Disagio col mio ragazzo
Gentili Dottori
Ho 26 anni, sono gay e in passato ho sofferto d'ansia e problemi di autostima. La poca considerazione che avevo di me mi portò, due anni fa, ad intrecciare una torbida relazione con un narcisista patologico che in pochi mesi mi mandò letteralmente a tappeto. Sebbene mi avesse lasciato e umiliato per più di un anno non fui capace di dimenticarlo e andare avanti anche a causa della sua abitudine di tornare ciclicamente nella mia vita e così, vista la situazione, decisi di farmi supportare da uno psicologo che riuscì ad aiutarmi anche in molti altri ambiti della mia vita. Vengo ora al mio problema attuale. Dopo 2 anni di completa solitudine affettiva, a luglio incontro il mio attuale fidanzato. L'intesa è stata subito perfetta, ci siamo piaciuti, compresi e frequentati fino a metterci insieme dopo poco tempo. Ad agosto abbiamo fatto vacanze separate e siamo riusciti a vederci per qualche giorno a metà mese ma da lì ho cominciato ad avere forti dubbi. Ho avuto la terribile sensazione di recitare un ruolo, di non essere sincero con lui e di conseguenza ho cominciato a provare un forte disagio. Inizialmente ho pensato fosse una cosa passeggera e ho provato a non pensarci ma purtroppo a settembre rivedendolo ho provato lo stesso disagio, aumentato dal fatto che lui invece sembra essere molto preso nei miei confronti. Sono sconcertato e arrabbiato con me stesso. Ho sempre sognato (visti anche i precedenti) un ragazzo che mi rispettasse, che mi amasse e che mi dedicasse ogni minuto libero della sua giornata ma ora che l'ho trovato sembra quasi che la cosa mi opprima e mi faccia star male. Mi sento in colpa perchè mi sembra di giocare con i suoi sentimenti ma tuttavia continuo a recitare il ruolo del perfetto innamorato senza capire il perchè. Ogni sua frase carina, ogni suo gesto affettuoso mi fa gelare il sangue nelle vene. Non riesco a lasciarlo perchè ho paura di farlo soffrire e non per paura della solitudine come mi suggerisce qualcuno. Sono pervaso dall'ansia, da un malessere tremendo. Cosa potrei fare? E' forse il caso che riprenda contatti cn il mio psicologo? Mi scuso per la lungaggine e ringrazio chi vorrà aiutarmi.
A.
Ho 26 anni, sono gay e in passato ho sofferto d'ansia e problemi di autostima. La poca considerazione che avevo di me mi portò, due anni fa, ad intrecciare una torbida relazione con un narcisista patologico che in pochi mesi mi mandò letteralmente a tappeto. Sebbene mi avesse lasciato e umiliato per più di un anno non fui capace di dimenticarlo e andare avanti anche a causa della sua abitudine di tornare ciclicamente nella mia vita e così, vista la situazione, decisi di farmi supportare da uno psicologo che riuscì ad aiutarmi anche in molti altri ambiti della mia vita. Vengo ora al mio problema attuale. Dopo 2 anni di completa solitudine affettiva, a luglio incontro il mio attuale fidanzato. L'intesa è stata subito perfetta, ci siamo piaciuti, compresi e frequentati fino a metterci insieme dopo poco tempo. Ad agosto abbiamo fatto vacanze separate e siamo riusciti a vederci per qualche giorno a metà mese ma da lì ho cominciato ad avere forti dubbi. Ho avuto la terribile sensazione di recitare un ruolo, di non essere sincero con lui e di conseguenza ho cominciato a provare un forte disagio. Inizialmente ho pensato fosse una cosa passeggera e ho provato a non pensarci ma purtroppo a settembre rivedendolo ho provato lo stesso disagio, aumentato dal fatto che lui invece sembra essere molto preso nei miei confronti. Sono sconcertato e arrabbiato con me stesso. Ho sempre sognato (visti anche i precedenti) un ragazzo che mi rispettasse, che mi amasse e che mi dedicasse ogni minuto libero della sua giornata ma ora che l'ho trovato sembra quasi che la cosa mi opprima e mi faccia star male. Mi sento in colpa perchè mi sembra di giocare con i suoi sentimenti ma tuttavia continuo a recitare il ruolo del perfetto innamorato senza capire il perchè. Ogni sua frase carina, ogni suo gesto affettuoso mi fa gelare il sangue nelle vene. Non riesco a lasciarlo perchè ho paura di farlo soffrire e non per paura della solitudine come mi suggerisce qualcuno. Sono pervaso dall'ansia, da un malessere tremendo. Cosa potrei fare? E' forse il caso che riprenda contatti cn il mio psicologo? Mi scuso per la lungaggine e ringrazio chi vorrà aiutarmi.
