E' depressione?

Buongiorno, scrivo perchè ho difficoltà a capire cosa mi sta succedendo e vorrei avere da parte Vostra un consiglio circa a chi rivolgermi per il seguente problema;
Sono una ragazza di 26 anni, abito nella zona di Modena, sono sempre stata solare e di compagnia.
Vivo con i miei genitori ed ho un ragazzo che da un anno circa mi ha chiesto di sposarlo e sebbene io abbia tutte le intenzioni di farlo, sono bloccata dalla situazione famigliare;la primavera scorsa, i miei genitori hanno firmato per la separazione. Una scelta che ho condiviso da subito vista la situazione critica che si era creata in casa mia.
Ma le cose non sono andate tutte lisce come può sembrare dal mio racconto; per 3 mesi, ho avuto una mamma disperata che si sfogava tutte le sere con me, raccontandomi in lacrime di un padre che in realtà io non ho mai conosciuto sotto quella luce. Un padre con problemi di lavoro, di alcool e, cosa che ho scoperto io stessa, di droga. Mi sono trovata a dover tacere delle verità con mia madre mentre ascoltavo le sue, mi sono trovata ad avere un padre che non è mai stato quel padre che io ho sempre immaginato e mi sono trovata a gestire una situazione di separazione difficilissima in casa, ma dovevo esserci, non potevo non farlo perchè ho un fratello di 16 anni che dovevo tentare di proteggere da questa situazione.
Mi sembrava di riuscire a gestire la cosa senza fatica, certo non senza sentimenti, ma la protezione di mio fratello era per me una scusa validissima per non farmi prendere dalle angosce.
In estate però,a Giugno ho avuto una crisi respiratoria, ho creduto che fosse dovuta ad un'allergia o a qualcosa del genere ma gli esami fatti (tiroide, esami del sangue, otorino e qualche visita al pronto soccorso), non hanno dato alcun risultato significativo. In sostanza, sono arrivata alla conclusione che fosse una forma d'ansia cosa poi accertata anche dal medico di famiglia che mi ha prescritto lo Xanax 0,25 mg 2 volte al dì.
Farmaco che non ho mai preso però perchè credevo che come era arrivato il malessere psicologico e di conseguenza fisico, ptesse anche andare via da solo, e poi quei farmaci, mi fanno un pò paura..
Poi sono partita per le vacanze, e anche se da subito non stavo ancora bene, sono rientrata al lavoro a Settembre che quell'episodio sembrava solo un brutto ricordo.
La situazione a casa è rientrata, mio padre vive ancora con noi, ha un lavoro e mi sembra tornato essere quello di sempre che conoscevo io.
Ma forse le cose si sono un pò aggiustate perchè mi hanno vista stare male e si sono sentiti un pò in colpa.. di questo non avrò mai la certezza.

Ultimamente però credo di avere ancora qualcosa che non va e la cosa mi spaventa molto. Mi è capitato di fare alcuni pensieri MOLTO negativi, sono pensieri che si presentano all'improvviso. Sono angoscianti e di difficile interpretazione una volta passati. A volte sono tanto profondi che non trovo le parole per raccontarli nemmeno al mio ragazzo. Tali pensieri mi lasciano ben poca voglia di guardare avanti nella mia vita, anche se cerco con tutte le mie forze di contrastarli e di reagire, ma ho paura che "questa cosa" mi vinca. A volte ho pensato che l'unica cosa per mettere fine a questi pensieri fosse farla finita, pensiero che ho scacciato a fatica ma con la volontà di allontanarlo. Gli altri pensieri, provo ora a riportarveli ma immagino che non riuscirò a rendere in pieno l'idea, fanno riferimento al futuro in generale, mi chiedo cosa si viva a fare, mi sembra che non ci sia niente che mi possa invogliare a vivere, nemmeno una cena con gli amici, nemmeno lo sport che faccio da 20 anni, mi sento "schiacciata" anche in un luogo aperto, mi sento "stretta" ovunque. In questi momenti sono triste, non mi riconosco. Per quanto riguarda il sonno, sono sempre stata una dormigliona e lo sono tutt'ora, non ho notato variazioni significative in questo.. La frequenza di questi pensieri è la seguente; la prima volta che li ho avuti è stato a Giugno per 2 giorni di seguito(dopo la crisi respiratoria, non mangiavo, dormivo e basta e quando mi svegliavo stavo male, ero irrequieta e a volte piangevo per niente) ma ero sotto medicinali come; cortisone 1 puntura al dì per circa 1 settimana, antistaminici (per la presunta allergia che poi non si è rivelata tale), antibiotici (il mio medico diceva che avevo la gola rossa), quindi pensavo che questa negatività questo malessere fosse una reazione della cura, dei medicinali e dello spavento preso. Sucessivamente sono rimasta un pò sottotono tutta l'estate ma senza pensieri negativi gravi come quelli citati sopra e l'ultima volta che li ho avuti è stata la scorsa settimana, per tre pomeriggi a fila. Poi ho cercato di rieagire, uscendo e riempendomi di impegni e un pò ha funzionato anche se di fondo sento sempre un'angoscia che vuole esplodere in questi pensieri, ma ora, quello che volevo sapere da Voi è questo; devo affidarmi a qualcuno o questo malessere passerà da solo? Tornerò quella che ero? E soprattutto, è depressione quella che ho????? beh, sulla domanda "tornerò quella che ero", so che non avete la sfera magica, ma quante probabilità, quali speranze ho di dimenticarmi di tutto ciò e di tornare a vivere la mia vita serena???? Non voglio questa negatività, non la accetto...Un grazie va a chi avrà la pazienza di leggere e rispondere a questa lunga e triste richiesta di aiuto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
I sintomi che descrive potrebbero essere genericamente riferiti ad ansia e a un abbassamento del tono dell'umore ma, come saprà, da qui non è possibile effettuare diagnosi o valutazioni attendibili.

