Mamma
Ho bisogno di capire se un certo tipo di situazione possa essere normale o meno. Ho un convivente -da parecchi anni- che è sempre stato attaccato alla famiglia, ma nel tempo con la madre, oltretutto rimasta vedova, ma decisamente ancora giovane (53) si è instaurato un rapporto di sudditanza che lo ha portato, a mio parere, a fare scelte che non avrebbe mai fatto e a tenere comportamenti assurdi. Del tipo, assecondarla nel suo essere determinata a escludermi dalla vita che ho con lui, permettendogli e scusando comportamenti al limite della pura cattiveria, cercando di inserirla a forza nella nostra vita lavorativa (in proprio) quando lei ha il suo lavoro, addirittura assecondandola nel suo volere gestire economicamente le ns entrate! S. Valentino è una ricorrenza come festa della mamma; una volta che erano finite le rose rosse, lui ha donato l'ultimo mazzo alla madre e a me di un altro colore! Le regala gioielli, come un innamorato. Non accetta nenache di parlare di questa morbosità, che anche lei alimenta, chiamandolo continuamente, inceppandogli continuamente il tran tran di tutti i giorni. Sarebbero troppe le cose da aggiungere, e forse quel poco che ho detto pare ridicolo,così da solo,ma è uno stillicidio. Io non lo riconosco più, e parlando con terze persone, anche altri notano un attaccamento un pò eccessivo. Io ho 40 anni e lui 35. Da quel poco che ho scritto che ne dice? Come posso farlo ragionare diversamente? Sembra che questa madre terrificante sia divenuta una divinità in terra, ma sta facendo tanto male.
[#1]
Gentile Signora,
mi rendo di come si possa essere sentita in questi anni, però vorrei farla riflettere (ma sono sicuro che già l'avrà fatto) sul fatto che forse inconsapevolmente anche lei ha contribuito a mantenere in piedi questa strana situazione a tre. Immagino anche che questa consapevolezza la faccia stare peggio.
Però il fatto che lei sia co-responsabile le restituise anche un certo livello di "influenza" sulla relazione stessa,lontano da quella sensazione di impotenza che ciha descritto.
Io credo che, siccome lei "vive" questa situazione soffrendo molto, sia il caso di provare a richiedere una consulenza psicologica per se stessa. Lavorare sulle proprie capacità assertive potrebbe essere uno dei primi obiettivi di questo lavoro.
In più, penso che lavorando su se stessa inizierà sicuramente a percepirsi in una dimensione più "attiva" e meno passiva
Ci pensi
mi rendo di come si possa essere sentita in questi anni, però vorrei farla riflettere (ma sono sicuro che già l'avrà fatto) sul fatto che forse inconsapevolmente anche lei ha contribuito a mantenere in piedi questa strana situazione a tre. Immagino anche che questa consapevolezza la faccia stare peggio.
Però il fatto che lei sia co-responsabile le restituise anche un certo livello di "influenza" sulla relazione stessa,lontano da quella sensazione di impotenza che ciha descritto.
Io credo che, siccome lei "vive" questa situazione soffrendo molto, sia il caso di provare a richiedere una consulenza psicologica per se stessa. Lavorare sulle proprie capacità assertive potrebbe essere uno dei primi obiettivi di questo lavoro.
In più, penso che lavorando su se stessa inizierà sicuramente a percepirsi in una dimensione più "attiva" e meno passiva
Ci pensi
[#2]
Gentile utente,
concordo in pieno con la consulenza del collega Bulla. Si ricordi sempre che le situazioni esistono perchè esistono o sono esistite le condizioni che ne hanno permesso lo stabilirsi delle stesse.
La inviterei a riflettere su questo.
Cordialmente,
concordo in pieno con la consulenza del collega Bulla. Si ricordi sempre che le situazioni esistono perchè esistono o sono esistite le condizioni che ne hanno permesso lo stabilirsi delle stesse.
La inviterei a riflettere su questo.
Cordialmente,
Dr. Cristian Livolsi
Psicologo/Psicoterapeuta e Ipnologo
www.cristianlivolsi.com
cell. 3387425971
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.8k visite dal 26/09/2008.
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