A.
[#1]
Salve, capisco lo sconcerto e la rabbia che vive con se stesso per il suo disagio, che sembra suggerirle che la sua attuale relazione non vada. Erano passati due anni in cui è rimasto purtroppo solo dopo un rapporto umiliante, poi c'è stato l'incontro con questo ragazzo.
Inizialmente sembrava che tutto andasse bene, ma poi ha iniziato a fare spazio dentro di lei un malessere, la mancanza di una condivisione dello stesso sentimento con il suo ragazzo, che le impedisce di costruire con lui un legame. Mi chiedo che cosa sia successo, dal momento iniziale che sembrava promettente, ad oggi, quando invece sente di non partecipare più come prima?
Mi colpiscono alcune espressioni che usa per descrivere se stesso e la sua relazione, sono molto suggestive. La poca considerazione di sè, la sensazione di recitare un ruolo, la paura di fare soffrire il suo ragazzo. Mi domando se questi aspetti siano in qualche modo connessi.
La paura di far soffrire gli altri può averla portata a mettere da parte se stesso a favore degli altri, a fingere di essere un altro?
Inoltre mi chiedo come mai introduce il disagio con il suo attuale ragazzo, parlando della sua precedente esperienza, quasi volesse creare un nesso, suggerire qualcosa?
Non so se volesse dire che bisogna sapersi amare per poter essere amati dagli altri. Bisogna darsi considerazione, riconoscersi e rispettarsi. Se fosse così, lo penso anche io.
Tuttavia penso anche le esperienze siano sempre complesse, non riducibili a un unico fattore. Penso quindi che sia anche possibile che quest'ultimo ragazzo non le piacesse del tutto e che dopo un po' che lo frequentava se ne sia potuto accorgere. Così come immagino che il precedente ragazzo le piacesse anche al di là del fatto che fosse un 'narcisista patologico'. E che lei non sia rimasto solo perché ha scarsa considerazione di sè, ma anche per altre ragioni profonde e magari anche estetiche.
Penso anche che innamorarsi reciprocamente sia molto raro.
Sarebbe fondamentale approfondire tutto questo di persona, e se sente il desiderio di confrontarsi con il suo psicologo, ben venga senz'altro.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Inizialmente sembrava che tutto andasse bene, ma poi ha iniziato a fare spazio dentro di lei un malessere, la mancanza di una condivisione dello stesso sentimento con il suo ragazzo, che le impedisce di costruire con lui un legame. Mi chiedo che cosa sia successo, dal momento iniziale che sembrava promettente, ad oggi, quando invece sente di non partecipare più come prima?
Mi colpiscono alcune espressioni che usa per descrivere se stesso e la sua relazione, sono molto suggestive. La poca considerazione di sè, la sensazione di recitare un ruolo, la paura di fare soffrire il suo ragazzo. Mi domando se questi aspetti siano in qualche modo connessi.
La paura di far soffrire gli altri può averla portata a mettere da parte se stesso a favore degli altri, a fingere di essere un altro?
Inoltre mi chiedo come mai introduce il disagio con il suo attuale ragazzo, parlando della sua precedente esperienza, quasi volesse creare un nesso, suggerire qualcosa?
Non so se volesse dire che bisogna sapersi amare per poter essere amati dagli altri. Bisogna darsi considerazione, riconoscersi e rispettarsi. Se fosse così, lo penso anche io.
