Frequenza degli incontri
Salve, sono in terapia da qualche mese, sedute a cadenza settimanale.
Il mio dilemma è questo : può il paziente decidere la frequenza degli incontri?
Non sono una persona che dà forfait o disdice gli appuntamenti senza motivo, di fatto non è ancora successo che mancassi ad un incontro. Ho, probabilmente, gestito male la frequenza degli incontri non considerando che io ho delle esigenze al pari del mio terapeuta. Infatti, a causa di vari impegni, ho alternato periodi di incontri settimanali, a settimane mancate. Ora, sempre a causa di vari impegni, ho chiesto di poter fare incontri ogni due settimane, ma mi rendo conto di aver subito creato un gran caos mettendo l'altro nella posizione in cui sembra costretto a mantenere quel dato giorno e quella data ora della settimana, riservati esclusivamente a me, sempre.
Non l'ho fatto di proposito e non me ne ero nemmeno resa conto, ci ho pensato in seguito. Perché ho ricevuto come risposta quasi un no, che no, non potrei in realtà gestirmi andando ogni due settimane perché sarebbe poco.
Sinceramente, io mi troverei molto meglio, ma ci sono delle dinamiche che, essendo una paziente, non conosco e non capisco.
Cosa mi sfugge?
Il mio dilemma è questo : può il paziente decidere la frequenza degli incontri?
Non sono una persona che dà forfait o disdice gli appuntamenti senza motivo, di fatto non è ancora successo che mancassi ad un incontro. Ho, probabilmente, gestito male la frequenza degli incontri non considerando che io ho delle esigenze al pari del mio terapeuta. Infatti, a causa di vari impegni, ho alternato periodi di incontri settimanali, a settimane mancate. Ora, sempre a causa di vari impegni, ho chiesto di poter fare incontri ogni due settimane, ma mi rendo conto di aver subito creato un gran caos mettendo l'altro nella posizione in cui sembra costretto a mantenere quel dato giorno e quella data ora della settimana, riservati esclusivamente a me, sempre.
Non l'ho fatto di proposito e non me ne ero nemmeno resa conto, ci ho pensato in seguito. Perché ho ricevuto come risposta quasi un no, che no, non potrei in realtà gestirmi andando ogni due settimane perché sarebbe poco.
Sinceramente, io mi troverei molto meglio, ma ci sono delle dinamiche che, essendo una paziente, non conosco e non capisco.
Cosa mi sfugge?
[#1]
>>> può il paziente decidere la frequenza degli incontri?
>>>
No. Semmai la possono decidere insieme paziente e terapeuta.
Caratteristicamente, tuttavia, la frequenza delle sedute è modulata dall'orientamento terapeutico. Ad esempio, alcuni approcci prevedono sedute più volte la settimana, in terapia breve è normale vedere la persona ogni 2-3 settimane all'inizio della terapia e una volta ogni tot mesi più avanti nel percorso.
Quello che le sfugge, e che probabilmente il suo terapeuta non si è assicurato che lei capisse bene, è che magari lui è abituato a un certo tipo di setting e cambiamenti come quello che lei gli ha richiesto gli hanno in un certo senso sconvolto i piani.
Nulla che non si possa rimediare, comunque. Provi a parlargliene più apertamente.
>>>
No. Semmai la possono decidere insieme paziente e terapeuta.
Caratteristicamente, tuttavia, la frequenza delle sedute è modulata dall'orientamento terapeutico. Ad esempio, alcuni approcci prevedono sedute più volte la settimana, in terapia breve è normale vedere la persona ogni 2-3 settimane all'inizio della terapia e una volta ogni tot mesi più avanti nel percorso.
Quello che le sfugge, e che probabilmente il suo terapeuta non si è assicurato che lei capisse bene, è che magari lui è abituato a un certo tipo di setting e cambiamenti come quello che lei gli ha richiesto gli hanno in un certo senso sconvolto i piani.
Nulla che non si possa rimediare, comunque. Provi a parlargliene più apertamente.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Dipende da molti aspetti.
Lei non ha proprio modo di far sì che i Suoi impegni non interferiscano con la psicoterapia che è ugualmente un serio impegno?
Ad esempio, ci sono pz che lavorano su turni, oppure pz che hanno impegni di lavoro ma che recuperano la seduta (evento eccezionale) .
