Perchè quando sono concentrato entro in ansia?
In questo mese passato dall' ultimo consulto sono stato molto tranquillo,rilassato e molto impegnato a fare altro che a pensare alla mia "bassezza"...
A parte questa sensazione di morte...
E' paradossale ma quando faccio "il lamentoso " questa sensazione di morte non l' avverto...
Come mai succede questo ?
Le farebbe certamente bene per superare una spiccata centratura su sensazioni fisiche sulle quali non è il caso di soffermarsi e tormentarsi, ha avuto molti consigli, nei suoi post precedenti, creda che può essere piuttosto felice , simpatico se riesce ad abbandonare i suoi pensieri negativi, ad interessarsi al mondo esterno , a spostare lo sguardo .. all'altro da noi.. come dicono i sacri testi.. peccato sprecare i giorni e la giovinezza..Provi e poi ci riscriva ,se crede, le faccio molti auguri , cambiare si può..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Non e' che io mi soffermi su queste sensazioni negative...
Quest ultime irrompono in maniera automatica proprio quando pensavo di aver trovato un mio equilibrio...
cioe' solo massima concentrazione, non pensare a nulla ,fare cose concrete...
Come Le e' stato detto non e' possibile comprendere cosa accada on line.
Occorrerebbe la rilevazione di parametri fisiologici.
Quando consultera' un collega personalmente lui comprendera' cosa accade.
Come mai non ha ancora previsto tale consultazione?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Tra l'altro alcuni ordini di appartenenza vietano di lavorare online, direi per fortuna...
Il virtuale non è mai come il reale.
Si rivolga così come le abbiamo suggerito, ad un nostro collega de visu.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Gent.le Utente,
cosa è emerso da questa consulenza on line?
A volte chiedere aiuto viene interpretato come l'ammissione di una sconfitta anziché come la dimostrazione del coraggio di assumersi la responsabilità di prendersi cura di sé, non necessariamente cura di un disturbo psicologico, ma l'avvio di un processo di empowerment (recupero del potere personale).
"Forse perche' voglio mantenere nel "virtuale" questa cosa."
Questo è solo un modo di rinviare il momento in cui avviare un processo di cambiamento e a giudicare dalle richieste precedenti c'è un disagio che ha iniziato a manifestarsi più di un anno fa.
La consulenza on line che forniamo su Medicitalia ha una finalità di informazione e orientamento preliminare non sostituisce un percorso terapeutico.
I colloqui on line con uno specialista con il quale si concordano tempi e modalità di un intervento terapeutico sono un servizio differente.
Tuttavia se ne ha la possibilità il contatto diretto con lo psicologo è sempre preferibile al rapporto a distanza.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
dottoressa Esposito, a mia ipotesi forse perche' piu' di aiuto cerco ascolto essendo introverso e molto tendente alla solitudine forse e da un anno circa cerco una sorta di "svago" alla monotonia della solitudine...
"A che se ha pagato, online si possono fare soltanto alcune cose e non altre."
@dottoressa Randone ,concordo ma comunque una sua utilita' l avuta... ovvio nel reale e tutt' altra cosa...ma voglio "REALIZZARE" il mio problema?
"cosa è emerso da questa consulenza on line?"
@dottoressa Camplone, sta iniziando ad emergere cio' che con questo mio atteggiamento tendevo a non far emergere ,ossia l' esigenza di avere una vita relazionale affettiva come tutti gli uomini della mia eta'...
Per non pensarci piu' ricerco quella sorta di "concentrazione" verso altre cose che mi permettevano di ignorare emozioni e le ragazze...
Fino un anno fa' quando ho iniziato ad avere questo "senso di morte" e PARADOSSALMENTE scomparso quando ho rimesso in discussione questo mio atteggiamento...
Nel rimettermi in discussione ,non so perche' ho rimesso in discussione il mio corpo e la mia statura...
Spero di esser stato chiaro.
Posso capire o meglio intuire quanto sia penoso lo stato d'animo che la permea se le suggerisce tali strategie per tollerarlo.
Purtroppo non sono strategie vincenti e puo' darsi che la danneggino, restituendoLe un'immagine negativa di se stesso.
La solitudine e' uno "stato dell'essere" piu' che una realta' oggettiva perche' nel mondo di oggi e' veramente difficile se non impossibile "essere" soli.
