Crisi di rabbia
Buongiorno,
ho bisogno di un consulto. Convivo con mio marito da due anni, sposati da uno, abbiamo affrontato sin dall’inizio della nostra storia situazioni molto difficili relative a problemi di salute brillantemente, stando vicini, aiutandoci a vicenda. Il problema ultimamente sono le discussioni per le sciocchezze, se per i problemi sopra citati abbiamo parlato e trovato una via di mezzo che andasse bene a entrambi per le piccole cose è un disastro. Premetto che io credo fermamente nelle discussioni come momento di confronto e non sono una persona che fa finta di niente. Non amo discutere ma se devo non mi tiro indietro, ovviamente sempre in modo civile e senza alzare i toni. Mio marito è aperto alle discussioni e le vede come momento di crescita per la coppia, dice che da ogni discussione si può tirare fuori qualcosa di buono, solo che non accetta punti di vista diversi dal suo, perciò la discussione è a senso unico. Mi spiego: quando settimana scorsa gli ho detto di assaggiare la pasta così come l’avevo cucinata invece di correggerla con spezie varie a priori come fa spesso è scattato urlando e sbattendo gli oggetti sul tavolo. Per i lavori in casa vanno bene solo le persone che conosce lui e come fa i lavori lui, le persone che propongo io hanno sempre qualcosa che non va (poco puntuali, troppo costose, poco precise) tenendo conto che le conosco da più di vent’anni e sono affidabili. Inoltre quando si parla di comportamenti in generale la frase finale spesso è “il tuo comportamento è sbagliato, io ho ragione”, “il mio modo di affrontare le cose è migliore perché io sono più forte di te”. In pratica quando io contesto qualcosa che fa o che dice si arrabbia, alza la voce o urla e cerca di convincermi a ogni costo che lui ha ragione e che non ha senso discutere perché quando uno ha ragione ha ragione. Nei tratti caratteriali lui è nel giusto sono gli altri a sbagliare o a essere più deboli. Solo quando reagisco arrabbiandomi fa marcia indietro e si scusa.
Credo che ci sia una grande insicurezza di fondo, dovuta a mio suocero che non ho conosciuto, ma come posso trovare il modo di fargli capire che voler avere sempre ragione, non capire che ci sono punti di vista differenti è sbagliato? Che far sentire gli altri sempre in errore non è corretto? Sono accomodante ma non remissiva e non rinuncio a esprimere le mie idee ma sopporto male discussioni che di costruttivo per me non hanno nulla. Grazie
ho bisogno di un consulto. Convivo con mio marito da due anni, sposati da uno, abbiamo affrontato sin dall’inizio della nostra storia situazioni molto difficili relative a problemi di salute brillantemente, stando vicini, aiutandoci a vicenda. Il problema ultimamente sono le discussioni per le sciocchezze, se per i problemi sopra citati abbiamo parlato e trovato una via di mezzo che andasse bene a entrambi per le piccole cose è un disastro. Premetto che io credo fermamente nelle discussioni come momento di confronto e non sono una persona che fa finta di niente. Non amo discutere ma se devo non mi tiro indietro, ovviamente sempre in modo civile e senza alzare i toni. Mio marito è aperto alle discussioni e le vede come momento di crescita per la coppia, dice che da ogni discussione si può tirare fuori qualcosa di buono, solo che non accetta punti di vista diversi dal suo, perciò la discussione è a senso unico. Mi spiego: quando settimana scorsa gli ho detto di assaggiare la pasta così come l’avevo cucinata invece di correggerla con spezie varie a priori come fa spesso è scattato urlando e sbattendo gli oggetti sul tavolo. Per i lavori in casa vanno bene solo le persone che conosce lui e come fa i lavori lui, le persone che propongo io hanno sempre qualcosa che non va (poco puntuali, troppo costose, poco precise) tenendo conto che le conosco da più di vent’anni e sono affidabili. Inoltre quando si parla di comportamenti in generale la frase finale spesso è “il tuo comportamento è sbagliato, io ho ragione”, “il mio modo di affrontare le cose è migliore perché io sono più forte di te”. In pratica quando io contesto qualcosa che fa o che dice si arrabbia, alza la voce o urla e cerca di convincermi a ogni costo che lui ha ragione e che non ha senso discutere perché quando uno ha ragione ha ragione. Nei tratti caratteriali lui è nel giusto sono gli altri a sbagliare o a essere più deboli. Solo quando reagisco arrabbiandomi fa marcia indietro e si scusa.