Tuttavia penso anche le esperienze siano sempre complesse, non riducibili a un unico fattore. Penso quindi che sia anche possibile che quest'ultimo ragazzo non le piacesse del tutto e che dopo un po' che lo frequentava se ne sia potuto accorgere. Così come immagino che il precedente ragazzo le piacesse anche al di là del fatto che fosse un 'narcisista patologico'. E che lei non sia rimasto solo perché ha scarsa considerazione di sè, ma anche per altre ragioni profonde e magari anche estetiche.
Penso anche che innamorarsi reciprocamente sia molto raro.
Sarebbe fondamentale approfondire tutto questo di persona, e se sente il desiderio di confrontarsi con il suo psicologo, ben venga senz'altro.
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Mi pare un ' ottima idea quella di riprendere i colloqui con lo psicologo perché -con i limiti della distanza-potrebbe trattarsi di un problema d ansia. Se lei ora sta rimuginando su un pensiero avuto in vacanza rischia di creare un inutile problema nonostante stia bene con il suo ragazzo.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile Utente,
la sua richiesta di consulenza contiene vari livelli di analisi:
La sua coppia pregressa.
La sua coppia di adesso.
La sua infanzia e vita familiare.
Perché ha permesso ad un naricista di farle così male?
È sicuro di essere davvero pronto per la nuova coppia? con la mente ed il cuore sgombro dal passato?
Solitamente siamo pronti per un nuovo amore se riusciamo a fare a meno dei "luoghi della memoria", scenari della relazione già conclusa, luogo dove abbiamo vissuto emozioni che ancora ci condizionano ..
Pensa di meritare questo nuovo amore?
La emoziona?
La fa sognare?
Le storie o le persone sbagliate terminano di raggiungerci quando smettiamo noi di essere sbagliati, quindi, immagino, che la sua psicologa l'abbia aiutata a comprendere il suo valore ed a darle il coraggio di scegliere cosa volere e soprattutto cosa non volere...
Consideri che possiamo avere solo l'amore che possiamo meritare.
Che rapporti hai con i suoi genitori?
Lei chiede a noi "cosa potrei fare?"
Ma noi non possiamo dirle cosa fare, di certo valutare di tornare dalla Collega potrebbe essere una valida idea.
Non posso fornirle le risposte - perché soggettive, che seguono inoltre la sua anima e la sua coppia - ma spero di averle offerto le domande a cui lei stesso potrà rispondere con coraggio ed onestà mentale ed emozionale.
la sua richiesta di consulenza contiene vari livelli di analisi:
La sua coppia pregressa.
La sua coppia di adesso.
La sua infanzia e vita familiare.
Perché ha permesso ad un naricista di farle così male?
È sicuro di essere davvero pronto per la nuova coppia? con la mente ed il cuore sgombro dal passato?
Solitamente siamo pronti per un nuovo amore se riusciamo a fare a meno dei "luoghi della memoria", scenari della relazione già conclusa, luogo dove abbiamo vissuto emozioni che ancora ci condizionano ..
Pensa di meritare questo nuovo amore?
La emoziona?
La fa sognare?
Le storie o le persone sbagliate terminano di raggiungerci quando smettiamo noi di essere sbagliati, quindi, immagino, che la sua psicologa l'abbia aiutata a comprendere il suo valore ed a darle il coraggio di scegliere cosa volere e soprattutto cosa non volere...
Consideri che possiamo avere solo l'amore che possiamo meritare.
Che rapporti hai con i suoi genitori?
Lei chiede a noi "cosa potrei fare?"
Ma noi non possiamo dirle cosa fare, di certo valutare di tornare dalla Collega potrebbe essere una valida idea.
Non posso fornirle le risposte - perché soggettive, che seguono inoltre la sua anima e la sua coppia - ma spero di averle offerto le domande a cui lei stesso potrà rispondere con coraggio ed onestà mentale ed emozionale.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Uno spunto di riflessione:
la relazione precedente, in cui sembra di capire non ci fosse una reciprocità di sentimenti, l'ha fatta molto soffrire, ora che invece ha trovato un ragazzo che la riempe di attenzioni, con cui sta bene, che la rispetta, che la ama come ha sempre sognato, si sente oppresso e in ansia.
Forse, pur desiderandolo, pensa di non meritare tutto questo affetto e dedizione?
Di non sentirsi una persona così amabile?
Può capitare alle persone con scarsa autostima.