Ci si può "sentire soli" ma accade in genere per un meccanismo "passivo": sono gli altri a non esistere (per chi si sente solo) e non il contrario.
Come vede il discorso si fa lungo e non e' possibile farlo on line.
Le rinnovo percio' l'invito ad assumere la "guida" delle sue sensazioni ed emozioni. Anche quelle sgradevoli.
Si faccia aiutare di persona da uno psicoterapeuta.
Questo sostegno emotivo potrebbe essere la chiave di volta per risolvere davvero il suo senso di solitudine.
Le faccio i migliori auguri!
ecco...in effetti allontano tutti anche persone che con buona volonta' volevano darmi una mano ..ricordo un amica di un corso molto disponibile che tentava in tutti i modi di stimolarmi..ovviamente il mio atteggiamento col tempo l' allontanata...
Non ci vado, per paura o vergogna non so...
Ma sa' che ho cambiato tipografia (vicino casa mia) semplicemente perche' la tipografa andando spesso li stampare alcune cose e quindi vedendomi spesso, ha "OSATO" relazionarsi facendomi alcune domande del tutto innocue per creare una forma di relazione...
Fino un anno fa' quando ho iniziato ad avere questo "senso di morte" e PARADOSSALMENTE scomparso quando ho rimesso in discussione questo mio atteggiamento...
Non vedo alcun paradosso, le emozioni sono espressioni di vita e quando le censuriamo implodono dentro di noi trasformandosi in sofferenza per qualcosa che non avuto la possibilità di essere vissuto e così tende a "morire".
da che non lo so...
Mi creda @dottoressa Camplone ci ho pensato molto ad andare dal vivo da un vostro collega ma alla fine desisto sempre...
"Non vedo alcun paradosso, le emozioni sono espressioni di vita e quando le censuriamo implodono dentro di noi trasformandosi in sofferenza per qualcosa che non avuto la possibilità di essere vissuto e così tende a "morire". "
Mi par di capire che per evitare una sofferenza evitando alcune esperienza scansandole se ne presentano altre di altro tipo...
si perde sempre insomma...
si perde sempre insomma..."
Non si tratta di vincere o perdere ma di riconoscer che siamo capaci di costruire dentro di noi sistemi di difesa che ci inducono a pagare un prezzo più alto in termini di sofferenza "soffocando" la possibilità di "passare attraverso" la sofferenza trasformandola in opportunità di crescita personale anziché viverla come una condanna senza appello.
"Mi vergogno della mia "figura"... "
Deve essere davvero dura vivere la sua condizione, avere vergogna come se una caratteristica fisica diventasse una colpa...lo diventa perché sentendosi inadeguato automaticamente da per scontato che l'altro la giudichi allo stesso modo.
In realtà lo psicologo per instaurare una relazione d'aiuto deve essere in grado di sospendere il giudizio e creare le condizioni favorevoli affinché la persona si senta accettata, compresa e non giudicata.
Spero ricorderà queste tre condizioni se e quando si concederà la possibilità di incontrare uno psicologo-psicoterapeuta.
Francamente non credevo che vivere il presente assorti nelle azioni che si fa' senza alcun pensiero o desiderio potesse portarmi a questo...
tipo ignorare per 8 anni (l' ultima volta che ci ho provato )il genere femminile non parlandogli per piu' di 5 minuti sembrava la soluzione adatta...
"Deve essere davvero dura vivere la sua condizione, avere vergogna come se una caratteristica fisica diventasse una colpa...lo diventa perché sentendosi inadeguato automaticamente da per scontato che l'altro la giudichi allo stesso modo."
Fosse solo questo...sono alto un metro e sessanta ma e' come se mi vedessi alto 1 e trenta...
una percezione distorta e molto negative di cio' che e' .
"In realtà lo psicologo per instaurare una relazione d'aiuto deve essere in grado di sospendere il giudizio e creare le condizioni favorevoli affinché la persona si senta accettata, compresa e non giudicata."
Ma il problema e'che sono io che mi giudico e non mi accetto...
se potessi cambierei il mio corpo...
In realtà si tratta di evitamento ed è una strategia che è parte del problema non della sua soluzione perché rinvia l'avvio di un processo di cambiamento.
"Ma il problema e'che sono io che mi giudico e non mi accetto...
se potessi cambierei il mio corpo..."