Credo che ci sia una grande insicurezza di fondo, dovuta a mio suocero che non ho conosciuto, ma come posso trovare il modo di fargli capire che voler avere sempre ragione, non capire che ci sono punti di vista differenti è sbagliato? Che far sentire gli altri sempre in errore non è corretto? Sono accomodante ma non remissiva e non rinuncio a esprimere le mie idee ma sopporto male discussioni che di costruttivo per me non hanno nulla. Grazie
[#1]
Cara signora,
da quanto dice:
<<Il problema ultimamente sono le discussioni per le sciocchezze>>
mi sembra di capire che questa modalità comunicativa di suo marito sia sorta solo nell'ultimo periodo. E' corretto?
Se è così bisognerebbe analizzare eventuali cambiamenti che ci sono stati nella sua vita o nella vostra relazione.
E' cambiato qualcosa nella vita di suo marito? Posizione lavorativa, relazioni sociali, altro?
Ci sono cose che secondo lei lo preoccupano particolarmente in questo periodo?
Nella vostra relazione, a parte quanto ci racconta, ha notato qualcosa di diverso? Nella manifestazione delle emozioni, dei sentimenti, nella sessualità o in altri ambiti?
Mi perdoni per le molte domande, ma sono utili per darle una risposta più puntuale, pur nei limiti di un consulto a distanza.
Un caro saluto
da quanto dice:
<<Il problema ultimamente sono le discussioni per le sciocchezze>>
mi sembra di capire che questa modalità comunicativa di suo marito sia sorta solo nell'ultimo periodo. E' corretto?
Se è così bisognerebbe analizzare eventuali cambiamenti che ci sono stati nella sua vita o nella vostra relazione.
E' cambiato qualcosa nella vita di suo marito? Posizione lavorativa, relazioni sociali, altro?
Ci sono cose che secondo lei lo preoccupano particolarmente in questo periodo?
Nella vostra relazione, a parte quanto ci racconta, ha notato qualcosa di diverso? Nella manifestazione delle emozioni, dei sentimenti, nella sessualità o in altri ambiti?
Mi perdoni per le molte domande, ma sono utili per darle una risposta più puntuale, pur nei limiti di un consulto a distanza.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Utente
Buongiorno Dottore,
grazie per il riscontro veloce. Per rispondere alle sue domande le confermo che questo comportamento è recente. A parte questo nel nostro rapporto non è cambiato nient'altro, nè in merito alla manifestazione delle emozioni nè in merito alla sessualità o ad altri ambiti. Le cose vanno bene come prima. Lavorativamente parlando la situazione di entrambi è stabile e molto buona. Le uniche due cause di stress nuove sono la ristrutturazione della casa dove è cresciuto, dove viviamo attualmente, e un problema di fertilità derivante dalla sue condizioni di salute per il quale siamo in cura dall'inizio dell'anno.
Tengo però a precisare che fin da quando ci siamo conosciuti eravamo consapevoli di poter avere qualche problema in questo ambito e inoltre la cura al momento sta funzionando. Inoltre abbiamo sempre avuto livelli di stress molto alti fin da subito: i suoi problemi di salute, il matrimonio, la ristrutturazione di casa e mio padre che è venuto a mancare all'inizio di quest'anno dopo una lunga malattia.
A questo punto Le chiedo: è solo dovuto al fatto che regge poco lo stress? Ho sempre pensato di essere io quella che risente troppo delle situazioni stressanti...
Oltre ad portare pazienza fino a che la ristrutturazione non è definitivamente conclusa che approccio posso adottare perchè le discussioni siano veramente costruttive? Io ho il difetto di pesare molto le parole, sia quelle che dico sia quelle che mi vengono rivolte e quindi risento parecchio delle discussioni rabbiose in cui rivolta la frittata e mi fa apparire non all'altezza della situazione oppure più fragile. Potrebbe essere che stia replicando il modello che ha avuto da ragazzo? So che il padre era una figura molto forte e aveva la tendenza a sminuirlo soprattutto da giovane. Grazie mille
grazie per il riscontro veloce. Per rispondere alle sue domande le confermo che questo comportamento è recente. A parte questo nel nostro rapporto non è cambiato nient'altro, nè in merito alla manifestazione delle emozioni nè in merito alla sessualità o ad altri ambiti. Le cose vanno bene come prima. Lavorativamente parlando la situazione di entrambi è stabile e molto buona. Le uniche due cause di stress nuove sono la ristrutturazione della casa dove è cresciuto, dove viviamo attualmente, e un problema di fertilità derivante dalla sue condizioni di salute per il quale siamo in cura dall'inizio dell'anno.
