Semplice tic?

Buongiorno,

vengo a chiedere cortesemente un chiarimento in merito a un "problema" che mi contraddistingue da buona parte della vita.
Ho 27 anni e da circa 15 anni infatti provo un'irresistibile piacere nel strapparmi letteralmente la pelle dalle labbra.
Non lo faccio perché sono secche, mi dan fastidio o altro, ma lo faccio per il puro piacere di farlo, spesso anche solo per noia, creandomi proprio io delle "pellicine" da cui poi poter strappare la quantità maggiore possibile di sostanza.
Non nascondo peraltro che la sensazione fisica che provo dopo averla strappata mi piace davvero molto, e la conseguente fuoriuscita di sangue, non so per quale motivo, mi appaga ulteriormente.

Ho scritto, non senza una certa vergogna, il più sinceramente possibile per capire se tutto questo, secondo la vostra competenza, possa esser considerato un banale tic nervoso, oppure possa nascondere qualcosa di più importante da considerare.


Ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza, ,
Vorrei che meditasse un istante sul piacere che prova quando strappa la pellicina: controllo della sensazione da lei prodotta volontariamente, sopportazione del "dolore", potere. Potere.
E' questo il vero piacere che cerca.
Le capita in altre circostanze? O mai?
Il controllo di se' e' molto rassicurante quando non lo si sperimenta in modo costante.
Cerchi di individuare in quali aree della sua vita questo potere non lo prova.
Forse dovrebbe elaborare questa sensazione per bilanciare l'altra.
Che ci dice della Sua vita? Della sua famiglia?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Utente
Utente
In realtà mi è difficile risalire a un qualche evento trigger perché appunto è un qualcosa che mi porto dietro da quando ero piccolo (sono un ragazzo).
di certo negli ultimi anni sperimento sempre più difficoltà di autonomia con i miei genitori che trovo troppo apprensivi ma dai quali allo stesso tempo ho paura ad allontanarmi, così come con le nuove sfide lavorative della vita che spesso impongono delle scelte che non sono quelle che si pensavano.
quindi in questo senso di certo sento molto poco il controllo su me stesso negli ultimi anni.
ma ribadisco che non so se le due cose siano collegabili...
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Giustamente Lei ha utilizzato la parola "controllo".
E' percio' questa la dimensione che Lei desidera mettere in pratica nel momento in cui strappa la pellicina, piu che quella del "potere".
Vedo che ha afferrato il bandolo della questione.
Lei "sposta" sul gesto di controllare il dolore quello che prova o vorrebbe provare esercitando una maggiore autonomia.
Se e' un meccanismo antico si tratta di una questione che sperimenta sin da bambino.
Come e' composta la Sua famiglia? Ha fratelli o sorelle? Piu' grandi o piu' piccoli di Lei?
Che tipo di rapporto ha avuto dall'eta' infantile ad ora con i Suoi?
[#4]
Utente
Utente
Chiedo scusa per l'imperdonabile ritardo.
La sua interpretazione è davvero interessante.

A dire il vero ho una famiglia davvero unica, con i suoi problemi come tutti, ma composta da persone che mi amano più della loro stessa vita e che io amo altrettanto.
E' anche vero che ho un padre e una sorella di due anni minore con un carattere estremamente più aperto, volto alle sfide, con molta più autostima, molto meno fragili, e che affrontano le difficoltà della vita con ottimismo e voglia di vincere. Son le classiche persone solari con tutti, sempre ottimiste, che parlano in continuazione, e, a mio parere, con scarsa capacità di comprendere le difficoltà altrui soltanto perché non le hanno mai provate di persona.
Sono alcuni anni che per questi motivi mi sono emotivamente allontanato molto da loro, pur continuando ad amarli
Questo famoso "tic" tuttavia penso di averlo da quando ero bambino, quindi non so se le cose possano esser collegate.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
La Sua famiglia e' sempre stata la stessa.
Anzi ora che ha un eta' piu' adulta senza dubbio avra' escogitato dei sistemi migliori per "schermarsi".
Spero che non siano solo le tecniche di "allontanamento".
Forse dovrebbe cercare di utilizzare questo "segnale" psicofisiologico che il corpo le propone per cercare altre modalità relazionali.
La famiglia e' una struttura importante per un individuo e doversene allontanare non e' piacevole. Ne' gratificante.
Forse parlandone con uno psicoterapeuta dinamico potrebbe trovare alternative. Un metodo di lavoro e' l'elaborazione dei significati inconsci che ogni suo familiare ha per Lei.
Una volta comprese le dinamiche inconsapevoli che si generano Le potra' affrontare e gestire a livello cosciente.
Forse e' questo il "bisogno" di sentire se stesso ed esercitare un controllo che il Suo tic le sta suggerendo.
Che ne pensa?
I migliori saluti
[#6]
Utente
Utente
Credo possa essere una strada quantomeno da considerare in maniera attenta.
Proverò a pensarci.

intanto grazie molte!