Ciò che le sta succedendo è possibile quando si ha una situazione famigliare come quella che descrive. E il segno assolutamente positivo che mi sembra di percepire è il suo rifiuto per come le cose stanno andando, e la sua volontà di "tornare ad essere quella che era".

Le suggerisco di non trascurare ulteriormente il suo disagio e di richiedere una visita specialistica, psichiatrica o psicologica. Lei è giovane e quindi può disporre di amplissimi margini di miglioramento, ma è importante che faccia questo primo passo.

Infine, un suggerimento rivolto a lei personalmente: anche se non posso sapere se quanto sto per dirle si applica a lei, non entri nel merito del problema che stanno attraversando i suoi genitori. So che è difficile, so che in qualità di figli è difficile rassegnarsi a non poter far molto per ricomporre i disastri che combinano i nostri genitori. Ma questo è un problema che riguarda esclusivamente loro, e loro dovranno risolverlo. Non si faccia carico di una cosa che non le compete.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
ha proprio ragione, una triste e lunga richiesta d'aiuto. Il carattere di "tristezza" mi dice quanto lei stia soffrendo, visto che riesce a comunicarcelo addirittura attraverso le righe della sua mail.

Per quanto riguarda la "lunghezza", invece, credo dovremmo fare una riflessione. Sembra che lei necessiti di "molte" parole per definire i propri stati d'animo. E questa necessità riflette il "tempo" che lei, ultimamente, passa ad analizzare e soppesare le proprie emozioni e soprattutto i propri pensieri

Mi ricorda un atteggiamento abbastanza tipico di molti pazienti ansiosi: questi alla sensazione di "perdita del controllo" sulla propria vita reagiscono aumentando il più possibile proprio comportamenti di controllo, comeaumentare l'attenzione verso le reazioni del proprio corpo,oppure analizzare continuamente le proprie emozioni ed i pensieri. L'ansia arriva perchè, purtroppo, l'ansioso non riesce a tenere tutto "sotto controllo"

Le vicende familiari, la separazione, lo scoprire di avere un padre diverso, ecc., sono tutte cose che possono dare l'impressione che la propria vita vada un po' per conto proprio, fuori controllo appunto. Forse è quello che ha sentito lei. E come spesso accade, l'ansia si accompagna a reazioni di tipo depressivo, e i due "quadri" oltre a coesistere si influenzano continuamente peggiorandosi a vicenda

La prima cosa da fare è pertanto chiedere una consulenza psichiatrica, per inquadrare i problemi relativi all'umore

Secondo, le consiglio di chiedere una consulenza psicoterapeutica, meglio se con un professionista specializzato nel trattamento dei disturbi d'ansia (ovvero un terapeuta cognitivo-comportamentale).

Se tutto questo non lo vuole fare per se stessa lo faccia almeno per il fratellino. Curare se stessa è il primo passo per aiutare lui, mi creda
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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Vi ringrazio di cuore per la prontissima risposta.
Il supporto che date alle persone come me andrebbe premiato!

Provvederò a rivolgermi ad uno specialista come consigliato e spero di allontanare per sempre questi pensieri..

Con affetto, Vi saluto.