Tengo però a precisare che fin da quando ci siamo conosciuti eravamo consapevoli di poter avere qualche problema in questo ambito e inoltre la cura al momento sta funzionando. Inoltre abbiamo sempre avuto livelli di stress molto alti fin da subito: i suoi problemi di salute, il matrimonio, la ristrutturazione di casa e mio padre che è venuto a mancare all'inizio di quest'anno dopo una lunga malattia.
A questo punto Le chiedo: è solo dovuto al fatto che regge poco lo stress? Ho sempre pensato di essere io quella che risente troppo delle situazioni stressanti...
Oltre ad portare pazienza fino a che la ristrutturazione non è definitivamente conclusa che approccio posso adottare perchè le discussioni siano veramente costruttive? Io ho il difetto di pesare molto le parole, sia quelle che dico sia quelle che mi vengono rivolte e quindi risento parecchio delle discussioni rabbiose in cui rivolta la frittata e mi fa apparire non all'altezza della situazione oppure più fragile. Potrebbe essere che stia replicando il modello che ha avuto da ragazzo? So che il padre era una figura molto forte e aveva la tendenza a sminuirlo soprattutto da giovane. Grazie mille
[#3]
Cara signora,
partendo dal fondo:
<<Potrebbe essere che stia replicando il modello che ha avuto da ragazzo?>>
direi che questa è una lettura che può avere un senso ma con i pochi elementi a disposizione e non conoscendo personalmente la situazione sarebbe azzardato trarre conclusioni.
Certamente i modelli di riferimento adulti, il significato che attribuiamo al maschile e al femminile nella nostra infanzia, contribuiscono a formare la nostra personalità, il nostro modo di porci con gli altri, il nostro modo di stare nel mondo.
Resta il fatto che questo atteggiamento ha una sua connotazione temporale specifica.
Lei mi ha confermato che suo marito non reagiva in questo modo in precedenza; è per questo che tenderei ad individuare una causa, o più concause, nella situazione attuale.
Gli elementi su cui concentrerei l'attenzione, per cominciare, sono quelli che lei mi segnala.
Innanzitutto la condizione di infertilità che potrebbe, nel lungo periodo, creare uno stress emotivo non indifferente, la percezione di non sentirsi all'altezza, il timore di deludere l'altro, la preoccupazione che la condizione possa non risolversi, etc.
In secondo luogo, la situazione abitativa che, a quanto capisco, rappresenta un cambiamento non solo per la ristrutturazione, ma in quanto prima abitavate altrove.
Essendo quella in cui suo marito è cresciuto, simbolicamente, la casa potrebbe anche aver risvegliato ansie, paure, preoccupazioni, precedentemente sopite.
Trattandosi di un consulto on line, oltretutto per interposta persona, queste sono solo ipotesi indicative su cui cominciare a riflettere.
Lei ha provato a chiedere spiegazioni a suo marito sulle sue reazioni? Ha provato a parlare con lui, "teminata la tempesta", in un momento di calma, di queste sue sensazioni?
Forse cominciare ad esprimere quanto lei sente rispetto all'esito delle vostre discussioni, può essere un primo passo verso la costruzione di un terreno comune.
Che ne pensa?
partendo dal fondo:
<<Potrebbe essere che stia replicando il modello che ha avuto da ragazzo?>>
direi che questa è una lettura che può avere un senso ma con i pochi elementi a disposizione e non conoscendo personalmente la situazione sarebbe azzardato trarre conclusioni.
Certamente i modelli di riferimento adulti, il significato che attribuiamo al maschile e al femminile nella nostra infanzia, contribuiscono a formare la nostra personalità, il nostro modo di porci con gli altri, il nostro modo di stare nel mondo.
Resta il fatto che questo atteggiamento ha una sua connotazione temporale specifica.
Lei mi ha confermato che suo marito non reagiva in questo modo in precedenza; è per questo che tenderei ad individuare una causa, o più concause, nella situazione attuale.
Gli elementi su cui concentrerei l'attenzione, per cominciare, sono quelli che lei mi segnala.
Innanzitutto la condizione di infertilità che potrebbe, nel lungo periodo, creare uno stress emotivo non indifferente, la percezione di non sentirsi all'altezza, il timore di deludere l'altro, la preoccupazione che la condizione possa non risolversi, etc.
In secondo luogo, la situazione abitativa che, a quanto capisco, rappresenta un cambiamento non solo per la ristrutturazione, ma in quanto prima abitavate altrove.
Essendo quella in cui suo marito è cresciuto, simbolicamente, la casa potrebbe anche aver risvegliato ansie, paure, preoccupazioni, precedentemente sopite.
Trattandosi di un consulto on line, oltretutto per interposta persona, queste sono solo ipotesi indicative su cui cominciare a riflettere.