Se il terapeuta, che ha avuto modo di fare una valutazione approfondita della situazione e dei Suoi bisogni, ritiene che Lei debba fare la terapia ogni settimana e non ogni due settimane, ci saranno sicuramente delle ragioni, che può chiedere al terapeuta stesso.
Cordiali saluti,
Lei non ha proprio modo di far sì che i Suoi impegni non interferiscano con la psicoterapia che è ugualmente un serio impegno?
Ad esempio, ci sono pz che lavorano su turni, oppure pz che hanno impegni di lavoro ma che recuperano la seduta (evento eccezionale) .
Se il terapeuta, che ha avuto modo di fare una valutazione approfondita della situazione e dei Suoi bisogni, ritiene che Lei debba fare la terapia ogni settimana e non ogni due settimane, ci saranno sicuramente delle ragioni, che può chiedere al terapeuta stesso.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Ex utente
Sì, certamente non decido io ma se ne parla insieme. Quello che ho dimenticato di aggiungere è che, tempo fà, avevo già accennato al fatto che avrei preferito incontri ogni due settimane e non ho avuto riscontri negativi da parte sua, anzi.
Ho certamente sconvolto i piani e certamente so che lavora con frequenza settimanale, ma alla mia idea di saltare una settimana, non fece problemi.
Un paziente però, può avere degli impegni, la mia non è voglia di lasciar stare che, al contrario, voglio continuare la terapia! Però mi rendo conto che forse ho insinuato il dubbio di una mia non serietà.
In questi casi cosa si fa! Io capisco le esigenze e capisco che ci siano cose che non capisco!! Ma la vedo dura organizzarmi ogni settimana adesso
Ho certamente sconvolto i piani e certamente so che lavora con frequenza settimanale, ma alla mia idea di saltare una settimana, non fece problemi.
Un paziente però, può avere degli impegni, la mia non è voglia di lasciar stare che, al contrario, voglio continuare la terapia! Però mi rendo conto che forse ho insinuato il dubbio di una mia non serietà.
In questi casi cosa si fa! Io capisco le esigenze e capisco che ci siano cose che non capisco!! Ma la vedo dura organizzarmi ogni settimana adesso
[#4]
Salve, pone una questione interessante e molto dibattuta, anche in relazione all'orientamento dello psicoterapeuta.
Due sedute mensili, nel mio orientamento che è psicoanalitico, sono il numero minimo, sotto il quale diventerebbe difficile lavorare. Meglio una seduta alla settimana almeno.
Tuttavia, a mio modo di vedere, la frequenza si può rivalutare insieme, non dev'essere rigida per principio.
Quello che è importante è capire il senso di quello che facciamo. Se lei chiede una variazione è del tutto lecito, ma va capito se è per esigenze concrete oppure se c'è qualcosa dentro di lei che la porta in qualche modo ad allontanarsi. Questo è il punto critico.
In questo secondo caso la sua richiesta veicolerebbe un dinamica che non avrebbe niente a che vedere con la frequenza, anzi. Se il terapeuta assecondasse la sua richiesta senza occuparsene, in questo caso, le farebbe un torto, perché trascurerebbe il motivo per cui la fa.
Non so se sono riuscito a spiegarle un minimo, è un discorso complesso. Parlandone con lui, anche dell'effetto che le suscita questa situazione, spero troverà le sue risposte e soluzioni.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Due sedute mensili, nel mio orientamento che è psicoanalitico, sono il numero minimo, sotto il quale diventerebbe difficile lavorare. Meglio una seduta alla settimana almeno.
Tuttavia, a mio modo di vedere, la frequenza si può rivalutare insieme, non dev'essere rigida per principio.
Quello che è importante è capire il senso di quello che facciamo. Se lei chiede una variazione è del tutto lecito, ma va capito se è per esigenze concrete oppure se c'è qualcosa dentro di lei che la porta in qualche modo ad allontanarsi. Questo è il punto critico.
In questo secondo caso la sua richiesta veicolerebbe un dinamica che non avrebbe niente a che vedere con la frequenza, anzi. Se il terapeuta assecondasse la sua richiesta senza occuparsene, in questo caso, le farebbe un torto, perché trascurerebbe il motivo per cui la fa.
