Tentato suicidio del proprio ex
Buongiorno,
nel giugno scorso ho interrotto una relazione con un ragazzo (mio quasi coetano, 23enne), in quanto mi ero reso conto che per quanto gli volessi ancora molto bene, non c'era più quel sentimento che c'era stato precedentemente.
Ha una situazione familiare piuttosto complicata, in quanto i suoi genitori non hanno mai veramente accettato la sua omosessualità, inoltre la sua famiglia versa in condizioni economiche piuttosto critiche praticamente da quando lui è nato. Infine, ha sempre avuto notevoli problemi a livello di autostima, considerandosi una persona di bassissimo livello (anche se, onestamente, non è minimamente così), sia a livello esteriore che a livello intellettuale o caratteriale.
Negli ultimi due mesi sporadicamente capitava di sentirci e vederci, anche se negli ultimi 20 gg ho interrotto io i rapporti, in quanto mi ero reso conto che lui soffriva moltissimo del nostro rimanere in contatto, addirittura pensando che non me ne accorgessi si nascondeva per piangere quando capitava di vedersi, perché comunque mi amava ancora molto e non aveva superato la rottura.
Rimanevo comunque aggiornato su di lui in quanto ero d'accordo con sua cugina, che periodicamente sentivo per sapere come stava, come gli andavano le cose, se stava superando la separazione.
Inaspettatamente, questa notte alle 3 mi ha contattato la cugina, per dirmi che lo stavano portando in ospedale in quanto aveva tentato il suicidio tagliandosi i polsi, fortunatamente all'ultimo aveva chiesto aiuto a sua madre e l'hanno preso in tempo. Adesso come adesso è ricoverato in ospedale nel reparto di psichiatria, immagino per via del tentato suicidio di stanotte, anche se so solo i dettagli che mi ha riferito sua cugina.
Quello che mi chiedo io è se posso essergli utile in qualche modo, se dovrei farmi sentire, se dovrei andarlo a trovare, se dovrei rendermi disponibile con i suoi medici curanti qualora ritenessero che potessi essere utile per aiutarlo a superare queste sue difficoltà.
nel giugno scorso ho interrotto una relazione con un ragazzo (mio quasi coetano, 23enne), in quanto mi ero reso conto che per quanto gli volessi ancora molto bene, non c'era più quel sentimento che c'era stato precedentemente.
Ha una situazione familiare piuttosto complicata, in quanto i suoi genitori non hanno mai veramente accettato la sua omosessualità, inoltre la sua famiglia versa in condizioni economiche piuttosto critiche praticamente da quando lui è nato. Infine, ha sempre avuto notevoli problemi a livello di autostima, considerandosi una persona di bassissimo livello (anche se, onestamente, non è minimamente così), sia a livello esteriore che a livello intellettuale o caratteriale.
Negli ultimi due mesi sporadicamente capitava di sentirci e vederci, anche se negli ultimi 20 gg ho interrotto io i rapporti, in quanto mi ero reso conto che lui soffriva moltissimo del nostro rimanere in contatto, addirittura pensando che non me ne accorgessi si nascondeva per piangere quando capitava di vedersi, perché comunque mi amava ancora molto e non aveva superato la rottura.
Rimanevo comunque aggiornato su di lui in quanto ero d'accordo con sua cugina, che periodicamente sentivo per sapere come stava, come gli andavano le cose, se stava superando la separazione.
Inaspettatamente, questa notte alle 3 mi ha contattato la cugina, per dirmi che lo stavano portando in ospedale in quanto aveva tentato il suicidio tagliandosi i polsi, fortunatamente all'ultimo aveva chiesto aiuto a sua madre e l'hanno preso in tempo. Adesso come adesso è ricoverato in ospedale nel reparto di psichiatria, immagino per via del tentato suicidio di stanotte, anche se so solo i dettagli che mi ha riferito sua cugina.
Quello che mi chiedo io è se posso essergli utile in qualche modo, se dovrei farmi sentire, se dovrei andarlo a trovare, se dovrei rendermi disponibile con i suoi medici curanti qualora ritenessero che potessi essere utile per aiutarlo a superare queste sue difficoltà.
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Il caso è troppo delicato per poter essere affrontato online, spero se ne renderà conto.
Forse, contattare i curanti in primo luogo potrebbe essere utile, per farsi dire se e quanto la sua presenza potrebbe giovare al suo ex, dato che loro, ben più di noi, hanno il polso della situazione.
Forse, contattare i curanti in primo luogo potrebbe essere utile, per farsi dire se e quanto la sua presenza potrebbe giovare al suo ex, dato che loro, ben più di noi, hanno il polso della situazione.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.9k visite dal 22/09/2015.
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