Timore mal di stomaco
Salve, mi chiamo andrea ed ho 26 anni....
Dall'anno scorso ho scoperto di soffrire di gastrite e riflusso da vari sintomi.
Da quel momento le mie abitudini alimentari sono cambiati del tutto e molte
Cose *sconsigliate* ho cercato di eliminarle.
Sottolineo che spesso i miei disturbi gastrici risalgono oltre che a qualche cosa che ho mangiato, al periodo emotivo del momento magari un po d stress o nervoso perchè somatizzo molto sullo stomaco.
Sostanzialmente faccio mille cose e vorrei sempre riuscire a farle bene e subito senza tralasciare nemmeno le cose piu banali.
Le mie abitudini lavorative, hobby e vari impegni sono cambiati crescendo.
Il problema che riscontro è che ormai dentro di me sento come se ci fosse un filo conduttore tra stomaco e cervello e ogni qualvolta qualche alimento non mi convince mi viene il terrore che possa farmi male e possibilmente poi realmente mi fa male. Possibilmente spesso molte
Cose le evito non perchè mi fanno realmente male ma perchè ho paura che mi possano fare male.
Questo stesso terrore si incentiva nel
Momento in cui vado possibilmente in vacanza dove non si sa mai quello che si mangia. Come posso controllare questo problema?
Possibilmente se a casa mia ce un familiare che abbia magari un po di influenza ho il terrore che possa essere trasmessa anche a me... E questo comporta il fatto che sia anche un po ipocondriaco cioè se ho un piccolissimo sintomo riferito a stomaco, mal d testa, mal di gola piuttosto che aspettare preferisco subito prendere un farmaco.
Come posso migliorare
Questo lato negativo del mio essere? Sia a livello pratico che mentale?
Grazie in anticipo.
Dall'anno scorso ho scoperto di soffrire di gastrite e riflusso da vari sintomi.
Da quel momento le mie abitudini alimentari sono cambiati del tutto e molte
Cose *sconsigliate* ho cercato di eliminarle.
Sottolineo che spesso i miei disturbi gastrici risalgono oltre che a qualche cosa che ho mangiato, al periodo emotivo del momento magari un po d stress o nervoso perchè somatizzo molto sullo stomaco.
Sostanzialmente faccio mille cose e vorrei sempre riuscire a farle bene e subito senza tralasciare nemmeno le cose piu banali.
Le mie abitudini lavorative, hobby e vari impegni sono cambiati crescendo.
Il problema che riscontro è che ormai dentro di me sento come se ci fosse un filo conduttore tra stomaco e cervello e ogni qualvolta qualche alimento non mi convince mi viene il terrore che possa farmi male e possibilmente poi realmente mi fa male. Possibilmente spesso molte
Cose le evito non perchè mi fanno realmente male ma perchè ho paura che mi possano fare male.
Questo stesso terrore si incentiva nel
Momento in cui vado possibilmente in vacanza dove non si sa mai quello che si mangia. Come posso controllare questo problema?
Possibilmente se a casa mia ce un familiare che abbia magari un po di influenza ho il terrore che possa essere trasmessa anche a me... E questo comporta il fatto che sia anche un po ipocondriaco cioè se ho un piccolissimo sintomo riferito a stomaco, mal d testa, mal di gola piuttosto che aspettare preferisco subito prendere un farmaco.
Come posso migliorare
Questo lato negativo del mio essere? Sia a livello pratico che mentale?
Grazie in anticipo.
[#1]
Salve, solitamente le somatizzazioni sono un modo del corpo di parlare al posto della parola.
Se ci sono cose che non riusciamo a dire, ad esempio, le esprimiamo tramite il corpo. È come se non potessimo credere in noi stessi, come se non fossimo liberi.
La somatizzazione è un indice che c'è qualcosa che vogliamo cambiare di noi stessi, che vogliamo dire, anche se ancora tramite il nostro corpo, come se non ci sentiamo ancora pronti a farlo. Però qualcosa c'è che riguarda noi stessi!
I motivi per cui non riusciamo possono essere tanti, possiamo temere il giudizio, avere paura di deludere, sentirci in colpa di esprimerci, dovere sempre dimostrare di essere all'altezza. Questi sono solo alcuni esempi.
Certamente questa situazione che ci racconta va approfondita adeguatamente. Fatti i dovuti esami medici, dal punto di vista psicologico la somatizzazione potrebbe proseguire finché le emozioni che la provocano restano forti e lei le lascia andare senza affrontarle.
Non so se l'ipocondria è in linea con la somatizzazione. Di certo rinforza il quadro di cui ci ha parlato.
Come se l'accesso a un discorso che non ha a che fare con il corpo è lontano. Non so se posso dire, l'accesso a un discorso che riguarda la sua libertà.
È pur vero che lei stavolta ha scelto di scrivere anche all'area psicologica. Questo mi sembra un passo importante, un suo interrogativo nuovo forse, che potrebbe rappresentare una consapevolezza molto utile per il suo futuro.
