parte già con un livello di insicurezza abbastanza elevato che però mascheravo bene ora mi sento esattamente come lui mi descrive e non so più come uscire da questa situazione, ho paura di affermarmi ho paura di chiedere ho paura del confronto con lei, come posso reagire? Perché ho così tanta paura del suo giudizio, il problema è reale o sono io ad essere matta come dice lui? Secondo voi ho identificato in lei una valvola di sfogo? Ho fatto di lei un mostro per prendersela con qualcuno o il problema esiste realmente? Scusate per lo sfogo
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Non è matta, non dica così. E, personalmente, non credo che l’ex di lui sia una valvola di sfogo per lei.

Quello che dice, invece, mi pare chiarire alcune dinamiche tra voi, ed è particolarmente emblematico.
Lui le chiede pazienza e lei soffre di questa situazione.
Il momento cruciale sembra essere quando lei dice che la sua "disperazione ha esasperato lui" ed è stata paradossalmente controproducente, perché lo ha avvicinato alla sua ex.

Nella coppia succedono situazioni come questa, che lei circoscrive in modo molto specifico.
Provo a spiegarmi in questa sede, semplificando: lui può sentire un disagio anche forte in relazione a un senso di colpa o responsabilità per la sua ex, anche se è lei che ama e non la sua ex. Lei, invece, mi sembra di poter dire che ha vissuto il timore di non essere considerata e un senso di esclusione.
Nessuno dei due ha potuto ascoltare l’altro, nel suo bisogno. Lui le chiedeva pazienza perché si sentiva male e sotto pressione, lei gli chiedeva conferme perché si sentiva disperata. Ma più lei gli chiedeva conferme, più lui si sentiva sotto pressione. E così via, in una circolarità di rimandi reciproci. Avete cioè creato un’escalation di emozioni, finché non siete arrivati a un punto critico, in cui forse lui le urlava il suo bisogno di essere ascoltato dicendole a malo modo che non lo stava facendo. O, almeno, provo a spiegarmi così i suoi insulti.

Non ci conosciamo, quindi prenda le mie parole con i limiti dovuti.
Posso pensare che potrebbe essere utile per lui guardarsi dentro e lavorare sul suo senso di colpa, di cui magari lui stesso è prigioniero, un vissuto che potrebbe avere origini antiche e riguardare la sua vita in generale. In futuro potrà avere l’occasione di gestirlo e di sentirsi più libero rispetto a quello che fanno gli altri, nel senso che il loro benessere non dipende da lui. Attualmente però forse potrebbe risultargli difficile tutto questo, ma non per colpa sua o perché ama la sua ex, questo non c'entra.
A lei direi di capire ciò che già dice di sé in modo eloquente, parlando di "rabbia repressa e depressione agitata”, con questa espressione così tipica. Anche nel suo caso, come lei dice, il suo stato d’animo sembra avere origini familiari e profonde, che la condizionano nel presente.
Entrambi così avete l’occasione di capire l'origine dei vostri vissuti e di cambiarli. E attraverso questo confronto, crescere insieme. Un confronto che è molto delicato e dev’essere fatto con cura, perché tocca corde sensibili e vulnerabili di ognuno di voi.

Un’ultima annotazione. Potrei ipotizzare che questo suo stato d’animo rischi di impedirle di leggere la realtà in più modi. Le faccio un esempio: potrei dire che la bambina della sua ex non li legherà di più, ma sarà la prova della separazione tra di loro. A livello simbolico, quella bambina è l’emblema della vostra coppia, del fatto cioè che lui è libero dalla sua ex. La bambina potrebbe testimoniare il fatto che lui finalmente non ha più responsabilità, dato che lei ora ha la sua vita. Lui d’altronde lo aveva preannunciato: “Prima o poi sarebbe andata via”.
Questa è una chiave di lettura possibile, tra tante. Non è detto che sia quella giusta, ma ho voluto proporgliela perché ci tenevo a comunicarle che se lei ha quel suo preciso stato d’animo probabilmente non la potrà concepire come una possibilità, e non avrà mai alternative.

Guardandovi dentro potrete trovare la vostra libertà di amarvi con passione e fiducia.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
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