Pensieri ossessivi e cali dell'umore
Salve gentilissimi dottori,
non ero certo se fare richiesta per questo consulto nella sezione di psicologia o psichiatria, spero comunque di non esser andato fuori tema e magari ricevere qualche risposta o dei consigli per il mio problema.
Dal momento che si tratta di sintomi prettamente interiori, cercherò di spiegarli dettagliatamente proprio come spero di fare quanto prima dal vivo con uno specialista, cosa che ancora mi crea un certo blocco.
In breve da sempre, sin da quando ero piccolo, ho sempre avuto la strana tendenza, quando accadevano situazioni negative o spiacevoli, di farmi domande non del tutto logiche o reali come "come avresti fatto se nessuno ti avesse detto che avevi perso quella cosa?" - "che cosa sarebbe successo se ti fossi ammalato quel giorno?" e situazioni simili.
Per vari anni non ho più avuto questi episodi "ossessivi", sebbene io abbia avuto dai 16 anni in poi periodo di forte calo dell'umore, che speravo fosse solo una situazione temporanea e naturalmente tipico del periodo dell'adolescenza.
Purtroppo la situazione non è cambiata, ormai ho quasi 24 anni (potrete leggerlo dalla mia scheda utente immagino) ma continuo a vivere ogni giorno della mia vita con scarsissimo entusiasmo. Passo le giornate tra sensazioni a volte persino contrapposte: apatia, poi insoddisfazione generale verso qualsiasi cosa ma soprattutto desiderio di non dovermi mai più risvegliare in vita mia.
Ho totale consapevolezza di quanto ciò sia surreale, ci tengo a sottolinearlo!
In ogni caso da qualche anno sono tornati, oltre a questo problema di basso tono dell'umore, le ossessioni per ogni singola sciocchezza. Sembrano quasi delle voci interiori, assillanti. Come se io dovessi rispondere loro, risolvere i loro dubbi e finalmente sentirmi momentaneamente sereno con me stesso. Sento quasi come se una parte della mia coscienza mi interrogasse su cose che nemmeno potrebbero mai succedere davvero, come "e se ti viene un'ernia discale come lavori poi?" - "se ti venisse l'artrite come faresti a dipingere e suonare?" - "è meglio se faccio qualcosa con la mano destra o la sinistra? e se poi mi confondo e non so quale usare tra le due?".
Mi sembra di star impazzendo. Spero di aver reso un po' l'idea.
In ultimo avviso anche che sono molto ansioso, magari potrebbe essere tutto correlato.
So già di non poter chiedere qui sopra delle terapie o aspettarmi per forza delle diagnosi (anche se vorrei avere almeno un'idea), semplicemente mi appello a qualcuno di voi perché mi si aprano gli occhi: ciò che sto vivendo è normale vista la mia giovane età oppure devo seriamente porre rimedio e sottopormi a qualche controllo mirato? Soprattutto a chi chiedere, psicologia psichiatria o neurologia? Che tipo di disturbo potrei avere? A volte già essere consapevoli di cosa si ha può far stare meglio. Almeno potrei metterci una pietra sopra, iniziare ad accettare la cosa e convinvere con essa sapendo di non avere colpe.
Grazie infinite per qualsiasi risposta
non ero certo se fare richiesta per questo consulto nella sezione di psicologia o psichiatria, spero comunque di non esser andato fuori tema e magari ricevere qualche risposta o dei consigli per il mio problema.
Dal momento che si tratta di sintomi prettamente interiori, cercherò di spiegarli dettagliatamente proprio come spero di fare quanto prima dal vivo con uno specialista, cosa che ancora mi crea un certo blocco.
In breve da sempre, sin da quando ero piccolo, ho sempre avuto la strana tendenza, quando accadevano situazioni negative o spiacevoli, di farmi domande non del tutto logiche o reali come "come avresti fatto se nessuno ti avesse detto che avevi perso quella cosa?" - "che cosa sarebbe successo se ti fossi ammalato quel giorno?" e situazioni simili.
Per vari anni non ho più avuto questi episodi "ossessivi", sebbene io abbia avuto dai 16 anni in poi periodo di forte calo dell'umore, che speravo fosse solo una situazione temporanea e naturalmente tipico del periodo dell'adolescenza.
Purtroppo la situazione non è cambiata, ormai ho quasi 24 anni (potrete leggerlo dalla mia scheda utente immagino) ma continuo a vivere ogni giorno della mia vita con scarsissimo entusiasmo. Passo le giornate tra sensazioni a volte persino contrapposte: apatia, poi insoddisfazione generale verso qualsiasi cosa ma soprattutto desiderio di non dovermi mai più risvegliare in vita mia.
Ho totale consapevolezza di quanto ciò sia surreale, ci tengo a sottolinearlo!