E' per questo che ha bisogno di sperimentare l'accettazione sulla sua pelle prima di poterla interiorizzare.
Se avesse la possibilità di cambiare il suo corpo la propensione a giudicarsi, probabilmente la indurrebbe a focalizzarsi su un altro aspetto pur di confermarle il senso di inadeguatezza.
Quella che le appare come una soluzione non è altro che un autoinganno.
La sofferenza che vive da tempo, nell'ultimo anno ci ha inviato molte richieste di consulto, non può essere spazzata via da un "colpo di spugna", ma più verosimilmente può essere espressa, esplorata e metabolizzata all'interno di un percorso terapeutico.
Lo psicologo non guarda il suo corpo, ma la sua anima..
Se asseconda le sue paure, disagi, inibizioni... rimanendo online, colluderà con le sue stesse paure rinforzandole
Uno sguardo più clemente l'aiuterä ad uscire da casa , fatto il primo passo - il più faticoso- il resto sarà una passeggiata
Le ricordo che gli psicologi lavorano in sospensione del giudizio, in un clima di empatia ed accoglienza
Dottoressa Camplone di solito si tende ad evitare situazioni difficili e faticose...
in questo caso per me e' faticoso per dire difficile avere un rapporto normale con gli altri che in teoria tanto difficile non dovrebbe essere ...
"E' per questo che ha bisogno di sperimentare l'accettazione sulla sua pelle prima di poterla interiorizzare"
Come la posso sperimentare se io sono talmente ostinato a negare la mia fisicita'?
questa ostinazionie da dove arriva?
"Lo psicologo non guarda il suo corpo, ma la sua anima.."
Se per questo anche io non guardo il corpo degli altri @dottoressa Randone ma solo esclusivamente il mio, e sono molto ma molto severo sul giudicarlo ..insomma mi faccio male da solo...
Questa mattina, leggendo i tanti interventi di iei che la riguardano e' sorta in me una sensazione che condivido con Lei:
Il problema che Lei espone e che sembra affliggerla e' la statura.
Lei si vede "piccolo", invisibile.
Ha bisogno di essere "visto". E per questo continua a invischiarsi e a girare "a vuoto" nelle sue difficoltà'. Senza in realta' impegnarsi neanche vagamente in una "strategia di uscita".
Se fa questo forse il suo obiettivo e' solo "la lamentela "in se' stessa.
Attirare l'attenzione su di se' lamentandosi.
Ma senza alcuna intenzione di "liberarsi" delle motivazioni che la portano a lamentarsi. Oppure correrebbe davvero il rischio di non sentirsi piu' al centro dell'attenzione!
Vorrei che riflettesse sulla mia ipotesi perche' se fosse corretta dovrebbe considerare la patologia che produce l'utilizzo di questo meccanismo : l'uso di una caratteristica "negativa" per ottenere attenzione.
Corre il rischio di non uscire mai da questo meccanismo, anzi di incrementare le negativita' per ottenere ancora piu' attenzione!
Faccia Lei!
Buona giornata!
ok per la dieta ci siamo e l ho fatta' ,ma a livello personale in che modo posso eliminare questo senso di "abbattimento" dovuto alla mia esigua statura e che fino ad un anno fa' cercavo di sopperire semplicemente evitando il contatto umano anche coi parenti ...
Esco di casa,quando sono impegnato dimentico tutto ma e' ovvio che non posso rimanere impegnato 24 ore su 24 per dimenticare cio' che mi fa' soffrire ...
In teoria no ma nella sua esperienza soggettiva è fonte di disagio ma sembra che lei anziché ascoltare il suo disagio gli riconosca "diritto di esistere".
"a livello personale in che modo posso eliminare questo senso di "abbattimento" dovuto alla mia esigua statura "
Il ruolo dello psicologo non è quello di dare "le istruzioni per l'uso"da eseguire passivamente, ma di coinvolgere attivamente la persona in un percorso di crescita personale.
Diciamo che questo disagio e' divenuto molto forte e prepotente(non per mio volere) in quanto in passato non ho voluto ascoltarlo ...Ipotizzo che questa prepotenza sia una risposta alla mia indifferenza...
"Il ruolo dello psicologo non è quello di dare "le istruzioni per l'uso"da eseguire passivamente, ma di coinvolgere attivamente la persona in un percorso di crescita personale."