Riprendere i contatti con lo psicologo che l'ha seguita precedentemente potrebbe aiutarla a sciogliere quei nodi che probabilmente non la aiutano a vivere serenamente questa relazione.
Cordiali saluti
la relazione precedente, in cui sembra di capire non ci fosse una reciprocità di sentimenti, l'ha fatta molto soffrire, ora che invece ha trovato un ragazzo che la riempe di attenzioni, con cui sta bene, che la rispetta, che la ama come ha sempre sognato, si sente oppresso e in ansia.
Forse, pur desiderandolo, pensa di non meritare tutto questo affetto e dedizione?
Di non sentirsi una persona così amabile?
Può capitare alle persone con scarsa autostima.
Riprendere i contatti con lo psicologo che l'ha seguita precedentemente potrebbe aiutarla a sciogliere quei nodi che probabilmente non la aiutano a vivere serenamente questa relazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#5]
Utente
Buongiorno a tutti
Vi ringrazio per le celeri risposte che mi hanno fornito spunti interessanti di riflessione. Per rispondere alla domanda del Dr. De Sanctis sul perchè io abbia parlato della mia precedente relazione dico solo che mi sembrava necessario per dare un quadro di lettura più oggettivo e che magari potesse meglio "giustificare" i miei dubbi attuali avendo subito un' esperienza tanto difficile. Il motivo della mia lunga solitudine, tuttavia, è stata una scelta personale dettata da più fattori, primo tra tutti il desiderio di disintossicarmi totalmente dalla mia precedente relazione e non ultimo il fatto che a Roma (la città dove vivo da poco) non ho mai trovato nulla che mi potesse interessare anche minimamente. Alla Dr. Randone rispondo invece che non so per quale motivo io abbia permesso a quella persona di farmi così male. Quella è stata la mia prima storia seria e, sebbene io mi ritenga piacente e intelligente, non credevo minimamente di poter interessare a uomini come lui e così mi sono ritrovato invischiato in una situazione che solo molto tempo dopo ho potuto riconoscere come frutto di una patologia vera e propria. Posso comunque asserire di non ritenermi, a oggi, ancora meritevole di un nuovo amore anche se non saprei dire bene perchè. E' indubbio che anche i rapporti con i miei genitori di certo non mi aiutano, essendo loro molto refrattari ad accettare la mia omossessualità e di conseguenza questo crea non pochi dissidi dentro di me essendo io incapace di restituire al mio fidanzato ciò che lui con tanta passione e trasparenza mi regala ogni giorno. Forse dovrei lasciarlo e dargli la possibilità di incontrare una persona che possa ricambiarlo esattamente come vorrebbe e dovrebbe e questa è senz'altro l'origine del mio malessere.Il fatto che questa relazione mi emozioni e mi regali gioia purtroppo non è sufficiente a compensare tutto ciò che in me ancora non trova risposta. E' chiaro che dovrò rivedere ancora molti aspetti di me che durante la terapia non erano emersi e capire come gestire questa situazione.
Grazie per la disponibilità.
A.
Vi ringrazio per le celeri risposte che mi hanno fornito spunti interessanti di riflessione. Per rispondere alla domanda del Dr. De Sanctis sul perchè io abbia parlato della mia precedente relazione dico solo che mi sembrava necessario per dare un quadro di lettura più oggettivo e che magari potesse meglio "giustificare" i miei dubbi attuali avendo subito un' esperienza tanto difficile. Il motivo della mia lunga solitudine, tuttavia, è stata una scelta personale dettata da più fattori, primo tra tutti il desiderio di disintossicarmi totalmente dalla mia precedente relazione e non ultimo il fatto che a Roma (la città dove vivo da poco) non ho mai trovato nulla che mi potesse interessare anche minimamente. Alla Dr. Randone rispondo invece che non so per quale motivo io abbia permesso a quella persona di farmi così male. Quella è stata la mia prima storia seria e, sebbene io mi ritenga piacente e intelligente, non credevo minimamente di poter interessare a uomini come lui e così mi sono ritrovato invischiato in una situazione che solo molto tempo dopo ho potuto riconoscere come frutto di una patologia vera e propria. Posso comunque asserire di non ritenermi, a oggi, ancora meritevole di un nuovo amore anche se non saprei dire bene perchè. E' indubbio che anche i rapporti con i miei genitori di certo non mi aiutano, essendo loro molto refrattari ad accettare la mia omossessualità e di conseguenza questo crea non pochi dissidi dentro di me essendo io incapace di restituire al mio fidanzato ciò che lui con tanta passione e trasparenza mi regala ogni giorno. Forse dovrei lasciarlo e dargli la possibilità di incontrare una persona che possa ricambiarlo esattamente come vorrebbe e dovrebbe e questa è senz'altro l'origine del mio malessere.Il fatto che questa relazione mi emozioni e mi regali gioia purtroppo non è sufficiente a compensare tutto ciò che in me ancora non trova risposta. E' chiaro che dovrò rivedere ancora molti aspetti di me che durante la terapia non erano emersi e capire come gestire questa situazione.