In ogni caso da qualche anno sono tornati, oltre a questo problema di basso tono dell'umore, le ossessioni per ogni singola sciocchezza. Sembrano quasi delle voci interiori, assillanti. Come se io dovessi rispondere loro, risolvere i loro dubbi e finalmente sentirmi momentaneamente sereno con me stesso. Sento quasi come se una parte della mia coscienza mi interrogasse su cose che nemmeno potrebbero mai succedere davvero, come "e se ti viene un'ernia discale come lavori poi?" - "se ti venisse l'artrite come faresti a dipingere e suonare?" - "è meglio se faccio qualcosa con la mano destra o la sinistra? e se poi mi confondo e non so quale usare tra le due?".
Mi sembra di star impazzendo. Spero di aver reso un po' l'idea.
In ultimo avviso anche che sono molto ansioso, magari potrebbe essere tutto correlato.
So già di non poter chiedere qui sopra delle terapie o aspettarmi per forza delle diagnosi (anche se vorrei avere almeno un'idea), semplicemente mi appello a qualcuno di voi perché mi si aprano gli occhi: ciò che sto vivendo è normale vista la mia giovane età oppure devo seriamente porre rimedio e sottopormi a qualche controllo mirato? Soprattutto a chi chiedere, psicologia psichiatria o neurologia? Che tipo di disturbo potrei avere? A volte già essere consapevoli di cosa si ha può far stare meglio. Almeno potrei metterci una pietra sopra, iniziare ad accettare la cosa e convinvere con essa sapendo di non avere colpe.
Grazie infinite per qualsiasi risposta
[#1]
<<In ultimo avviso anche che sono molto ansioso, magari potrebbe essere tutto correlato.>>
Gentile Ragazzo,
come da Lei ipotizzato, l'ansia -accompagnata probabilmente da una marcata necessità di controllare e prevedere ogni cosa- può avere un gran ruolo nelle situazioni che ha descritto.
Ovviamente a distanza non è possibile, né deontologicamente corretto fare diagnosi.
Dato anche l'umore piuttosto altalenante, il suggerimento è quello di iniziare a fare un consulto con uno psicologo psicoterapeuta per approfondire e chiarire meglio la situazione. Se poi il collega riterrà opportuna anche una consulenza psichiatrica (magari in funzione di un eventuale supporto farmacologico), sarà lui stesso ad inviarla.
Saluti.
Gentile Ragazzo,
come da Lei ipotizzato, l'ansia -accompagnata probabilmente da una marcata necessità di controllare e prevedere ogni cosa- può avere un gran ruolo nelle situazioni che ha descritto.
Ovviamente a distanza non è possibile, né deontologicamente corretto fare diagnosi.
Dato anche l'umore piuttosto altalenante, il suggerimento è quello di iniziare a fare un consulto con uno psicologo psicoterapeuta per approfondire e chiarire meglio la situazione. Se poi il collega riterrà opportuna anche una consulenza psichiatrica (magari in funzione di un eventuale supporto farmacologico), sarà lui stesso ad inviarla.
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Gentile Utente,
È davvero tanto giovane per vivere ancora questa scadente qualità di vita, si faccia aiutare.
Psichiatra e psicologo per diagnosi ed eventuale aie terapia combinata, come suggerito dalla collega
Non ci dice nulla di se, oltre il disagio.
Ha passioni?
Un amore?
Amici?
Che tipo di legami ha in seno alla sua famiglia?
Ha avuto un'educazione rigida?
È davvero tanto giovane per vivere ancora questa scadente qualità di vita, si faccia aiutare.
Psichiatra e psicologo per diagnosi ed eventuale aie terapia combinata, come suggerito dalla collega
Non ci dice nulla di se, oltre il disagio.
Ha passioni?
Un amore?
Amici?
Che tipo di legami ha in seno alla sua famiglia?