COINVOLGIMENTO...ecco questo e' quello che servirebbe la capacita' di farsi coinvolgere e abbandonare la ricerca di "ISTRUZIONI PER L' USO" che ancora tutt' ora utilizzo per rendermi "IMPECCABILMENTE PERFETTO" per compensare una certa manchevolezza di centimetri...
mi rendo conto che la mia ambizione di OTTIMIZZARE cio' che si poteva OTTIMIZZARE si fonte di disagi.
???
Sto pensando di non uscire e dare buca agli amici...
ma se desisto o evito faccio peggio...
Quindi insisto?
Scusatemi dell' insitenza.. "
Troverà le risposte che cerca in sede di consulenza o meglio di terapia, non quá online
Da questa postazione non è possibile fare altro, le abbiamo risposto in tanti sa già quello che sarebbe utile fare per recuperare l'ansia qualità di vita.
Auguri per tutto
Vero, ma piu' o meno saranno le stesse risposte che voi mi avete dato ...(consigli condivisibili e saggi )
il problema e' che quando esco sono sempre il piu' basso e sta cosa mi fa rabbia...
Perche' in quanto basso devo dare "valore" alle persone piu' alte, visto che se fossimo tutti alti uguali la statura non sarebbe piu' un elemento caratterizzante valutabile positivamente o negativamente?
un altro PERCHE' che vorrei chiedere e come mai i miei genitori da piccolo visto l' andazzo non hanno pensato di farmi fare le cure ormonali(come leo messi)per potermi far crescere di qualche centimetro?
la risposta e' chiara : PER LORO non era importante ,PER LORO ..ma per me in seguito crescendo e prendendo coscienza lo e' stato, quindi piu' che decisione nei miei interessi e' stata una decisione per essere coerenti con il LORO modo di vedere le cose che mi sembra ovvio non coincide con li mio ...
che ne pensate?
Valorizzare altri aspetti e aprirmi di piu'...
con tutta la buona volonta' ,ma se io mi vedo perche' sono realmente basso e l' essere basso mi genera tanta frustrazione tutto i lavoro viene costantemente distrutto da sta benedetta frustrazione...
E' inevitabilmente dovro' prendere i medicinali per stare meglio si fa per dire visto gli effetti collaterali
Ma a sto punto non era meglio rischiare da piccolo con una cura ormonale con degli effetti collaterali ? e che purtroppo per la paura egoica dei miei genitori non mi e' stata fatta?
Vede sono in un vicolo cieco e sbatto costantemente la testa contro il muro...
in questi 8 anni dopo aver subito un rifiuto da una ragazza e legato questo alla mia bassa statura decisi di dedicarmi a me stesso , e ho pensato bene di dedicarmi allo sport , alla lettura,meditazione su you tube on line mettono di filosofia tibetana gratuiti ,divorato libri di crescita personale, e con il pensiero fisso e costante di rendere la mia mente efficientissima e concentratissima e successo che forse, facendolo maniera ossessiva,mi e capitato che a un certo punto mi e' venuta la fissa dei nei(ho parecchi nei) ,ogni giorno vedevo un neo nuovo e alcune variazioni e pruriti che mi facevano preoccupare e andare in panico...sudore e senso di morte...
Poi a ottobre 2014 vidi una ragazza che mi piacque e la preoccupazione e la fissa dei nei spari...devo dire che stavo bene, ma con questa ragazza ho avuto solo alcuni scambi di messaggi ma niente di piu' ..."cosi basso ,dove vado,?"quindi passata la fissa dei nei ,mi e' ritornata il dolore per la mia statura...bassa...
non so se mi sono spiegato bene...
Io ho cercato di pensare ad altro e valorizzarmi ,ma il risultato e' stato poi fissarmi sui nei...
e per questo che vi disturbo oltre modo ...
"Vero, ma piu' o meno saranno le stesse risposte che voi mi avete dato .."
In questo modo si costruisce un alibi che le garantisce il mantenimento delle condizioni attuali, è un circolo vizioso che solo lei può rompere non è una questione di volontà, di provare a distrarsi.
Avrebbe bisogno di lavorare su alcune convinzioni che forse non sono radicate come potrebbe sembrare, in realtà, a mio avviso, le sta utilizzando per convincersi che il cambiamento per lei non è possibile, in altre parole ci sta dicendo che non è disposto a rinunciare al vantaggio secondario che le offre l'atteggiamento fatalista: evitare di mettersi in discussione.