Dal punto di vista psicologico, il lavoro è complesso e ambizioso, e se procederà in tal senso, ad esempio chiedendo consiglio a uno psicoterapeuta, potrebbe avere qualche idea interessante per affrontare in modo nuovo il suo malessere, guardandosi dentro, come mi sembra voglia fare.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Se ci sono cose che non riusciamo a dire, ad esempio, le esprimiamo tramite il corpo. È come se non potessimo credere in noi stessi, come se non fossimo liberi.
La somatizzazione è un indice che c'è qualcosa che vogliamo cambiare di noi stessi, che vogliamo dire, anche se ancora tramite il nostro corpo, come se non ci sentiamo ancora pronti a farlo. Però qualcosa c'è che riguarda noi stessi!
I motivi per cui non riusciamo possono essere tanti, possiamo temere il giudizio, avere paura di deludere, sentirci in colpa di esprimerci, dovere sempre dimostrare di essere all'altezza. Questi sono solo alcuni esempi.
Certamente questa situazione che ci racconta va approfondita adeguatamente. Fatti i dovuti esami medici, dal punto di vista psicologico la somatizzazione potrebbe proseguire finché le emozioni che la provocano restano forti e lei le lascia andare senza affrontarle.
Non so se l'ipocondria è in linea con la somatizzazione. Di certo rinforza il quadro di cui ci ha parlato.
Come se l'accesso a un discorso che non ha a che fare con il corpo è lontano. Non so se posso dire, l'accesso a un discorso che riguarda la sua libertà.
È pur vero che lei stavolta ha scelto di scrivere anche all'area psicologica. Questo mi sembra un passo importante, un suo interrogativo nuovo forse, che potrebbe rappresentare una consapevolezza molto utile per il suo futuro.
Dal punto di vista psicologico, il lavoro è complesso e ambizioso, e se procederà in tal senso, ad esempio chiedendo consiglio a uno psicoterapeuta, potrebbe avere qualche idea interessante per affrontare in modo nuovo il suo malessere, guardandosi dentro, come mi sembra voglia fare.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
info@enricodesanctis.it
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Gentile Utente
Il perfezionismo che sembra essere un tratto importante della sua personalità forse non aiuta e non è detto che riuscendo ad ammorbidire questo aspetto anche tutto il resto non possa cambiare.
Vero è che le persone ansiose fanno fatica a leggere correttamente i propri stati emotivi e a modulari adeguatamente e quindi una preoccupazione, la rabbia, la tristezza ecc finiscono sul corpo.
Inoltre più evita ciò che teme, più rafforza il problema.
A questo punto potrebbe essere utile una consulenza psicologica per inquadrare la problematica direttamente e capire se procedere con una psicoterapia.
Cordiali saluti
Il perfezionismo che sembra essere un tratto importante della sua personalità forse non aiuta e non è detto che riuscendo ad ammorbidire questo aspetto anche tutto il resto non possa cambiare.
Vero è che le persone ansiose fanno fatica a leggere correttamente i propri stati emotivi e a modulari adeguatamente e quindi una preoccupazione, la rabbia, la tristezza ecc finiscono sul corpo.
Inoltre più evita ciò che teme, più rafforza il problema.
A questo punto potrebbe essere utile una consulenza psicologica per inquadrare la problematica direttamente e capire se procedere con una psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Caro ragazzo,
Avere problemi di gastrite e reflusso puo' essere un fatto psicosomatico ma puo' non esserlo.
Vi sono problematiche organiche che possono produrlo e cio' va indagato con cura.
Quello che invece non credo andrebbe fatto e' assumere un atteggiamento oppositivo "a prescindere" ( lei chiede : come posso migliorare questo lato negativo del mio essere?).
E' curiosa questa domanda. Fa ipotizzare un "non ascolto" dei messaggi che le manda il suo corpo.
Io risponderei a tale domanda: "puo' migliorare questi suoi sintomi curandosi".
La cura la si dovra' individuare e praticare con metodo e disciplina.
Non bastera' che Lei pensi di potere ignorare "cosa" non puo' mangiare per poterlo mangiare.
Spero di essere riuscita a trasmetterLe il mio pensiero.
I migliori saluti.
Avere problemi di gastrite e reflusso puo' essere un fatto psicosomatico ma puo' non esserlo.
Vi sono problematiche organiche che possono produrlo e cio' va indagato con cura.
Quello che invece non credo andrebbe fatto e' assumere un atteggiamento oppositivo "a prescindere" ( lei chiede : come posso migliorare questo lato negativo del mio essere?).
E' curiosa questa domanda. Fa ipotizzare un "non ascolto" dei messaggi che le manda il suo corpo.
Io risponderei a tale domanda: "puo' migliorare questi suoi sintomi curandosi".
La cura la si dovra' individuare e praticare con metodo e disciplina.
Non bastera' che Lei pensi di potere ignorare "cosa" non puo' mangiare per poterlo mangiare.
Spero di essere riuscita a trasmetterLe il mio pensiero.
I migliori saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.6k visite dal 02/09/2015.
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