Non so se sono riuscito a spiegarle un minimo, è un discorso complesso. Parlandone con lui, anche dell'effetto che le suscita questa situazione, spero troverà le sue risposte e soluzioni.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#5]
Ex utente
Dott.ssa Pileci, ne parlai già tempo fà con il terapeuta di questa eventualità e mi disse che non c'erano problemi. So di aver fatto molta confusione negli ultimi tempi, a livello organizzativo e questo può sicuramente essere un problema che avrò premura di risolvere perché capisco la situazione e capisco di non poter far perdere del tempo, e non voglio assolutamente!
A questo punto però mi è sembrato che l'esigenza fosse anche una necessità, cioè, che sia necessario vederci ogni settimana per motivi legati alla terapia stessa.
Io sinceramente non riuscirei ad andare ogni settimana per vari motivi, legati anche al fatto che mi trovo in un posto lontano, e frequento l'università in un posto altrettanto lontano e non riesco sempre a far combaciare tutto, considerando anche che il viaggio per andare e tornare non è breve ed è piuttosto stressante.
A questo punto però mi è sembrato che l'esigenza fosse anche una necessità, cioè, che sia necessario vederci ogni settimana per motivi legati alla terapia stessa.
Io sinceramente non riuscirei ad andare ogni settimana per vari motivi, legati anche al fatto che mi trovo in un posto lontano, e frequento l'università in un posto altrettanto lontano e non riesco sempre a far combaciare tutto, considerando anche che il viaggio per andare e tornare non è breve ed è piuttosto stressante.
[#6]
Ex utente
La ringrazio Dott. De Sanctis.
Riferisco al mio terapeuta anche quando oppongo resistenza agli incontri, a cui non manco mai, ma ci vado con ansia. Sono molto convinta in questa terapia e capisco che i dubbi che possano insorgere in una richiesta simile siano mille e più.
Ma ci ho riflettuto molto, e non ho la minima intenzione di allontanarmi, prendere le distanze o abbandonare la terapia, ora che ci sono voglio arrivare al nocciolo della questione, non mi sentirei nemmeno in grado di lasciare in questo modo, non mi sento così stabile, anzi!
Riferisco al mio terapeuta anche quando oppongo resistenza agli incontri, a cui non manco mai, ma ci vado con ansia. Sono molto convinta in questa terapia e capisco che i dubbi che possano insorgere in una richiesta simile siano mille e più.
Ma ci ho riflettuto molto, e non ho la minima intenzione di allontanarmi, prendere le distanze o abbandonare la terapia, ora che ci sono voglio arrivare al nocciolo della questione, non mi sentirei nemmeno in grado di lasciare in questo modo, non mi sento così stabile, anzi!
[#7]
Gli proponga quello che ritiene migliore per lei, tenendo presente i motivi per cui lo fa, lasciando un pochino aperta la porta del dubbio!
Certo se lui lavora con una seduta settimanale e non fa eccezioni, immagino diventi un problema. Ma non dipende da lei questo, mi ha colpito che lo ha pensato.
Quello che dipende da lei sarà decidere se accettare o meno.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Certo se lui lavora con una seduta settimanale e non fa eccezioni, immagino diventi un problema. Ma non dipende da lei questo, mi ha colpito che lo ha pensato.
Quello che dipende da lei sarà decidere se accettare o meno.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
[#9]
Ex utente
La porta del dubbio la lascio sempre aperta perché so posso essere convinta di un mio pensiero, credere che sia la verità assoluta, ma essere, in realtà, offuscata da altro. Quindi tengo ben a mente che possa accadere, ma sono davvero mesi che ci penso e che, tra l'altro, conosce questa mia intenzione.
Io so che lavora settimanalmente, lo so perché me lo disse all'inizio, non so quanto sia flessibile nel suo lavoro ma, quando ho avuto modo di comunicargli questa eventualità, mi è sembrato proprio di si. Per questo, ricevere ora, quasi una risposta negativa, mi ha fatto pensare che non ritiene che per me, adesso, sia la decisione giusta per lavorare.
Il fatto che un terapeuta lavori in un certo modo non dipende da me, certo, ma in questo caso diciamo che sono una concausa del problema!
Ecco, accettare o meno ... preferirei ci fossero dei punti d'incontro che andassero bene ad entrambi!!