Grazie per la disponibilità.
A.
[#6]
Sono molto importanti i vissuti di cui parla. La sensazione di non meritare un amore, di non essere abbastanza, il peso della difficoltà familiare relativa all'omosessualità, la sfiducia in sé. Mi domando se viva anche un senso di solitudine.
Vivendo anch'io a Roma, so quanto possa essere difficile come città, soprattutto se si è trasferito da poco e magari non per scelta. Non so da dove proviene, ma Roma è dispersiva e a volte non viene vissuta come accogliente. Tuttavia se si apre alla città, Roma potrebbe stupirla e ricambiarla.
Lasciare il suo fidanzato per dargli la possibilità di incontrare un altro ragazzo può essere un gesto altruistico di grande valore, se parte dalla sua consapevolezza di non provare sentimenti per lui. Magari lei in questo momento non ha chiarezza e può decidere di prendersi un po' di tempo per ascoltarsi.
Se lei invece avesse chiarezza, forse sarebbe giusto ammettere prima di tutto quello che prova, per quanto scomodo sia, per quanto doloroso possa essere per il suo ragazzo.
Questo tema ci porterebbe dritti a chiederci se lei fa fatica a esprimere ciò che prova, soprattutto quando questo non corrisponde a ciò che gli altri vorrebbero.
Sento in lei la capacità di guardarsi dentro, cosa nient'affatto scontata. E se prosegue la sua ricerca, come effettivamente intende fare e sta già facendo, questo la porterà a trovare le sue risposte e a costruire quella fiducia in sé che le manca. Autorizzandosi a essere se stesso, potrà incontrare un nuovo mondo in cui potersi riconoscere, vivere una dimensione di senso e costruire appartenenza.
Un grazie anche a lei e un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Vivendo anch'io a Roma, so quanto possa essere difficile come città, soprattutto se si è trasferito da poco e magari non per scelta. Non so da dove proviene, ma Roma è dispersiva e a volte non viene vissuta come accogliente. Tuttavia se si apre alla città, Roma potrebbe stupirla e ricambiarla.
Lasciare il suo fidanzato per dargli la possibilità di incontrare un altro ragazzo può essere un gesto altruistico di grande valore, se parte dalla sua consapevolezza di non provare sentimenti per lui. Magari lei in questo momento non ha chiarezza e può decidere di prendersi un po' di tempo per ascoltarsi.
Se lei invece avesse chiarezza, forse sarebbe giusto ammettere prima di tutto quello che prova, per quanto scomodo sia, per quanto doloroso possa essere per il suo ragazzo.
Questo tema ci porterebbe dritti a chiederci se lei fa fatica a esprimere ciò che prova, soprattutto quando questo non corrisponde a ciò che gli altri vorrebbero.
Sento in lei la capacità di guardarsi dentro, cosa nient'affatto scontata. E se prosegue la sua ricerca, come effettivamente intende fare e sta già facendo, questo la porterà a trovare le sue risposte e a costruire quella fiducia in sé che le manca. Autorizzandosi a essere se stesso, potrà incontrare un nuovo mondo in cui potersi riconoscere, vivere una dimensione di senso e costruire appartenenza.
Un grazie anche a lei e un caro saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.5k visite dal 06/09/2015.
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Approfondimento su Narcisismo
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