Ha avuto un'educazione rigida?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Ringrazio entrambe per l'enorme cortesia e chiarezza nell'avermi rapidamente risposto, provo a rispondere alle domande della dott.ssa Randone:
1)Sì, ho anzi molte passioni proprio per cercare di distrarmi. Di recente infatti sto cercando molte distrazioni e la cosa mi sta un po' aiutando, devo dire. Leggo molto, pratico tre tipi di sport differenti, suono e disegno. Ciò che mi amareggia è che nulla sembra darmi realmente piena soddisfazione, come se tutto fosse effimero e inutile a volte. E' una sensazione contraddittoria, me ne rendo conto;
2)Per la seconda domanda no, al momento non sono legato sentimentalmente a nessuno. Posso solo dire che avrei abbastanza lucidità mentale da non condizionare i miei affetti per colpa di questo mio "problema". So quanto possa essere deleterio e non vorrei mai trasmettere agli altri le mie angosce;
3)Sì ho delle buone amicizie, tra l'altro vari miei amici condividono con me molti di questi problemi e da un lato questo ci rende più vicini, cerchiamo sempre di aiutarci e capirci reciprocamente insomma. Ecco perché speravo fosse una fase transitoria, magari post-adolescenziale;
4)In famiglia la situazione è molto tranquilla attualmente, sebbene io non abbia un enorme legame con la gran parte dei miei parenti, inclusi i miei genitori. La gran parte delle volte avverto come un muro fra me e loro, però sono sicurissimo che questo sia frequentissimo per tutti i ragazzi della mia età. E' normale, credo, che non si venga sempre compresi, non ne ho mai avuto la pretesa. Diciamo che non si sono mai sforzati molto, quando potevano hanno anche provato a deridermi, in passato. Non mi confido mai con loro, se devo essere sincero;
5)L'educazione è stata rigida in passato, penso che a volte, quando ero molto più giovane di adesso, cercassero quasi di sfogare i loro nervosismi quotidiani nei miei confronti. Però anche su questo non voglio avere presunzioni nei loro riguardi, forse cercavano solo di educarmi. Un giorno potrebbe accadere anche a me di essere genitore e capire meglio cose che adesso non ho la competenza di comprendere, vista la mia età ed inesperienza.
In ogni caso in famiglia tutti siamo molto, molto ansiosi. Mia nonna, le mie zie ed i miei genitori hanno fatto spesso uso di forti farmaci. Anzi spesso senza volerlo mi condizionano, dallo studio alle uscite con gli amici, però devo dire che con l'ansia a differenza loro ho un rapporto molto più sereno. Ho capito che più la "ascolto", più la invito a danneggiarmi. Ho superato tante situazioni, prima avevo timore di fare la spesa da solo anche (ed avevo paura anche di guardare le persone in faccia o conoscerle), ora viaggio anche da solo e ho molto più coraggio.
Spero di non scritto troppo e ringrazio ancora fortemente per l'aiuto
1)Sì, ho anzi molte passioni proprio per cercare di distrarmi. Di recente infatti sto cercando molte distrazioni e la cosa mi sta un po' aiutando, devo dire. Leggo molto, pratico tre tipi di sport differenti, suono e disegno. Ciò che mi amareggia è che nulla sembra darmi realmente piena soddisfazione, come se tutto fosse effimero e inutile a volte. E' una sensazione contraddittoria, me ne rendo conto;
2)Per la seconda domanda no, al momento non sono legato sentimentalmente a nessuno. Posso solo dire che avrei abbastanza lucidità mentale da non condizionare i miei affetti per colpa di questo mio "problema". So quanto possa essere deleterio e non vorrei mai trasmettere agli altri le mie angosce;
3)Sì ho delle buone amicizie, tra l'altro vari miei amici condividono con me molti di questi problemi e da un lato questo ci rende più vicini, cerchiamo sempre di aiutarci e capirci reciprocamente insomma. Ecco perché speravo fosse una fase transitoria, magari post-adolescenziale;
4)In famiglia la situazione è molto tranquilla attualmente, sebbene io non abbia un enorme legame con la gran parte dei miei parenti, inclusi i miei genitori. La gran parte delle volte avverto come un muro fra me e loro, però sono sicurissimo che questo sia frequentissimo per tutti i ragazzi della mia età. E' normale, credo, che non si venga sempre compresi, non ne ho mai avuto la pretesa. Diciamo che non si sono mai sforzati molto, quando potevano hanno anche provato a deridermi, in passato. Non mi confido mai con loro, se devo essere sincero;
5)L'educazione è stata rigida in passato, penso che a volte, quando ero molto più giovane di adesso, cercassero quasi di sfogare i loro nervosismi quotidiani nei miei confronti. Però anche su questo non voglio avere presunzioni nei loro riguardi, forse cercavano solo di educarmi. Un giorno potrebbe accadere anche a me di essere genitore e capire meglio cose che adesso non ho la competenza di comprendere, vista la mia età ed inesperienza.
In ogni caso in famiglia tutti siamo molto, molto ansiosi. Mia nonna, le mie zie ed i miei genitori hanno fatto spesso uso di forti farmaci. Anzi spesso senza volerlo mi condizionano, dallo studio alle uscite con gli amici, però devo dire che con l'ansia a differenza loro ho un rapporto molto più sereno. Ho capito che più la "ascolto", più la invito a danneggiarmi. Ho superato tante situazioni, prima avevo timore di fare la spesa da solo anche (ed avevo paura anche di guardare le persone in faccia o conoscerle), ora viaggio anche da solo e ho molto più coraggio.
Spero di non scritto troppo e ringrazio ancora fortemente per l'aiuto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.8k visite dal 29/08/2015.
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