Io so che lavora settimanalmente, lo so perché me lo disse all'inizio, non so quanto sia flessibile nel suo lavoro ma, quando ho avuto modo di comunicargli questa eventualità, mi è sembrato proprio di si. Per questo, ricevere ora, quasi una risposta negativa, mi ha fatto pensare che non ritiene che per me, adesso, sia la decisione giusta per lavorare.
Il fatto che un terapeuta lavori in un certo modo non dipende da me, certo, ma in questo caso diciamo che sono una concausa del problema!
Ecco, accettare o meno ... preferirei ci fossero dei punti d'incontro che andassero bene ad entrambi!!
[#10]
Tenendo presente quello che ci siamo detti, dipende dal professionista quanto restare fermo sulla sua posizione o meno.
Immagino non sia piacevole sentirsi così per mesi, senza riuscire a sentire un punto di incontro. Le situazioni difficili che si sviluppano durante la psicoterapia vanno gestite, si è lì per quello. Anzi il fatto che si sviluppino, almeno secondo il mio orientamento, è un'occasione preziosa.
Spero perciò che questo "caos" prenda la giusta direzione e che, alla fine, vi incontriate, come è importante che sia.
Un saluto sincero,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Immagino non sia piacevole sentirsi così per mesi, senza riuscire a sentire un punto di incontro. Le situazioni difficili che si sviluppano durante la psicoterapia vanno gestite, si è lì per quello. Anzi il fatto che si sviluppino, almeno secondo il mio orientamento, è un'occasione preziosa.
Spero perciò che questo "caos" prenda la giusta direzione e che, alla fine, vi incontriate, come è importante che sia.
Un saluto sincero,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
[#11]
L'unico modo per verificare se è possibile trovare un punto d'incontro e parlarne con il terapeuta, mi chiedo se non ci sia una difficoltà in questo senso visto che continua a confrontarsi con noi, purtroppo in questo ambito lo specialista ha ampia discrezionalità non ci sono regole standard alle quali omologarsi e non sarebbero affatto funzionali se ci fossero, perché ci sono tanti fattori in gioco da valutare e cambiano da caso a caso.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#12]
Ex utente
La ringrazio ancora Dott. De Sanctis!
Dr. Camplone, non c'è difficoltà, sto cercando un confronto con voi solamente perché è quanto accaduto pochi giorni fà e sono semplicemente in attesa di tornare al prossimo incontro dove certamente palerò e parleremo di quanto accaduto l'ultima volta.
Cercavo un confronto ai dubbi che mi hanno assalita proprio adesso. Anche perché so che ogni terapeuta ed ogni orientamento ha modi differenti di lavorare, che io ignoro completamente. Non conoscendo queste dinamiche mi sono fatta prendere da mille dubbi e molti perché! Che di certo non vedo l'ora di farmi spiegare da mio terapeuta in persona! Nel frattempo ho provato a pormi ulteriori dubbi e a cercare ulteriori spunti di riflessione dalle vostre parole, perché mi sto rendendo conto che probabilmente ho creato parecchio scompiglio negli ultimi tempi ed è giusto che mi metta "in riga"!
Vi ringrazio per tutti gli spunti che mi avete dato, come sempre, estremamente disponibili, buona giornata!
Dr. Camplone, non c'è difficoltà, sto cercando un confronto con voi solamente perché è quanto accaduto pochi giorni fà e sono semplicemente in attesa di tornare al prossimo incontro dove certamente palerò e parleremo di quanto accaduto l'ultima volta.
Cercavo un confronto ai dubbi che mi hanno assalita proprio adesso. Anche perché so che ogni terapeuta ed ogni orientamento ha modi differenti di lavorare, che io ignoro completamente. Non conoscendo queste dinamiche mi sono fatta prendere da mille dubbi e molti perché! Che di certo non vedo l'ora di farmi spiegare da mio terapeuta in persona! Nel frattempo ho provato a pormi ulteriori dubbi e a cercare ulteriori spunti di riflessione dalle vostre parole, perché mi sto rendendo conto che probabilmente ho creato parecchio scompiglio negli ultimi tempi ed è giusto che mi metta "in riga"!
Vi ringrazio per tutti gli spunti che mi avete dato, come sempre, estremamente disponibili, buona giornata!
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 4.3k visite dal 08/09/2015.
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