Per i consigli ci sono amici e parenti, il compito dello psicologo è promuovere un processo di cambiamento che vede attivamente coinvolta la persona che affronta il percorso terapeutico, senza sostituirsi ad essa.
Credo che non ci sia altro da aggiungere, sarebbe ridondante e sterile, ci rifletta e poi faccia la sua scelta.
Convinzioni : ho letto un libro di pnl dove trattava questo argomento...
Interessante...ma non e' che io sia convinto di essere basso ,SONO BASSO e questa cosa mi rompe le balle...
Si, sono orgoglioso e non mi piace vedere le persone piu' alte di me, mi da' fastidio...
Se i miei genitori non si fossero fossilizzati sulla loro CONVINZIONE che la statura non era elemento importante(certo, loro hanno una statura accettabile...FACILE)
con una bella cura ormonale avrei quei 5-6 centimentri in piu' che fanno comunque morale ...
Ma e' tutto STERILE per chi non si trova nella mia situazione...
"Lei si vede "piccolo", invisibile."
Eh purtroppo si...
"Ha bisogno di essere "visto". E per questo continua a invischiarsi e a girare "a vuoto" nelle sue difficoltà'. Senza in realta' impegnarsi neanche vagamente in una "strategia di uscita". "
Si esatto...pero' a impegnarmi , mi ci impegno ...lasci che poi faccia fatica inutile...
"Se fa questo forse il suo obiettivo e' solo "la lamentela "in se' stessa.
Attirare l'attenzione su di se' lamentandosi."
On line si...dal vivo invece sono l' opposto, nel senso che al contrario fin da piccolo me ne sono stato sempre in disparte e non mi sono mai lamentato ,mai dato problemi quindi direi non in cerca di attenzioni anche perche' mi vedo talmente brutto che meno mi si guarda meglio e'...molto contraddittorio come ragionamento vero...
A lei la scelta di continuare ad A vvitarsi sul problema cercando risposte qui che non le risolveranno il problema, oppure di risolvere imparando a trasformare ciò che lei vive come un grave difetto, un limite in un punto a suo favore.
Non chieda in che modo perché la risposta già la conosce, considerati anche i precedenti consulti. :-)
Cordiali saluti
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
La invito a smettere di aprire ulteriori consulti e di seguire - se ne ha voglia - le nostre infinite indicazioni.
Le nostre risposte, di concerto tra Colleghi, terminano qua.
@dottoressa pileci il comportamento alternativo che mi e' stato consigliato lo attuato negli anni precedenti,difatti il primo consulto l' ho aperto un anno fa' e non prima...
Ho pensato ad altro per distogliere la mia mente impegnandomi e MOLTO a fare alto ...
e' da un anno che ho questa sensazione di scoramento e stanchezza che nemmeno i tanti caffe' riescono ad eliminare...
Io i consigli che mi sono stati dati tranne l' andare dallo psicologo dal vivo li avevo gia' attuati negli anni precedenti ,difatti ho distolto lo sguardo da questo dettaglio CONCENTRANDOMI su altro...
Il problema e che un anno fa' mi si e' presentato questo senso di morte e si e' riaffacciato di nuovo questa fissa sulla mia statura...
A livello PERCETTIVO io non sopporto proprio vedere le altre persone piu' alte di me...
Quello che sto tentando DISPERATAMENTE di sapere e QUALE modalita' e tecniche si possono utilizzare oltre a quelle che ho utilizzato io negli anni precedenti per superare questo disagio...
Ho provato esercizi di mindfulness e seguire live su you tube lezioni di filosofia tibetana ma niente...
il problema rimane sempre a livello PERCETTIVO...
Insomma, fate caso che venga da voi un uomino piccolo ma dal complesso ENORME cosa fate?come procedete ?
Ovviamente senza entrare nel dettaglio e a grandi linee...
Poi c'e ancora la domanda inevasa sul VANTAGGIO SECONDARIO che otterrei da questa situazione...
se per voi e' un vantaggio uscire di casa solo per DOVERE e se esco per piacere non lo e' in quanto mi sento escluso e fuori luogo...
Se per voi e' un vantaggio non aver mai amato e essere amato dal sesso opposto io non oso pensare quali possono essere gli svantaggi...
vediamo se cosi' e' piu' comprensibile la situazione
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