Lei ha provato a chiedere spiegazioni a suo marito sulle sue reazioni? Ha provato a parlare con lui, "teminata la tempesta", in un momento di calma, di queste sue sensazioni?
Forse cominciare ad esprimere quanto lei sente rispetto all'esito delle vostre discussioni, può essere un primo passo verso la costruzione di un terreno comune.
Che ne pensa?
[#4]
Utente
Gentilissimo Dottore,
capisco che un consulto on line può avere delle limitazioni dovute essenzialmente alla modalità con cui si sviluppa e volevo quindi ringraziarLa per la pazienza e la cordialità, essendo io parecchio prolissa nello scrivere. Ho già provato a parlare in un momento tranquillo con mio marito dei miei sentimenti in merito alle nostre discussioni ma non ha capito, almeno io credo, quanto gli ho detto risolvendo il tutto con un "tu sbagli", in altri casi ha detto che "è fatto male" e quindi reagisce arrabbiandosi. Ammetto che precedentemente ho visto diversi tentativi da parte sua di venirmi incontro anche se poi si torna un pò al punto di partenza. Avevo pensato a chiedere aiuto a uno psicologo per poter approfondire questo problema anche se, dato che mi sembra una soluzione un pò "forte" da proporre, ho voluto prima chiedere il vostro parere.
Grazie per la disponibilità
capisco che un consulto on line può avere delle limitazioni dovute essenzialmente alla modalità con cui si sviluppa e volevo quindi ringraziarLa per la pazienza e la cordialità, essendo io parecchio prolissa nello scrivere. Ho già provato a parlare in un momento tranquillo con mio marito dei miei sentimenti in merito alle nostre discussioni ma non ha capito, almeno io credo, quanto gli ho detto risolvendo il tutto con un "tu sbagli", in altri casi ha detto che "è fatto male" e quindi reagisce arrabbiandosi. Ammetto che precedentemente ho visto diversi tentativi da parte sua di venirmi incontro anche se poi si torna un pò al punto di partenza. Avevo pensato a chiedere aiuto a uno psicologo per poter approfondire questo problema anche se, dato che mi sembra una soluzione un pò "forte" da proporre, ho voluto prima chiedere il vostro parere.
Grazie per la disponibilità
[#5]
Cara signora,
un consulto psicologico potrebbe aiutare se suo marito fosse consapevole di questa situazione ma, da quanto ci scrive, non sembra che si renda conto di queste reazioni o, comunque, non sembrano rappresentare un problema per lui.
Il consiglio resta quello di provare a parlare direttamente e apertamente con lui.
In tal senso, è sempre utile porre la questione "in prima persona"; in altre parole, è bene concentrarsi sui propri sentimenti, sulle proprie emozioni, non sui comportamenti dell'altro.
Come si sente alla fine di queste discussioni? Provi a condividere con lui questo suo sentire senza accusarlo direttamente di esserne la causa.
Credo che il dialogo sia importante ed è bene che non ci rinunciate; a volte basta solo cambiare la modalità comunicativa per meglio sintonizzarsi con il vissuto dell'altro.
Per comprendere se c'è qualcosa che lo preoccupa in questo periodo, potrebbe anche approfondire con lui i temi di cui ci ha scritto, cercare di capire la valenza emotiva che ha per lui questa nuova situazione abitativa, la ristrutturazione, l'infertilità...
Restiamo in ascolto e, se crede, ci tenga aggiornati sugli sviluppi.
Un caro saluto
un consulto psicologico potrebbe aiutare se suo marito fosse consapevole di questa situazione ma, da quanto ci scrive, non sembra che si renda conto di queste reazioni o, comunque, non sembrano rappresentare un problema per lui.
Il consiglio resta quello di provare a parlare direttamente e apertamente con lui.
In tal senso, è sempre utile porre la questione "in prima persona"; in altre parole, è bene concentrarsi sui propri sentimenti, sulle proprie emozioni, non sui comportamenti dell'altro.
Come si sente alla fine di queste discussioni? Provi a condividere con lui questo suo sentire senza accusarlo direttamente di esserne la causa.
Credo che il dialogo sia importante ed è bene che non ci rinunciate; a volte basta solo cambiare la modalità comunicativa per meglio sintonizzarsi con il vissuto dell'altro.
Per comprendere se c'è qualcosa che lo preoccupa in questo periodo, potrebbe anche approfondire con lui i temi di cui ci ha scritto, cercare di capire la valenza emotiva che ha per lui questa nuova situazione abitativa, la ristrutturazione, l'infertilità...
Restiamo in ascolto e, se crede, ci tenga aggiornati sugli sviluppi.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.6k visite dal 10/09/2015.
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